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Autore: mattstarlight    26/09/2014    2 recensioni
Fu allora che mi scontrai in un passante. Avevo staccato la gamba molto di più visto che il lampione successivo era stranamente più lontano e colpii lo sfortunato tanto da farlo cadere per terra sotto di me.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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La campanella suonò tardi quel giorno. Ben venti minuti in ritardo. Mentre uscivamo da scuola altri studenti si lamentavano mentre altri esultavano per aver avuto più tempo durante il compito in classe.
Sinceramente la cosa non mi importava ma non avendo alcun argomento di conversazione da sfruttare con i miei compagni di classe avanzai qualche lamentela, così… per non essere emarginato come al solito.
Era da troppo che l’idea di essere catalogato come l’asociale di turno mi aveva rotto. Non era colpa mia se non trovavo nessuno con i miei stessi interessi e ogni qual volta cercassi di farmi avanti non ero mai ben accetto.
 
Il sole era basso e le strade della periferia di Seoul erano irradiate da un’intensa luce solare arancione. Gli altri studenti che di solito percorrevano un tratto di strada con me se n’erano già andati e proseguivo l’ampio marciapiede da solo accompagnato dal solo suono delle mie scarpe.
Attraversati due isolati il sole era completamente coperto dall’orizzonte e solo i suoi raggi erano visibili; fu allora che i lampioni si accesero illuminando a chiazze il terreno come piccole isole tra le quali mi divertivo a saltare pensando che ci fosse veramente acqua.
 
In quel momento mi scontrai in un passante. Avevo preso la rincorsa molto di più visto che il lampione successivo era stranamente più lontano e colpii lo sfortunato tanto da farlo cadere per terra sotto di me.
“Ah—“ esultò “ma che cazzo fai? Non guardi avanti quando cammini?”.
Feci per alzare la testa quando vidi il suo viso.
 
Era un ragazzo, aveva all’incirca la mia stessa età ma aveva i capelli tinti di un forte arancione come quello del sole di poco prima. Forse anche più intenso.
Aveva un forte odore di sigaretta sia sui capelli che sull’uniforme scolastica.
Io ramasi incantato a fissarlo, non sapevo perché ma non potevo far altro che guardarlo, non so se fosse curiosità, stupore o cos’altro, ma avrei potuto continuare a studiare il suo volto per ore.
Dopo qualche secondo mi spinse a terra lontano da lui e si mise una mano dietro la testa cercando di far passare il dolore per aver colpito il terreno. Ciò mi fece rinvenire, mi alzai il più velocemente possibile e ancor prima di sistemarmi i vestiti mi inchinai a novanta gradi balbettando uno “Scusami, non volevo colpirti”.
Prima che potessi rialzarmi si era già sistemato e rialzato “Sicuramente scusarti non mi farà passare il mal di testa!” disse rimettendosi la mano destra sulla nuca e portandosi alle mie spalle.
“Scusami veramente non avevo intenzione…” cercai di giustifacarmi ma venni bruscamente interrotto da un “Seh, seh, come ti pare!”.
 
Nell’arco di poco era ormai troppo lontano per potermi far sentire.
Mi riassestai e proseguii per la mia strada. “Certo che strano quello…” pensai.
Ma una cosa era certa, non me ne sarei dimenticato tanti facilemente.
 
Quando rientrai finalemente a casa dopo quella passieggiata che era durata fin troppo trovai mia madre alla porta con un tono di voce che rasentava una sirena dei pompieri “Si può sapere dove sei stato? Ti sembra questo il modo di far preoccupare tua madre? Sai quanto sono contraria al fatto che tu venga da solo da scuola!” urlò.
Non voglio neanche pensare di essere accompagnato dai miei! Già sono abbastanza asociale, non voglio essere ridicolizzato ancora di piu!
Corsi a tavola dove mi aspettava il resto della famiglia: mio padre sempre e rigorosamente con il giornale in mano e mia sorella maggiore che rideva come una pazza a quella vista. “Il nostro kookie si è fermano a parlare con una ragazza, o per la sfortuna che si ritrova con un ragazzo! Ahahahahah!” –Arrossii- concluse con una risata fragorosa che venne poi stroncata da mamma “Tu signorina non sei da meglio eh! Sempre davanti a quel cellulare! Quand’è che ti deciderai a migliorare a scuola?”.
“Basta mangiamo!” si intromise nostro padre dopo aver letto l’ultima pagina del giornale.
 
Vista l’ora decisi di mangiare velocemente e dopo aver fatto i compiti mi misi a letto.
Non c’è dubbio che quella fu una notte lunga e priva di sonno. Quella faccia mi era rimasta impressa nella mente da quando le nostre teste si erano scontrate arrivando a toccarsi con le fronti.
Vidi tutte le ore all’orologio e la mattina seguente sembravo un cadavere ambulante.
Mi trascinai fino in classe al mio banco, ero l’unico a non avere un vicino ma me n’ero fatto una ragione sfruttando un po’ di spazio in più.
 
Col suonare della campanella evitai di addormentarmi proprio mentre entrava il professore insieme ad uno studente che non avevo mai visto prima a scuola. Teneva la testa bassa e sembrava irriquieto.
“Seduti ragazzi, ho un annuncio da fare” e si rivolse al nuovo arrivato “Questo è Taehyung, si è trasferito oggi e starà con voi per il resto dell’anno. E’ più grande di voi di due anni, penso, “ alcune ragazze si misero a ridere e il professore se ne accorse “Ehi ragazze non c’è nulla da ridere, se ha dovuto rifare due volte il terzo non è un problema vostro! Avrà avuto le sue buone ragioni!” e mentre diceva questo Taehyung alzò la testa mostrando il viso proprio nella mia direzione visto che le ragazze che si divertivano a prenderlo in giro erano proprio dietro di me.
Sia io che lui ci accorsimo della presenza reciproca e per un momento perse l’attenzione sulle ragazze e mi lanciò un’occhiata confusa come a dire “E tu che ci fai qui?”.
“Bene, ora che le presentazioni sono fatte puoi andare a sederti… fammi vedere…”continuò il professore scrutando i banchi liberi della classe “là! vai a sederti vicino a Jungkook!” e si rivolse a me “Jungkook! Trattamelo bene! Così magari rimane con noi fino all’anno prossimo”.
Volevo sprofondare nella merda. Perché io, perché proprio a me?!? Anche se…era veramente così male? In fondo avevamo iniziato solo con il piede sbagliato. Non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro.
“Ah ma che ancora tu? Ma che mi spii?” mi disse appena si sedette spostando il mio zaino a terra.
Ok, ritiro tutto. Che stronzo! Però… Non pensai più e buttai la mia testa sul banco.
Preferivo che la stanchezza prendesse il sopravvenzo su questo casino.
   
 
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