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Autore: treautunni_    01/10/2014    1 recensioni
Kara é in stazione da qualche ora, le temperature sono ormai calate e Dublino sembra deserta. Ha le mani nelle tasche dei soliti skinny jeans ed un chiodo nero a proteggerla dal tipico freddo irlandese. La mora tira su col naso 'ché si ammalerà, ne é certa, e abbassa il beanie di lana che le copre il capo subito dopo aver sfregato le mani tra loro, come a volersi riscaldare un po', come a volersi riappropriare di quel calore che non ha più - o che non c'è mai stato? -
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kara é in stazione da qualche ora, le temperature sono ormai calate e Dublino sembra deserta. Ha le mani nelle tasche dei soliti skinny jeans ed un chiodo nero a proteggerla dal tipico freddo irlandese. La mora tira su col naso 'ché si ammalerà, ne é certa, e abbassa il beanie di lana che le copre il capo subito dopo aver sfregato le mani tra loro, come a volersi riscaldare un po', come a volersi riappropriare di quel calore che non ha più - o che non c'è mai stato? - Passa qualche secondo prima che la mora sposti lo sguardo verso il tabellone degli orari, i treni sono tutti già passati tranne uno che sta per arrivare, dieci minuti e giungerà su quei binari. Quello é il treno che lei prenderà e non le importa nemmeno sapere dove esso sia diretto perché lei vuole solo andare via, staccare la spina da tutto e tutti. Smettere di soffrire, smettere di ricordare quello che l'ha lasciata, quel calore che non sente più, quel sentirsi viva che ormai non appartiene più a lei. Perché Kara sente di essere un essere quasi passivo, si fa scivolare tutto addosso, non sente nulla, non prova nulla. 


Ed è nei dieci minuti che precedono l'arrivo del treno che Kara si perde nei ricordi. Pensa a cosa le é accaduto nel giro di così pochi mesi, perché lei in tre mesi ha perso tutto quello che aveva, tutto quello che le permetteva di vivere, tutto quello che lei sentiva necessario per continuare ad esistere. Perché questo era quello che lui significava per lei. Kara però preferisce tenere tutto per se, stare da sola, perché come possono gli altri capire una cosa del genere? Come può chi non ha provato quello che ha provato lei capire cosa lei stia passando? Ma la mora, gli altri, li capisce anche perché lei ha avuto tutto dalla vita, ha una famiglia che la ama, degli amici che ci sono sempre e può permettersi tutto quello che vuole, il punto é che, ora come prima di incontrarlo, non ha una ragione reale per esistere e resistere. 


Kara però non vuole arrendersi ed è per questo che ha bisogno di andar via, ha bisogno di smetter di pensare a quello che, poco tempo prima, era suo e di nessun altro. Il fatto é che lei gli aveva dato tutto, tutto quello che poteva, tutto quello che era. Ed è per questo che, inizialmente, si era sentita completamente svuotata, completamente vuota. Si era sentita nulla. Ma Kara é determinata, per quanto lei dipendesse da lui, lei non vuole lasciarsi andare, non vuole smettere di vivere, vuole ritrovare la necessità di farlo, vuole ritrovare quella ragione che gli dava la forza di essere di più, di vivere non di sopravvivere.


Sono le 21 e 39 a Dublino. Si sente solo il fischio che l'avverte dell'arrivo del treno, il suo treno. Stringe forte il biglietto tra le mani e, dopo tanto tempo, un sorriso sincero si fa spazio sul suo viso, si dà coraggio, si dice che può farcela. Stringe forte la tracolla che ha tra le mani e respira. Sale sul primo vagone che vede libero.
Kara si accomoda in un vagone sostanzialmente vuoto, c'è solo una donna che le rivolge un sorriso sincero, quasi materno. Un sorriso che le fa ricordare sua madre, una madre tanto buona da aver accettato la sua partenza perché sa che la figlia ne ha bisogno, più di ogni altra cosa. Trattiene le lacrime la mora ancora una volta e si sforza di non pensarci, ha già avvertito sua madre assicurandole di essere sul treno. Chiude gli occhi, Kara, e cerca di dormire un po', facendosi cullare dalle note della sua canzone preferita.


Kara si sveglia poco dopo, il treno si é fermato in una delle varie stazioni e lei si è seduta un po' più composta, sbadigliando 'ché é ancora molto stanca. Il suo vagone continua ad essere vuoto, la donna non c'è più, sarà sicuramente scesa precedentemente. Ed il treno sta per partire quando qualcuno riesce ad entrare nel vagone, correndo ed affannando un po'. Kara alza gli occhi incuriosita e nota un ragazzo, avrà la sua età più o meno pensa, lo trova piegato sulle ginocchia, a riprendere fiato per la corsa che evidentemente ha fatto. Nota solo un ciuffo tra il moro ed il biondo, cosa che la fa sorridere un po' 'ché non riesce proprio a capire perché i ragazzi debbano tingere i capelli. Poi lui alza lo sguardo e cerca un posto, non che sia difficile, lí c'é solo la mora. Così il ragazzo si guarda un po' intorno e decide di sedersi giusto di fronte alla mora che continua a tenere lo sguardo basso. 

Si stende quasi sul seggiolino e mette le cuffie, il volume é alto e Kara riesce anche a riconoscere una canzone dei Maroon 5. E Kara, per la seconda volta sorride 'ché non le sembrava proprio un tipo da Maroon 5.

Passano altri dieci minuti e Kara alza lo sguardo verso di lui 'ché un po' - un bel po' - é curiosa. Il fatto é che, nell'alzare lo sguardo, incontra quello del ragazzo, che la guarda timido, con un sorriso sul volto. E Kara si sente un po' stupida, 'ché lo sguardo di quel ragazzo l'ha fatta arrossire come non capitava da tempo, come non le era mai capitato se non con lui, prima che se ne andasse. 

Ed è un continuo scambio di timidi sguardi e sorrisi poco accennati, 'ché Kara si sente strana. Ed é un secondo e - Dove sei diretta? - - Non lo so e tu? - 
- Non lo so - e Kara sorride ancora un po' e - Potremmo andarci insieme -
  
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