Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: tsukitsuki    02/10/2014    0 recensioni
[Shingeki no kyojin]Fermandosi a sua volta gli si parò davanti, preoccupato nel vederlo sul punto di piangere.
Gli carezzò una guancia lentamente, lo strinse a sé, e facendolo poggiare al proprio corpo gli posò una mano fra i capelli.
Schiuse le labbra. - .. Jean..Tu ti chiami.. Ti chiami così, non è vero?-
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Jean, scendo lentamente da casa si strinse nelle spalle tenendo la testa bassa,non si sentiva per nulla in forma e quasi sicuramente era colpa del raffreddore. Non usciva di casa da un po ma vista la persistenza del raffreddore ed i ripetuti starnuti decise che uscire non gli avrebbe cambiato la vita. Iniziando a camminare per la strada si portò il foulard alla bocca,tossendo . Non consceva molta gente in città oltre a Sasha e Connie,incontrati ad un bar, che in quei giorni avevano deciso di partire per una vacanza senza degnarsi di avvertirlo.

Marco aveva appena terminato di trasferisri in quella città, era la prima volta che lasciava casa per più di una semplice vacanza, e la cosa lo preoccupava, anche se temeva maggiormente di non riuscire a legare con nessuno. Dopo aver sistemato le ultime cose decise di uscire a fare due passi, sperando di non perdersi od allontanarsi troppo da casa. Mordendosi le labbra ansioso che qualcosa che accadesse, nemmeno lui sapeva cosa, uscì di casa imboccando una via che sembrava essere una via principale. Guardandosi attorno cercò un bar poco affollato nel quale entrare per chiedere informazioni.

Fù allora che si incontrarono, il corvino abbozzò un sorriso nel trovare un bar alla fine di quella via, ma quel radiante sorriso si spense sul suo viso nel notare che il bar fosse chiuso. Rinunciando ad avere delle informazioni imboccò quella che credeva la via giusta per tornare a casa ma lungo di essa si sentiva sempre più spaesato e confuso. Guardandosi attorno si accorse della figura del biondo,seduto a terra con la schiena posata ad un muretto e le braccia ad avvolgersi il busto infreddolito. Avvicinandosi preoccupato si chinò a guardarlo. -Hey,tutto bene? Non hai una bella cera...- Il biondo mugugnò qualcosa di incomprensibile per poi guardare la mano del ragazzo ,tesa davanti a lui, sentì un profumo familiare inebriarlo completamente.. - ..Hey? - ripetè Marco preoccupato.
-S-stò bene- Sibilò Jean ed alzando leggermente il viso spuntò con gli occhi da dietro il foulard , arricciando il naso cercò di schiarirsi la voce con un colpo di tosse per poi annuire leggermente rosso sulle gote per via della febbre.Nel vedere quel ragazzo,o almeno la sua mano,verso di se alzò lentamente il braccio andando a sfiorargli le dita. Così,senza motivo.Sentiva il bisogno di farlo,ma con la vista appannata si dovette affidare a quell'istinto.
-.. No-Non sembra.. Hai bisogno di una mano?-Guardando le sue dita snelle e lunghe toccare le proprie, fece per stringerle appena, e notando che le mani del ragazzo erano completamente ghiacciate, lo strinse istintivamente a sé, senza una ragione precisa. Magari lo avrebbe scaldato si ripetè. Spostandosi qualche secondo dopo si sfilò la sciarpa, ed aggiungendola al suo foulard gliela mise delicatamente attorno il collo.

Nel sentire quel calore così vicinoil biondo ricambiò la stretta spaesato, Sentiva un profumo famigliare ,era come se quel ragazzo di cui ancora non riusciva a distinguere il viso, fosse sempre stato al suo fianco in una qualche..vita? Si ritrovo' a pensare che forse era per la sua assenza che si sentiva così vuoto. nell'anima. Ma diede tutta la colpa alla febbre. -...g-gra..grazie..- .

Accennando un lieve sorriso Marco gli posò una mano sulla fronte, e spostando subito dopo la mano spalancò gli occhi sorpreso da quanto potesse essere calda. Preoccupato si guardò attorno, e mordendosi le labbra lo prese sottobraccio facendolo alzare lentamente. Non sapeva bene perché lo stesse facendo, nonostante il suo animo gentile, raramente si fermava ad aiutare qualcuno in condizioni simili, non sapendo come comportatsi. Tantomeno in una città completamente sconosciuta. Eppure sentiva di conoscerlo.. Come se in qualche modo lo conoscesse da sempre, nonostante fosse la prima volta che lo incontrava.

Sollevandosi lentamente posò la mano al muretto,si sentiva uno schifo.
Stupido,proprio dopo tutti quei giorni passati in casa doveva decidere di uscire? Tenendo lo sguardo basso intrecciò le dita alle sue e le strinse forte,possessivamente,sentiva di volerlo ,sentiva il cuore andare a mille,si sentiva morire.

Ricambiando la stretta alle mani, lo guardò con maggiore preoccupazione, e stringendolo a sé per scaldarlo il più possibile, prese a camminare verso quella che sperava essere la direzione giusta per casa propria. Gli posò sulla guancia un lieve bacio, senza rendersene effettivamente conto, e vedendo casa propria in lontananza accennò un debole sorriso parlando sottovice, per non infastidirlo. -.Ti porto a casa mia.. Dovrei avere tutto per farti stare almeno un po' meglio.-


Restando stretto a quella figura così famigliare sollevò leggermente il viso lasciandogli posare le labbra contro la propria guancia,i brividi presero il possesso del suo corpo e una stretta al cuore lo fece bloccare per qualche secondo. Perchè si sentiva così male all'improvviso? Trattenendosi dal piangere mormorò un qualcosa di incomprensibile che somigliava ad nome..una specie di..'Marco?'

Fermandosi a sua volta gli si parò davanti, preoccupato nel vederlo sul punto di piangere. Gli carezzò una guancia lentamente, lo strinse a sé, e facendolo poggiare al proprio corpo gli posò una mano fra i capelli. Schiuse le labbra, e sussurrando cercò lui stesso di capire il significato di quel gesto. -.. Jean.. Tu ti chiami.. Ti chiami così, non è vero?-
 

-...S-si- Singhiozzando avvolse le braccia al suo petto,era tutto così strano..e..faceva paura. Non era lui a parlare,o meglio,lo era ma non capiva nemmeno una parola sentiva solo di doverlo dire. -Perchè ci..hai messo così tanto..?-
 

Lo strinse nuovamente a sé. Voleva sentirlo vicino. Sentirlo vicino dinuovo, nonostante fosse la prima volta che lo vedeva. Sin da piccolo sentiva un vuoto dentro, eppure nessuno capiva mai il perché, e lui men di tutti. Eppure con il ragazzo si sentiva completo. Nessun vuoto, nessuna morsa allo stomaco, nulla. Un sorriso sul volto e ripetute lacrime che gli rigavano le guance. -.. Io non.. Non lo so. Ma sono qui.. Sono dinuovo con te.-
 

-...Ti ho aspettato così tanto..E' stato..orribile...- Alzando completamente il viso sgranò leggermente gli occhi cessando per un momento di piangere e continuando a singhiozzare portò la mano trmolante sulla sua guance accarezzandolo con le dita..era bellissimo,eppure non lo aveva mai visto. Lo amava ma nemmeno si conoscevano era tutto così surreale..eppure lo stava aspettando da anni,da prima di tutto..da prima di nascere.  -Lentiggini.-
 

Posò una mano sulla sua, carezzandola, e posando la fronte contro la sua, ancora bollente, socchiuse gli occhi guardandolo dritto nei suoi. -.. Non ti conosco. Ma ho bisogno di te. Lo sento, tu fai..parte di me. Ti proteggerò per sempre..- Spostandosi gli tornò accanto baciandogli la mano, ed andando ad aprire la porta di casa gli fece cenno di entrare, senza mai separare le dita dalle sue.
 

-...Non te ne andrai dinuovo.- Tremando più forte di prima si spostò leggermente e seguendolo all'ingresso della casa rimase al suo fianco portandosi la sua mano alle labbra andando a baciarla,"stupida febbre." Continuò a rimproverarsi di essersi ammalato e di non poter avere quelle labbra,che in quel momento lo stavano facendo impazzire.

-. Non me ne andrò mai più.- Richiudendo la porta alle proprie spalle lo strinse a sé da dietro posandogli le labbra contro il collo, e portandolo verso la camera da letto lo invitò a stendersi e coprirsi con tutte le coperte della quale aveva bisogno. Andando in cucina preparò velocemente del tè, e portandoglielo in camera gli passò anche un bicchiere di succo all'arancia. -.. Dovresti sentirti almeno un po' meglio.. Intanto copriti il più possibile, ti prego.-
 

Era tutto così confuso e sfuocato,quello non era Jean..non era il solito Jean. Si sfilò la giacca e si stese sul letto chiudendo gli occhi per poi riaprirli subito dopo tremando terrorizzato da ciò che riusciva a focalizzare ;.la disperazione e la tristezza,l'abbandono e l'attesa che lui..no,un'altro lui ,aveva dovuto passare.Portandosi la coperta al viso cercò di mantenere la calma,aveva paura ,era confuso e si sentiva svenire ogni volta che guardava il ragazzo. Si rendeva perfettamente conto della tristezza di quella frase ma la mormorò comunque. -Avrei dovuto esserci io al tuo posto..-
 

Passarono attimi prima che lui ed il suo vecchio io riuscissero a capire la frase. In quelle semplici parole, si nascondevano ricordi sfuocati di un esistenza molto più che dolorosa. Si portò una mano a coprire le labbra, mentre gli occhi si facevano lucidi, e buttandosi fra le sue braccia per abbracciarlo scosse ripetutamente il capo, carezzandogli il viso. -.. No.. N-No. Tu hai fatto quello che è stato migliore per tutti.-
 

-..Tu eri la mia vita...non ti avevo ..detto quanto ti amassi...volevo raggiungerti...- Da quanto Jean non piangeva così? Non aveva MAI pianto così,sentiva un enorme peso sullo stomaco cominciare a caare man mano che capiva quei ricordi..quei ricordi che probabilmente,lo tenevano sveglio la notte da circa due anni. Passando la mano tra i capelli del ragazzo si strinse a lui restando in silenzio.
 

-.. Jean, ti ho.. Amato da quando ti ho visto.- affondando il viso nel suo petto prese a piangere, quasi urlando quanto potesse essere felice riaverlo. Poter abbracciare la fiamma che lo aveva scottato, quella che in tutta la sua, o le sue vite gli era mancato. Ne aveva bisogno, sentiva di poter andare avanti, adesso. Posando la fronte alla sua, schiuse le labbra contro alle sue, noncurante della sua febbre, e baciandolo velocemente tornò a posare il viso contro di lui, sussurrando. -Ti prego. Rimani. Per sempre.. Io.. È tutta la vita che ti aspetto.. Da quando sono morto. Io ho.. continuato ad amarti, lo so.-
 

-Ti amo anche io,cadetto..Bodt...- Sbuffando una risata ormai esausta lasciò cadere le braccia sul letto cercando di restare sveglio,non voleva svegliarsi e aver scordato tutto. Voleva eliminare gli incubi,ma non Marco.
 

-. Anche io, Kirschtein.-  Sorrise. Si spostò da lui e sedendosi in fondo al letto gli mise sopra un altra coperta, per coprirlo meglio. Socchiuse gli occhi su di lui, e passandosi una mano sul volto, gli sorrise lievemente. -Riposa, devi recuperare le forze. Al.. Al tuo risbeglio sarò ancora qui.-

- E..s-sarò..io..a non esserci..?- Non riuscì a resistere maggiormente, si lasciò cullare dal profumo delle lenzuola e chiuse gli occhi addormentandosi.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: tsukitsuki