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Autore: oOokikkaoOo    08/10/2008    2 recensioni
Avevo solo quindici anni quando provai i brividi del primo e vero grande amore… La prima e l’ultima, non scorderò mai l’uomo che con i suoi dolci occhi mi ha fatto perdere la testa, l’onore e la ragione…
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.: SGUATTERA PER AMORE :.

 

 

Avevo solo quindici anni quando provai i brividi del primo e vero grande amore…
La prima e l’ultima, non scorderò mai l’uomo che con i suoi dolci occhi mi ha fatto perdere la testa, l’onore e la ragione…

 

Era una giornata abbastanza calda per essere primavera nella Vienna del 1600, dalla finestra della mia camera filtrava uno spiraglio di luce che illuminava e riscaldava il mio viso, ero seduta innanzi alla mia specchiera intenta ad intrecciarmi i capelli con dei nastri color rosa pallido quando bussarono alla porta
-“ Avanti”- dissi gentilmente
-“ Buona giornata principessa sono venuta a portarle la colazione in camera”- disse Margareth, la mia cameriera personale, la guardai era nascosta dall’enorme vassoio che portava con se, le feci cenno di posare tutto sul tavolo che si trovava nella stanza, la osservai attentamente: era una ragazza minuta forse troppo per le fatiche che comportava lavorare a servizio in un castello, indossava gli abiti da lavoro, ovvero un vestito marrone, con le maniche arrotolate che facevano intravedere le numerose bruciature del ferro per stirare,  e un grembiule perfettamente pulito e sbiancato dalla luce del sole a cui era stato esposto il giorno precedente, i capelli ricci erano crespi per colpa delle ore passate sui catini di acqua bollente che serviva per fare il bucato ed erano raccolti con cura sotto una cuffia bianca che copriva parte del viso. Era a nostro servizio dalla mia nascita poiché sono sempre stata cresciuta e curata da lei, aveva all’incirca venticinque anni, era sposata e aveva una famiglia che andava a trovare solo la domenica e quando la domenica mattina doveva partire verso casa i suoi occhi da stanchi e affaticati divenivano vispi e brillanti.
Margareth si congedò e uscì dalla mia camera lasciandomi nuovamente sola, non toccai cibo e tornai davanti allo specchio, slegai i capelli e i miei morbidi riccioli biondi ricadettero dietro le spalle accarezzandomi la schiena, indossavo una camicia da notte rosa fermata sotto il seno con un nastro dorato, una lunga vestaglia dello stesso rosa con le maniche lunghe lasciata aperta mi copriva fino ai piedi, la mia pelle diafana e liscia faceva risaltare i colori dei miei vestiti, fissai i miei occhi color nocciola ma non vi era alcuna lucentezza erano spenti, pareva fossero morti.
Pensai cosa potesse avere una sguattera più di me, io possedevo pellicce, scarpe e gioielli favolosi in più avevo chi mi serviva, chi mi pettinava e acconciava i capelli, chi cuciva abiti per me, chi mi preparava i pranzi, andavo alle feste nei palazzi, in poche parole avevo tutto ciò che una persona può desiderare,ma mi sentivo incompleta, non pensavo che la cosa che mi mancasse di più fosse l’amore, non sapevo neanche cosa si intendeva per amore, anche se avevo letto molti racconti su quest’argomento.
Adoravo leggere, spesso mi rinchiudevo nella biblioteca di palazzo per ore e ore cercando di scoprire cosa ci fosse al di fuori delle mura del mio palazzo, ero molto intelligente e sapevo molte cose, sapevo cos’era un mercato nonostante non ne avessi mai visto uno, sapevo di che colore fosse il mare e sapevo che le sue acque erano salate ma non vi avevo mai nuotato dentro, conoscevo il latino, l’arte, la musica e la filosofia sapevo molte cose ma in realtà era come se non sapessi nulla.
Fui interrotta nuovamente dalle mie tre sorelline che entrarono nella mia stanza come furie, la più grande era davanti a tutte e teneva per mano le due gemelle,
-“ Eva ci acconci i capelli?”- chiese Lilian indicando lei e le sorelle, io annuì e le feci sedere sul mio letto, inizia con Lilian mentre Elianor e Elisabeth spizzicavano il pane della mia colazione, incominciai ad intrecciate i capelli scuri e lisci di mia sorella mentre scelsi un nastro viola in tinta con il suo vestito per legarli, poi fu il turno delle due gemelle, i loro capelli erano biondi e lisci come quelli di nostra madre, per loro scelsi dei toni azzurri come i loro occhi.
Appena mi lasciarono nuovamente sola mi distesi sul mio letto a baldacchino, respirai il profumo delle coperte e guardai verso il balconcino della mia finestra, in lontananza oltre le mura si vedevano le montagne, avrei voluto vederle e farci delle passeggiate mi bastava anche solo respirare l’aria che si poteva annusare da quell’altezza, tirai un sospiro e voltai la testa verso la porta della mia camera rimasta aperta dopo l’uscita delle mie sorelle, Mia madre era in piedi sulla porta e mi guardava sorridendo le assomigliavo moltissimo ma i suoi occhi, al contrario dei miei, erano azzurro cielo,si spostò con grazia facendo spazio a un cameriere il quale spingeva una statua, o quello che sembrava avesse la forma di una statua poiché era coperta da un panno di seta porpora
-“ Un regalo per voi vostra altezza!”- disse il servo
-“ Da parte di chi?”- chiesi alzandomi e avvicinandomi al mio regalo
-“ Il principe di Inghilterra”- disse l’uomo levando il telo con un gesto, non era una statua come pensavo ma una gabbia con dentro delle bellissime colombe bianche, mia madre fece cenno al servo di portare gabbia e colombe nel balconcino
-“ Chi mai oserebbe rinchiudere delle colombe in una gabbia?un pazzo forse! Non un principe!”- dissi stizzita, mia madre mi abbracciò e dolcemente mi premette contro il suo petto, fece cenno al servo di uscire e mi fece sedere sullo sgabello davanti alla specchiera, affondò le mani nei miei capelli poi agilmente li intrecciò con vari nastri, fece un sospiro e disse
-“ Figlia cara siete in età da marito, non potete assolutamente ripudiare un regalo da un così buon partito come il principe d’Inghilterra!”-disse lei ammonendomi, la guardai e sbuffai tra me e me
-“ Avete ragione ma io non posso sposarmi con una persona che non amo!”- replicai
-“ E chi amereste voi?”- chiese
-“ Nessuno!”-
-“ Avete preferenze su qualcuno?”- chiese
-“ No per nessuno”- risposi
-“ Allora non vi cambia nulla se tanto non amate nessuno, tra un mese daremo un ballo per farvi conoscere i pretendenti siate carina e gentile con tutti io ho un potere speciale  su vostro padre ditemi chi avrete scelto dopo la festa e ve lo farò maritare!”- detto questo mi lasciò seduta da sola nella mia stanza, andai verso il balconcino, mi avvicinai alla gabbia delle colombe, le osservai qualche minuto, le loro piume bianche splendevano di luce, alcune erano arruffate al tre tutte lisce, svolazzavano in qua e in là ma una stava sul fondo della gabbia, apri lo sportello della gabbia per potervi introdurre le mani, afferrai dolcemente la piccola colomba la guardai attentamente: le sue piume brillavano più delle altre ma i suoi occhi cupi contrastavano con la lucentezza del piumaggio.
Senza pensarci due volte aprì le mani lasciandola libera, la colomba spiccò il volo e volò n alto sopra le nuvole, la guarda presa da una strana voglia di mettere le ali e seguirla, mi voltai verso la gabbia e liberai tutte le colombe che vi erano all’interno, mi persi a guardare come volteggiavano dolci nell’aria danzando prima unite e poi sciolte per poi perdersi nell’infinito

  
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