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Autore: vampyr885    01/10/2014    1 recensioni
Luci e ombre. Angeli e demoni. Cadaveri e... Musica. Uno spirito dannato che lotta contro gli esseri dall' anima nera.
Genere: Fantasy, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Preludio
 
Come sipario, in questo tetro spettacolo, cala la nebbia. Va da sé rammentare che in pianura, la nebbia ha lo stesso effetto della neve nei posti tropicali. Inverno, fa freddo. E' notte, ma in questa stagione è possibile chiamarla tale in qualsiasi momento, dal preciso istante in cui il sole va a coricarsi. Mia sorella smette di ascoltare Enya in quel momento, non c'è luce, dice. Che strana. La musica intendo. Più la amo, e più la allontano. Passiamo l'intera vita a contenere un universo infinito in un organo cavo dalle dimensioni di un pugno. Il cuore. Essa è energia pura. E’ vita. Difficile da dimenticare, da trascurare, cambia continuamente vestiti, usi e costumi, ma non l’essenza. E poi, come dei sarti dotati di talento superbo, noi ci ricamiamo una canzone ad ogni  momento, evento, ricordo. Ogni notte, appena le strade diventano deserte, esco fuori, indisturbato, silenzioso. Mi dirigo verso il teatro. La mia destinazione è il tetto. Ogni notte, di nascosto, salgo lassù, conosco un modo semplice per salirci. Ogni notte, come se fossi dentro al teatro, mi siedo li sopra, accanto ad un Gargolla di marmo, li fanno ancora bene. Insieme, ci godiamo lo spettacolo. Uno spettacolo che inizia nel preciso momento in cui abbasso gli occhi. E guardando verso il basso, vedo l’altra faccia della città, l’altra faccia delle persone. Gli umani. E come ogni opera che si rispetti, ogni immagine deve essere accompagnata da una musica che si rispetti. Tempo fa nella mansarda sotto il tetto,trovai un grammofono perfettamente funzionante,che magnifica creazione. Pensare che nel 2012 ogni invenzione perde valore nel giro di pochi giorni. Ma questo grammofono nella sua immortale bellezza non ha perso nulla dei suoi anni d’oro. Che poi erano i miei anni. Lo metto in funzione. Non appena cominciano le prime note della mia composizione preferita, un requiem di Mozart, faccio aprire il sipario dentro me, e come un temporale scaglia i suoi venti, comincia un turbinio di  scene, di immagini, di episodi, ed io che da quassù vedo tutto. Anche questa notte ci sono tutti; l’ermetico signore in giacca grigia,col cappello sporco,e gli occhi sempre bassi. Ha una famiglia davvero speciale. A tarda notte , sul ponticello, si adagia sul muretto, scende a patti con la mietitrice d’anime, e puntualmente decide da sé che non è ancora arrivato il suo momento. Più a destra c’è il solito simpatico vecchietto che canta e spiffera ai quattro venti i suoi dissensi verso il mondo, accompagnato da una musa ispiratrice di un certo fascino, una bottiglia di Whisky. E poi ancora, una giovanissima donna che abbandona al suo destino, o alla morte certa, un innocente infante, se ancora l’innocenza esiste. Siamo tutti peccatori, e le colpe sono ereditarie in questa vita. Ai piedi del teatro, una giovane coppia di amanti. I loro corpi emettono una tale energia, che il loro amore arriva fin sopra ai miei piedi , quasi solleticandoli. Pare come se un aura colorata proteggesse loro dal crepuscolo. I colori, elementi fondamentali nella vita di un essere vivente. Dal bianco della luce, al rosso sangue,sino al nero della notte, e della morte. Ogni tanto la musica viene disturbata da alcune urla. Ecco, qui c’è il cambio di scena e la quiete lascia spazio all’angoscia. Giro gli occhi, un altro non-uomo ha colpito ancora. No, non parlo di vampiri o di morti che tornano in vita. Essi vivono già. Così gli chiamo io, gli assassini, che coperti dal capo ai piedi, recidono un'altra vita al posto della Signora in nero con la falce. Di umano, non hanno nulla. E poi ancora furti, violenze carnali, omicidi efferati. Queste categorie sono le mie preferite. Accresce in me l’insana voglia di punire gli autori di questi crimini, è eccitante vedere le grigie anime deformi abbandonare il loro corpo. Il sommo maestro e scrittore William, Shakespeare intendo, osò dire in una sua opera “Oh, se uno potesse già conoscere l'esito degli avvenimenti d'oggi! Ma basterà che si concluda il giorno, e tutto si saprà”. Ho sempre desiderato conoscerlo dal vivo. La mia parte preferita deve ancora cominciare. Non ci sono applausi, o elogi, oppure onorificenze. Non ancora. Come ogni notte, l’ultimo atto lo dirigo io. Prendo il posto del protagonista. Le ultime note del requiem mi accompagneranno per il gran finale. Spargerò in giro tante di quelle anime deformi che l’intera città sembrerà un accademia di danza macabra.
Sul palco calerà il sipario solo quando metterò fine all’ultima nefandezza.
 
Almeno, per questa notte.
 
Un'altra notte.
 
   
 
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