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Autore: AmeliaRose    26/09/2014    2 recensioni
20 Gennaio 2013. Il Regno Unito viene messo in quarantena per colpa di un virus che rende le persone infette affamate di carne umana. Billie Piper, una sopravvissuta, racconterà nel suo diario ciò che le capiterà. Conoscerà nuove persone, proverà nuovi dolori e chissà, magari riuscirà a trovare l'amore durante questa apocalisse.
Genere: Drammatico, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie Piper, David Tennant
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 
Entrai nella piccola aula tremando come una foglia, i miei trenta alunni mi guardavano con occhi sbarrati e curiosi, come un branco di leoni che osservavano la propria preda prima di attaccarla. Raggiunsi il centro della stanza e li osservai attentamente. 

-Salve a tutti, mi chiamo Billie Piper e sarò la vostra insegnante di lettere" dissi con un sorriso incoraggiante. Nessuno parlò e sospirai cercando il coraggio di continuare. "So che troverete inutile la scuola visto quello che sta accadendo la fuori ma sono sicura che i soldati e gli scienziati troveranno presto una cura" dissi guardando negli occhi ogni alunno cercando di essere il più sicura possibile.

-Certo, intanto però siamo chiusi dentro a quattro mura. Siamo facili bersagli per quei cosi nel caso dovessero entrare in città" disse ad alta voce un alunno da in fondo l'aula. Mi avvicinai al ragazzo, un mingherlino piccolo uomo dai capelli biondi e occhi nocciola.

-Dicono che questo è un posto sicuro. Se non fosse così di certo non ci avrebbero trasferiti" dissi con un sorriso. Il ragazzo cominciò a ridere e si scambiò qualche occhiata con il suo vicino di banco, un ragazzo dai folti capelli neri e occhi verdi.

-È quello che dicono? Fammi indovinare, non vi hanno informato delle novità?" chiese distogliendo lo sguardo da me. Rimasi in silenzio, di cosa parlava?

-Se lo hanno fatto non l'hanno detto a noi ma ai militari che ci accompagnavano. Ma se vuoi illuminarmi su questa novità, ti sarei molto grata". Il ragazzo cominciò a giocherellare con una matita, era nervoso, si vedeva.

-Una settimana fa io e alcuni miei amici stavamo camminando a fianco della barriera e dalle sentinelle postate in alto, i cecchini, abbiamo sentito dire che quei cosi si stanno avvicinando a grandi gruppi verso di noi. È solo questione di tempo prima che accada un invasione" disse piano "Questo virus, o qualsiasi cosa sia, ha infettato le più grandi e piccole città del mondo. Perché qui dovrebbe essere diverso?" abbassò lo sguardo e nella stanza cominciò a regnare il silenzio più assoluto.

-Siamo sopravvissuti tutti alla prima ondata di infezione, nonostante quello che sono diventati hanno un corpo umano. Prima o poi dovranno perire per sete o fame" dissi sicura. Ora che ci penso è la verità, sono comunque umani e prima o poi dovranno morire per questo.

-Mi sta dicendo che com'è venuto se ne va da solo?" chiese un ragazzo seduto ai primi banchi. Mi voltai verso di lui e sorrisi.

-Non è da escludere questa possibilità" dissi avvicinandomi alla cattedra. "Potrebbero trovare una cura domani o tra un anno. Ma non bisogna mai perdere la speranza, perché la speranza è l'ultima a morire ed è l'unica cosa che ci spinge ad andare avanti".

-Perché ho l'impressione che lei abbia perso più di una persona cara?". Mi avvicinai alla lavagna voltando le spalle alla classe.

-Chi non ha perso qualcuno in questo inferno?"


La classe uscì alla svelta dall'aula e rimasi un bel po' seduta sulla sedia a pensare. Non avevo dato compiti, non era il caso. Avevamo passato cinque ore in totale silenzio, dando a loro un tema dove dovevano parlare di quello che avrebbero fatto una volta che tutto questo sarà finito. Presi la penna e cominciai a leggere il primo tema. La calligrafia era fortunatamente leggibile, questo alunno, un certo Brian Bailey ha raccontato che una volta trovata una cura sarebbe partito per visitare varie città del mondo beandosi della loro bellezza e della loro storia. Corressi qualche errore e passai al tema successivo. Sarah Levitt raccontò che sarebbe andata in paesi più poveri per aiutare a ricostruire le strutture socialmente utili andate distrutte dai ribelli. Joseph Fingerman invece scrisse che tutto questo non avrà mai fine, che secondo lui il tutto era stato creato in laboratorio da un paese nemico. Che forse era un virus creato per eliminare più gente possibile per via della sovrappopolazione. Scrisse che dieci giorni prima del contagio tutti i politici e presidenti importanti del mondo erano scomparsi. Abbassai la penna e appoggiai la schiena alla sedia. In effetti non era errato, avevo notato che molti politici e altra gente molto ricca era sparita dalla faccia della terra prima del contagio. E il fatto della sovrappopolazione dava un punto in più in questa teoria. Sentii bussare alla porta e mi voltai verso di essa. David entrò in aula con in mano un vassoio pieno di cibo. Sorrisi. A quanto pare l'ora del pranzo era già passato da un pezzo.

-Pensavo che avessi fame" disse mentre appoggiava il vassoio sulla cattedra.

-Ho una fame da lupi, grazie" dissi afferrando famelica il tramezzino al tonno. "Ti devo delle scuse. In questo ultimo periodo ti ho trattato malissimo e mi dispiace" dissi sincera. David si andò a sedere in un banco davanti alla cattedra e sorrise.

-Non ti preoccupare, ti capisco. È un momento allucinante per tutti. Non ti devi scusare". Sorrisi e addentai nuovamente il tramezzino. "Comunque, com'è andato il primo giorno di scuola?" mi chiese vagamente interessato.

-È stata al di sopra delle mie aspettative vista la situazione" dissi sincera. Lo guardai e le parole di un mio alunno mi balzarono in testa. Dovevo provarci! "Oggi in classe un alunno mi ha riferito una cosa abbastanza spiacevole". David mi guardò per qualche secondo.

-Che cosa?"

-Ha sentito alcuni cecchini dire che più passa il tempo e più gruppi di zombie si avvicinano alla barriera. È vero?" chiesi fissandolo attentamente. David abbassò lo sguardo dando più importanza al banco che a me. "È vero?".

-Si. Ci hanno informato di questo al nostro arrivo. Sono attratti dal rumore degli spari" disse semplicemente. Sembrava anche irritato della cosa.

-Potevano informaci prima" dissi fredda.

-Ehi, non sei l'unica indignata qui. Persino Eccleston si è arrabbiato quando gli abbiamo riferito la notizia". Il mio cuore perse un battito. Eccleston.

-Come sta?" chiesi sinceramente preoccupata. David si passò una mano tra i capelli.

-Non bene. Due giorni dopo la nostra partenza sono andati a recuperare dei viveri in una cittadina vicina. Ha perso tre soldati".

-È stato morso?"

-No, lui no. Sta bene anche se è combattuto per quello che è successo" disse. 

-Ha dato altri ordini? Non so, di spostarsi in un posto più sicuro?" chiesi speranzosa. Essere rinchiusa in una cittadina con un orda di zombie che si avvicinavano mi metteva più paura di quanto credessi.

-Nessuno per ora. Anche se Eccleston ha qualche idea" disse alzandosi. Lo imitai prendendo con me il vassoio.

-Quale?" 

-Vorrebbe spostarci su delle navi e prendere il largo. Secondo loro è più sicuro così, non si correrebbe nessun pericolo. Ogni tot di tempo andrebbero a prendere delle provviste per i civili e ogni tanto si potrebbe fare delle soste in altri paesi per il carburante".

-Ma non possiamo uscire! Ci sono delle barriere con dei cecchini!" dissi. Eccleston lo sapeva bene! Perché rischiare? David si affiancò a me mentre percorrevamo il corridoio.

-È l'unico modo per portare al sicuro i superstiti senza avere paura del contagio. E Billie, le barriere si abbattono".

-E i cecchini?" David mi guardò con aria strana, come se fosse indeciso se rispondere o meno.

-Si uccidono".
   
 
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