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Autore: BrokenRoses    01/10/2014    2 recensioni
Thadastian; Dead Character
"..Alto, magro, con i capelli castano chiaro, la pelle chiara e un paio di penetranti occhi verdi che sapevano leggerti dentro. Probabilmente non di una bellezza canonica, in quanto forse troppo slanciato e troppo smilzo per essere proporzionato, ma personalmente lo trovavo mozzafiato.."
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We were right in a wrong world


La Mercedes nera, che stamattina mi ha aspettato davanti all' albergo, adesso sta percorrendo lentamente il lungo vialino che porta all' entrata dell'elegante villa, situata nella campagna parigina. Man mano che la macchina si avvicina all' entrata dell' edificio sento il mio stomaco chiudersi e la cravatta stingersi pericolosamente intorno al collo.
Mi chiedo se questo è l' effetto che fa a tutti quelli che la vedono o se sono solo io.
L’auto finalmente si ferma davanti all' enorme portone ed io, prontamente, mi appresto a scendere dalla vettura. Mi sento instabile sulle gambe e sono letteralmente un fascio di nervi. Non dormo da due giorni e ormai sono allo stremo delle forze, sia fisiche ma sopratutto psicologiche. Mi liscio i pantaloni del completo scuro, nella speranza di apparire meno stravolto di quanto io già non sia.
Un' uomo alto, dai capelli castani e gli occhi verde scuro, mi si avvicina con un' espressione gentile sul volto.
"Ha la pelle più scura" è la prima cosa che penso della figura davanti a me.
"Tu devi essere Thad Harwood" afferma quest’ultimo accennando ad un timido sorriso. "Sono io. Tu sei Philippe Smythe, giusto?" chiedo per accertarmi di avere davanti la persona con cui ho parlato al telefono. "Si, sono io. Vogliamo entrare? Fra poco iniziamo". Detto questo mi appresto a seguirlo dentro la villa. 

Mentre seguo Philippe non riesco a notare nulla dell' arredamento della casa, la mia testa ha troppi pensieri, troppi quesiti che aspettano di ricevere risposte. "Cos'è successo a Sebastian?" La domanda mi scappa dalle labbra prima che me ne accorga, non sono riuscito a trattenerla.
Aspetto di conoscere la risposta da più di un anno, precisamente da quando Sebastian è semplicemente sparito.

Ricordo ancora la sera che lo conobbi. Era una serata primaverile ed io ero con alcuni colleghi in un locale, per festeggiare il compleanno di uno di noi, quando mi ero allontanato dal gruppo per andare a prendere un drink. Sebastian era seduto al bancone con un whisky in mano.
Ricordo perfettamente che mi chiese se poteva offrirmi il drink e di avergli chiesto se sperava di rimorchiarmi offrendomi da bere. Lui mi rispose che quelli come me erano fuori dalla portata di quelli come lui ed aggiunse che voleva offrirmi un cocktail solo per il gusto di aver offerto una bevuta ad un bel ragazzo.
Quella era la cosa più assurda che avessi sentito dire perché Sebastian era magnifico, superbo. Alto, magro, con i capelli castano chiaro, la pelle chiara e un paio di penetranti occhi verdi che sapevano leggerti dentro. Probabilmente non di una bellezza canonica, in quanto forse troppo slanciato e troppo smilzo per essere proporzionato, ma personalmente lo trovavo mozzafiato.
Nessuno, nemmeno Sebastian, mi aveva chiesto di rimanere quella sera ed io non avevo nessuno motivo per restare a parlare con qualcuno che non conoscevo, eppure rimasi lì tutto il tempo a chiacchierare con lui.
Ero sempre stato incapace di flirtare con i ragazzi, ma con lui ci riuscivo senza alcun problema. Con Sebastian è sempre tutto stato così naturale, giusto per certi versi e completamente sbagliato per altri.
Fu naturale dirgli, con un tono basso e roco, che andavo un' attimo in bagno facendogli chiaramente intendere che sarebbe stata molto gradita anche la sua presenza; fu sbagliato per la fede che portavo al dito.

La sera di tre anni fa in cui conobbi Sebastian, ero già sposato da due anni con un' uomo fantastico, James. Il mio matrimonio andava bene, seriamente. Non è una di quelle frasi fatte. Non ero nemmeno un marito sessualmente frustato a causa dei lunghi periodi di astinenza forzata, causati dai viaggi di lavoro di mio marito, come coppia già avevamo trovato il modo di ovviare a quei periodi. 
A tutt'oggi non so ancora cosa mi spinse quella notte, e poi successivamente, ad iniziare una relazione extraconiugale con Sebastian.
Quello che dicono è che se t'innamori di due persone, devi scegliere la seconda perché se avessi veramente amato la prima non ti saresti innamorato della seconda. Non so molte cose, ma so di aver amato sia James che Sebastian.

I primi periodi della mia relazione extraconiugale tutti e due tenevamo su i nostri muri, Sebastian perché aveva troppi scheletri nell' armadio che non voleva condividere e io nella speranza di non perdere il controllo su quella situazione.
Nessuno dei due aveva tenuto conto del fatto che al cuore non si comanda. Innamorarmi di Sebastian è stato graduale, ma è stata una delle cose più belle che mi siano mia capitate. E con il tempo avevo imparato ad accettare i suoi demoni. Non mi sono innamorato di lui per i suoi modi raffinati o il suo modo di fare l'amore con me, mi sono innamorato prima di tutto delle sue debolezze.
Era così fragile Sebastian sotto quella corazza da duro. Aveva un bisogno così assoluto di essere amato, ma troppe volte non aveva trovato nessuno capace di amarlo e allora aveva cercato di anestetizzare il dolore provocato da questa mancanza ricorrendo alla droga.
Quando lo conobbi non era più completamente dipendente dalla droga, anche se ogni tanto ancora ne faceva uso. Sconfisse completamente quel demone circa un' anno e mezzo dopo. Ero a casa sua, un piccolo appartamento a Bushwick, quando mi disse che sarebbe entrato in un centro per la riabilitazione. L'aveva buttata lì, come se stesse parlando del tempo o dell'ultimo singolo dei Maroon 5.

Quando lo rividi, circa un mese e mezzo dopo, stava veramente bene. Sembrava felice, per la prima volta da quando lo conoscevo. Cominciò a ricostruirsi una vita, trovò un lavoro fisso, un' appartamento un po' più grande e meno malconcio.
Nove mesi più tardi dalla sua uscita dal centro di riabilitazione sparì senza dire niente. E lo fece in punta di piedi, come in punta di piedi era entrato nella mia vita. Lo cercai per mesi, compreso nei posti che sapevo frequentava quando si faceva.

Alla fine, molto tempo dopo aver finito tutte le opzioni, mi arresi. Mi convinsi che Sebastian si era solo preso un po' di tempo per se stesso e che alla fine sarebbe tornato.

Ovviamente mi sbagliavo; due giorni fa ho ricevuto una chiamata da parte di Philippe che, dopo essersi presentato, mi ha detto che Sebastian era morto e che la mia presenza era gradita e richiesta alla lettura del suo testamento. 

Ed ora eccomi qui, a Parigi, nella villa degli Smythe, mentre sto andando ad ascoltare le ultime volontà dell' uomo che amavo.
"Cancro al fegato. Quando è tornato in Francia i medici hanno confermato che era in uno stadio troppo avanzato per poter fare qualcosa. Mi dispiace che non siamo riusciti a rintracciarti in tempo per il suo funerale, ma Sebastian non ci ha lasciato molti indizi per trovarti." Philippe risponde alla domanda che mi ha tormentato per mesi e la risposta mi spiazza. Onestamente, credevo che Sebastian fosse ricascato nel baratro della droga. 
"Io.. non lo sapevo. Non me l'aveva detto." Balbetto con la voce al limite del pianto. "Tipico di Sebastian. Avrebbe fatto di tutto per non far soffrire le persone che amava." Philippe mi passa un fazzoletto di carta per asciugarmi gli occhi rigati da un paio di lacrime. "Dobbiamo andare, te la senti Thad?" Prosegue. Annuisco con la testa e lo seguo nel salotto, ad attenderci ci sono sia i signori Smythe che l'avvocato.

Sebastian non possiede molto, nonostante la sua famiglia sia esageratamente ricca. Lascia tutti i soldi e altri oggetti di vario tipo ai suoi genitori, al fratello lascia la casetta in Corsica che aveva a sua volta ereditato dalla nonna e la sua collezione di dischi. Quello che lascia a me è in confronto insignificante: una vecchia chitarra e dei libri di poesia francese. 
Eppure quegli oggetti hanno un valore inestimabile. Sebastian adorava cantare per me o leggermi poesie in francese e, per quel che mi riguarda, adoravo ascoltarlo. La nostra relazione è piena di questi momenti solo nostri.
Una volta sbrigate tutte le pratiche i genitori di Sebastian se ne vanno dicendo di essere mortificati ma di avere degli impegni. Rimaniamo solo io e Philippe che ci mettiamo d'accordo su come farmi avere i libri e la chitarra; alla fine mi spedirà tutto negli Stati Uniti. Prima di salutarmi, mi consegna una lettera e una scatolina di velluto, quella dove di solito stanno gli anelli importanti.
"Sebastian voleva che ti dessi questi." Lo saluto e lo ringrazio per tutto, poi risalgo nella macchina nera che è ancora ad aspettarmi all’ esterno della villa e questa riparte in direzione dell'albergo.

Una volta che ho preso posto nell’abitacolo, apro la scatolina e come avevo sospettato dentro c'è una fedina d'argento con dei piccoli smeraldi incastonati. Con dita tremanti apro poi la lettera e comincio a leggerla.

"Ciao amore,
Ci ho messo ventisei anni della mia vita per trovarti e quando finalmente lo faccio scopro che devo morire. Quando tu leggerai questa lettera io sarò già morto, ma voglio dirti alcune cose prima che la mia ora arrivi. Avrei voluto sposarti. Questo è l' anello che avevo preso per chiederti di diventare mio marito. Lo so che tu sei già sposato ma non importa, ti avrei aspettato anche tutta la vita se fosse stato necessario perché ti amo.."


Non riesco a continuare perché i miei occhi si riempiono di lacrime e scoppio a piangere come un bambino. Quando tornerò a casa dovrò spiegare molte cose a tutti, a James per primo, ma non adesso, non subito. Non ora che l'uomo che ho amato è morto mentre io ero a 5837 km di distanza.


Note della pazza che scrive:

Sinceramente non ho molto da dire, a parte il fatto che spero vi sia piaciuta nonostante l'angst e che ho i fazzolettini a portata di mano se ne avete bisogno.
Se vi va lasciatemi scritte due paroline anche per insultarmi va bene.

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