Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: DanzaNelFuoco    28/09/2014    3 recensioni
Crossover: "Thor", avvenimenti post "The Avengers", non tiene conto di "Thor: The Dark World".
Loki, dopo aver tentato di distruggere la Terra, viene esiliato dal padre in un luogo di pace e perfezione assoluta. Non sa, perso nel proprio risentimento e dolore, che a non molta distanza si trova un regno prospero e felice, la cui regina condivide lo stesso freddo dono, Elsa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5- I'll tell you

Più ci pensava più Loki credeva che fosse una stupidaggine.
Non aveva senso.
Cosa avrebbe dovuto ricordare di positivo?
Odino che insegnava a lui e a Thor l'arte del buon governo, rivolgendosi a entrambi, salvo poi aggiungere qualcosa di utile, di veramente utile ed essenziale, al solo Thor?
Volstagg che gli sottraeva il cibo dal piatto sotto lo sguardo bonario del padre. Ah, Volstagg! Il tuo appetito rende onore al cuoco!
Fandral che lo aveva sempre ritenuto un vigliacco, senza mai dargli la possibilità di dimostrare il contrario? Lui che sapeva che il cervello valeva ben più dei muscoli e per questo era ritenuto un vile, invece che una persona sensata.
Hogun, l'irraggiungibile guerriero a cui non importava di nulla se non del proprio onore?
E Sif, Sif che era sempre stata accecata da Thor, senza considerare la sua presenza. Sif, per avere la cui attenzione aveva dovuto procurarsi il suo odio. Sif dai capelli biondi, ormai scuri. Sif era il pensiero giusto?
No. Nessuno di questi era il pensiero.
Allora forse Laufey assiso sul suo trono mentre progettava di uccidere il Padre degli Dei?
O Thor che gli tendeva una mano che non poteva afferrare, un aiuto che in cima alla Stark Tower, mentre New York bruciava, non poteva fare altro che schiaffeggiare via, lontano dalla sua vista in modo che non lo tentasse neppure? Poteva ancora sentire lo stiletto affondare nella tenera carne tra le pieghe dell'armatura.
Nessuno di questi era il pensiero.
Erano Clint Burton e Erik Selvig? Le uniche persone che lo avessero aiutato? No, non potevano essere loro, non dal momento che aveva dovuto incantarli per avere la loro collaborazione.
Quale mai poteva essere il pensiero?
"Smettila."
Loki si riscosse e si accorse di stare tremando.
Elsa lo guardava preoccupata. O meglio guardava preoccupata quello che si trovava sopra di lui.
Alzò gli occhi e vide una nube nera temporalesca che minacciava grandine. Attorno a lui un centrino di ghiaccio frastagliato e tagliente si estendeva per qualche metro.
"Avevo detto pensieri positivi!" lo redarguì la ragazza.
"Non credo sia il caso di continuare." disse, accorgendosi di avere le braccia intorno a sé in un autoabbraccio e ricomponendosi.
"Hai paura." constatò lei sussurrando, mentre lui le voltava le spalle e cominciava ad allontanarsi.
Loki si arrestò come se fosse stato colpito, congelandosi sul posto, poi si voltò lentamente.
"La paura è tua nemica."
Elsa ricordò i troll. Li aveva incontrati dopo tutta la vicenda di Anna. Si ricordavano di lei e avevano raccontato ad Anna tutta la storia. Elsa era rimasta sconvolta nel rivivere la vicenda e se ne era andata, congedandosi il più velocemente possibile. Da allora, a differenza di Anna e Kristoff, non era più tornata in quella radura.
Non aveva voluto sapere nulla.
Nel rivolgere a Loki lo stesso consiglio che i troll avevano già dato ai suoi genitori si accorse che forse loro potevano aiutarli. Cioè, aiutarlo. Al diavolo, lo stava aiutando anche per sé stessa, perciò sì, i troll avrebbero potuto aiutarli entrambi.
"Io non ho paura." sibilò gelido.
"Sì, invece. Lo so, perché ne avevo anche io e..." Elsa deglutì. "... e ne ho ancora."
Loki la guardò sorpreso. Perché gli aveva confidato un punto debole? Non lo conosceva che da poche ore.
"Nessuno mi ha mai insegnato a controllare i miei poteri, temevo di ferire le persone accanto a me. Sono rimasta rinchiusa nelle mie stanze per un decennio, vivendo in quel terrore. Cercando di intrappolare il mio potere. Ho capito solo dopo che era controproducente. Più cercavo di gettarlo nel profondo, più a lungo lo trattenevo, più dovevo stare attenta, sarebbe trapelato ad ogni minima distrazione. Quando poi è stato troppo... Sono esplosa. Anna aveva parlato di sposarsi, di portare gente nel castello, di costringermi a stare in allerta oltre la mia soglia di sopportazione e il mio potere si è liberato da solo. Ho condannato Arendelle a neve e ghiaccio."
Non lo aveva mai raccontato a nessuno. Si chiese cosa avesse di speciale quell'uomo in particolare, per farla parlare a tal punto.
"Sono scappata via dal luogo dove ero nata e mi sono rinchiusa in questo castello. Fino a che Anna non è venuta a cercarmi. È stato allora che l'ho colpita a morte. Una scheggia di ghiaccio nel cuore, me lo hanno raccontato poi."
Gli occhi di Elsa erano velati di lacrime, Loki se ne accorse solo in quel momento.
"Per salvarla serviva un atto di vero amore, ma io non lo sapevo. Non sapevo neanche che stesse male, l'ho solo cacciata via in malo modo. Poi sono venute a prendermi le guardie, mi hanno imprigionato nelle celle del mio stesso palazzo, ero un mostro, una strega. Ero io quella da combattere, quella da cui difendersi. Ero quella con cui minacciare i bambini la sera se non andavano a letto. Poi mi hanno detto che avevo ucciso Anna..." Le lacrime avevano iniziato a rigarle il volto già da tempo, ma Loki non sapeva cosa fare. Non era abituato ad esternazioni del genere. Non ad una corte reale.
Desiderava poterla confortare, dire qualcosa che potesse farla stare meglio.
Che pensieri erano questi? Loki si meravigliò di sé stesso. Non poteva permettersi di rammollirsi a tal punto! Doveva sfruttare i punti deboli che la regina gli stava offrendo su un piatto d'argento, utilizzarli per piegarla al suo volere con una lenta tortura psicologica, senza che lei nemmeno si accorgesse di essere manipolata. A patto che la regina non fosse un suo punto debole. Loki scacciò il pensiero dalla sua testa, continuando ad ascoltare distrattamente la storia di come Hans avesse in realtà cercato di ucciderle con un piano diabolico.
Non riusciva a togliersi dalla testa il fatto che la regina contasse qualcosa per lui. Come era possibile? Non la conosceva che da un giorno. Non poteva essere che lei non lo considerasse mostruoso, che avesse cercato di aiutarlo.
Elsa terminò il suo racconto davanti ad un costernato Loki, che non aveva la più pallida idea di come dovesse comportarsi.
"Ecco perché vorrei provare a portavi dai troll."
L'affermazione di Elsa gli permise di cambiare discorso ed esimersi dal "salvare la fanciulla in pericolo".
"Troll?"
"Esattamente. Loro mi hanno già aiutato una volta, possono farlo ancora."
Loki la squadrò poco convinto.
"Non dobbiamo andarci adesso, se non volete." disse la donna sedendosi a terra, le braccia attorno alle ginocchia. "Perché non mi raccontate la vostra storia. Io vi ho raccontato la mia." batté una mano sul terreno innevato, suggerendogli di sedersi accanto a lei.
"È una storia lunga." cercò di temporeggiare.
"Ho molto tempo. Sedetevi accanto a me. Possiamo raggiungere i troll anche domani, non sono molto distanti da qui."
"Ed é una storia brutta."
"Ho quasi ucciso mia sorella, cosa può esserci di più brutto?"
"Il desiderio di riuscirci." mormorò a bassa voce Loki, amareggiato.
Lo sgomento si impossessò della ragazza. Voleva...? Si impose di non giudicare prima di essere venuta a conoscienza dei fatti.
"Volete ancora che mi sieda accanto a voi?" la provocò.
"Sì."
Loki si affrettò a soffocare lo stupore che gli traspariva dal volto sotto una maschera di impassibilità e sedette.
La neve si infilò tra le sue dita aperte, il freddo pungente per tutti a eccezione di loro due.
"Allora?"
Si era ripromesso di restare sul vago, di non rivelare che i fatti principali, abbozzando a grandi linee gli avvenimenti, ma si era rotrovato a raccontare di un odio atavico che affondava le radici in una invidia infantile. Aveva raccontato di come avrebbe solo voluto essere all'altezza del fratello, della grande bugia che era stata la sua vita. Aveva raccontato tutto, di New York, della sua vendetta e diamine, non gli importava che Elsa conoscesse la sua storia, che potesse usarla contro di lui perché solo per quella volta voleva essere sincero.
Elsa era rimasta in silenzio, lasciandolo parlare. Lo aveva ascoltato.
E quando Loki aveva sollevato lo sguardo aveva visto i suoi occhi lucidi e pieni di lacrime che non si decidevano a scendere.
Si diede dello stupido, perchè quella era pietà e sì, certo lui era stato vittima degli avvenimenti per un certo periodo della sua vita, ma poi aveva preso in mano la situazione era finalmente riuscito a farsi odiare per qualcosa che aveva fatto e su cui aveva controllo e non per ciò che era dalla nascita e ci stava riuscendo dannatamente bene e quindi no, non aveva bisogno della pietà di quella ragazzina, stava bene così, grazie, che la smettesse pure di guardarlo così e cominciasse a odiarlo anche lei.
Aveva riportato la sguardo al bianco manto di neve di fronte a lui con una smorfia, perciò non si rese conto della vicinanza di Elsa finché non sentì le braccia della ragazza attorno alle spalle.
Sollevò lo sguardo sorpreso, trovandosi con il naso a pochi centimetri da quello della ragazza, costretto a guardarla in quegli occhi azzurri ancora lucidi, ma che non davano segno di voler versare lacrime.
Elsa arrossì, ma non si spostò, sostenendo il suo sguardo.
Il respiro della ragazza gli solleticava la pelle e si infrangeva contro le sue labbra chiuse.
"Mi dispiace." due semplici parole soffiate sul suo viso, nella sua bocca. Poi Elsa appoggiò la fronte alla sua.
L'ultima volta che qualcuno l'aveva abbracciato Loki era un bambino E quel qualcuno era sua madre... beh, quella che avevano spacciato per tale.
E adesso quella ragazzina... Lui non aveva bisogno di un abbraccio!
Eppure quel contatto lo faceva sentire strano... era... accettato?
Aveva sempre usato la fisicità per manipolare, per trarre piacere, per combattere. Ora quel contatto significava altro. Conforto.
So come ti senti, andrà tutto bene. Trapelava da ogni singolo centimetro di pelle a contatto.
Fronte contro fronte. Bianco contro blu.
E nessuno dei due aveva freddo.
Elsa non aveva mai abbracciato nessuno così. Elsa era fredda, fredda dentro, fredda la sua pelle. Non ricordava di aver mai abbracciato qualcuno senza che questi rabbrividisse. E ora dalle sue braccia quell'uomo sembrava trarre calore.
Lasciò scivolare via le braccia, sperando di non essere stata troppo inopportuna nell'abbracciarlo così intimamente – non era come se lei andasse in giro ad abbracciare tutti quelli che incontrava –, ma Loki le trattenne il polso.
"Grazie."
Quindi era questo l'affetto reale, questo quello che vedeva ricoprire Thor ogni volta che il fratellastro era con qualcuno, mentre a lui ne toccava solo una brutta copia nei pochi casi in cui gliene toccava. Oh. Lo colse una consapevolezza improvvisa. Quindi quello sciocco di Thor gli voleva davvero bene. Poco male.
Non sapeva ancora se lo voleva, ma Elsa gli aveva fatto capire che anche lui poteva averlo.



N.d.A. 
Mi odiate? Quanto mi odiate? Sì lo so, sono un essere orribile, sono in un ritardo mostruoso. 
Mi spiace tanto, ma Madama Ispirazione ha fatto i capricci e non mi è venuta a trovare. 
Grazie mille a quanti hanno recensito, letto, preferito e tutto il resto. 
A presto DNF
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: DanzaNelFuoco