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Autore: Wanderlust25    30/09/2014    0 recensioni
Austin deve cambiare casa e mentre impacchetta ritrova un oggetto che gli desta molti ricordi; il suo umore non è dei migliori quella sera ma, per fortuna, c'è il suo migliore amico, Alan.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un momento di pausa viene interrotto da un sonoro sbadiglio di Alan, che spalanca la bocca e si strofina gli occhi, influenzando anche me.
Guardo l’ora è mi accorgo che è la una e mezza del mattino.
«Che dici, andiamo a dormire?» gli propongo alzandomi dalla sedia e stirandomi le braccia, allungandole verso l’alto.
«Sì, direi di sì» bofonchia il mio amico.

Si dirige verso la sua camera e si lancia a pancia in giù sul letto, con braccia e gambe aperte, occupando l’intero spazio del materasso matrimoniale.
«Ma la camera degli ospiti…» gli dico perplesso, notando che non ci sono le lenzuola, appoggiandomi allo stipite della porta.
«Che? Vieni qui, va… tanto non è la prima volta che dormiamo insieme, o sbaglio?» risponde con tono decisamente assonnato «E poi quella, più che degli ospiti, è la camera che usano i miei quando vengono a trovarmi» aggiunge.
Non ho altre scelte, se non dormire sul divano.

Faccio spallucce e mi avvicino al letto, tolgo le scarpe e mi lancio anch’io sul materasso, prendendo dentro Alan che si lamenta e mi tira una manata di rimando.
Bisticciamo per un po’, fino a che ci stanchiamo e ci troviamo sdraiati su un fianco, dandoci le spalle, con la luce spenta e il lenzuolo che ci copre.
Lui è ancora senza maglietta, io ce l’ho ancora indosso.

Restiamo in silenzio, cercando di addormentarci, ma nessuno dei due ci riesce a quanto pare.
Lo sento sospirare profondamente e muoversi con le gambe.
«Che c’è?» gli domando con gli occhi chiusi.
Lui non risponde subito e io non insisto.
«Io e Ashley ci siamo lasciati» ammette infine.
«Cosa?!» esclamo sorpreso, girandomi di scatto verso di lui, che però continua a darmi le spalle.
«È già da un paio di giorni» continua.
«E perché non me l’hai detto?»
«Non l’ho detto a nessuno, tu sei il primo a saperlo… non mi andava di parlarne e nemmeno adesso, se è per questo, però sei il mio migliore amico ed è giusto che lo sappia» conclude, facendo spallucce.

Dovrei sentirmi onorato per essere il primo a sapere un suo segreto, eppure preferirei non trovarmi in questa situazione perché sono l’ultima persona capace a consolare le persone in fatto di amore e relazioni.
«Mi dispiace» mi limito a dire.
«Non importa, magari domani ne riparliamo»
Chiude la conversazione e io mi rigiro sull’altro lato.
Come sempre il solito Alan che cerca di essere forte e passarci sopra, tanto che sarebbe inutile chiedergli il perché della rottura, troverebbe un altro argomento di cui parlare.

Chiudo gli occhi e tento nuovamente di dormire ma non ci riesco.
«Oggi ho ritrovato la mia fede» confesso tutto d’un fiato, stringendo a me l’anello che ho stupidamente attaccato alla catenella insieme alla medaglietta al collo.
«Cosa vuol dire che hai ritrovato la fede?» ride Alan «Sei andato in chiesa?» continua.
«No, ho ritrovato la fede nuziale, l’anello» mi spiego meglio.
Segue un momento di silenzio.

Sento Alan girarsi lentamente nel letto e appoggiarmi una mano sulla spalla, mentre questa volta sono io a dargli le spalle.
«Per questo che stasera ero così strano» osserva.
Io mi limito ad annuire con la testa e chiudo gli occhi, mandando giù il groppo, cercando di non piangere ancora.

«Non pensavo l’avessi tenuta» aggiunge poco dopo.
«Nemmeno io, non ricordavo di averla però sono contento che ci sia ancora… potrei rivenderla e farci un po’ di soldi» cerco di ironizzare, forse perché è più semplice che parlarne seriamente.
«Austin!» esclama Alan divertito.
Io non riesco a ridere.

Mi giro verso di lui sospirando profondamente e ci guardiamo per un attimo nel buio della stanza, illuminata debolmente dal lampione in strada.
Afferro la catenina che ho al collo e tiro fuori da sotto la maglietta la medaglietta, mostrandogli la fede attaccata insieme.
Il mio amico la guarda e rimane per un po’ in silenzio.
Vorrei sapere a cosa sta pensando.

«Ti manca?» mi chiede infine.
«A volte sì» ammetto «ma credo che in realtà mi manchi proprio una persona con cui stare, una persona che ti ama, con la quale svegliarsi al mattino e sapere che entrambi abbiamo bisogno l’uno dell’altra» gli spiego.
«Già, ti capisco» sospira il rosso «ed è per questo che ci sono gli amici» aggiunge poco dopo.
Ha pienamente ragione.
«Giusto, insieme supereremo questo periodo» gli dico.

Ci sorridiamo.
Gli passo una mano tra i capelli spettinandoglieli, come facevo un paio di anni fa.
Lui non si ritrae e non obietta, nonostante gli dia fastidio.
«Buonanotte Anthony»
«Buonanotte Robert»
Ognuno si rigira sul proprio lato del letto e poco dopo cadiamo in un sonno profondo e tranquillo, consapevoli che al nostro risveglio saremo ancora lì, l’uno per l’altro, come due migliori amici, come due fratelli che lottano e affrontano la vita insieme.
  
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