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Autore: Manami    08/10/2008    10 recensioni
"Le baciò dolcemente il capo, inspirando il suo profumo fresco e sbarazzino.
Era semplicemente impossibile resisterle.."
Un semplice momento fra Alice e Jasper sulla scia di un ricordo bianco..
Terza Classificata al contest "Pulizie di Primavera-Summer Version" indetto da Pretty_Fairy.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bianco

 Bianco

 

 

I raggi scarlatti del caldo sole di giugno filtrarono dalle tende chiare, illuminando la stanza e creando graziosi giochi di luce sul pavimento di legno.

Disteso sul loro letto matrimoniale, con la cornice argentata che solitamente faceva bella mostra di sé sul comodino di fianco a lui salda fra le mani, se ne accorse appena.

Era salito nella loro stanza quando ancora la luna era alta nel cielo, sopraffatto come spesso gli capitava dalla malinconia e dai ricordi.

Perché in quelle sere in cui la luna era al massimo del suo splendore le cicatrici delle sue battaglie brillavano, risplendendo sotto i raggi della regina Selene e rendendogli ancor più difficile – impossibile – dimenticare.

Allora ritirarsi nella solitudine di quella stanza così familiare, smettendo di pensare per qualche ora, era diventata col tempo un’abitudine.

E un sollievo.

I gesti erano sempre gli stessi: silenzioso scivolava lontano dagli altri componenti della famiglia, raggiungeva quel suo porto sicuro e si stendeva fra quelle lenzuola che profumavano sempre e solo di lei.

Chiudendo gli occhi, come se Morfeo non lo avesse bandito dal suo mondo incantato.

E aspettava, immobile, fino a che il sogno più bello non invadeva la realtà, decretando che il tempo per i ricordi tristi era scaduto, e reclamandolo per sé di nuovo.

Quella sera però, quando aveva raggiunto il suo piccolo rifugio, la sua attenzione era stata attirata da quella foto. Era posata sul comodino al suo lato del letto da sempre, ed in ognuna delle case in cui avevano vissuto lui aveva preteso di averla sempre in quel preciso punto.

Perché fosse la prima – no, la seconda – splendida immagine che il sole avrebbe illuminato ogni mattina.

Così, quando i tiepidi raggi mattutini lo raggiunsero, tingendo di cremisi la foto in bianco e nero all’interno della cornice lui non aveva, nonostante fossero passate diverse ore da quando si era rifugiato nella camera, ancora chiuso gli occhi.

Aveva trascorso invece tutto quel tempo osservando rapito la foto senza mai battere ciglio.

Quasi avesse paura di vederla scomparire da un momento all’altro, come in uno di quei sogni che gli erano da tempo negati.

Troppe volte lo aveva pensato, e troppe volte la paura che tutto fosse davvero solo un incantevole illusione gli aveva attanagliato il cuore immobile, facendolo sentire perso.

Spaventato.

E anche in quel momento, l’idea logorante che tutto potesse realmente finire da un istante all’altro era insita dentro di lui.

Scosse leggermente il capo, scacciando quei pensieri con determinazione, sorridendo appena alle due figure abbracciate che lo guardavano radiose dalla foto.

Come avrebbe voluto poter rivivere quel ricordo prezioso.

Inaspettatamente, il silenzio attorno a lui fu interrotto dal cigolio leggero della porta, che si aprì e si richiuse in un solo istante.

-Jazz?-

La sua voce lo raggiunse incerta, strappandogli un sorriso.

Non ebbe neppure in tempo di alzare lo sguardo che lei, in un turbine di tulle, era già inginocchiata sul letto al suo fianco.

Occhi d’ambra che seguivano ogni suo movimento, come lui fosse qualcosa di infinitamente delicato da proteggere a qualunque costo.

Ed era vero, quello fragile, fra loro, sarebbe sempre stato lui.

-Si?- rispose mentre con calma si sporgeva verso il comodino, rimettendo al suo posto la foto sotto lo sguardo furbo di sua moglie.

-Io e Rose andiamo a Seattle,vieni con noi?- domandò in un sussurro, avvicinando piano le labbra al collo di lui e solleticandolo con il suo respiro regolare.

Se fosse stato umano sarebbe sicuramente rabbrividito.

E forse, anche arrossito.

Alice aveva il potere di farlo sempre sentire come un ragazzino.

Lui, il Comandante Jasper Whitlock, che aveva saputo tenere a bada eserciti di neonati senza la necessità che qualcuno gli insegnasse come fare, non riusciva a tener testa a sua moglie.

Una vampira grande si e no la metà di lui.

-Shopping?- insinuò, deciso a non cedere ai ricatti di quel piccolo folletto moro.

Lei si morse un labbro in un riflesso incondizionato, guardandolo come un bambino colto a rubare caramelle, prima di annuire con lo sguardo basso.

La conosceva fin troppo bene.

E lei conosceva lui, e sapeva che da lei non avrebbe mai voluto ricevere nulla che assomigliasse a compassione.

Solo una vita normale.

Migliore di quella che gli era stata destinata.

Insieme.

Scoppiò a ridere mentre con un movimento rapido e fluido le passava un braccio dietro la schiena e la stringeva possessivamente a sé, cullandola lentamente fra le sue braccia.

Le baciò il capo, concedendosi di indugiare per qualche istante in quella posizione, inspirando il suo profumo fresco e sbarazzino.

Era semplicemente impossibile resisterle.

-D’accordo mostriciattolo, arrivo tra un momento- le mormorò infine prima di sciogliere l’abbraccio, lasciandola leggermente spaesata da tanta manifesta tenerezza.

Le sorrise e vide la confusione nei suoi occhi dorati svanire lentamente lasciando spazio ad un sentimento profondo, solo per lui.

Rivolgendogli un sorriso soddisfatto Alice si alzò dal letto, e con passo umano si avviò a raggiungere Rosalie sotto il suo sguardo incantato.

Aveva già la mano sulla maniglia quando sentì l’irrefrenabile bisogno di fermarla.

-Alice?- la richiamò piano e lei si voltò a guardarlo di nuovo, incuriosita dal suo tono di voce indeciso.

-Si Jazz?-

Esitò giusto per un istante, osservandola rapito.

Non era mai stato un sogno.

Lei era lì, davvero, e ci sarebbe stata sempre.

Per l’eternità.

E lui avrebbe fatto di tutto perché fosse sempre così.

-Sei bella vestita così - le sussurrò sorridendo malizioso.

Lei parve sinceramente sorpresa, sgranò gli occhi ed un istante dopo era già scomparsa al piano di sotto, lasciando dietro di sé l’eco di una timida risata.

Sorrise.

Adorava sapere che, nonostante tutti gli anni passati insieme, riusciva ancora ad imbarazzarla con i suoi complimenti.

Ma ad essere sinceri, ancora di più adorava come quel colore le stesse splendidamente addosso.

Bianco.

Proprio come in quella foto unica.

 

§§§

 

 

Spazio Autrice

 

Ecco qui.

Avevo un'idea in mente per una piccolo drabble su Alice e Jasper, ma ad un certo punto, mentre la scrivevo, mi sono resa conto di aver preso una direzione completamente diversa...(l'idea principale partiva da una partita di baseball...!).

Quindi questo è quello che è venuto fuori...per ora la posto così, "di getto", anche se probabilmente la riprenderò in seguito, perché ho una mezza idea per come potrebbe terminare questo piccolo episodio fra loro!

Spero che vi piaccia, anche se non è molto...

Ultima cosa, per ora non è collocata precisamente in nessun momento della saga, quindi scegliete voi dove vi sembra più giusto collocarla..

BaCi BaCi,

Manami

 

   
 
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