Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: alix katlice    27/09/2014    3 recensioni
Ora quei segnali sono le urla e il dolore, il metallico odore del sangue, le preghiere e l'opprimente coscienza del fumo e del fuoco che pian piano sta divorando Approdo del Re -ingoia case, strade, bambini e soldati, si fa avanti con velocità e senza pietà, non guarda ciò che distrugge.
Ed è tutto solo un lontano mormorio, la disperazione: Cersei, seduta sul Trono di Spade, sente e non sente ciò che il suo Regno sta subendo -così come prima, sentiva e non sentiva i sussurri sul ritorno degli Stark, solo una mera e misera preoccupazione in un regno ormai in pugno dei Lannister.
(Stark's Children e Vendetta) future!fic
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Rickon Stark, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The wolves will rise again'
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~ the wolves are coming again


 




L'odore delle urla e del dolore è ciò che permea l'aria.
Cersei sin da piccola non è mai stata bambina -non bambina innocente, non bambina senza preoccupazioni, sin da piccola è stata costretta ad esserci e recepire i segnali attorno a sé, segnali ostili, segnali di orrore.
Ora quei segnali sono le urla e il dolore, il metallico odore del sangue, le preghiere e l'opprimente coscienza del fumo e del fuoco che pian piano sta divorando Approdo del Re -ingoia case, strade, bambini e soldati, si fa avanti con velocità e senza pietà, non guarda ciò che distrugge.
Ed è tutto solo un lontano mormorio, la disperazione: Cersei, seduta sul Trono di Spade, sente e non sente ciò che il suo Regno sta subendo (così come prima, sentiva e non sentiva i sussurri sul ritorno degli Stark, solo una mera e misera preoccupazione in un regno ormai in pugno dei Lannister.)
I Lannister.
Mentre fuori imperversa la battaglia, Cersei chiude gli occhi, ed è il ruggito del leone ora ciò che sente.
Il ruggito del leone, l'unica cosa che è rimasta.

 

L'Inverno è arrivato.
Brandon Stark lo vede in ogni suo movimento: le lunghe pellicce, i fuochi accesi ogni dove, le porte e le finestre chiuse, le mani che si cercano, i respiri pesanti; Brandon Stark lo vede nello sguardo freddo di suo fratello, le mani chiuse a pugno sul tavolo, di fronte a lui.
Rickon ha un'espressione feroce in volto, selvaggia: un veloce ricordo investe Bran, acqua di mare che arriva alla spiaggia e poi si ritira (la testa di Tyrion Lannister che rotola, una spada e delle
mani insanguinate, quella stessa espressione accompagnata da un sorriso tutto denti.)

« Dobbiamo attaccare ora » e lo dice forte, sbattendo il pugno sul tavolo in legno.
« È troppo presto, Rickon, l'Inverno è appena arrivato e l'esercito... »
Non lo lascia continuare, un gesto infastidito della mano e la schiena dritta, ora.
« Sei un Re, no? L'esercito può marciare anche con il freddo, è questo che facciamo noi del Nord. »
Un altro veloce ricordo, di nuovo le mani di suo fratello su una spada, il grido di vittoria di Arya, nessun prigioniero, uccideteli tutti!
« Un Re pensa anche al benessere del suo popolo, Rickon, e al modo migliore per vincere. »
E la sua rabbia ora è consistente, la tasta fra le mani, cerca di ridurla, farla scomparire: ma nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma, e deve riuscire a trasformare quella rabbia in sete di vendetta, di sangue, paziente, vendetta che scoppierà a tempo debito.
« I nostri uomini verranno meglio addestrati, i loro resteranno nelle loro calde case ad ubriacarsi per riscaldarsi il sangue; noi studieremo Approdo del Re in ogni singolo dettaglio, loro restaranno dentro le loro mura, ignari di ciò che succede fuori. La notizia della conquista di Grande Inverno e della morte di Tyrion Lannister non è arrivata, e non arriverà: d'Inverno le comunicazioni sono nulle. Noi resteremo qui a prepararci ed attaccheremo appena soffierà il primo vento caldo d'Estate, e loro periranno senza nemmeno rendersene conto. »
Il sorriso feroce di Rickon lo convince della riuscita del suo intento.
I lupi stanno arrivando.

 

« L'Inverno sta arrivando » mormora Myrcella, gli occhi chiari puntati sul fuoco scoppiettante del camino, le mani fredde in grembo.
La bella Myrcella, pelle candida color della luna e lunghi capelli ondulati biondi quanto quelli della madre, è l'unica che osa parlare al cospetto della Regina, in quell'ambiente piccolo e ben
arredato, cuscini e pellicce a terra per le dame sedute tutte in cerchio.
È un sussurro, la sua voce, solo un sussurro che si congelerebbe nella fredda aria della stanza se non fosse per l'accortezza di Cersei -se n'è resa conto, lei, di quella piccola affermazione, a
dispetto di tutti gli altri.
« L'Inverno è già arrivato da tempo, amore mio » risponde lei, e gli sguardi delle dame sono attenti, ora, presenti: non coscienti, non lo saranno mai, ma sanno che sta avvenendo uno scambio importante, informazioni fondamentali, sentimenti che vengono a galla.
« Non questo, madre » sussurra ancora Myrcella, indicando la finestra, la neve che copre le vie di Approdo del Re come un manto delicato.
« I lupi torneranno di nuovo. »
Cersei interpreta quella frase come paura di bambina, perché anche se oramai Myrcella è diventata grande ci sono sempre quei terrori notturni che ti seguono strisciando fino a quando non divieni vecchio e decrepito: ed è solo quello, un terrore profondo ed un'illusione di male, quell'i lupi torneranno di nuovo.
Cersei lo sa, le dame lo sanno, il freddo lo sa.
Solo Myrcella resta con la sua paura.

 

Sansa Stark è seduta sul suo trono, la mano abbandonata pigramente sul bracciolo.
Sono quattro i troni su cui gli Stark siedono, l'uno affiancato all'altro, torreggiano sulla sala ricordando anche a loro stessi che sono gli eredi di Grande Inverno, loro, coloro che i Lannister con tanta passione hanno cercato di uccidere.
Sansa se li ricorda, gli anni passati ad Approdo del Re, come una ferita aperta su cui ci si getta il sale: e fa male, fa male l'umiliazione, fa male il ricordo di cosa ha passato.
Ma è anche estremamente utile quel dolore: le ricorda chi era, -una stupida ragazzina con sogni ancor più stupidi e ingenui, e le ricorda chi è ora -Sansa Stark, una dei quattro eredi di Grande Inverno.
Non è ingenua, non più -l'immagine di Ditocorto che le rimbomba in testa (farei di tutto pur di avere ciò che voglio, e cos'è che vuoi?, tutto.)
Non le è servito troppo: un buon maestro, un po' di determinazione, ed ora è Sansa Stark colei che siede su uno dei quattro troni di Grande Inverno.
Ed il Leone davanti al Lupo non potrà nulla.
Bisogna solo aspettare. Bran dice ancora un paio d'anni, Arya dichiara che fra meno di due mesi potrebbero avere la testa di Cersei Lannister su un piatto d'argento.
La mano di Sansa è ancora abbandonata pigramente sul bracciolo.

 

Tommen, seduto sul Trono di Spade, ha un'espressione tanto spaurita e confusa che Myrcella prova quasi pena per lui: siede accanto Margaery, la schiena dritta ed un sorriso splendente, mentre Cersei si trova dall'altro lato del Trono.
« Ed è tutto ciò che sai, questo? » domanda al suddito di fronte a lui, inginocchio per terra, stretto in una folta pelliccia e con le orecchie congelate.
« Sì, mio signore, tutto ciò che ho sentito » è la risposta del contadino, il capo leggermente chino quando le parole fuoriescono dalla sua bocca.
« Tutto ciò che hai... » mormora Cersei, e Myrcella sa che sua madre sta per alzarsi in piedi pochi secondi prima che lei lo faccia realmente.
« Tutto ciò che hai sentito potrebbero essere facilmente voci messe in giro dai pochi che ancora si ribellano alla famiglia reale, ragazzo » parla lei con voce forte, gentile.
Sua madre è così, Myrcella la conosce: un serpente pronto a scattare ma estremamente calmo e cauto quando necessario.
« Hai qualche prova di ciò che ci stai dicendo? » domanda Tommen, improvvisamente concentrato.
Non è un cattivo regnante, suo fratello, solo troppo debole per un ruolo così carico di responsabilità.
« Un corvo da Grande Inverno, mio signore. »
La risata di Cersei risuona nella sala del Trono, un delicato suono divertito che però rende gelida l'aria quasi più del freddo dell'Inverno.
« Grande Inverno è governato da Tyrion, e per quanto non ami il mio fratellino, mi fido abbastanza di lui in ambito di guerra. Se anche gli Stark fossero tornati, cosa oltremodo improbabile, avrebbe retto all'attacco di quattro ragazzini. »
Il contadino china il capo, esce dalla stanza in silenzio, senza osare replicare.
Myrcella però prova comunque un brivido freddo lungo la spina dorsale, e non è sicuramente provocato dal freddo.

 

L'Estate è tornata.
L'aria calda è ciò che lo afferma, gli alberi che pian piano si scrollano di dosso la neve e fanno nascere le foglie e i frutti, le persone che vivono.
Gli eserciti che si spostano.
A quest'ora, pensa Arya, le sentinelle di Approdo del Re dovrebbero già aver dato l'allarme -inutile, inutile allarme, non sono preparati ad una guerra dopo la fine dell'Inverno, non potranno far altro che morire sotto il ferro: sono su una collina a pochi chilometri, Bran seduto per terra, Rickon in piedi accanto a Cagnaccio, Sansa sul suo cavallo candido come la neve ormai andata, lei seduta vicino a suo fratello.
Osservano, dietro di loro migliaia e migliaia di uomini.
Osservano, in silenzio.
Arya sa cosa sta per succedere. Sa che fra poche ore Approdo del Re sarà divorata dalle loro spade e dal fuoco, sa che il sangue scorrerà per le strade, sa che ci saranno solo urla, dolore e morte, sa che sarà lei la causa.
Ma non le importa.
Per anni prima di andare a dormire ha ripetuto i nomi di coloro che avrebbe ucciso -Joffrey, Cersei, Ilyn Payne, il Mastino... alcuni sono ormai morti (le parole di Sansa quando si erano riunite e aveva raccontato della morte di Joffrey erano state seguite da lacrime di gioia) ma altri sono lì dentro pronti a pagare.
Prima, lei ed i suoi fratelli avevano diversi caratteri, diverse ambizioni, diversi pensieri.
Ora, mentre li guarda, il vento caldo che scalda il suo viso, pronto alla battaglia, vede che hanno accantonato tutto per uno scopo comune.

 

Myrcella è chiusa nelle sue camere, Tommen e Margaery a pochi metri di distanza ma senza che lei possa trovare in loro un po' di conforto.
Stanno attaccando, aveva sentito qualche minuto prima, stanno attaccando Approdo del Re!
E sua madre l'aveva costretta a chiudersi nelle sue camere, abbracciandola prima di lasciarla, la consapevolezza che non si sarebbero viste mai più.
Myrcella non la capisce la guerra, non capisce il perché -Tommen è un buon Re, anche se non molto capace, ma è un buon Re, non capisce il senso, il bisogno.
Due forti colpi e scatta, si accuccia accanto al propio letto, le mani sulla bocca per non emettere nemmeno un rumore: delle urla dal corridoio, poi più nulla per più di un minuto.
Poi, la porta viene sfondata.

 

Arya è dentro il palazzo reale, la spada sguainata, Estate al proprio fianco; Bran ha insistito tanto perché lo portasse con sè che Arya non ha avuto proprio la forza di contraddirlo, e ora, circondata dalla battaglia, confessa che si è rivelato un grande compagno.
Infilzali con la punta, le ricorda la voce di Jon, infilzali con la punta.
Due guardie reali le si parano davanti: una viene immediatamente messa a terra da Estate, l'altra prova ad avvicinarsi ma Arya è troppo minuta e veloce; un colpo alla gola e quello cade a terra, il sangue che scorre a rivoli.
Si volta di scatto, un'improvvisa consapevolezza avuta dalla coscienza che non ha ancora incontrato Cersei.
« La sala del Trono! »

 

Le guardie la portano di fronte ad un ragazzino più piccolo di lei; Myrcella lo osserva, inginocchiata e con il vestito squarciato sulla gonna e le maniche, e si rende subito conto di chi è.
L'ultima volta che l'ha visto lui aveva sei anni, e si trovavano entrambi a Grande Inverno, ma lo ricorda bene; Rickon Stark gli sorride, un sorriso feroce e selvaggio.
« Portatemela al Trono di Spade. »

 

Cersei, il ruggito del leone ancora nelle orecchie, capisce che quella è stata una mossa infinitamente stupida, non dare ascolto a sua figlia, al suo piccolo angelo; lo capisce quando le porte si spalancano di scatto, un rumore duro che la riporta al fuoco e al metallo, e sulla soglia c'è Rickon Stark, la spada sguainata e sporca di sangue.
Ai suoi piedi la testa di Jaime staccata dal corpo, e Cersei è in ginocchio con le mani sulla bocca per coprire il grido d'orrore che le sale su dalla gola.
E c'è anche Myrcella, le guardie che la tengono in piedi, il visetto provato, bellezza svanita nel giro di pochi minuti; altre guardie, altri due corpi -Tommen, suo figlio, Tommen!
Cersei non si accorge dello strano movimento che il capo di Rickon compie; osserva solo come i soldati nemici afferrano il corpo e la testa di Jamie e la trascinano ai suoi piedi, seguito subito dopo da Tommen.
Rickon è davanti a lei, ora, solo qualche metro di distanza: quando i soldati scagliano Myrcella per terra lui subito l'afferra per i capelli e la riporta in piedi, tirando fuori la spada, luccichio dorato in mezzo a tutto quel rosso, puntandogliela alla gola.
« La ragazzina è molto carina, Cersei » mormora il ragazzo, avvicinando le labbra al suo orecchio.
È un movimento premeditato, Cersei guarda gli occhi di sua figlia, sgranati, nemmeno l'ombra di una lacrima.
Sa cosa sta per succedere, lo sa dallo sguardo crudele di Rickon e dalla sua stretta sul braccio di Myrcella, la spada vibrante.
Una vera leonessa, ecco ciò che è la timida Myrcella in questo momento.
« Peccato che sia tua figlia. »
E la lama scorre, il sangue zampilla, i capelli biondi si macchiano di un rosso scuro e le urla di Cersei rimbombano nella sala del Trono.
Quando giunge anche la sua fine, guarda Rickon Stark dritto negli occhi.

 

Bran aspetta diverse ore prima di entrare ad Approdo del Re dopo la vittoria -ore passate accanto a Sansa, mano nella mano, un silenzioso sostegno e silenziosi dubbi e paure.
Quando le sentinelle affermano che tutto è sicuro e c'è la calma, Bran e sua sorella si incamminano.
E ciò che trovano è l'Inferno.
Case bruciate, morti nelle strade, soldati in ogni angolo.
Si fanno strada fino al palazzo reale solo grazie alla forza di volontà: se Sansa fosse stata la Sansa di un tempo avrebbe da tempo cominciato a singhiozzare rumorosamente per una carneficina tale. L'unica cosa che invece provano è una sorta di sordido appagamento.
È facile dirigersi alla sala del Trono appena arrivano a palazzo: le porte spalancate, nessun altro rumore oltre agli ordini gridati fuori.
E Bran prova un sentimento che mai avrebbe pensato di provare.
Terrore. Terrore puro. Tante volte gli era stato raccontato di come suo padre aveva trovato Jaime Lannister dopo che quello aveva ucciso il suo re -stravaccato sul Trono di Spade, la spada insanguinata ancora in mano, ed è così che compare Rickon ai suoi occhi.
Mentre mira e rimira la propria spada, Bran e Sansa osservano i corpi dei Lannister riversi a terra, la testa di Jaime saccata dal corpo, le gole di Cersei, Tommen e Myrcella brutalmente squarciate.
E si avvicinano, passo leggero, finché Rickon non si accorge della loro presenza e sorride: ed è peggio del solito, è il sorriso di un bambino che ha appena scartato un regalo trovando dentro il proprio giocattolo preferito.
« Li ha uccisi tutti » mormora Arya, comparsa accanto a loro chissà da quanto tempo.
E la sensazione che provano non li spaventa, anzi, alimenta la loro soddisfazione.
Alla fine, i Lannister hanno pagato il loro debito.

 

 

[2'507 parole]



 




 


Note d'autrice:
Salve a tutti :3
Bene, questo è il mio primo tentativo nella sezione di Game of Thrones e sono particolarmente agitata, perché solitamente comincio a scrivere testi più leggeri e meno impegnativi di questo per la prima volta in una sezione; ma non so proprio come fare a scrivere cose leggere su GoT, perciò la mia fissazione per le future!fic riguardanti gli Stark ha preso il sopravvento ed ecco qui!
Spero si sia capito che la vendetta dei nostri piccoli ragazzi non è proprio una cosa buona e giusta...
Ma okay, ognuno la interpreta come vuole xD Grazie per aver letto, e se vi va i pareri sono sempre graditi (siate spietati, ne ho bisogno xD).
Un bacio, tornerò presto a scrivere qualcosa su questo meraviglioso telefilm, ne sono sicura!
Bacio :*

Alice.
p.s: perdonate se ci sono alcune incongruenze ma sono arrivata solo fino alla 3x07, perciò non so molte cose!

  
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