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Autore: cipolletta    26/09/2014    3 recensioni
"Stare accanto a te è come stare su una fottuta montagna russa"
[...]
“E allora perché sei salita?” domanda.
“Per la stessa ragione per cui un sacco di gente va sulle montagne russe! Perché benché te la fai sotto, ti senti viva e urli, non tanto dalla paura ma dall'emozione improvvisa che ti coglie appena senti lo slancio della velocità. Perché ti senti tutta un brivido… perché mi piace… perché… “
temporeggio. Lo dico o non lo dico?
“…mi piaci. No non mi piaci. Ti amo”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Luna Park
 


E’ il momento della verità.
Ora o mai più, mi dico.
Ethan è seduto sul suo sgabello accanto alla batteria e cerca di accordare la chitarra. Prendo un bel respiro ed attraverso tutta la lunghezza del garage in poche falcate, fermandomi ad un millimetro da lui, che non si degna nemmeno di alzare lo sguardo.
“Sono stufa, Ethan” sentenzio, incrociando le braccia al petto. Solo allora le sue iridi celesti incontrano le mie.
Prima che possa aprire bocca, ricomincio a parlare. “Prima mi odi, poi mi baci, poi mi ignori, poi continui a baciarmi e a far finta di nulla. Stare accanto a te è come stare su una fottuta montagna russa. Ci sono momenti in cui tutto è una dolce salita, e vorrei solamente esserti amica, o qualcosa di più forse” aggiungo sussurrando.
 Poi scrollo la testa, decisa a riprendere il discorso “Poi arrivi in cima e ti godi la visuale, ma fai l’errore di guardare in basso e ti accorgi che la salita era solo temporanea perché ti aspetta una discesa da paura e non sai come cazzo fare a raggiungere la prossima salita. Però sai che finirà e quindi la affronti. Ma sai anche che ce ne sarà un’altra e un’altra ancora. E non vedi l’ora di scendere e tornartene a casa. Stare con te è così. Assaporo i momenti belli, quelli di calma, ma so che finiranno e che mi aspetta una fottuta discesa. E non riesco a scendere dalla montagna russa, cazzo.”
Dico tutto d’un fiato, mentre Ethan mi osserva immobile da sotto le ciglia lunghe. Sospiro. Ho detto quattro parolacce in meno di un minuto. Nuovo record.
“E allora perché sei salita?” domanda.
Adesso vorrei tanto dargli un pugno. Ed è quello che faccio, colpendolo sul petto.
“Per la stessa ragione per cui un sacco di gente va sulle montagne russe! Perché benché te la fai sotto, ti senti viva e urli, non tanto dalla paura ma dall’emozione improvvisa che ti coglie appena senti lo slancio della velocità. Perché ti senti tutta un brivido… perché mi piace… perché… “temporeggio. Lo dico o non lo dico?
Non sei più la Abby di prima. Giocatela, non andarti a nascondere dietro la gonna di mamma.
“…mi piaci. No non mi piaci. Ti amo”
Per i primi secondi Ethan continua a guardarmi. Poi il suo sguardo si fa deciso e lo vedo appoggiare la chitarra ai suoi piedi, e mi accorgo di star trattenendo il respiro.
Ecco, ora si alza e se ne va.
Che stupida che sono, stupida, stupida ,stupida , stupid…
Le sue labbra premono sulle mie, trovandomi impreparata. Sbarro gli occhi, ma poi mi rilasso e mi lascio sopraffare dal solito vortice di emozioni che mi coglie ogni volta che la sua bocca è sulla mia.
Circondo con le braccia la sua nuca e lui posa il palmo della mano dietro la mia schiena, attirandomi a sé. Io socchiudo la bocca e lo lascio approfondire il bacio.
Si china sempre di più su di me, tanto che sono costretta ad aggrapparmi con le mani ai suoi bicipiti per non cadere col sedere a terra.
Non so dopo quanto ci stacchiamo, forse secondi, minuti o forse ore. Ci guardiamo negli occhi e abbiamo quasi il fiatone, nessuno dei due sa cosa dire.
Ancora una volta mi sorprende, strofinando il suo naso contro la mia guancia. Poi mi abbraccia, circondandomi con le sue braccia forti, ed affonda il viso nei miei capelli. Potrei restare in questa posizione per sempre, ma Cameron fa irruzione nel garage.
“Hai visto il mio…” si blocca, sgranando gli occhi. Un sorriso furbo gli compare sul volto e alza le mani “ops, scusate, continuate pure piccioncini!”
Ethan scioglie l’abbraccio e gli rivolge un’occhiata divertita “Coglione”
Cam mi fa l’occhiolino ed io arrossisco in men che non si dica. Ci stavamo solo abbracciando, è vero, ma io sto ripensando al bacio. Guardo Ethan, che è ancora girato verso l’amico e sento le guance avvampare ancora di più.
“Vi lascio alle vostre cose, vorrà dire che cercherò il mio plettro in un altro momento” e se ne va, ancora con un sorriso a trentadue denti, prima di sparire oltre le scale.
Ethan sospira e si volta verso di me. Sembra che abbia deciso di stupirmi a più non posso, perché afferra la mia mano, facendo intrecciare le nostre dita.
Mi accorgo con solo qualche secondo di ritardo che sta mimando qualcosa con le labbra.
“Sai non sono molto afferrata nel leggere il labiale” mi giustifico, abbassando lo sguardo sulla sua bocca e deglutendo a secco: ho voglia di baciarlo ancora.
Lui si avvicina e fa combaciare i nostri petti, poi si abbassa verso il mio orecchio e sussurra “Ti amo. Scusa.”
Ed io so, in questo preciso istante, che prenderò un cazzo di abbonamento per il luna park.




 
Hola.
Ok, non pubblico nulla da -più o meno- quando Nerone incendiò Roma, e mi sento terribilmente in colpa.

Questa One Shote non l'ho scritta ultimamente a essere sincera.
Anzi doveva essere un pezzetto di una storia che avevo in mente ma siccome non l'ho mai sviluppata e mi dispiaceva buttare queste due parole, eccole qui. 
Quindi ecco spiegato perchè non ha un vero inizio nè una vera fine.

La verità è che sto attraversando una di quelle fasi di 'blocco dello scrittore' anche se tutto sono meno che una scrittrice. Ho mille e mille idee su storie che potrei sviluppare che mi frullano in testa ma appena apro il foglio bianco di word mi si svuota il cervello e sto un ora a fissare lo schermo del pc senza scrivere nulla.
In sostanza, ultimamente non riesco a far passare le idee dalla mente alle mani che pigiano sulla tastiera. 
Appena la creatività si farà rivedere e mi busserà alla porta, pubblicherò subito qualcosa.
Un bacione
Cipolletta.
  
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