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Autore: sushiprecotto_chan    26/09/2014    1 recensioni
Calma. Neville ne aveva bisogno e l’agognava come una medicina. Purtroppo per lui, Blaise Zabini non è d’accordo.
[Scritta per la challenge @ moviesquote_fic.]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'Some parts of a Longbottom's life'
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Titolo: Difese
Fandom: Harry Potter.
Personaggio/Coppia: Neville Paciock (Neville Longbottom), Blaise Zabini. 
Set: #5.
Prompt: 4. "Devo pur difendermi, sai?" (Love Actually)
Disclaimer: All © J. K. Rowling, fiction scritta unicamente per divertimento personale, nulla è di mia proprietà tranne la storia stessa. Sì, non è mio neppure Neville, e tutto ciò è così triste, non è vero?
Rating: Verde. 
Conteggio parole: 761 (fdp).
Tabella: Link qui
Introduzione/Riassunto: Calma. Neville ne aveva bisogno e l’agognava come una medicina. Purtroppo per lui, Blaise Zabini non è d’accordo.
Note: 1. Scritta per il moviesquote_fic.
 

 
 

 
Era così strano poter stare in una zona di Hogwarts attualmente silenziosa. Di solito gli studenti si trovavano ovunque, e quando non erano loro a vagare intorno al collegio ci pensavano i professori a controllare qua e là e a fare in modo che la privacy non esistesse.
Dio, non che ci fosse mai stata tanta intimità, vivendo in un dormitorio comune…
Ma quasi nessuno era interessato alla serra, se non la professoressa Sprite, e quando lei gli aveva dato l’incarico di curare certe piante – un paio di mandragore recidive e persino dell’acolito e dell’alioto1 – e il permesso di passare nella serra quanto tempo desiderasse, Neville si era sentito finalmente a casa.
Era raro, talmente strano per lui sentire una sensazione del genere. Fin da bambino non si era mai davvero concesso tanta rilassatezza, non si era mai sentito così a posto con il mondo e con se stesso. Gli era servito trovare qualcosa per cui era veramente portato, un’abilità in cui era senza se e senza ma migliore degli altri, per appropriarsi di quel sentimento.
Calma. Neville ne aveva bisogno e l’agognava come una medicina.
La verità è che aveva finalmente trovato un momento della giornata in cui si poteva definire (miracolo!) sicuro di se stesso, e questo gli faceva assaporare la pace e un dolciastro sapore di eccitazione sulla lingua.
Si stava giusto concentrando su quanti millilitri di pozione rivitalizzante avrebbe potuto sopportare la nuova pianta di Bubotubero quando sentì un rumore secco provenire da dietro di lui e una voce dire: «Quella è la cosa più disgustosa che io abbia mai visto.»
Si voltò di colpo, incontrando gli occhi di Blaise Zabini. Neville lo riconobbe come uno dei fedeli tirapiedi di Malfoy, anche se il ruolo di stupido adulatore per qualche verso non sembrava calzare molto a un tipo come lui.
Trasalì leggermente, quando l’altro tese una mano per acchiappare la miscela di pozione, che per poco non gli era sfuggita dalle mani.
«…è utile, tuttavia, specie nell’adolescenza. Lo riconosco. »
«Cosa ci fai, qui, Zabini?» Gli chiese, vagamente titubante.
Blaise appoggiò le mani affusolate sul tavolo dietro di lui, spostando leggermente il peso su di esse.
«Potrei farti la stessa domanda.» Gli disse, poi si voltò sfiorando distrattamente le foglie di una pianta. Se ne stava ritto in mezzo a degli alberelli innocui. Di certo la scelta doveva essere stata calcolata; il perfetto Blaise Zabini sembrava saperne di Erbologia.
«Me lo ha chiesto la professoressa Sprite. Curo la serra.»
«Curi la serra? Beh, devo dire che ti sei trovato un bel nascondiglio per evitare il mondo là fuori. Peccato,»
Per Neville fu più forte la curiosità che l’irritazione. «Peccato cosa?»
«Speravo che qui l’ambiente rimanesse tranquillo ancora per un po’.»
«E cosa mai dovresti farci, tu, della serra di Hogwarts?»
Blaise eluse la domanda con un’alzata di spalle – un’alzata di spalle molto regale, Neville doveva concederglielo.
«Comunque non ti devi preoccupare, la situazione rimarrà pacata e stabile.» Gli disse Neville, nonostante la rabbia stesse rimontando dentro di lui. Aveva appena trovato un luogo di pace ed ecco che il famigliare senso d’umiliazione lo raggiungeva e lo riprendeva tra le sua grinfie facendo le fusa. E trovandosi Blaise Zabini davanti… beh, nessun essere umano – se non il Signore Oscuro in persona – si sarebbe sentito a proprio agio, ecco, di fronte ai suoi occhi di ghiaccio, quindi forse non avrebbe dovuto sentirsi così in colpa per la sua dignità nuovamente perduta.
Si lasciò sfuggire un piccolo sospiro calcolato, mentre provava a concentrarsi nuovamente su come trattare delle lumache particolarmente perniciose che avevano deciso di attaccare le Mandragore. Ah, giusto, poi ci sarebbe stato il Bubotubero di cui prendersi cura!
Una buona manciata di secondi di silenzio lo separò dall’immagine degli occhi di Zabini, mentre rimetteva le mani nella terra e con fare affacendato ricominciava a lavorare.
­«Vengo qui per guardare le piante.» Neville si voltò, incredulo. Blaise aveva mantenuto la sua posa composta, ma sembrava vagamente irritato. «Mi tranquillizza.»
E poi: «Tu che scusa hai, Longbottom?»
L’altro si ritrovò a stringere con riguardo la cornice del vaso che aveva difronte. «La stessa, più o meno.» Aveva gli occhi enormi e un’espressione ridicola in volto, poteva giurarci.
Blaise alzò un sopracciglio. «Solo questo?» disse, con un implicito: Andiamo, Longbottom, non prendermi per il culo.
Neville lo guardò e deglutì appena. Raddrizzò le spalle.
«Devo pur difendermi, sai?»
Sul volto di Zabini c’era l’ombra di un sorriso.
«Ce ne si devono mettere quaranta, di millilitri di pozione Contenitrice, sulla pianta di Bubotubero.»
«Oh.» Articolò Neville, osservandolo uscire dalla serra con passo felino.
Si ritrovò a pensare a come sarebbe stata la carnagione di Blaise accanto a dell’Aconito, quando i fiori viola della pianta sarebbero sbocciati.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1= L’aconito è una pianta molto velenosa usata in alcune pozioni. È chiamata anche Aconitum Napellus o Aconitum Lycoctonum. Venne citata per la prima volta nel primo libro durante la prima lezione di Pozioni di Piton. L’alioto invece è una pianta magica la cui ingestione porta all'isteria. Se viene digerita la persona si sente isterica.
   
 
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