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Autore: sallythecountess    26/09/2014    0 recensioni
Avete presente quella strana sensazione che invade polmoni, stomaco ed esofago quando tutto ci crolla addosso e niente sembra più essere al suo posto? Quella simpatica sensazione che ci fa dire “Dio, non sono mai stato/a così male!”? Quel simpatico momento in cui siamo completamente con le spalle al muro e il culo per terra, e non facciamo che dirci “cazzo, devi reagire” ma non ci riusciamo? Beh… è da qui che cominceremo. Bell’inizio del cavolo, starete pensando, e non avete torto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Avete presente quella strana sensazione che invade polmoni, stomaco ed esofago quando tutto ci crolla addosso e niente sembra più essere al suo posto? Quella simpatica sensazione che ci fa dire “Dio, non sono mai stato/a così male!”? Quel simpatico momento in cui siamo completamente con le spalle al muro e il culo per terra, e non facciamo che dirci “cazzo, devi reagire” ma non ci riusciamo? Beh… è da qui che cominceremo. Bell’inizio del cavolo, starete pensando, e non avete torto.
Quante volte vi hanno detto “beh una volta toccato il fondo puoi solo risalire”? Lo dicono a tutti, è un must, quindi sicuramente ve lo avranno detto almeno una volta nella vita, però scommetto che nessuno vi ha mai detto che risalire è un processo lungo e complesso. Già, nessuno lo dice mai. Nessuno vi dirà quanto male fisico faccia svegliarsi ogni giorno con la consapevolezza di aver sbagliato tutto nella vita, e la sensazione fredda di essere completamente paralizzati dal dolore. E sapete perché non ve lo dirà nessuno? Perché in genere si tende ad andare avanti, a dimenticare i momenti peggiori della vita.
Eppure questa storia parla proprio di questo, della lenta e incasinata risalita dal fondo di quattro persone che una volta erano legate.  
Succede a tutti prima o poi, per un motivo o per un altro, si cresce e la vita ti porta lontano da quelli che erano i tuoi migliori amici. E così si comincia con un caffè ogni weekend, poi si passa a vedersi solo per le ricorrenze e in men che non si dica, non ci si sente più per anni e si finisce col non riconoscersi neanche più. Marie stava lavando i piatti quella sera, e un paio di lacrime silenziose le scendevano dalle guance paffute. I ragazzini facevano il loro solito chiasso, Steven cercava di farli stare buoni mugugnando “silenzio”di tanto in tanto e lei neanche ci faceva più caso. Era troppo presa dai suoi pensieri.  Vedete, circa due ore prima aveva incontrato una persona al supermercato, si erano passati reciprocamente accanto, senza riconoscersi. Lei era troppo presa dalle lamentele di Lily e del piccolo Ben per accorgersi che l’uomo che le era passato accanto era il suo migliore amico, ma lui non l’aveva riconosciuta.
Un milione di pensieri affollavano la mente della dolce Marie, che mille volte aveva provato a mettersi in contatto con i suoi vecchi amici, senza riuscirci. Si chiedeva se non l’avesse riconosciuta perché era troppo vecchia, grassa o sciatta o se magari, sì magari semplicemente non l’avesse vista. Denny era così strano, quasi assente e fuori di testa, ma…beh quando mai era stato normale?
La verità era che Daniel non l’aveva vista, preso com’era dalle sue meditazioni e dalla difficile scelta tra bourbon e tequila. Se l’avesse vista, infatti, l’avrebbe riconosciuta certamente: malgrado le occhiaie e i capelli incasinati, Marie era rimasta la stessa ragazzina da cui lui e Dany copiavano sempre. Sì, vederla lo avrebbe reso felice, e forse avrebbe impedito che succedesse la tragedia, ma semplicemente non era destino.
Tornato a casa, il caro Daniel riprovò per l’ennesima volta a comporre quel numero che aveva ottenuto con tanto sforzo, e ancora una volta una voce in segreteria gli annunciò che “la dottoressa Reply è occupata al momento, o magari sta dormendo, o…boh è in sala operatoria! Ma se lasciate un messaggio vi richiamerà certamente…più o meno! Ehm… A meno che tu non sia Don, in tal caso non sprecarti neanche a lasciare il messaggio. Sappiamo entrambi che è finita”.
Quelle strane parole lo facevano sempre sorridere, anche se lui non conosceva la verità che nascondevano. Erano bizzarre, eppure così incredibilmente da Dany! Era così tanto che non la sentiva e non era riuscito neanche a lasciarle un messaggio. Neanche sapeva bene cosa dirle e certamente non voleva parlare con una voce registrata. Sentiva di non appartenere più alla sua vita, e quasi gli dava fastidio l’idea di fare irruzione in quel mondo che ormai non conosceva più. Quelle parole avevano evocato in lui migliaia di immagini: Dany chirurgo, Dany con questo tizio di nome Don e tante altre idee confuse. E ognuno di quei frammenti, in qualche modo lo feriva.
 All’inizio gli era sembrata una buona idea sparire, insomma rincorrere qualcuno che non ci ama non è giusto né per la persona in questione, né per noi stessi. E cosa doveva fare di più di quello che aveva fatto? L’aveva amata per quanto? Cinque , sei anni? L’aveva aspettata, aveva sopportato la sua confusione, le aveva persino chiesto di sposarlo, ma lei rispondeva sempre e solo “non lo so!”.  Così  in un piovoso pomeriggio d’estate, Denny aveva deciso di lasciarsi tutto alle spalle: la sua città, i suoi amici e lei, la sua migliore amica diventata troppo importante.
Con gli anni, però, era giunta la consapevolezza e con essa i rimpianti. Mille volte aveva pensato di scrivere a Rob, se non proprio a Dany, ma poi non ne aveva mai avuto il coraggio. Solo adesso che della sua vita non era rimasto quasi più niente, aveva deciso di provare a tornare indietro, ma semplicemente non ci riusciva. I suoi amici sembravano scomparsi nel nulla: Robert era impossibile da trovare, Dany non rispondeva mai al telefono e Marie…beh era sposata, aveva dei bambini e un marito che probabilmente non avrebbe gradito  la sua presenza. Era tutto andato, tutto in pezzi…o almeno così sembrava. E così il povero, caro Denny, annegava i suoi dispiaceri ascoltando i Rolling Stones sul patio della sua vecchia casa. Fissava il cielo, senza sapere bene cosa pensare. Era crollato tutto nella sua vita, e non sapeva quale sarebbe stata la sua prossima mossa. Per un attimo rimase a guardare quel cielo così buio, nella speranza di vedere almeno una stella cadente. Sì, ci voleva proprio un desiderio per risollevarsi. Eppure quella dannata stella non voleva saperne di morire.
Nel frattempo, dall’altra parte del paese, qualcun altro stava facendo i conti con la segreteria della dottoressa Reply. Qualcuno che a differenza di Denny aveva un messaggio da lasciare, e un rapporto migliore con la proprietaria della voce registrata.
“Insomma vuoi rispondere a questo telefono, sottospecie di dottore? Sai cosa succede alla mia vita se non ti presenti tra quindici minuti a casa mia vestita da perfetta mogliettina sexy? Quindi non mi importa dove sei, cosa fai, non me ne importerebbe neanche se stessi operando Obama, o quel cavolo di Papa, cazzo ti sei presa un impegno e mi servi. ADESSO!”
Robert era realmente furioso, e terribilmente agitato. Danielle era la sua unica chance di evitare un interrogatorio stile CIA, e quella stupida non aveva neanche risposto al telefono. Come doveva fare? Cosa poteva inventarsi? Aveva gli occhi rossi dopo una notte intera di pianto, e l’aria stravolta di chi ha dovuto riempirsi di caffè e aspirine per riuscire a stare in piedi, e quella notizia oh quella notizia non gli ci voleva proprio.  Come tutte le persone che hanno appena subito un colpo tremendo, Robert stava cercando di tenere insieme i pezzi a fatica, e si illudeva di riuscirci abbastanza bene, ma in realtà chiunque gli avrebbe letto negli occhi che era disperato. Per un secondo il grande avvocato divorzista si tolse gli occhiali e si stropicciò gli occhi con la mano sinistra. Quando era successo? Quando ogni singola cosa nella sua vita era diventata così difficile e impossibile da realizzare? E soprattutto, quando sarebbe finito tutto quel casino?
Quel pensiero, comune più o meno a tutti e quattro i nostri protagonisti, affollò anche la mente di qualcun altro. Qualcuno, dall’altra parte della segreteria telefonica, qualcuno che neanche immaginava di essere così ricercata, stava chiedendosi esattamente la stessa cosa, esattamente con la stessa espressione.  Danielle aveva appena avuto la peggior giornata della sua vita: un paziente era morto, aveva litigato con il suo capo e l’uomo di cui era perdutamente innamorata le aveva appena detto, con l’aria di uno profondamente infastidito, di non voler più avere nulla a che fare con lei perché “doveva salvaguardare il suo matrimonio” e lei non aveva avuto neanche la forza o i sentimenti necessari per prenderlo a calci.
Danielle avrebbe solo voluto sprofondare per il tempismo di tutte quelle tremende notizie. Non aveva più nulla, aveva lasciato il suo ragazzo per quell’idiota, si era fatta prendere talmente tanto da quella stupida favoletta da essere distratta a lavoro e non aveva idea di cosa fare ora. Rannicchiata nello spogliatoio, non riusciva a smettere di ripetersi “molla tutto, adesso Dany!”. Voleva lasciare l’ospedale, non tornare più in quel posto e non vederlo mai più. Già perché avrebbe dovuto rivederlo ogni singolo giorno per il resto della sua vita e questa era la sua più grande preoccupazione in quel momento. Questo era il pensiero che le impediva anche solo di pensare a rivestirsi e tornare a casa, questo la paralizzava.
Ognuno di loro era bloccato dal dolore, dalla paura. Mary non riusciva a lasciare quel marito che la tradiva e la lasciava sola, Denny non riusciva a dimenticare ciò che aveva perduto, Robert provava a dimenticare l’unica persona che lo avrebbe mai amato veramente solo per paura e Dany…beh stava per affrontare la più grande sfida della sua vita. Già, vedete, i quattro amici stavano per imparare un’assurda verità: finchè respiri e hai tutte le parti del corpo intatte e al posto giusto, non puoi dire di aver avuto la peggiore giornata della tua vita.
Nota:
Salve a tutti, 
Probabilmente quelli che mi conoscono sono sorpresi di leggere una cosa del genere. Sono consapevole di aver lasciato una storia che molti di voi amate a metà, per cominciare questa storiella che vi sembrerà deprimente, sconnessa e triste. Vi chiedo scusa, ma purtroppo la terribile crisi che ho attraversato ha fatto sì che io non riuscissi a scrivere e che...beh tirassi fuori questo capitoletto deprimente. Per ora riesco a lavorare solo a questo, anche se so che non è niente di speciale.
Scusatemi.
   
 
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