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Autore: malpensandoti    28/09/2014    2 recensioni
E Nikki non chiede niente, perché sa che si rovinerebbe ciò che non è disposta a perdere, e allora sta zitta e si morde la lingua, perché nonostante tutto Sophia è una sua amica anche se non come prima e perché comunque Liam è Liam.
E questo è abbastanza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ciao a tutti!
allora, prima di procedere con la lettura, volevo dirvi un paio di cose!

numero uno,  questa storia è uno spin off di questa storia, per cui fatti/situazioni/personaggi sono gli stessi, ed è ambientata dopo la conversazione in biblioteca di Kara con Nikki.
numero due, la canzone di questa one shot è Show me di Kid Ink con Chris Brown!
spero che la storia vi possa piacere! fatemi sapere!
un bacione!







 

 
show me









Nikki si toglie i capelli dal volto nel momento in cui esce dall'autobus, sistemandosi la borsa sulla spalla e cambiando canzone sul telefono.
Sono le otto di sera e Bristol sembra completamente vuota. I lampioni che illuminano il viale di villette l'aiutano a orientarsi, Nikki continua a fissarsi le scarpe con la zeppa e a sospirare a ritmo con la musica nelle cuffie.
Forse ha semplicemente ragione Kara, forse quello che le ha detto quel pomeriggio è vero. Dovrebbe dirlo, a Liam, che è innamorata di lui. Dovrebbe sì, peccato che Nikki non lo faccia.
E, sia chiaro, non perché lei sia una codarda o altro, anzi. Semplicemente perché ha ancora una dignità e se confessasse a uno dei suoi migliori amici felicemente fidanzato con una delle sue migliori amiche, beh. Non solo dovrebbe assolutamente cambiare città, ma perderebbe anche quel briciolo di buon senso che le è rimasto.
Ci sono volte dove il semplicemente stare a guardare diventa troppo difficile. Il sapere di venire dopo, dopo le mani di Sophia e i suoi sorrisi caldi, dopo le loro cene intime e le foto su Facebook dove entrambi si scrivono cuori fino allo svenimento. Volte in cui farebbe volentieri a meno di uscire tutti insieme per starsene a fissare le loro dita sul tavolo o il modo in cui Sophia accarezza il volto sorridente di Liam, prima di baciarlo. E sa che è sbagliato perché non succederà mai nulla tra lei e Liam, ma.
Fa male, sì.
E ancora più male fanno le circostanze, il suo ruolo da migliore amica fin dalle medie, l'essere il braccio destro ma non avere comunque il permesso di prendergli la mano.
Dovrebbe dirglielo, forse. Ma non lo fa lo stesso, perché fa male sì, ma si può sopravvivere.
Per ora.



 
~



L'essere la migliore amica di Liam Payne è un lavoro che richiede pazienza e un sacco di buon senso, Nikki lo ha imparato crescendo. Perché sì, lui ti può sembrare un chiacchierone, uno di quelli che fa amicizia subito, a cui piace stare al centro dell'attenzione e che sa come attirarla, ma poi alla fine è quello più riservato, quello che non si fida e non si apre.
È la persona più lunatica che lei abbia mai conosciuto, e oltre a questo, è un pompiere spiccato ma che appena tocca alcool è capace di tentare involontariamente il suicidio più volte in una stessa notte. E non lo capisci, Liam Payne, nonostante Nikki lo conosca meglio di qualsiasi altra persona presente sulla terra, compresa la sua meravigliosa fidanzata Sophia. E non è assolutamente presunzione, è la semplice e pura verità.
Nikki aggiungerebbe alla lista dei giorni peggiori della sua vita quello in cui Liam le ha sorriso, due anni fa, e le ha detto che finalmente lui e Sophia erano diventati qualcosa, facendole venire la pelle d'oca per qualcos'altro. E lei avrebbe voluto sputargli in faccia tutto ciò che non aveva mai avuto il coraggio di tirar fuori, per fargli perdere quel sorriso genuino di chi ti sta sbattendo davanti agli occhi la sua felicità senza che neanche se ne renda conto.
Ma si era complimentata, perché era l'unica cosa che era autorizzata a fare. E per un attimo si era messa in primo piano, chiedendosi come avrebbe fatto da lì in poi a vederli insieme, a sentirli parlare con altre voci, più basse, più amorevoli, e guardare le loro mani intrecciate e quella di lui sul corpo di Sophia e viceversa. Le bruciava lo stomaco solo al pensiero, così aveva smesso di sentirsi egoista. Perché se Liam era felice davvero, allora Nikki si sarebbe messa da parte, perché è quello che fanno gli amici, quelli migliori, quando l'altro sta bene sul serio.
Il problema, sostanzialmente, è che poi Liam Payne è un semplice imbecille.
Perché nonostante sia fidanzato, nonostante Nikki abbia imparato a conviverci, ci sono volte in cui semplicemente lui la guarda e le fa tremare le ginocchia, volte in cui si isola dal mondo e l'unica che lascia entrare è solo Nikki. Volte in cui lui la sfiora più del dovuto, magari mentre le passa affianco. Poggia le mani suoi suoi fianchi, l'abbraccia abbastanza da farla irrigidire per la voglia di andare oltre, ma comunque non troppo da far sospettare qualcosa a terzi.
E Nikki non chiede niente, perché sa che si rovinerebbe ciò che non è disposta a perdere, e allora sta zitta e si morde la lingua, perché nonostante tutto Sophia è una sua amica anche se non come prima e perché comunque Liam è Liam. E questo è abbastanza.



 
~



Succede la settimana dopo che Kara e Louis tornano insieme.
È la serata tra ragazze, e hanno deciso di passarla nel nuovo locale che è stato aperto in centro, dopo la piazza. Perrie sta sfoggiando il suo nuovo rossetto viola, che le fa le labbra enormi, Sophia invece continua a esternare la sua preoccupazione per l'ammissione al corso di moda a Londra e Kara sembra trovare parecchio interessante la luce gialla che c'è sopra al bancone in fondo alla sala.
Nikki invece ha ancora in testa l'ultima lezione di spagnolo in università e tutto quello a cui riesce a pensare è chi cazzo me l'ha fatto fare di iscrivermi a Lingue?
“Non dovresti preoccuparti più di tanto, Soph – Perrie sfoggia un sorriso a trentadue denti e gengive, poi beve un sorso del suo Spritz – Tu sei assolutamente la migliore a disegnare, e in più hai molta inventiva. Sono sicura che ti prenderanno”
Sophia inclina la testa da un lato, lasciando oscillare i suoi capelli piastrati. “Non lo so – borbotta, storcendo le labbra – Ci saranno migliaia di richieste, dovevo sbrigarmi prima”
Kara fa un gesto secco con la mano e socchiude gli occhi, facendo schioccare la lingua. “Lascia che le cose vadano come devono andare” le dice, senza troppo entusiasmo.
Perrie annuisce velocemente alle parole della bionda, spalancando gli occhi truccati di nero, mentre Nikki non dice una parola neanche adesso.
Sophia era una delle sue migliori amiche, per l'amor del cielo. Perché diavolo vorrebbe gridarle in faccia “sì, brava, togliti dai coglioni”?
Si morde la lingua con forza, deglutendo.
Qualche secondo dopo, mentre Perrie apre bocca per parlare, qualcuno accanto al loro tavolo si schiarisce la voce. Le teste di tutte e quattro si voltano in simultanea verso il ragazzo in piedi all'angolo, di fianco a Sophia.
Avrà meno di venticinque anni sicuramente. È alto, la pelle mulatta e il volto dai lineamenti duri, sensuali. I suoi capelli color pece sono corti, scalati ai lati, e il suo fisico è asciutto ma slanciato. Indossa un cappotto nero con un paio di jeans chiari, delle scarpe eleganti e una sciarpa costosa. Tra la sua mano destra tiene una rosa rossa, e sta fissando Nikki con un sorriso.
“Scusate signore – comincia, la voce gentile, quasi formale – non era mia intenzione interrompere la vostra conversazione. Volevo solo consegnare questa rosa a una delle ragazze più belle che abbia mai visto. Senza nulla togliere a voi altre, sia chiaro”
E la risata trattenuta di Kara è abbastanza da farla avvampare. Nikki spalanca gli occhi contro quelli scuri del giovane, che le sta porgendo la rosa senza smettere di sorridere. Non è per niente imbarazzato, al contrario di lei, che è a tanto così dal bestemmiare.
Afferra il fiore con incertezza, stringendo il gambo privo di spine quasi con rabbia, poi si schiarisce la voce e “Grazie” esala, confusa.
“Nessun problema – risponde lui, drizzando la schiena e rivolgendo uno sguardo cordiale al resto del tavolo – Il qui presente Jay Ahmed augura una buona serata a tutte voi”
Non si dimentica di fare l'occhiolino a Nikki, nel congedarsi. Lei si sente andare a fuoco, perché è una situazione assolutamente insolita e insolitamente imbarazzante.
Poi viene la risata sguainata di Kara, seguita da quella di Perrie e di Sophia.
“Oh mio dio! - esclama la prima, scuotendo la testa – Non ho mai visto niente del genere”
“Giuro che neanche Zayn è così terribile nel rimorchiare” commenta Perrie, e beve un altro sorso di Spritz.
Sophia si porta i capelli dietro le orecchie e accavalla le gambe con aria sconsolata. “Avrà preso lezioni di seduzioni da Niall” è la sua teoria, non troppo inverosimile.
“Però aveva un bel culo, il presente Jay Ahmed” riprende Kara, stavolta quasi soddisfatta.
Nikki, suo malgrado, scoppia a ridere, appoggiando la rosa sul tavolo e coprendosi il volto con entrambe le mani, troppo in imbarazzo per fare altro.
“Gran belle chiappe, sì” concorda Perrie, annuendo lentamente.







Incontrano i ragazzi appena uscite dal locale, per puro caso. Perrie parla, già con la sigaretta in mano, mentre gesticola come un vecchio italiano, scoppiando a ridere di tanto in tanto quando trova qualcosa di estremamente divertente. Kara e Nikki stanno dietro lei e Sophia, e chiacchierano a bassa voce, più contenute rispetto alle altre due. Nikki tocca i petali freddi della rosa che tiene tra le dita, senza smettere di sorridere inconsapevolmente.
Poi, varcata la soglia della piazza, Sophia si blocca di scatto ed esibisce un sorriso estasiato mentre “Amore!” esclama, iniziando a camminare verso la panchina davanti alla statua del cavaliere.
Nikki smette di parlare perché conosce quel tono di voce, e sa perfettamente che non porta a niente di buono. Cerca di non pensarci, perché la sua serata sta andando alla grande e non ha intenzione di farsela rovinare dai Sophiam.
(è un nome che ricorda una sindrome comportamentale e perciò rende il concetto)
Seduti sulla panchina come ai tempi del liceo, Zayn, Louis e Liam fumano le loro sigarette con tranquillità, illuminati dalle luci elettriche che il centro mette a disposizione.
Essendo dei galantuomini, non c'è nessuno dei tre che si alza in piedi quando le ragazze li raggiungono, ma sorridono, nel salutarle.
“Signore” dice Louis, guardando solo Kara, che piega la testa e sorride.
“Stiamo andando a concludere la serata a casa di Perrie – si sente in dovere di dire Sophia, già accanto a Liam – Voi cosa fate?”
Liam si sposta la sigaretta nella sinistra per poter stringere le dita della ragazza con le proprie, sorridendole in modo dolce. Lei gli tocca una spalla ampia e sale verso il collo per potergli accarezzare i capelli già cresciuti dall'ultimo taglio.
Nikki sfiora i petali con più forza, distogliendo lo sguardo.
“Aspettiamo che quella testa di cazzo di Horan finisca il turno per andare a bere qualcosa” risponde Zayn, grattandosi una guancia.
“Harry?” Kara si guarda intorno, poi si abbassa verso di Louis e gli ruba la sigaretta tra le labbra, facendogli sbuffare una risata.
“Ha detto che doveva uscire con una ragazza – risponde il pakistano – ma penso sia una grande stronzata. Da quando le ragazze dicono di sì a Harry?”
Perrie fa un sorriso malizioso che poi tenta di coprire con le dita smaltate di blu.
Nikki ha ancora lo sguardo perso sulla punta delle sue scarpe, quando Louis dice: “Qualcuno qui ha fatto conquiste”
Kara le dà una gomitata, facendole alzare la testa di scatto. “Ah, sì – dice poi, spalancando appena gli occhi – Perrie dice che aveva un bel culo”
“Il migliore! - l'amica annuisce – E poi aveva degli occhi come dolci come quelli di Liam, però lui era bello”
Liam ridacchia, ma si vede, o meglio, Nikki capisce, che è nervoso. Anche un po' scazzato, sì. Muove nervosamente le gambe, e appoggia la schiena alla panchina, incrociando le braccia al petto, l'espressione improvvisamente rigida.
“Guarda che si offende se gli dici così” dice Kara, beffarda.
Il ragazzo rotea gli occhi scocciato e le fa il verso. Bambino, pensa Nikki, mordendosi il labbro.
“E chi sarebbe il tipo?” chiede Liam, stizzito.
“Uno... - risponde Nikki a quel punto, e le dà già fastidio il tono che lui usa – Jay e qualcosa”
Il ragazzo la osserva con intensità, spostandosi impercettibilmente da Sophia come se fosse nervoso. Si tocca il labbro con le dita e annuisce leggermente: “Uno. - ripete, cercando di rimettere insieme i pezzi – Non lo conoscevi, quindi”
Lei sta per rispondere, ma Kara la precede con un sorriso quasi orgoglioso, e “Ma la conoscerà – ribatte, guardando Louis di sfuggita – Quando sono andata al bancone a salutare la mia collega, è venuto da me e mi ha chiesto il tuo nome e cognome. Ti avrà sicuramente aggiunto su Facebook o qualcosa del genere”
Ed è l'espressione tesa di Liam quella che fa sprizzare letteralmente gioia da tutti i pori della bionda, che si sposta i capelli da un lato a rimarcare il concetto. Nikki invece spalanca gli occhi e “Cosa?” esclama, allibita.
Perrie fa il suo solito gesto incurante con la mano, “Tutto questo è assolutamente meraviglioso, tesoro – dice, gentile – Finalmente abbiamo trovato qualcuno pronto a sopportarti, non ci vedo nulla di male”
Ridacchiano un po' tutti, mentre Nikki incrocia le braccia e sbuffa anche se le viene da sorridere. “È solo una rosa” borbotta, il fiore che pende vicino al suo fianco.
Kara sorride maliziosamente, “Per adesso”




Jay Ahmed le chiede l'amicizia quella stessa sera. Coi libri di spagnolo sulla scrivania, Nikki controlla Facebook con un sorriso stanco. Lui le scrive subito, ed è gentile, spiritoso, e non usa nessuna abbreviazione. Parlano per tutta la notte, di cose che nemmeno lei capisce, perché ad ogni parola su quel dannato schermo, sono altre lettere di un'altra persona quelle a cui pensa. Si ritrova a paragonarlo a Liam, a comparare i modi di porsi, i vocaboli usati, il fatto che Jay ogni tanto si dimentichi il punto esclamativo ma non l'emoj sorridente, il fatto che lavori nel marketing e non faccia il pompiere, che non abbia gli stessi occhi di Liam nelle foto, che non ascolti la stessa musica, che non abbia le stesse mani e la stessa voce. Che non sia lui.
Si addormenta tardi, per svegliarsi con un nuovo messaggio nel quale le viene chiesto è le va di uscire, così, tanto per.
E Nikki accetta, perché forse – spera, prega – è la volta buona.


 


~




Liam è seduto sulla panchina del parco dietro casa sua, quando Nikki lo vede. Tiene lo sguardo fisso su Penny, il Pastore Tedesco dei suoi genitori di cui lui si prende cura quando il bar dei Payne è particolarmente affollato. Indossa una tuta di un colore verde inguadabile, e tiene le braccia incrociate, gli occhi socchiusi, nervosi.
Quando la vede, però, il suo volto corrucciato le sorride, seppur lievemente. C'è qualcosa che non va.
“Hey babe – la saluta, facendole spazio – grazie per essere venuta”
Nikki gli si siede accanto mordendosi la lingua per non rispondergli che lei, per lui, verrebbe sempre. Ma c'è un doppiosenso assurdo che lo farebbe scoppiare a ridere e comunque, allusioni sessuali a parte, non c'è bisogno di essere così sentimentali.
“Nessun problema – dice quindi, scostandosi i capelli dal volto – È successo qualcosa?”
Liam le lancia un'occhiata di sfuggita, poi concentra la sua attenzione su Penny, che adesso gioca con un Cavalier King dentro al recinto per cani.
“Come va con il tipo?” le chiede invece, senza rispondere.
Nikki aggrotta le sopracciglia, senza capire. “Bene. Usciamo più tardi. Perché?”
Liam annuisce lentamente. “Una cosa seria, quindi” commenta.
E sembra quasi la stia prendendo in giro, Nikki odia il tono presuntuoso che lui usa quando è nervoso per qualcosa. Le ricorda nient'altro che un bambino capriccioso.
Per tale motivo “Non ho detto questo – ribatte, scocciata, stringendo i pugni – Perché ti comporti così?”
“Sophia va a Londra sei mesi. - Liam respira pesantemente, muove le gambe come se non riuscisse improvvisamente a stare fermo – Londra. Tu lo sapevi?”
E oh, forse adesso riesce a capire. Nikki sorride e si sente un'idiota, perché un po' ci aveva sperato. Perché sapere che il nervosismo di lui fosse semplicemente gelosia, sarebbe stato bello. Importante.
Invece è Sophia perché è sempre Sophia.
“Stai sfogando la tua rabbia su di me o cosa?” spalanca gli occhi, allibita.
“Ti ho chiesto se lo sapevi, visto che sembra che lo sapevano tutti tranne me” ribatte Liam, paziente.
“Sì, lo sapevo – risponde Nikki, socchiudendo gli occhi – E se sei così arrabbiato o nervoso o quello che è, perché non ne parli con la tua fidanzata piuttosto che farmi perdere tempo?”
Liam si alza in piedi di scatto, sovrastandola. “Quindi adesso ti starei facendo perdere tempo?” esclama, indicandosi.
Lei si alza a sua volta, perché non è il tipo da farsi mettere i piedi in testa, neanche da Liam Payne. “Quando ti comporti come un complessato bipolare, sì!” dice, battendo un piede sulla ghiaia.
“Allora vattene! - Liam sta praticamente urlando, adesso – Vattene! Perché sei ancora qui? Vai all'appuntamento con il tuo nuovo ragazzo, no? Fatti prendere in giro!”
“Come fai tu, vero?”
Le parole le escono dalla bocca ancora prima che possa davvero pensarle. Nikki si irrigidisce di scatto e abbassa la testa, perché non si farà mai vedere piangere da lui.
Liam non dice niente, sembra che neanche respiri da quanto è silenzioso. Ed è questo che le fa più male.
“Vaffanculo, Liam” biascica, voltandogli le spalle.

 


~



Da lì in poi, è una serie di eventi che va in rovina.
Esce con Jay con l'umore a terra, cercando di togliersi dalla testa l'immagine di Liam. Non ci riesce, perché non ci è mai riuscita.
Jay è un ragazzo pieno di parole, sempre sorridente, ma non è per lei.
Escono più volte, lei evita le uscite di gruppo quando sa che sono presenti anche Liam e Sophia, ascolta solo canzoni dei The Fray e piange la notte imprecando contro tutti.
Con Jay finisce il martedì successivo, e Nikki fa finta di dispiacersi mentre lui le dice che è una ragazza fantastica ma che ha altro per la testa, che possono restare amici. Amici, sì.
Nikki inizia a odiare questo concetto.



 
~





Sta fumando una sigaretta sulle scale della biblioteca pubblica, quando nella sua visuale entrano un paio di Air Jordan orrende.
Nikki chiude gli occhi, perché il taglio sulla suola destra lui se l'è fatto cadendo dalla moto di Zayn l'anno scorso.
“Mi dispiace, Nikki”
Lei annuisce lentamente, facendo un respiro profondo. Alza il viso stanco verso quello di Liam, che la sta guardando con sincero dispiacere. Con amore.
“Non dovevo prendermela con te – continua, facendo un passo avanti – Sono stato un idiota e uno stronzo. È che tu sei...sei tu e sei l'unica che riesce a tranquillizzarmi. Oltre che a farmi incazzare come non so cosa, intendo”
Suo malgrado, Nikki sorride. Spegne la sigaretta sul gradino e sospira, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Non gli risponde, però. Annuisce e basta.
Liam tentenna, perché fra di loro i silenzi non esistono, e nemmeno questa sensazione di disagio, di fuori posto.
“Allora. Come va con il tipo della rosa?”
Nikki si stringe nelle spalle. “Non va. - risponde, piatta – Abbiamo smesso di sentirci qualche giorno fa”
“Oh – Liam sembra confuso, decisamente non dispiaciuto – Mi dispiace”
La ragazza ridacchia, e delle sue stronzate ne ha abbastanza. Si guarda intorno, osservando la strada del centro praticamente deserta, il grigio del cielo e il gatto appollaiato sul cofano di una macchina azzurra.
“Dimostramelo”dice, all'improvviso.
L'espressione di Liam si trasforma all'istante, piena di confusione. “Cosa?” chiede, perplesso.
Lei si stringe nelle spalle, allunga la schiena per chiudere le mani e appoggiarci sopra il mento. “Dimostrami che ti dispiace – gli spiega – Lo hai detto due volte in nemmeno tre minuti. Lo ripeti di continuo, ti dispiace ti dispiace ti dispiace. Dimostramelo, adesso. Sono stanca di sentirti dire cosa che non sono vere”
Lo colpisce, è chiaro. Le sue sopracciglia si aggrottano, i pugni gli si chiudono. Sembra combattuto, agitato. Deglutisce, la voglia piccola sul collo che ha uno spasmo insieme alla vena, gli occhi che si socchiudono per il nervosismo.
Nel momento in cui Liam fa un passo avanti, Nikki è sicurissima che voglia colpirla. Liam non farebbe mai male a una donna, ma la velocità con cui si muove le fa, per un secondo, pensare il contrario. Per questo chiude gli occhi in modo volontario.
Liam non la colpisce, ma la bacia. Ed è un altro tipo di dolore, più bruciante, un dolore intenso come uno schiaffo, ma più duraturo, più espansivo. Le stringe le guance, lei sente il suo odore di colonia entrarle nei polmoni e farla tramare. Il bacio è profondo, per niente delicato, ma non per questo meno bello. La travolge, perché è intenso, lascia i segni. Lui si stacca più tardi, all'improvviso, come se gli costasse fatica.
E le sembra di aver sognato, perché quando riprende a respirare, a percepire altro che non siano le sue labbra contro quelle di Liam, è di nuovo sola.


 
~



Quando torna a casa e riesce finalmente a capire che cazzo è successo, mandando un messaggio a Kara, la sua migliore amica le risponde con una serie di emoj che comprendono una lingua, un cuore, una banana e un letto. Non vuole davvero capire cosa sta a significare.
Non vuole capire niente, in realtà, perché se solo prova a pensare, si dice che tutto questo non è possibile anche se è possibile perché è successo anche se non può succedere.
Capito?
E quando il campanello del suo appartamento suona, facendo miagolare il gatto di sua sorella, l'ultima cosa che può immaginarsi è che fuori dal portone ci sia Sophia.
Nikki spalanca gli occhi quando spalanca la porta, irrigidendosi di scatto. L'altra ragazza ha i capelli legati e un cappotto rosa, i guanti di lana e l'espressione incerta.
La padrona di casa sta quasi per invitarla a entrare, ma Sophia la interrompe subito.
“So che Liam ti ha baciata” dice, tutto d'un fiato.
Nikki fa subito un passo indietro e si copre il volto con le braccia, protettiva. “Non uccidermi, ti prego” piagnucola.
Inaspettatamente, Sophia ridacchia appena. “Non ho intenzione di sfiorarti, Nikki – le dice – Voglio solo parlare con te”
E anche se non è più tra le sue migliori amiche, nonostante Liam e nonostante tutto il resto, glielo deve. Annuisce brevemente.
“Prendo la giacca e arrivo” mormora.





Il viale alberato è freddo, pieno di macchine fuori dalle villette a schiera e con un gruppo di bambini che giocano a calcio in mezzo alla strada.
Camminano vicine, ma non si toccano. Nikki attende paziente che Sophia inizi a parlare, sentendosi a disagio.
“Non siamo più innamorati da un po', in realtà”
Sophia comincia, ma non smette di camminare. Tiene le mani in tasca e sorride lievemente, come se stesse ricordando una vecchia storia.
“All'inizio pensavo fossero le solite crisi di coppia, - continua, il tono leggero – sai, può capitare dopo tutto questo tempo insieme. Il fatto è che non è mai stata una vera e propria crisi. Non abbiamo mai litigato veramente, ci siamo solo allontanati in modo graduale. Liam è diventato spento, quando eravamo solo noi due, per poi rinascere quando eravamo in gruppo. Io invece ho iniziato a pensare sempre più a me stessa, a perdere interesse per la nostra coppia, a vedere un futuro solo per me e non più per noi”
Nikki si sente quasi invadente, a questo punto. Sono cose private, cose che non la riguardano. E ancora di più, si sente tradita, perché Liam non gliene ha mai parlato.
“Ho sempre pensato che tra di voi ci fosse qualcosa in più, di una semplice amicizia. - riprende Sophia, dopo un respiro un po' più lungo – Lui mi rassicurava del contrario, ma il modo in cui lui ti guarda, Nikki, è qualcosa con cui io non posso competere. Mi conosci, ormai. Non te ne avrei mai fatto una colpa, perché non è da me. E non ne farei mai una colpa neanche a Liam, perché sono cose che non puoi controllare. E lui non lo fa, forse non se ne è mai reso conto fino a oggi pomeriggio, quando è venuto a casa mia quasi in lacrime e mi ha detto di averti baciata”
Sophia cammina più lentamente quando raggiungono la strada per il centro. Si ferma sul marciapiede di un incrocio, e la guarda negli occhi.
“Sai perché non mi sono arrabbiata? - Nikki scuote appena la testa – Perché lo sguardo che aveva, quando si scusava, sembrava che dicesse tutt'altro. Non era uno sguardo da 'mi dispiace per averti tradita', ma da 'mi dispiace per non averlo fatto prima'. Sembrava stupito, quasi. E si è innamorato di nuovo. E gli voglio così bene, Nikki, che mi sta bene così. La nostra coppia era destinata a finire in un modo o nell'altro, perché senza amore non si va da nessuna parte. Io ho un treno per Londra, lui ha te”
Le vengono i brividi per l'intensità delle parole di Sophia, e soprattutto per la sua razionalità. Si chiede se anche lei stessa, in una situazione del genere, riuscirebbe a mettere da parte tutto per la felicità del proprio fidanzato con un'altra persona.
Sa già la risposta.
“Ti voglio bene, Nikki – Sophia sorride al suo sguardo smarrito – E non sono arrabbiata con te. E anche se le cose cambieranno da adesso in poi, voglio che tu sappia che sono contenta di esserti stata amica”
Nikki l'abbraccia di slancio, completamente a corto di parole. Si sente una stupida egoista, e si morde la lingua per tutte le bestemmie mentali che le ha tirato contro, quando chiaramente non se le meritava.
“Grazie, grazie” mormora sulla sua spalla, facendola ridere.



 
~




Fuori dal pianerottolo dell'appartamento di Liam, si sentono chiaramente le note di Show me.
Quando Nikki bussa, la musica si abbassa all'improvviso, ma non si spegne del tutto.
Liam apre la porta in pantaloncini e maglietta dei Chicago Bulls ormai vecchia, l'odore di bagnoschiuma che copre le tracce di cenere di un vecchio canile abbandonato.
“Nikki” esala, quando la vede.
La fa entrare con un alone di disagio da parte di entrambi. Lui va verso il tavolino accanto al divano, mentre dice “Sophia mi ha lasciato. Parte sabato”
Lei stringe i pugni e “Ti amo” dice, all'improvviso.
Il ragazzo lascia cadere la mano in procinto di afferrare il telecomando dello stereo, spalancando gli occhi e voltandosi per guardarla.
“Ti amo – continua Nikki – ti amo da...da sempre e mi dispiace per essere stata una vigliacca da non averti mai detto nulla. Ti amo da...da non essermi mai umiliata così tanto in vita mia e ti amo anche quando hai i tuoi dannati cambiamenti di umore. So che è presto, so che possiamo andare piano perché ti sei appena lascia...”
Viene interrotta dalla foga con cui Liam la bacia, quasi disperatamente. La spinge indietro fino alla porta, la intrappola tra la superficie in legno e il proprio corpo tonico, traccia i contorni del suo viso con le dita e quello delle sue labbra con le proprie. Nikki se lo spinge addosso con gli occhi chiusi per non piangere, stringe il tessuto traspirante della maglietta mentre lui scende a cingerle i fianchi per poi baciarla ancora e ancora.
Scoppiano a ridere denti contro denti, entrambi ansanti. Nikki gli tocca i capelli, fa coincidere le loro fronti, dice: “Parlavo di questi cambiamenti di umore”
Liam ride ancora di più, la stringe più forte, si sentono le sue mani anche sotto gli strati pesanti di vestiti che adesso non servono.
“Ti amo anche io – risponde – E non ci pensare neanche, ad andarci piano





 


Baby show me something
She gon' let me do it


 

  
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