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Autore: Fer98    28/09/2014    0 recensioni
Ho sedici anni, e forse sono ancora troppo giovane per dirlo, ma sento di non aver concluso niente nella vita. Chi sono io? Cosa faccio? Cosa farò? E molte altre domande alle quali non ho risposta. L’unica cosa che mi spinge ad alzarmi dal letto la mattina è il pensiero, la speranza, che un giorno la mia vita cambierà. La gente dice che gli anni più belli della vita siano quelli dell’ adolescenza. Spero con tutto il cuore che non sia vero.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sdraio sul letto esausta e fisso il soffitto. Sono appena tornata da scuola. Un’ altra giornata inutile e orribile. Vorrei che le cose andassero meglio. Almeno per una volta. So che è da ingrati nei confronti della vita sentirsi così male, d’ altronde ho una famiglia, una casa, del cibo …. Ma poi? Poi cos’ho? Non sono bella, ne particolarmente ricca o intelligente. In genere neanche piaccio alla gente. Non ho nessuna capacità particolare tipo saper scrivere bene, suonare, cantare. Nulla. Non vado neanche bene a scuola, sebbene passi le mie intere giornate chiusa in camera a studiare. Per non parlare della sfiga che mi perseguita. Se c’è una cosa che potrebbe andare male nella mia vita, allora accadrà. Succede sempre così. C’ è qualcosa che non va in me, qualcosa di profondo. Vorrei riuscire a cambiare la mia vita,a renderla più utile, interessante,speciale; ma non credo sia possibile. Certo, penso che forse sia colpa mia se adesso mi riduco così. Faccio una serie di errori dietro l’ altro. Non avrei dovuto scegliere questo liceo, avrei dovuto essere più socievole, avrei dovuto impegnarmi in delle attività che mi avrebbero permesso di avere una vita sociale più evoluta …. Peccato che me ne stia rendendo conto solo ora. Ho sedici anni, e forse sono ancora troppo giovane per dirlo, ma sento di non aver concluso niente nella  vita. Chi sono io? Cosa faccio? Cosa farò? E molte altre domande alle quali non ho risposta. L’unica cosa che mi spinge ad alzarmi dal letto la mattina è il pensiero, la speranza, che un giorno la mia vita cambierà. La gente dice che gli anni più belli della vita siano quelli dell’ adolescenza. Spero con tutto il cuore che non sia vero.
Dopo aver passato una buona mezz’ ora stesa sulla schiena, mi alzo e vado a pranzare, come al solito mi accontento di un panino, dato che mia madre è troppo stanca per cucinare. Ma mi va bene. Davvero. Non mi è mai importato molto del cibo anche se a volte è l’ unica cosa che mi da conforto. E poi la capisco, mia madre. Se facessi la sua vita neanche io avrei tanto voglia di mettermi a  cucinare. Il suo lavoro la sfianca e io ho il terrore di finire come lei. Mia madre. L’unica persona alla quale voglio veramente bene. Si certo, ci sono altre persone alle quali sono affezionata, ma senza di lei non potrei veramente vivere. Se c’è una cosa, nella mia vita, in cui mi sento fortunata è quella di avere una madre come lei. Anche lei ha i suoi difetti, ovvio. Ad esempio vorrei che mi lasciasse più libera e che non alzasse sempre la voce. Una delle cose che influenza maggiormente la mia tristezza con cui mi alzo ogni giorno, è la consapevolezza che lei no è felice. Ed è tremendo vedere triste la persona che più ami al mondo.
Dopo aver finito il panino, mi siedo alla scrivania e inizio a fare i compiti. Domani ho la verifica di matematica e l’ interrogazione di storia. Alle quali prenderò rispettivamente 4 e 5, nonostante l’intenso pomeriggio di studio. Lo so, lo so. Se non posso cambiare la mia vita per adesso, dovrei cambiare almeno il mio modo di vederla, dovrei essere più positiva. Me lo dicono in tanti. Io ci provo ma è una della tante cose che non so fare. E sera, ho appena mangiato. Adesso guardo la televisione e poi mi metto a letto. Da sola.  
Sono tornata da scuola, ho fatto la verifica di matematica e l’ interrogazione di storia e come mi aspettavo sono andate male. Mi metto il cuscino in faccia e piango. Non per la scuola, ma per tutto. Ok è una fase, la supererai, la supererai, la superai …. Mi ripeto. Senza accorgermene mi addormento. Un grande rumore mi sveglia. Spaventata corro in salone e vedo la porta sfondata e una donna di spalle. Sto per chiamare mia madre, quando mi ricordo di essere sola in casa. La donna si gira e vedo che al sua faccia ha qualcosa che non va. Ha un enorme squarcio che le lascia scoperta la guancia sinistra. La sua pelle ha un colore grigiastro, i suoi occhi sono vuoti, spenti e … morti. Comincia camminare verso di me, strisciando i piedi. Dalla sua bocche fuoriesce uno strano rumore, come il ringhio di un cane rabbioso. Non aspetto un minuto di più, mi fiondo in camera dei miei genitori e chiudo a chiave. Vedo la maniglia alzarsi e abbassarsi freneticamente. Sento altri passi provenire dal corridoio. L’ aria è intrisa da un forte odore di immondizia e decomposizione. Sento premere contro la porta, la maniglia si abbassa e si alza freneticamente. Non sapendo cosa fare mi nascondo sotto il letto. Le lacrime incominciano a rigarmi le guance. I ringhi e il rumore di piedi che strisciano sul suolo sono sempre più vicini. Sono terrorizzata. Il primo pensiero che mi attraversa la testa è quello di fuggire dalla finestra, ma abito in un palazzo al terzo piano, dove potrei andare? Allora rimango lì, immobile sotto la rete del letto con la netta consapevolezza che tra non molto quegli esseri verranno a prendermi, qualsiasi cosa siano. Sento la parta aprirsi e cadere a terra, sono entrati. 
 
   
 
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