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Autore: Aki_Saiko    30/09/2014    1 recensioni
Autunno:
-Settembre: "Si fermò per riprendere fiato e per realizzare meglio il peso di quelle parole pronunciate con tanta foga e tanta ira, parole che ancora aleggiavano nell’aria come se fossero state nebbia. Gli occhi rossi dell’uno erano puntati in quelli verdi dell’altro, gli sguardi perfettamente intrecciati e i respiri quasi sincronizzati." (OriginalShipping) (Crossover: Free!-Eternal Summer, SPOILER EPISODIO 9 )
*
-Ottobre: "Non ti senti solo, Red? Certo che sì, e nei momenti peggiori i tuoi piccoli amici provano a darti conforto, chi in un modo chi nell’altro. Però non basta mai, no?, perché in fondo a te manca una persona, un persona che sai di aver deluso nel profondo, andandotene." (accenni di OriginalShipping)
*
-Novembre: per concludere, una raccolta dentro la raccolta.
[Parte della serie "A Story to pass Time" ]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gold, Green, Red, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Story to pass Time'
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[ATTENZIONE! SPOILER per Free!-Eternal Summer, episodio 9] [Se non avete visto Free! e non ve ne frega una bega degli spoiler potete leggere comunque, dal momento che non ci sono altri riferimenti alla trama all'infuori di questa scena]
Personaggi: Green, Red
Contesto: direi videogioco, ma trattandosi di un crossover non ne sarei molto sicura. Ho scelto questa opzione perché il Red di cui parlo -pur essendo un po' OOC- è molto più simile al Red del gioco che non a quello del manga.
Soundtrack: Coldplay- Talk
Note: io... non chiedetemi come mi sia venuta questa idea malata GIURO NON LO SO. Stavo semplicemente commentando con un mio amico il nono episodio di Free, entrambi siamo RinHaru shipper (e chi ha visto ha ben presente la scena di cui parlo) e quindi entrambi eravamo abbastanza fomentati dal tutto... quando mi è venuto in mente che potevo farci un crossover con Pokémon perchè l'OriginalShipping è la RinHaru del fandom di Pokémon, e nessuno mi convincerà mai del contrario.
Scherzi a parte, Haru incazzato è una delle cose più sexy che esistano ed è più o meno così che mi sono immaginata Red(?) e niente, spero che, amanti di Free! o no, possiate apprezzare questo capitolo che ahimè segna l'inizio dell'autunno. Noi ci vediamo il mese prossimo a Ottobre :3



 
I’m (not) so scared about the future
and I (don’t) wanna talk to you

 

 
 
“Si avvisano i signori Allenatori che la Lega Pokémon dell’Altopiano Blu rimarrà temporaneamente chiusa causa rinnovo della vecchia struttura. Non sarà possibile effettuare sfide sino al giorno 21 settembre, durante il quale si terrà uno speciale torneo in onore della riapertura. Informiamo inoltre...”
Con espressione scocciata Green accartocciò malamente il volantino che gli avevano forzatamente consegnato all’entrata del Centro Pokémon di Smeraldopoli. Che diamine, quando decideva che era il momento giusto per presentarsi alla Lega dopo un lungo allenamento, quelli ne approfittavano per chiudere. Se l’avesse saputo prima, se la sarebbe presa con più calma (cosa che in effetti sarebbe stata possibile, se solo non avesse allontanato in malo modo le due persone che nell’ultimo mese avevano tentato di consegnargli un volantino simile).
Molto poco aggraziatamente si gettò su uno dei divanetti e riaprì il foglio per continuare a leggere: il torneo vero e proprio sarebbe stato a numero chiuso con eliminazione diretta, pertanto due settimane prima della riapertura si sarebbero tenute le fasi preliminari. In questa occasione, chiunque avesse conquistato tutte le medaglie doveva scontrarsi con cinque avversari e vincere almeno tre sfide per poter passare.
Beh, se non altro mancavano meno di dieci giorni all’inizio delle eliminatorie, e lui aveva già ottenuto tutte e otto le medaglie necessarie. Avrebbe continuato il suo allenamento per essere sicuro di stracciare qualsiasi rivale gli fosse capitato davanti.
“Anche Red, se dovesse presentarsi l’occasione”
 
Fu quindi ben felice, Green, quando scoprì di essere nello stesso gruppo del moro: erano in dieci, ciascuno poteva scegliere che avversari sfidare e in quale ordine, e chi riceveva una sfida da qualcuno non poteva per alcun motivo rifiutarsi di combattere. Era solo una questione di tempo prima che i due si scontrassero sul campo di battaglia.
  Lui fu il primo a venir sfidato, dunque lottò per primo e vinse anche con molta facilità: il suo avversario era determinato, ma tendeva a pensare in maniera troppo avventata, e questo aveva permesso al giovane nipote di Oak di far breccia senza difficoltà nei suoi ragionamenti. Non era stata una grande sfida, ma per lui rappresentava l’inizio di quella che, ne era certo, sarebbe stata una lunga serie di vittorie: niente avrebbe potuto fermarlo, e avversario dopo avversario sarebbe arrivato fino alla cima della Lega.
  A guardarlo però non si poteva dire lo stesso di Red: il ragazzo era sempre stato poco loquace –motivo per cui Green non si era scomposto più di tanto quando non l’aveva nemmeno salutato- ma oltre a ciò pareva stanco, appesantito, come se un peso gli gravasse sulle spalle. Raramente spostava la visiera del cappellino, ma in quel primo giorno non ricordava di avergli mai visto alzare lo sguardo una volta che fosse una.
Ad ogni modo, anche lui aveva ricevuto una sfida, e la sua sarebbe stata la terza lotta.
Green si posizionò tra le prime file sugli spalti per assistere più da vicino, in modo da studiare entrambi gli avversari e osservare se nel team del suo rivale ci fossero state particolari modifiche.
  I due si disposero agli estremi del campo di battaglia e iniziarono a combattere.
Red schierò il suo Charizard, la sua giovane avversaria un Pidgeot. Green pensò che in quanto a potenza il moro era certamente in vantaggio, ma sin da subito fu chiaro che c’era davvero qualcosa che non andava.
Gli ordini dell’Allenatore dal cappellino rosso risultavano incoerenti e incerti, confondendo il Pokémon drago e portando in fretta alla suo sconfitta.
Quando Charizard andò KO in meno di 2 minuti, Green iniziò seriamente a preoccuparsi. Ma il peggio non era ancora arrivato dato che, di lì a poco, Red posò lentamente a terra le sue sfere ed uscì dal campo per dirigersi negli spogliatoi, con lo sguardo perso nel vuoto.
Aveva dato forfait.
Red.
Forfait.
  Senza fermarsi a riflettere, Green si precipitò giù dalla gradinata delle tribune ed entrò in malo modo nella zona riservata ai partecipanti contro le proteste di un membro del personale. Senza fatica trovò la stanza che cercava e spalancò la porta con rabbia.
Red era lì, con la fronte appoggiata al suo armadietto e gli occhi chiusi.
A grandi falcate coprì in fretta la distanza che li separava, arrivato davanti all’esile Allenatore gli strinse il polso e lo costrinse a guardarlo in viso.
«Perché? Perché mai hai fatto una cosa del genere?! »
«A te cosa importa? »
«Mi importa perché se perdi questo stupido torneo non potrai sfidare la Lega per chissà quanto tempo! Lo sai o no cos’è una classifica? »
Red storse la bocca e distolse lo sguardo.
«È soltanto una sfida »
«Soltanto una sfida! Non hai perso, Red, hai dato forfait,  forfait! Mi spieghi da quand’è che hai iniziato ad arrenderti nel bel mezzo di una lotta?! »
Impossibile. Il rivale che lui aveva sempre conosciuto, con il quale di recente si era scontrato senza mai vincere; quella stessa persona non poteva aver deciso che non gli importava di lottare. Decise di insistere.
«Pensavo fosse il tuo sogno diventare l’Allenatore più forte di Kanto, colui che nessuno riesce a battere. Questa è la tua occasione per dimostrarlo! »
Red chinò nuovamente il capo.
«Per dimostrare cosa? Da quando essere il più forte rende una persona migliore di un’altra? Cosa sarebbe, una specie di record? Nulla di tutto questo è ciò per cui combatto. »
Il moro tornò ad alzare lo sguardo ora tagliente, carico di sfida e di esasperazione, legandolo saldamente a quello di Green.
Si fissarono per un breve attimo, in silenzio.
«E allora, per cosa lotti, Red? »
«Lotto per me stesso e per i miei compagni. Quando scendo in campo, è solo perché voglio sentire il legame che c’è tra me e loro; mi piace vederli dare il meglio di sé con orgoglio, mettersi alla prova perché è qualcosa che a loro va di fare. »
Green si accigliò, leggermente sorpreso dalla risposta. Sapeva che l’amico d’infanzia non era certo indifferente verso i Pokémon, ma non pensava avrebbe mai espresso i suoi sentimenti a qualcuno, men che meno a lui. Ciononostante continuò il suo attacco.
«Allora combatti per loro. Non possono scendere in campo da soli, hanno bisogno di qualcuno che gli dia delle indicazioni! Lo capisci che questo potrebbe ripercuotersi sul tuo futuro? Non volevi diventare una leggenda, non era forse questo il tuo sogno?!»
Senza rendersene conto, Green stava stringendo Red per le spalle, scuotendolo con una discreta forza. Lo stava per fare. Stava per dire quello che in cuor suo aveva sempre sospettato, ma che non era mai stato disposto ad ammettere.
«Io lo so che tu potresti farcela, ne hai tutte... »
Non terminò la frase.
Con una forza che non credeva assolutamente potesse avere, Red si liberò dalla stretta e colpì l’armadietto di metallo dietro di lui. Nel suo sguardo c’era solo rabbia ora.
«Ancora con questa storia? Tu sei il primo che non capisce! Quale sogno? Quale futuro? Un nome famoso e un posto di prestigio? Sei tu quello a cui interessano queste cose! Io non ho nulla di tutto questo!»
Si fermò per riprendere fiato e per realizzare meglio il peso di quelle parole pronunciate con tanta foga e tanta ira, parole che ancora aleggiavano nell’aria come se fossero state nebbia.
Gli occhi rossi dell’uno erano puntati in quelli verdi dell’altro, gli sguardi perfettamente intrecciati e i respiri quasi sincronizzati.
Ci volle qualche attimo per spezzare il silenzio.
«Se mai arriverò a sfidare la Lega, a scalare la vetta, sarà perché io avrò deciso di farlo, non perché le persone che mi circondano si aspettano che io lo faccia... per il semplice fatto che sono bravo nelle lotte. E questo i miei Pokémon lo sanno bene. Ne ho abbastanza.»
La sua voce era roca e leggermente tremante, le spalle incurvate. Senza aggiungere altro, si allontanò in direzione della porta lasciando Green a fissare il vuoto per quasi un minuto.
Era questo che provava Red? Era per questo che nell’ultimo periodo si era fatto ancora più taciturno del suo solito? Davvero per lui Red era così lontano da non arrivare a capire nemmeno una cosa grande come questa?
Davvero lui... lo conosceva così poco?
In lontananza i passi leggeri echeggiavano vagamente, ma Green era ancora fermo nella stessa identica posizione.
 
  
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