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Autore: Nyktifaes    29/09/2014    1 recensioni
[Questa storia partecipa al Flash-Contest II Edizione indetto da Leti-Lily sul Forum di EFP]
Serata di ordinario disordine a casa Potter, tra i preparativi per la cena e le marachelle dei marmocchi.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Ginny Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Flashfic senza alcuna pretesa, sulla nuova generazione. Il mio rapporto di odi et amo nei confronti della nuova leva si è espresso al massimo.
Non sono capace di scrivere niente di breve, ma qui mi sono imposta di limitarmi alle 400 parole. E ce l’ho fatta, anche se questa cosetta qui non ha niente di speciale.
 

 

 

Ordinario disordine
 
 
«Jamie, tesoro, perché non aiuti la mamma apparecchiando la tavola?».
«Perché Al può non aiutarti?».
«Perché sta facendo i compiti».
«Ma anche io!».
«No, James. Tu gli stai lanciando Pallottole Puzzole mentre lui fa i compiti! E, per Merlino, dobbiamo mangiarci in sala!».
Ed eccola, una serata di ordinario disordine a casa Potter. Per Ginny, farsi ascoltare da suo figlio maggiore, era diventata un’impresa. Da quando aveva terminato il secondo anno, poi, era divenuto ancora più scalmanato. Lei sosteneva che fosse colpa dell’ingresso nella squadra di Quidditch, Harry della malandrinaggine congenita.
Sospirò, esausta: erano arrivati al dover  coniare un nuovo termine per lui.
Fletté leggermente il polso in modo che la bacchetta, stretta nella mano destra, disegnasse una circonferenza. Nella pentola, la minestra si rimescolò.
Osservò l’orologio sul camino: la lancetta di suo marito puntava ancora su “lavoro”. Sbuffò: era in ritardo, ancora.
Perché lei, come sempre, era riuscita a tornare a casa in orario e lui no? E Teddy sarebbe arrivato a minuti! Perlomeno, si disse, la cena era pronta.
Si voltò appena in tempo per bloccare suo figlio che, bacchetta in pugno, stava per combinare l’ennesimo misfatto.
«James! Non puoi usare la magia fuori da Hogwarts!», strillò, indignata.
Prima che potesse attraversare la sala da pranzo – e malmenare il suo bambino – sua figlia più piccola, la coscienziosa Lily, strappò la bacchetta di mano al fratello e la consegnò alla madre.
«Grazie, Lils». Le lasciò una carezza sul capo rosso e poi infilò la bacchetta nella tasca posteriore dei pantaloni, quella non occupata dalla sua.
Si fermò a osservare James che si arrampicava su un mobile per prendere i piatti che aveva quasi appellato. Lo seguì con lo sguardo mentre li posava, tutti e sei, sulla tavola, nei rispettivi posti. E gli lanciò un’occhiataccia quando incrociò i suoi occhietti vispi. Lui rispose con un sorrisetto malandrino, per l’appunto.
Quando lei inquadrò la figura familiare che, oltre la finestra, si avvicinava al cancello, Jamie stava già correndo verso la porta.
«Teddy!».
Suo fratello lo seguì a ruota e, lo sapeva, si sarebbero litigati il diritto di accoglierlo, come sempre.
Lily trotterellò loro dietro.
Si lasciò cadere su una delle sedie attorno al tavolo, passandosi una mano sulla fronte leggermente sudata. Ed eccola che, in un’afosa e frenetica serata estiva a casa Potter, si chiedeva come i suoi figli potessero essere ancora così energici.
Osservò nuovamente l’orologio: la lancetta di Harry si stava spostando verso “casa”, proprio mentre Teddy ne varcava la soglia. Sorrise, come sempre.
   
 
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