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Autore: PrinceAlex91    29/09/2014    0 recensioni
La criminalità dilaga in una realtà distopica , dove Adam , un normale ragazzo di los Angeles, si troverà catapultato per salvare il futuro di entrambi gli universi .
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi risveglia …ci volle un po’ per mettere a fuoco dove mi trovassi .
Ero disteso sopra un letto , ogni muscolo del mio corpo era completamente dolorante ed irrigidito , la gola secca , le labbra erano gonfie e mi dolevano , per non parlare della testa .
Provai a mettermi seduto ma fui colto da un immediato capogiro , strinsi forte gli occhi e respirai profondamente , stringendo con forza il lenzuolo .
Quando tutto attorno sembrava non girare più , li riaprii con calma , per osservare la stanza semibuia che mi circondava .
L’unica fonte di illuminazione proveniva da un enorme finestrone senza tende nel’angolo destro , dal quale proveniva i suoni tipici che produce una città di notte .
La stanza non era molto grande ed aveva una forma rettangolare , l’arredamento spartano , consisteva in quel’unico letto , una logora poltrona e una scrivania su cui erano sistemati sottilissimi monitor spenti .
Il pavimento era disseminato di oggetti metallici e pezzi di ricambio impolverati , sulle pareti erano attaccate illustrazioni varie e articoli di giornale .
Al centro del soffitto pendeva un lampadina solitaria , di cui non riuscivo ad individuare l’interruttore nelle mie immediate vicinanze .
Alla mia sinistra c’era una sola porta , da dietro la quale non pareva provenire nessuna luce , avevo paura di chiedermi cosa ne sarebbe entrato .
Indossavo ancora i miei vestiti ormai logori ma le ferite erano state pulite , la mia pelle , solitamente molto chiara , era tutta arrossata e ricoperta di polvere e sabbia .
Cosa avrei dato per una doccia gelida !
Il pizzichio che sentivo , proveniva da un ago infilato nella vena del mio braccio sinistro , collegato ad un tubo che partiva da un ampolla di vetro , contenente un liquido trasparente .
Detestavo gli aghi … tolsi il cerotto , strinsi i denti e lo estrassi lentamente .
Tamponai il sangue con il lenzuolo , e preoccupato esaminai la sostanza che mi stava iniettando quel’ampolla :
Soluzione salina …mi stavano solo idratando per fortuna.
Notai che sul braccio c’era qualche altro buco , dovevano avermi fatto molte flebo per farmi riprendere. Un brivido mi percorse lungo la schiena .
Il fodero lungo la mia gamba destra era vuoto …avevano ben pensato di togliermi il blaster… il comunicatore ,invece , era riposto sul vecchio comodino di legno accanto al letto.
Provai ad accenderlo ma non funzionava ancora …
Chi mi aveva portato qui ? , dove mi trovavo?
L’ansia iniziò a crescere , come la sete di acqua che bramavo ardentemente.
Appoggiai i pieni nudi sul freddo pavimento di marmo scuro , provando un senso di sollievo , avrei voluto stendermi con tutto il corpo .
Feci fatica ad alzarmi , mi mantenevo saldamente ai bordi del letto , inciampai nei miei stivali di gomma sportivi , anche se quel fresco sui piedi arrossati era piacevole , decisi di rinunciarvi per evitare di incappare in qualche vite o pezzo metallico , di cui era cosparso il pavimento .
Infilai gli stivali , quasi a rallentatore , per quanto ero debole .
Mi trascinai indolenzito verso la finestra , dove ci spiaccicai la faccia e i palmi delle mani .
Purtroppo non era fresca come speravo .
Da fuori , sembrava che la stanza si trovasse abbastanza in alto , non riuscivo a vedere il fondo , perché era coperto da una specie di nebbia o fumo , non si distingueva bene .
I palazzi di fronte , pur avendo una struttura moderna , erano diroccati e parevano esseri li da molto tempo.
Tra le varie strutture passavano cavi elettrici che formavano una specie di ragnatela , che ricopriva la città .
Ogni tanto quale auto o moto volente si ergeva dalla foschia …non potevo fare a meno di chiedermi dove diavolo fossi .
Comunque per ora sembrava avere tutte le caratteristiche di una città terrestre …pregavo che così fosse.
Mi voltai verso la porta , nell’attesa di scoprire chi o cosa ne fosse entrato , la paura cresceva ogni secondo di più , ma non dovetti aspettare molto per scoprirlo .
Udii una chiave girare nella serratura …
Ero chiuso a chiave quindi , brutto segno .
Quasi smisi di respirare , mentre la porta si apriva lentamente .
Strinsi i bordi della finestra , come a cercare un qualsiasi tipo di sostegno .
La porta finalmente si aprì , rimasi immobile , mentre l’uomo entrava spedito verso di me .
<< Finalmente sei sveglio ! >>
La sua voce dura e profonda , si abbinava perfettamente a quel viso maturo , ben delineato da un incolta barbetta chiara , che si univa a dei capelli corti castano ramati che si arricciavano sulle orecchie .
Sembrava sulla quarantina ma decisamente ben portati.
I suoi occhi verde acqua parevano illuminarsi in quel semi buio , tanto che erano chiari , erano dolci e gentili , facevano quasi da contrasto alla durezza che emanava la sua figura.
Introno a questi c’erano delle sottili rughette , che contribuivano a dargli quel fascino particolare .
Si mise in piedi di fronte a me , ora che lo vedevo così da vicino , la differenza di altezza era più marcata , rispetto al mio fisico magro e la mia statura nella media , emanava un aria sicura e imponente .
Deglutii a fatica , volevo dire qualcosa ma l’uomo mi battè sul tempo .
Si appoggiò a braccia conserte vicino la finestra .
Indossava una maglietta a maniche corte scura , con uno grosso scollo sul torace ben sviluppato , che valorizzava le sue braccia toniche , e dei vecchi jeans , infilati in un paio di stivali da motociclista .
Pur avendo una corporatura grossa era alto e slanciato , non era pompato , ma aveva una muscolatura naturale ed armoniosa , quasi come fosse una vecchia statua di una qualche divinità greca.
Quello che saltava subito all’occhio , e mi preoccupava decisamente , era la pistola nel fodero della sua cintura .
Era abbastanza chiaro , che non avrei avuto nessuna chanse in uno scontro diretto.
<< Bene – disse sorridendo , rivelando una dentatura perfetta- cose ci facevi nelle dune di Aridis ?? >>
Aridis ?. no. non ero decisamente sulla terra. lo fissai per qualche istante prima di rispondere , meditando su cosa dire , lui mi guardava torvo .
<< Heem – mi schiarii la voce , la gola era ancora troppo secca – …posso avere dell’acqua la prego? >> chiesi in tono supplichevole con voce rauca
L’uomo mi guardò spazientito , alzò un sopracciglio e sospirò .
Uscì dalla stanza senza dire una parola , ed in un attimo , tornò con una bottiglia d’acqua , l’appartamento non doveva essere grande se ci aveva messo così poco .
Afferrai l’acqua e la trangugiai senza nemmeno darmi il tempo di respirare , lasciando che mi cadesse dagli angoli della bocca .
Non era molto fresca ma era comunque un sogno .
Dopo averne bevuto fino all’ultima goccia , mi asciugai le labbra con le nocche della mano , e feci un cenno di ringraziamento con il capo .
L’uomo spazientito , fecce un sorriso sarcastico
<< perfetto !...c’è la fai a parlare adesso ? >> chiese seccato .
Ero spaventato , molto spaventato ma da quella situazione non c’era via d’uscita se non affrontare questa conversazione , ispirai profondamente , cercando di non permettere alla mia voce di tremare come il mio corpo , mi sedetti sul bordo del letto .
L’uomo aspettava impaziente
<< Io…io non ..non conosco il posto di cui stavi parlando ! >> , dissi con il tono più sincero possibile .
Lo sguardo dell’uomo si fece più torvo .
<< Ook …- disse mantenendo un tono calmo – possibilità numero 2 …che cosa – ci facevi – nelle dune di Aridis ? >>
Questa volta pronunciò le parole con estrema durezza , sembrava come pronto ad esplodere.
Perché voleva saperlo a tutti costi , forse era un poliziotto ?! , anche se , non aveva proprio l’aria di uno che rispetta la legge .
L’ultima possibilità che avevo , era dirgli la verità a cui sicuramente non avrebbe creduto .
<< Io….so …che …può risultare difficile da credere…ma non avrei ragione di mentire – l’uomo mi guardava serio con gli occhi ridotti a due fessure , tirai un altro profondo respiro .
<< Un portale mi ha condotto qui e …non ho la più pallida idea ..di dove io sia >>
L’aria era talmente tesa che potevi tagliarla , l’uomo chiuse gli occhi e contrasse le labbra.
Poi di scattò li aprì e si avvicinò verso di me , cercai di indietreggiare , ma incontrai il muro , eravamo faccia a faccia .
<< Senti ragazzino…-il suo tono era basso e scuro -…non ci sarà la possibilità numero 4…cosa ci facevi nelle dune di Aridis !>>
Il cuore mi martellava nel petto , un lacrima mi rigò il viso
<< Io le sto dicendo la verità …deve credermi >>
Dissi con un filo di voce .
<< Adesso basta con le stronzate !....>> rispose prendendomi bruscamente per i lembi della maglia e sbattendomi contro il muro con violenza .
Avevo smesso di respirare , la sua faccia era talmente vicino alla mia che i nostri nasi quasi si sfioravano , teneva i lembi della maglia ben stretti , non c’era niente che potessi dire o fare che lo avrebbe convinto a credermi .
<< Chi - cazzo - sei ?...sei una spia di Fujiyama non è così ?...sei un po’ mingherlino ma ho sentito che adesso li recluta giovani ! >>
Pronunciò le parole scandendole con durezza , mentre mi spingeva con più pressione contro al muro.
Fujiyama ?...ma cosa? Lo guardai con occhi spalancati ed increduli dritto nei suoi colmi di ira .
Ci fissammo per qualche istante , sentivo il suo respiro regolare .
Nel pesante silenzio , osservai lentamente il suo viso assumere un aria interrogativa , allentò piano piano la presa.
Mi guardava riflessivo , forse c’era ancora speranza
<< … le spie di fujiyama non sono così brave a mentire… >> disse come se stesse ragionando ad alta voce …<< e a questo punto ti saresti già fatto esplodere … >>…concluse con tono rassegnato.
Approfittai di quel momento per liberarmi dalla sua presa e scivolare velocemente sotto di lui afferrando la pistola nel fodero della sua cintura .
Con mano tremolante ed incerta gliela puntai contro .
<< Non sto mentendo !...dimmi dove siamo e dove è la mia arma >>
Dissi secco , fomentato dalla scarica di adrenalina che mi aveva dato compiere quell’azione .
La pistola era pesante e la mia mano debole , ma continuai a tenerla puntata .
L’uomo mi fissava quasi divertito , come se fosse chiaro che non era certo in pericolo .
<< Vuoi davvero giocare a questo gioco con me ? >> disse sorridendo
<< perché ti troveresti spiaccicato sul bordo della strada , prima che tu possa capire cosa stia succedendo …-fece una pausa e si voltò verso la finestra - ..e mi seccherebbe molto aver fatto una fatica inutile per salvarti la vita >> disse calmo avvicinandosi dritto verso di me
<< Non voglio fare nessun gioco …- appoggiai lentamente la pistola a terra , e la tirai con un calcio verso di lui -…non sto mentendo , non so di cosa parli e dove mi trovo ..ma vorrei tanto scoprirlo >>
Dissi tenendo le mani alzate e i palmi ben aperti in segno di resa .
L’uomo teneva lo stivale appoggiato sulla pistola a terra , e rimase a studiarmi per attimi che sembravano eterni .
Credevo di sentire il mio respiro affannoso e il cuore martellante per tutta la città .
Poi si chinò per raccoglierla , avvicina le mani al volto come per proteggermi ma lui la ripose nel fodero e rilassò il viso contratto .
<< Non sono in molte - …disse lasciandosi sprofondare nella logora poltrona …- le persone che sono riuscite a disarmarmi …a essere rimaste vive! …quindi credo che ti concederò il beneficio del dubbio >>
A questa affermazioni …arrossii improvvisamente ...ma per fortuna la mia faccia era abbastanza sporca di polvere per notarlo .
Il mio corpo si rilassò e il cuore ritornò al proprio posto , per il momento l’avevo scampata, dovevo trovare il modo di scappare al più presto , anche se non sapevo dove ma quell’uomo era chiaramente pericoloso .
<< chiaramente… non sei spia di fujiyama …quindi cosa facevi ad Aridis …chi sei? >>
Era tanto quello che avrei voluto chiedere io a lui .
Mentire non avrebbe portato a nulla , mi passai una mano tra i capelli stepposi e pieni di sabbia , poi sedetti sul bordo della finestra e appoggiai le mani sulle ginocchia .
Lo guardai dritto negli occhi , potevi perderti in quel verde acqua così limpido ma sembravano anche così stanchi.
<< Mi chiamo Adam , un portale mi ha condotto in questo universo , non sapevo dove sarei arrivato quando lo ho attraversato …- era strano dire quelle cose ad alta voce…feci una lunga pausa…- sto cercando una persona … >> dissi con sguardo serio e preoccupato.
L’uomo mi guardava perplesso , come se non avessi detto nulla di rilevante.
<< Come facevi a possedere una delle armi dell’esercito di fujiyama?! >>…disse secco .
Assunsi una aria di chi è appena caduto dalle nuvole …
<< Come ?...No!...quello è il mio blaster …lo ha costruito…- mi interruppe assumendo un aria pensierosa , il mio blaster era un invenzione unica nel suo genere , non era possibile che qualcun altro lo avesse replicato…a meno che - …come fa l’esercito di cui parli a possedere il mio blaster ? >>
Chiesi allarmato
L’uomo era sempre più perplesso
<< le domande qui le faccio io >> disse seccato .
<< quel blaster – sbottai …poi cercai di assumere un tono composto …notando lo sguardo indispettito dell’uomo -..quel blaster lo ha costruito mio nonno …! >>
L’uomo mi guardava interrogativo
<< esistono solo due esemplari e sono configurati su di noi , nessun altro può usarli … >> Era come avevo pensato allora.
<< Mio nonno è scomparso due settimane , era riuscito a trovare un modo per creare un portale interdimensionale …- l’uomo abbandonò l’interesse che per un attimo era balzato nei sui occhi , e mi guardava ormai come se fossi pazzo -…la persona di cui parli lo avrà sicuramente rapito e …gliele avrà fatte replicare !!!...si ! deve essere così ! >>
Un tintinnio proveniente dal display luminose del comunicator che l’uomo aveva sul polso mi interruppe , premette dei tasti con facilità …<< Connor , fottuto figlio di puttana ! come la hai avuto ?!...ci vediamo sul retro dello scrillex alle prime luci dell’alba ! >>
disse una voce metallica con tono entusiastico .
Non serviva sherlock holmes per capire che parlassero del mio blaster .
Connor si grattò la barba e si alzò dalla poltrona .
<< E io che per un attimo ho anche creduto…- sospirò rammaricato - ..senti…non so come tu abbia avuto quell’arma o come abbia fatto ad attraversare il confine …ma…a questo punto non mi interessa… >>
Rimase con la bocca semi aperta come a voler ribattere ma tanto sarebbe stato inutile
<< …quello che dici… non ha senso !…forse sei qualche pazzo evaso dal manicomio di Sangen ….so soltanto …che ho perso solo tempo mantenendoti vivo …sperando di interrogare una spia di fukiyama…che stupido! >>
-mantenuto vivo- questa scelta di parole mi fece rabbrividire
<< comunque hai avuto un bel coraggio …anche se mi secca ammetterlo ..quindi ti lascio andare , tanto dubito che farai molta strada >>
Disse accendendo i monitor , comportandosi con nonchalance come se io non fossi più in quella stanza.
Ero infuriato e sbalordito , scossi la testa con fare disperato .
Avrei voluto gridare e fare a pezzi quei monitor , sentivo la gola bruciare e le lacrime arrivare ma soffocai quell’imminente crisi di nervi .
<< Posso almeno sapere perché pensi quello che dico non ha senso ?...e poi …sparisco ! >> Dissi esasperato .
Connor non rispose per qualche minuto
<< Perché sono 5 anni che fujitsu controlla la città grazie a quelle armi ….avresti dovuto inventare una storia migliore >>
Disse senza distogliere lo sguardo dai monitor .
Rimasi come pietrificato , 5 anni ? ….5 ANNI !!!!... mio nonno era scomparso da due settimane !...ma che stava succedendo ? come era possibile ?! chi altro avrebbe potuto progettarli se non lui ! Mille pensieri e teorie si arrovellavano dentro di me.
Non so per quanto tempo rimasi in quella posizione a fissare il vuoto con sguardo vitreo .
<< Ma …sei ancora lì?...>> …disse Connor girandosi interrompendo il mio stato di trans …<< La porta è in fondo al corridoio…sparisci >>
disse noncurante mentre premeva pulsanti sui monitori touch screen .
Non volevo certo farmelo ripetere due volte , mi morsi il labbro e mi grattai i capelli che mi procuravano un forte prurito , per la grande quantità di sabbia di cui erano impregnati .
Attraversai lo stretto corridoio , da cui si intravedeva un piccolo bagno e una cucina che sembravano adattarsi all’arredamento spartano della stanza precedente .
Tutto era estremante poco illuminato se non da luci esterne , avrei tanto voluto sgattagliolare in quel bagno e darmi una sistemata , ma dubito che Connor ne sarebbe stato molto felice .
Afflitto mi chiuse alle spalle la cigolante porta dell’appartamento .
Il pianerottolo e le scale erano diroccati e vecchi , le mattonelle rotto e sporche , e c’era un forte odore di muffa e di chiuso.
Le scesi lentamente , con la paura crescente , di cosa ci fosse stato al di fuori di quell’enorme portone in ferro battuto .
  
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