Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: balakov    06/10/2008    5 recensioni
"È questo che mi manca di te: me stesso, com’ero prima. So benissimo che non tornerai mai più, che un discorso si chiude solo quando se ne inizia un altro."
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IN MANCANZA DI TE

Dicono che con il caldo di questa stagione i miei reumatismi si faranno sentire un po’ meno. Ma tutto questo non mi fa star meglio.
Guardo da basso, fuori dalla finestra: due bambini che si fanno la guerra. Uno ha in mano dei sassi, l’altro un piccolo bastone. Si rincorrono a vicenda minacciandosi del male, ma poi finiranno come ogni giorno a dividersi la merenda.
Dio, se si potesse tornare indietro e riaverti qui, fra le braccia! Ma so che non è possibile. E neanche i ricordi possono restituire la verità del passato, gli istanti che ieri chiamavamo domani.
Domani… già, domani… Domani sarà un giorno non dissimile da oggi, anzi: uguale. Io mi sveglierò sudato dopo aver passato una notte tremenda ad invocare il tuo nome nel sonno. Mi guarderò allo specchio da appena alzato e sputerò contro quel volto così vigliacco. Maledirò ogni giorno vissuto senza di te, e poi ogni ora, e poi ogni minuto, e infine ogni istante. Cercherò come al solito di farmi forza, guardando fuori da questa dannata finestra chiusa. Vedrò quei due palazzi grigio scuro innanzi al mio che sembrano due incudini, e quando fa il temporale Vulcano sembra modellarci sopra le saette di Giove. Scorgerò quel porco del mio vicino avvicinare ogni giovane ragazza che attraversa il parchetto qui sotto. Poi i soliti bambini; i vecchi che escono alle sei e mezza del pomeriggio, con il caldo che scema progressivamente, e vanno a fare la spesa. E poi guarderò il cielo: senza una nuvola, senza un’increspatura nel suo azzurro, falso e vuoto, come tutte le cose che mi circondano.
Con te passavo ore bellissime: discorsi che non finivano mai e che costeggiavano tutti i lembi della vita. Si parlava anche per giorni interi di politica, arte, religione, sport e spettacolo. Ci raccontavamo di noi. Delle stupidaggini commesse anni addietro, complici la gioventù e l’inesperienza. Facevamo progetti per il futuro, su noi due. Oggi non ho da parlare che con Pietro. O meglio, è lui che parla per tutti e due. Mi fa domande, cerca di interpretare i miei silenzi, e – immancabilmente, quasi con rassegnazione – si dà delle risposte. Sta qui, seduto su una vecchia sedia marrone a fissarmi mentre guardo fuori dalla finestra. Lui guarda me, io guardo fuori. E nessuno dei due vede dentro l’altro.
Ecco: adesso è uscita la signora Bennoni, l’inquilina del terzo piano. È vedova, senza figli, senza nessuno tranne quei tre o quattro gatti senza casa che abitano il parchetto. E trascorre così le sue giornate. Penso proprio che se passasse la proposta del dottor Ferri di cacciare quei “gattacci”, probabilmente manderemmo via, in esilio, anche l’anima della povera signora Bennoni. Incosciente è la gente, e chi l’asseconda.
Ma tu, tu che eri sempre così comprensiva, disponibile ed autentica, che cosa fai adesso? Conoscendoti bene, acuta osservatrice quale sei, trascorrerai il tuo tempo a cercare di incrinare lo smalto del cielo con la tua fantasia, a mettere un po’ di disordine dove l’ordine regna sovrano. È questo che mi manca di te: me stesso, com’ero prima. So benissimo che non tornerai mai più, che un discorso si chiude solo quando se ne inizia un altro.
Vedi come ragiono bene? Come so essere ancora maledettamente poetico? E invece dicono che sono pazzo. Ma sai benissimo anche tu che non è vero. È solo che ho avuto un bravo avvocato. Ma tutto ciò non mi restituisce te. Tutto il giorno prigioniero nella mia casa, con Pietro a farmi da assistente sociale e da angelo custode. E tutto questo perché? Perché a volte, quando si vuole troppo una cosa, non si distingue un abbraccio carico di passione da un soffocamento carico d’amore. Questo è il brutto della vita. Della mia vita. E di quella che era la tua.



  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: balakov