Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Cara Jaime    28/09/2014    0 recensioni
Spesso gli sciamani di diverse culture tribali usano viaggiare in stato di trance nel mondo degli spiriti con lo scopo di ottenere rivelazioni o utilizzare poteri taumaturgici per guarire un membro della tribù. Richard è un moderno nativo americano alla ricerca di risposte, e tramite Occhio d'aquila riuscirà a trovarle, anche se non gli saranno immediatamente chiare.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un gufo solitario bubbolò appollaiato su un ramo il quale si stagliava nero e secco come il braccio mummificato di un cadavere sullo sfondo di una pallida luna piena. La foresta risuonava di versi delle più svariate creature notturne che la popolavano.
Chris scostò i rami degli arbusti i quali altrimenti gli avrebbero tagliato il viso. Lunghi e rossi tagli sottili gli si aprirono sugli avambracci, ma il ragazzo non sembrò accorgersene. Nella penombra della notte, il giovane sorse un'altra delle sagome evanescenti sostare accanto al tronco di un grosso albero.
Rapidamente si nascose dietro all'albero accanto al quale stava. L'acido della paura gli bruciava stomaco e le vene delle gambe, mozzandogli il respiro e impedendogli di proseguire.
Eppure 'Da questa parte' sussurravano le voci delle figure e lui doveva seguirle. Ad ogni sospiro di quelle misteriose apparizioni, le sue gambe si muovevano da sole e lo portavano verso una direzione a lui ignota.
Aveva perso il conto ormai di quanto tempo vagava zigzagando i quella bruma sottile che si infilava sotto il sottile tessuto della maglietta di cotone che indossava.
Un fruscio proveniente da un cespuglio non ben definito alla sua sinistra lo fece scartare a destra e posare il piede nel vuoto.
Chris cadde, storcendosi la caviglia e ruzzolando da un crinale non troppo ripido di terra bagnata.

Il cielo stellato e il satellite notturno lo fissavano muti, quasi in attesa di testimoniare come si sarebbe comportato. Il giovane lamentò il dolore datogli da un sasso che gli si era infilato nella sua schiena e rotolò a pancia sotto, puntellato sui gomiti, il capo ciondolante.
Inginocchiato su quello che pareva un letto di ciottoli, il ragazzo scoppiò a piangere.

“Perché mi state facendo questo?” piagnucolò, rivolto alle presenze che l'avevano costretto a non si sa quanti chilometri da casa senza istruzioni o indizi. Era totalmente consapevole di aver iniziato lui quel viaggio, ma ora era allo stremo delle forze e sentiva di trovarsi al limite della sanità mentale. Avrebbe desiderato grandemente tornare indietro.

'Sei qui per imparare'
Era il soffio gelido del vento ciò che aveva appena spirato o un'altra di quelle apparizioni gli rivelava l'ennesimo inutile particolare del cammino? Che cosa ci faceva lì? E cosa c'era da imparare da una notte trascorsa a fuggire da fantasmi in mezzo alla foresta?
Il giovane si fece forza – nemmeno lui avrebbe saputo spiegare in seguito dove l'avesse trovata – e si alzò in piedi.

Di fronte a lui si estendeva un lago blu notte di parecchi ettari nel quale si rifletteva fiera l'immagine della luna. I suoi occhi castani si posarono sulla lingua di spiaggia che costeggiava la grande massa d'acqua, percorrendo in lontananza il profilo degli alberi che si sollevavano verso il cielo. La vistalo lasciò senza fiato per un lungo istante, facendogli dimenticare persino la paura.

'É qui che accade'

Chris sobbalzò. La sagoma evanescente bianco latte era apparsa al suo fianco. Questa volta prendeva le sembianze di una fanciulla nelle vesti della figlia di un capo tribù. Il ragazzo ammirò i particolari delle vesti finemente intrecciate a mano, stupendosi della quantità di particolari che riusciva a scorgere.

“Sei... stupenda,” bisbigliò, quasi senza respiro. Anche un sussurro era troppo rumoroso in quel luogo di assoluto silenzio.

L'apparizione svanì e ricomparve nuda e immersa nell'acqua del lago fino alle cosce. Aveva un bel corpo, sinuoso come le anse di un fiume, rigoglioso come una verde terra lussureggiante.

'Farò il bagno' risuonò la voce, come un eco, tutt'intorno al ragazzo, come se l'etere stesso possedesse il dono della parola.
Una sagoma luminescente spiava la donna di nascosto, e sbucò da dietro un albero alle spalle del giovane.
Chris provò l'impeto di gettarsi verso di lui e suonargliele di santa ragione, ma il raziocinio prevalse, dicendogli che si trattava di una visione. Ma... lo era davvero, una visione? In ogni caso, qualcosa dentro a lui diceva che non poteva impedirlo.

Vide l'uomo all'apparenza un boscaiolo, avvicinarsi alla donna, afferrarla per un braccio e portarla sul bagnasciuga, dove la stese a terra. La fanciulla sembrava protestare, opponendo solo una lieve resistenza, quasi fosse soltanto l'orgoglio e il suo spirito indomabile ad impedirle di cedere.
L'uomo le impedì definitivamente la fuga sdraiandosi su di lei, la quale smise di lottare e lo accolse a cosce chiuse. Quindi egli si inginocchiò accanto alle sue gambe. Lo sguardo intenso della donna sull'altro si poteva percepire nell'aria, nonostante la rappresentazione caleidoscopica della vicenda che si stava consumando sotto gli occhi increduli e rapiti del giovane Chris.
La mano dell'uomo, che la donna pareva conoscere, scorse sulla coscia di lei, le accarezzò il ventre lentamente per un lasso di tempo indefinito, finché la fanciulla schiuse le gambe affusolate, in preda all'estasi. La mano grande dell'uomo scivolò del nido nascosto tra di esse, e l'apparizione femminile inarcò la schiena. I suoi seni turgidi e piccoli, tali da riempire la coppa di una mano, cadenzavano il respiro della fanciulla nella notte. Gemiti argentini vibrarono nell'aria quando l'uomo parve fare un passo in avanti e muovere il bacino dando un colpo di reni.
Ai versi estasiati della donna si unirono le urla roche dell'uomo, fondendosi infine in una sola voce in cui non si distinguevano l'una dall'altra. Le due sagome parvero sciogliersi una sull'altra per poi divenire tutt'uno con il riflesso della luna bianca sull'acqua.

Chris si svegliò boccheggiando, ritrovandosi steso a terra sulla sponda del Lago della Luna. Due nativi dalle spalle large e muscolose, fratelli di tribù, lo aiutarono a sollevarsi dal terreno ciottoloso su cui era accasciato e lo condussero verso un vecchio fuoristrada. Le sue gambe tremavano al punto che non riusciva a poggiare bene la pianta del piede. Uno di loro girò intorno al veicolo, la cui carrozzeria era ricoperta da un velo di sabbia polverina, mentre l'altro lo accomodava sul sedile del passeggero, sbatteva la portiera e saliva a sedere dietro a lui. Il ragazzo dormì per il resto del viaggio.


“Cosa ti ha mostrato il Grande Spirito?”
Il giovane nativo sedeva a gambe conserte sotto gli occhi penetranti del vecchio sciamano. Occhio d'aquila, lo chiamavano, poiché la sua vista – non quella fisica, ma quella interiore dell'anima – era molto acuta. E il ragazzo era il suo allievo novello.

“Ho visto una ragazza. E un uomo. Nonno, il Grande Spirito può prendere le sembianze di una donna?” domandò il pupillo, curioso, chinando il capo di lato come un fanciullo che stesse ascoltando una fiaba.
“Esso può prendere le sembianze di qualunque cosa vivente. Di un lupo,” la mano scura del vecchio, nodosa e solcata di rughe, aleggò nel fumo della pipa e creò misteriosamente la forma di un lupo. Il ragazzo la fissò a bocca aperta, strabiliato da quel trucco. “Di un uccello... o di una donna,” aggiunse il vecchio riportando lo sguardo perspicace negli occhi del discente, annuendo.
“Ho... visto molto. Tuttavia non ne comprendo il significato,” si confidò il ragazzo, candido.
“Lo capirai,” rispose la voce scura del nonno, gli occhi fissi sull'ingresso della tenda, ma lo sguardo proteso molto oltre. “Molto presto.”

Chris uscì dalla tenda, un po' stordito dal fumo del tabacco e lievemente confuso dalle parole dello sciamano. Le visoni avute e le parole di suo nonno avevano un senso che la sua anima conosceva, ma la sua mente non riusciva ancora a cogliere. In piedi davanti alla tenda, prese una gran boccata d'aria, stirando le membra indolenzite. Il tempo all'interno della dimora dello sciamano sembrava assumere una connotazione completamente diversa quando ti ci trovavi immerso. Fu allora che la vide.

Era una bella ragazza, una donna ancor più stupenda. Lunghi capelli corvini, spessi come crini di cavallo, scendevano lisci e liberi sulle sue spalle, e due occhi blu come la notte lo osservavano diretti e senza alcuna traccia di paura nello sguardo. Il suo corpo era sinuoso come le anse di un fiume, e rigoglioso come una verde terra lussureggiante, ammantato di un abito tradizionale nativo americano. Allora il ragazzo udì la sua voce, quella della donna di luce.

“Io sono la Luna e tu sei il Sole. Insieme diamo inizio al nuovo giorno.”
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Cara Jaime