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Autore: Atomic Chiken    25/09/2014    1 recensioni
La città di New York cade nel panico quando le persone iniziano a morire in circostanze molto strane. Il detective Harper farà di tutto per consegnare il colpevole alla giustizia, ma si ritroverà ben presto a combattere contro qualcosa che minaccia il mondo intero.
Genere: Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Melanie era felice. Ora che ci pensava, non era mai stata più felice di come lo era in quel momento. Cazzo se era felice!
" Felicissima come una donna felice " esordì dopo lunghi minuti di silenzio.
Si alzò dal letto e girò intorno al suo ragazzo, steso sul pavimento in posizione supina. Se qualcuno fosse entrato dalla porta in quell'esatto momento avrebbe pensato che stavano per farlo.
Ma solo lei sapeva la verità. La rendeva così maledettamente felice, la verità!
Andò in bagno e prese un asciugamano. Si sedette accanto a Rick e cominciò a pulire il sangue, canticchiando un motivetto che le ronzava in testa da giorni.
Tornò in bagno e mise l'asciugamano sotto l'acqua.
Così va meglio si complimentò guardando la propria opera d'arte. Non c'era più alcuna traccia di liquido rosso, nemmeno sul coltello che aveva usato per mandarlo all'altro mondo. Non provava alcun rimorso, proprio come quel bastardo non ne aveva provato tradendola con Katherine. La sua migliore amica. Certo. Migliore amica del cazzo!
Non rispondeva nemmeno al telefono, quella puttana. Li aveva scoperti per puro caso. E per loro sfortuna.
Ora però era tutto a posto.
Aveva seguito Rick fino all'hotel e si era fatta dare una stanza lonatana dalla sua. Dopo tre ore d'attesa era andata a suonare il campanello.
" Sorpresa sorpresina" gli aveva detto prima di stordirlo con del cloroformio. Il resto era storia.
Tornando al presente si sfilò i vestiti e prese quelli che aveva portato dietro in caso di emergenza. Prima di uscire spruzzò un pò di profumo per la stanza e sui propri vestiti. Non voleva mica puzzare di morto!
 Il solo pensiero la fece scoppiare a ridere.
Una volta fuori dall'hotel tolse anche la parrucca e i fazzoletti che aveva messo nelle scarpe, ritornando cinque centimetri più bassa. Li buttò nel bidone della spazzatura e si diresse verso la macchina. Sarebbero venuti a portare via l'immondizia tra un'ora esatta. Un piano perfetto.
Cazzo se era felice!


Impiegò all'incirca mezz'ora per arrivare a casa. Viveva in una minuscola villetta da quattro soldi, circondata interamente dal bosco e quattro case in croce. Scese dall'auto e raggiunse la porta d'ingresso.
Una volta dentro buttò la borsa sul divano ed entrò nella camera da letto. Viveva da sola, ma chiuse comunque la porta.
Le lacrime cominciarono a scendere ancor prima che se ne accorgesse.
Solo in quel momento si pentì della sua impulsività. Lo era sempre stata, fin da piccola. Quel difetto l'aveva portata a subire l'ira violenta di suo padre. E ora ad uccidere un uomo.
Cadde in ginocchio e pianse per dieci minuti interi.
Si asciugò le lacrime e prese un respiro profondo, dopodiché andò in bagno. Rimase a fissare il proprio volto per un tempo indeterminato. Era davvero bella, ma in quel momento si sentiva la donna più brutta del mondo. Si meritava di essere la donna più brutta del mondo!
Con la mente e la vista offuscata corse fuori dalla stanza. Non si accorse neanche di aver iniziato a gridare. Afferrò un coltello dal tavolo della cucina e lo portò ad un millimetro dalla gola. La testa le urlava di farlo, la mano non ne voleva sapere.
Fallo maledizione, fallo!
Lentamente, allentò la presa e lasciò cadere il coltello. Se proprio doveva morire, lo avrebbe fatto in prigione.
"No".
Melanie alzò lo sguardo da terra. Chi diavolo aveva parlato?
Stava proprio cominciando a dare di matto.
Prese il coltello e lo rimise al suo posto. Si voltò per tornare alla camera da letto.
E rimase di sasso.
"Sono qui, paperetta mia". Suo padre la guardava dalla soglia della camera da letto.
Melanie lo fissava pietrificata. L'uomo mosse un passo verso di lei, con il solito sorriso diabolico stampato sulle labbra screpolate. Non prometteva mai niente di buono, quel sorriso. La mente della ragazza venne percorsa da ricordi terribili. Il suo corpo iniziò a tremare. La vescica cedette.
"Fai la brava, paperetta". Tolse la cintura e gliela mostrò senza smettere di sorridere.
 Melanie sbiancò realizzando ciò che stava per succedere.
"No!". In tutta risposta il suo esile collo venne circondato dall'oggetto. Il respiro le venne a mancare, la vista si ridusse a delle ombre confuse.
"Ti prego..." balbettò con un gemito strozzato e gli occhi pieni di lacrime.
Era solo un brutto incubo, ne era assolutamente certa. Non aveva ucciso il suo ragazzo, suo padre non si trovava lì.
Non stava morendo.
Eppure smise di respirare. Chiuse gli occhi, lasciò cadere le mani lungo i fianchi. Il corpo s'immobilizzò.
Un unico pensiero però continuò a rimbombarle in mente.
Suo padre era morto.
  
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