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Autore: Patta97    26/09/2014    4 recensioni
- Moglie? - annunciò, afferrandola per una mano mentre correvano fuori casa, verso la TARDIS. - Dobbiamo andare ad aiutare delle lontre!
Dopo aver visto una certa sneak peek non ho potuto non scriverci su...
Note: SPOILER "THE CARETAKER"!, Twelve/River, basically fluff and humor
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 12, River Song
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao!
Avverto anche qui che c'è un piccolo spoiler per "The Caretaker"! Se avete visto la sneak peek, fangirleggiate (?) qui con me e, se volete, lasciate un parere: sono sempre ben accetti!
Chiara






 
Otter life.




Di tutte le situazioni stranamente umiliati in cui il Dottore si era ritrovato in più di duemila anni di vita, questa rientrava decisamente nella top 10.
E pensare che era tutto iniziato come una piacevolissima gita ...
 
*

- Dottoressa River Song, buonasera! - il Dottore uscì dalla TARDIS con una busta di cartone fra le braccia.
River alzò lo sguardo dall'enorme tomo che stava leggendo e lo osservò da sopra gli occhiali da lettura. Aveva i capelli tirati su in una coda di cavallo disordinata, che faceva sfuggire qualche ricciolo dorato.
River Song in versione casalinga. Adorava River Song in versione casalinga.
Non che avesse intenzione di dirglielo nel prossimo futuro - o nel precedente passato.
- Cos'hai lì, dolcezza? - chiese, osservandolo con aria maliziosa dalla testa ai piedi.
Lo faceva spesso, in questa rigenerazione. E il Dottore ne era lusingato.
...Ed ecco un'altra cosa che non aveva alcuna intenzione di rivelare.
- Ho fatto la spesa, moglie - rispose lui, noncurante.
Poggiò la busta sul tavolo e quella fece uno strano rumore, quasi fosse pesante il doppio di ciò che sembrava.
- Ho comprato tante mele... - annunciò, iniziando ad uscire infinita roba dalla busta più grande all'interno. - ...Tanto yogurt, tanto latte, tanto miele... -.
- Okay, okay, ho capito! - lo bloccò River, ridendo. Il libro era ormai abbandonato accanto a lei. - E a cosa devo tutto questo?
Lui si voltò a guardarla e corrugò la fronte, deglutendo, non sapendo esattamente cosa dire.
- Ieri mi hai proposto di venire qui, a stare con te, per un po' - disse lui, cercando di essere il più accorto possibile.
- Ma davvero... - commentò River, avvicinandosi e sistemandogli il colletto della camicia.
Lui si irrigidì - davvero non capiva la necessità nel toccarsi - ed annuì, guardandola con un cipiglio dubbioso.
- Peccato l'abbia fatto due mesi fa - River alzò un sopracciglio.
- Beh - annaspò il Dottore. - Capita sbagliarsi ogni tanto.
- Se con "ogni tanto" intendi "sempre, non importa la mia faccia", allora d'accordo, scuse accettate - gli stampò un bacio sulla guancia e si allontanò facendo ondeggiare i fianchi. - Io vado a farmi una doccia - annunciò.
Il Dottore fece per seguirla.
- Marito - continuò poi. - Tu puoi sistemare la spesa in cucina, pulire la casa e, davvero, quante volte ti devo dire di non parcheggiare la TARDIS in salotto?!
E la Tempesta Imminente fece così come gli era stato ordinato.
 
*
 
Passò un mese intero e nulla di straordinario accadde: nessuna invasione, nessuna missione, nessun rapimento.
Il Dottore si illuse quasi di vivere in una bolla di normalità: lui, River e una vita tranquilla.
E pensare che qualche rigenerazione prima non avrebbe potuto neanche sopportare l'idea di stare troppo fermo troppo a lungo.
Ma con River Song poteva diventare interessante anche leggere archeologia; con River Song, anche aggiustare uno scaffale con un cacciavite decisamente "non sonico, perché non fai una cosa normalmente, per una volta?!" poteva trasformarsi velocemente in una delle cose più divertenti dell'universo. Con River Song, la vita normale, tranquilla e lenta poteva essere un'avventura.
Ma poi arrivò il messaggio d'aiuto.
 
*
 
- Buongiorno, dolcezza - salutò River, poggiandogli un bacio sulla testa e sedendoglisi accanto.
Il Dottore si sforzò di assumere una faccia contrariata alla manifestazione d'affetto.
River gli lanciò un'occhiata come a dire "è inutile fingere, tanto so quanto in realtà ti piacciano le coccole". Poi, con un sorriso eloquente, iniziò a mordicchiare una delle barrette di cioccolata che il Dottore aveva messo sul tavolo appositamente per lei.
Una volta - non ricordava esattamente quando... forse dopo la prima notte che avevano trascorso insieme - le aveva chiesto il perché di quella sua passione smisurata per il cacao. Con sua enorme tristezza, il viso di River era stato attraversato da un velo di malinconia e paura.
"Da bambina" aveva ricordato, sembrando improvvisamente molto giovane. "Mi tenevano nella tuta che provvedeva a nutrirmi: non mangiavo o bevevo nulla di concreto. Quando... fuggii, a un bambino che passava per strada cadde un cioccolatino. Sua madre gli disse di non raccoglierlo, perché era sporco, adesso. Ma io lo presi e...".
Un sorriso spezzato e pieno di strana gioia a ricordo di quel pezzetto sporco di cioccolata le si era dipinto sul viso e il Dottore decise in quel momento di non porle più domande così specifiche.
- Davvero dovresti smetterla di mangiare yogurt, sai - commentò River divertita, scuotendo il Dottore dai suoi ricordi.
- Mh - fu la sua risposta, mentre scavava il piccolo barattolo con un cucchiaino da tè.
Poi avvertì un lieve toc toc all'altezza del cuore sinistro e si frugò nella tasca interna della giacca in cerca della carta psichica.
River osservò la faccia del marito mentre mutava da diffidente a interessata ad entusiasta.
- Moglie? - annunciò, intascando il cucchiaino - a detta di lui sempre utile - ed alzandosi da tavola.
River si alzò a sua volta, non stando più nella pelle.
- Cos'è?
Il Dottore la afferrò per una mano mentre correvano fuori casa, verso la TARDIS.
- Dobbiamo andare ad aiutare delle lontre!
 
*
 
Otterocus era un piccolo pianeta nella costellazione Beta, fatto al 50% d'acqua salata e al 35% d'acqua dolce. E la sua alquanto numerosa popolazione era costituita da...
- Lontre.
Il Dottore annuì.
- Lontre?! Normalissime lontre? Non lontre mutanti o lontre aliene o lontre umanoidi o... assassine??
- Tecnicamente - precisò il Dottore, offeso. - Queste sono lontre aliene e, comunque, sono più lunghe di 20 centimetri rispetto quelle terrestri.
River lo guardò come se si fosse messo un fez in testa - in effetti, quello sguardo lo portava indietro nel tempo.
- Ed inoltre hanno sviluppato una straordinaria forma di comunicazione telepatica! Per questo il loro messaggio mi è arrivato - continuò entusiasta. Poi si rabbuiò: - Ora che ci penso, hanno una forza psichica quasi più elevata della mia...
- Non sei in competizione con delle lontre, Dottore - lo interruppe River, al limite della pazienza.
- Certo che no, io sono senza dubbio più intelligente! ...Ehi, aspetta, River! Dove vai? - urlò, facendosi largo fra i mammiferi che gli camminavamo ai piedi per seguire il passo svelto di sua moglie.
River gli chiuse le porte della TARDIS in faccia.
- Dimmi che l'unica avventura decente che mi hai proposto dopo un noiosissimo mese in casa non consiste in delle comunissime lontre - disse con tono pericoloso da dietro le porte di legno blu.
- Non sono 'comunissime lontre'... - cominciò lui.
- Dottore - lo bloccò River.
- Beh, mi potevi dire che ti stavi annoiando...! - protestò allora il Dottore, guardando male il punto in cui avrebbe dovuto esserci il volto di River.
- Non volevo interrompere la tua improvvisa voglia di vivere come un pensionato, dolcezza - lo prese in giro lei, indispettita.
Poi il Dottore percepì il rumore di alcune leve spostate all'interno.
- Fammi entrare – disse con un accenno di panico nel tono, ma cercando ugualmente di suonare perentorio.
La TARDIS sbuffò e River rise e fu come ricevere due estremamente sarcastici schiaffi.
- Ma certo! Parteggi per lei, adesso? Non si dovrebbero avere dei preferiti! - si arrabbiò con la Macchina, sapendo perfettamente di non stare migliorando la propria situazione.
- Non implorerò, se è questo che vuoi - borbottò.
- Non me lo sognerei mai! - disse River. - Anche se mi sembra di ricordare qualcosa del genere...
- Hai davvero intenzione di lasciarmi qui?!
- Mh... ! - fu la risposta. - Aiuta le tua amiche lontre a costruire una diga.
E la TARDIS si smaterializzò improvvisamente, silenziosa - perché lei, ovviamente, aveva tolto i freni.
- LE LONTRE NON COSTRUISCONO DIGHE! - urlò, arrabbiato.
Poi si rese conto che lei non poteva sentirlo e si indispettì ancora di più.
Qualcosa lo tirò per un lembo della giacca e il Dottore abbassò lo sguardo per incontrare quello vispo di una piccola lontra.
"Ti fermi qui con noi?" chiese una vocina nella sua testa.
- Così sembrerebbe - disse burbero. - Avete bisogno di aiuto per... una diga?
"Non siamo mica castori" lo rimbrottò il cucciolo, dileguandosi.
Il Dottore sospirò indignato e si sedette su un tronco, aspettando.
 
  
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