A quelle parole il mostro di Ikebukuro cambiò espressione, il ghigno che era apparso sulle sue labbra non appena neanche tre secondi fa svanì lasciando posto a lineamenti seri misti di preoccupazione ma al tempo stesso di eccitazione.
Ed era questo il problema. Izaya era il suo nemico, la persona che odiava di più al mondo, eppure l'unica che bramava di toccare e possedere più di chiunque altro.