Lo Scandals ogni sabato notte si trasformava in un luogo orgiastico, fatto di corpi seminudi che ballavano mescolando sudore, calore e altri liquidi corporei.
Per Hunter era la prima volta in quel locale, anzi per dirla tutta, era la prima volta in assoluto che frequentava un locale del genere.
Luci soffuse, un lungo bancone dove soddisfare la propria sete e non solo di alcol, musica assordante che evocava tempi lontani e luoghi piacevoli.
Aveva deciso di lasciarsi andare per quella sera, di non pensare al suo trasferimento in quel luogo desolato e di non pensare al fatto che era fuggito da casa per arrivare lì; per una sera, una sera soltanto, voleva essere un adolescente complessato, confuso e che voleva godersi quel morso di trasgressione.
La pista era gremita.
Mani, corpi e visi che si toccavano, si sfioravano e fuggivano. Chiuse gli occhi e lasciò che la musica invadesse il suo corpo e che le note lo trasportassero in quel groviglio di anime; si fece largo e si avvicinò ad un gruppetto di tre ragazzi.
Le braccia morbide lungo i fianchi, i piedi saldi che oscillavano sul pavimento umido e il bacino che si muoveva provocante come se stesse facendo sesso; inutile dire che non passarono più di un paio di minuti prima che uno dei ragazzi si staccasse dal gruppo e lo raggiungesse a pochi centimetri dal viso. Era più alto, occhi verdi e un fisico magro nascosto da una polo della stessa tonalità del suo sguardo; Hunter non capì subito di aver attirato l’attenzione fino a quando una mano gli si posò sul fianco e gli fece riaprire gli occhi.
La mano si aggrappò salda accompagnando i movimenti del corpo, sottolineando vogliosa ogni spinta e ogni piccolo sussulto.
Hunter lasciò lo sconosciuto esplorare il suo corpo; sincronizzarono il loro respiro, i loro corpi e i loro tocchi. Braccia e mani che si sfioravano, attimi di intimità rubati sulle labbra e sulla pelle. Erano uno il corpo dell’altro in una danza rumorosa, coordinata ed erotica.
Il ragazzo più alto raggiunse le sue labbra avido ed eccitato.
Hunter ricambiò il bacio portando le braccia attorno al collo dell’altro e mordendo vorace il suo labbro inferiore.
Ci fu un momento di pausa, Hunter aprì gli occhi e vide uno degli altri ragazzi richiamare l’attenzione del suo compagno di ballo.

“Ehi, è stato bello ma sono costretto ad andare!” persino la sua voce, accanto al suo orecchio, aveva qualcosa di lussurioso “se non avessi degli amici così rompipalle avrei continuato volentieri il discorso…”

“Ti posso rivedere?”

“Mi trovi quasi sempre qui!”

“Almeno dimmi il tuo nome…”

“La prossima volta!”

E così dicendo si diresse verso l’uscita del locale.
 

Note dell'autrice
Questo piccolo delirio era rimasto nascosto tra gli appunti e le note del mio pc.
Gli ho tolto un po' di polvere e l'ho riportato alla luce.
E' breve e intenso, ma spero vi piaccia.
Maiky