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Autore: Lurilala    29/09/2014    1 recensioni
[Partecipa al contest Let's sport [anime e manga sportivi contest] indetto da Mad_Fool_Hatter]
[Mukata brother's centric] [1189 parole] [Un piccolo esperimento, perché questi tre sono troppo ignorati e troppo teneri **]
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-Giocheremo insieme per sempre, vero?- esclamò Tsutomu, sorridendo e posando una mano sul pallone.
Tomo gli sorrise di rimando. -Ovvio.- e mise la mano sopra quella del fratellino.
Masaru ridacchiò. -Ma certo. Senza di me, dov'è che andate voi due?- domandò retorico, posando le dita sopra quelle dei due fratelli.
Una promessa di bambini.
Una promessa che il tempo avrebbe provato a spezzare.
Una promessa che avrebbero mantenuto, sempre.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Lullopola
Titolo: § Together §
Fandom: Inazuma Eleven
Eventuale paring: //
Avvisi: //
Prompt scelto: Mukata Masaru/Mukata Tomo/Mukata Tsutomu - Canon!Vers|Si erano promessi che avrebbero giocato insieme per sempre, ma solo uno di loro viene scelto per diventare professionista




§ Together §



La risata di un bambino riecheggiò nell'aria.
Una, due, tre risate. Unite in un unico coro.
-Masa-kuuuuunn!- esclamò Tsutomu, il più piccolo dei tre fratelli, balzando in piedi e chiamando il maggiore. -Sei bravissimo!- trillò, gli occhi che brillavano di ammirazione.
Masaru sorrise sfacciatamente, mentre palleggiava il pallone da calcio sul ginocchio.
-Oh yeah!- gli fece eco Tomo, comodamente seduto sull'erba morbida del giardino. -Però fai giocare anche noi! Non sei tu l'unico che vuole giocare!- si imbrociò, scattando in piedi come il più piccolo e raggiungendo il blu.
Masaru sogghignò beffardo. -Voi non siete capaci a fare come me!- esclamò con una punta di orgoglio nella voce, facendo scivolare la palla sulle spalle.
-E invece sì!- Tsutomu gonfiò le guance, in un broncio offeso.
-Adesso ti faccio vedere io!- lo sovrastò Tomo, rubando con uno scatto la palla al bambino.
Masaru rimase interdetto, ma si riscosse subito e iniziò a rincorrere l'altro.
Tsutomu li guardò rincorrersi per il giardino inseguendo il pallone e tentando di rubarselo a vicenda. Lui non era ancora bravo come i suoi due fratelloni e in quelle occasioni, dove loro si fronteggiavano, non riusciva mai a intervenire; in un certo senso, si sentiva escluso, inferiore.
E non era una cosa che gli piaceva.
Fu questo pensiero a invogliarlo a correre dietro ai due; con uno scatto rubò la palla a Tomo e iniziò a palleggiare con gesti un po' goffi, un po' impacciati.
-Ehi!- sbuffò il rosa, seccato dal fatto che gli fosse stata sottratta la palla.
-Tsutomu fatti da parte!- lo ribeccò Masaru, scoccandogli un'occhiataccia.
Il minore fece la linguaccia ai due e corse via.
I tre bambini ricominciarono a rincorrersi per il prato e presto la competizione si trasformò in una sinfonia di risate che si confondevano fra loro.
Alla fine si ritrovarono distesi a terra, la palla in mezzo, le loro risa che riecheggiavano.
-Giocheremo insieme per sempre, vero?- esclamò Tsutomu, sorridendo e posando una mano sul pallone.
Tomo gli sorrise di rimando. -Ovvio.- e mise la mano sopra quella del fratellino.
Masaru ridacchiò. -Ma certo. Senza di me, dov'è che andate voi due?- domandò retorico, posando le dita sopra quelle dei due fratelli.
Una promessa di bambini.
Una promessa che il tempo avrebbe provato a spezzare.
Una promessa che avrebbero mantenuto, sempre.

-Neneh Masaru, guarda un po' chi è il nostro avversario alla prossima partita.- esclamò Tomo, l'ombra di un sorriso beffardo sul viso.
-Gouenji Shuuya, quel codardo dai capelli dritti che è scappato alla finale.- sogghignò Tsutomu, di fianco al fratello.
I Mukata si scambiarono uno sguardo d'intesa.
-Una bella coincidenza, non trovate anche voi ragazzi?- rise Masaru, seguito dagli altri due che si unirono alla sua risata.
-Adesso gli faremo vedere quanto siamo diventati forti.- il verde sogghignò divertito.
Gouenji, quel codardo che aveva infranto il loro sogno. Quel capitano che non è stato degno di essere il loro capitano.
Avevano affidato a lui i loro sogni di vittoria e quel traditore non si era presentato.
L'avrebbero umiliato in questa partita, perchè ora loro tre insieme erano imbattibili.
Tomo allungò la mano in avanti e gli altri due la posizionarono sopra la sua.
-Insieme?- domandò.
-Insieme.- gli rispose prontamente Masaru, senza smettere di sorridere e Tsutomu annuì.
-NOI DISTRUGGEREMO GOUENJI SHUUYA, E' UNA PROMESSA!- urlarono in coro, posizionandosi nello schema del Triangle Z.
Ma da quel giorno le promesse furono infrante.

-Ehi ragazzi!-
I tre fratelli scesero dalle scale al richiamo della madre.
-Sì?- chiesero in coro, senza allontanarsi troppo dalle scale e pronti a tornare in camera ad allenarsi di nascosto, dato che la donna non voleva che giocassero a pallone in casa.
-Ha chiamato Hibiki-san, l'allenatore della Raimon. Siete stati convocati per le selezioni al torneo professionistico.- esclamò la donna sorridendo elettrizzata.
I ragazzi si guardarono qualche secondo, increduli.
Poi iniziarono a urlare di gioia e soddisfazione e saltare e abbracciarsi.
Insieme. Insieme ai mondiali. Insieme contro il mondo.
-O meglio...- continuò la madre, titubante.
I tre si fermarono all'istante, aspettando che continuasse, il dubbio che si faceva strada sui loro visi.
-Solo Masaru è stato convocato...- mormorò a voce più bassa, gli occhi colmi di dispiacere.
Sul volto del maggiore sbocciò un sorriso di soddisfazione, ma Tomo e Tsutomu rimasero interdetti, immobili.
Poi il minore tirò un calcio al muro, con un urlo di frustrazione, e corse su, a chiudersi in camera. Il rosa gli corse subito dietro, lasciando Masaru e la donna in soggiorno.

-Non è giusto, non è giusto! Cos'ha lui che non abbiamo noi?!- urlò Tsutomu, scaraventando i suoi occhiali a terra e facendoli rotolare da qualche parte nella stanza.
Aveva gli occhi gonfi e lucidi di lacrime di rabbia e delusione.
-Esatto! Lui non è migliore di noi!- gli rispose gridando Tomo e tirando un pugno a terra, senza nemmeno sentire dolore.
-Ragazzi~- esclamò Masaru con voce cantinelante, entrando in quel momento.
-Vattene!- gli urlarono in coro gli altri due e il sorriso del maggiore svanì.
Camminò per la stanza, sotto gli sguardi gelidi dei fratelli.
-Se sei venuto per vantarti, fai meglio ad uscire prima che ti gonfio di botte.- sibilò Tomo, guadando male il blu.
-Non ho deciso io di essere convocato da solo. Dovreste essere felici per me!- si difese Masaru, incrociando irritato le braccia.
-Felici? E per cosa? Perchè tu diventerai professionista e noi no?- sbottò rabbioso Tsutomu. Il blu sospirò.
-Anche io vorrei che potessimo giocare insieme, però...- Masaru abbassò gli occhi e tutti e tre rimasero in silenzio.
Il verde si alzò senza parlare, andando a recuperare gli occhiali che aveva lanciato contro al muro. Per fortuna non si erano rotti.
Dopo minuti di attesa, alla fine Tomo sospirò.
-D'accordo. Faremo il tifo per te.-
E in fondo, anche se le promesse non si possono mantenere, loro rimanevano sempre i fratelli Mukata. Insieme qualunque cosa accada.

Lacrime. Masaru piangeva, lo sguardo basso, colmo di delusione.
-Ehi...- lo chiamò Tsutomu, mettendogli una mano sulla spalla.
-M-Mi dispiace... Non mi hanno scelto...- la sua voce si incrinò verso la fine della frase, nel vano tentativo di sopprimere un singhiozzo.
-Neneh, smettila di fare così.- l'abbraccio di Tomo fu del tutto inaspettato.
Dopotutto, il rosa non era tipo da abbracci, in nessuna occasione. Masaru rimase interdetto a quel gesto.
Anche Tsutomu si avvicinò, abbracciando a sua volta il maggiore.
Eccoli, insieme. I tre fratelli Mukata, uniti nonostante tutto.
-Ma dopotutto dovevi aspettartelo.- rise Tomo, sciogliendo l'abbraccio.
Masaru lo guardò interrogativo.
-Neneh, credi di essere così forte da solo?- ridacchiò Tsutomu, che aveva capito quello che Tomo voleva dire.
-Non dovevamo giocare insieme per sempre?- gli ricordò il rosa con un sorriso. -Quando verremo convocati insieme, stai sicuro che ci sceglieranno. Dopotutto, noi siamo un trio, che già non te lo ricordi?- Tomo gli diede un buffetto sulla guancia e allora anche Masaru sorrise e allungò la mano.
-Insieme?- domandò, le lacrime ancora incastrate fra le ciglia ma un sorriso luminoso sul viso.
Tsutomu mise la mano su quella del fratellone, sorridendo.
Tomo socchiuse gli occhi, posando a sua volta le dita su quelle di fratelli.
-Insieme.-


Ehi, chi l'ha detto che le certe promesse non si possono mantenere?
  
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