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Autore: KuroiGungnir    02/10/2014    6 recensioni
sono ormai passati cinque anni da quando Masaru aveva sconfitto la divinità di Digiword, Ygdrasil.
Chika ed Ikuto frequentano la scuola media locale.
Thouma ha vinto il premio nobel per la medicina.
Yoshino lavora alla centrale di polizia con Miki, Megumi e Satsuma.
ma ora, un altro mondo chiede aiuto.
p.s: la prima storia della sezione, che bello
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ikuto Noguchi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Touya s'adventures + shot introduttive'
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~~Shot introduttiva Digimon Savers.

Era passato molto tempo da quando Masaru Daimon veva sconfitto la divinità di Digiword: Yggrdrasil.
Da allora sono passati cinque anni, ed ognuno ha preso la propria strada:
Chika, la sorella di Masaru, frequenta la scuola media locale assieme ad Ikuto.
Thonma, adesso  è diventato un ricercatore, mentre Yoshino, assieme al capitano Satsuma, Miki e Megumi, lavora alla centrale di polizia locale.

<< Svegliati Chika! >>. Il suono della voce di Sayuri Daimon era l’unica cosa che riusciva a svegliare la quindicenne, la quale si sentiva piuttosto seccata nel ricevere quel tanto odiato ordine, seppur a scuola ci andasse volentieri, adorava pure restarsene a letto.
La ragazza tentò, di malavoglia, di aprire un occhio per vedere l’ora, erano le 7:30 ed Ikuto sarebbe passato a prenderla mezz’ora dopo, quindi, pensò lei, era meglio sbrigarsi.
Dopo mezz’ora, la ragazza si era già vestita ed era pronta, quando le ritornò in mente la data: 25 maggio; in quel giorno, proprio cinque anni fa Masaru Daimon aveva deciso di andare a digiword, lasciando sole con il padre lei e sua madre.
Quello stesso giorno aveva pianto moltissimo, ed ogni tanto le capitava di ripensare al fratello maggiore, rigando con qualche lacrima il suo tenero viso, ma Ikuto riusciva a tirarla su di morale, ed era diventato ufficialmente il suo migliore amico (e per alcuni pure il suo ragazzo).
Inoltre le mancava la sua migliore amica digitale: Byomon, il gigantesco uccello con il quale aveva stretto amicizia e che aveva promesso di proteggerla. Le mancava tanto, voleva risentire la sua voce, il suo calore, il suo affetto.
Una lacrima le percorse la guancia.
Si ricordava ancora quando dava dell’immaturo al fratello, ma in realtà gli voleva un bene dell’anima,anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
Rise al solo pensiero, suo fratello l’aveva protetta tante di quelle volte che non ne teneva più il conto, se l’avesse incontrato nuovamente gli avrebbe dimostrato di sapersela cavare da sola, perché non era più la ragazzina indifesa di una volta (ed Ikuto lo ha imparato a sue spese).

Qualcosa la scosse dai suoi pensieri, ovvero l’arrivo del giovane dai capelli blu, il quale la stava  aspettando, come sempre, davanti all’entrata di casa Daimon con un sorriso unico.
Ikuto, come la piccola (si fa per dire) Daimon, aveva sofferto molto quando al sua partner aveva deciso di tornare nel mondo digitale, ma aveva anche cominciato a vedere la ragazza sotto una luce nuova, quasi divina, ovvero, ogni volta che le stava vicino provava un brivido unico, anche il solo suono della sua voce lo faceva incantare e, mentre la guardava, anzi, ammirava, si perdeva nei suoi occhi verdi, nelle sue labbra sottili, nella sua tenera pelle.
Ikuto non capiva.
Non capiva il perché di queste emozioni, in fondo per lui Chika non era altro che un’amica.
O no?
forse era altro.
Quello che sapeva era che non aveva mai provato qualcosa di simile in tutta la sua vita.

<< Andiamo? >>. Chiese la ragazza, già davanti a lui, con tanto di divisa scolastica, cartella in spalla ed il suo solito sorriso allegro che la contraddistingueva, mentre il compagno si stava risvegliando dai suoi pensieri, tornando a concentrarsi su cose più importanti, come la scuola.

I due ragazzi stavano passeggiando su di un ponte dal quale si vedeva il mare, assieme a dei pescatori, uno dei quali attirò l’attenzione dei due giovani: era un uomo anziano dall’aria strana, vestito in modo bizzarro e con un paio di occhiali da sole scuri che ne celavano gli occhi.
Ad entrambi  parve di averlo già visto, ma dove?
Pensarono entrambi che si trattasse di qualcosa legato ai mostriciattoli digitali, pensarono al nome di Tagiru Akashi.
Solo in quel momento gli tornò in mente Quartzmon, gli altri digiprescelti e domatori e la battaglia finale contro il digimon.
Se l’avevano incontrato c’era un motivo, e doveva essere grave se era venuto lì, ecco quale fu il primo pensiero dei due.
Si guardarono in faccia.
Ripensarono a Masaru ed ai loro compagni, finalmente li avrebbero rivisti.
Solo allora il “vecchio orologiaio” si voltò, sorprendendo i due ragazzi.
<< Salve, Chika Daimon, Ikuto noguchi >>. Disse lui, in modo formale, come era sempre abituato a fare.
<< Salve a lei, di sicuro se è venuto qui ci sarà una ragione valida, credo >>. Domandò la mora, sottolineando il “qui”, come per intendere che non era del “luogo”.
<< Formale come sempre, vero? >>. Si intromise Ikuto, il quale, alcune volte, detestava la troppa formalità dell’amica, in quei momenti la trovava irritante, ma continuò a parlare.
<< Quindi rivedremo Falcomon e gli altri? >>. Chiese, ingenuamente.
Il vecchietto lo guardò stranito, si aspettava una risposta più matura dal ragazzo, ma non stette ad indagare molto, prendendo la parola.
<< Tenete, questi sono dei digivice che ho costruito, un nuovo modello, nato dalla battaglia contro Quartsmon. È fatto per radunare le essenze dei sei leggendari eroi e del rappresentante, questo si chiama Digivice Evolution >>.

 Il suddetto Digivice era di una forma molto simile al xros loader, ma sembrava essersi fusa con gli altri Digivice. Nel lato superiore si notava il solito spazio per il brust mode, mentre in un lato, si vedeva lo spazio per inserire le carte da gioco. Infine, i pulsanti erano in stile “i pod”, come il xros loader.
Il vecchietto porse la mano con il digivice alla mora, la quale, stupita, lo prese e lo cominciò a scrutarlo, come se non dovesse appartenere a lei.
Finalmente poteva considerarsi una di loro, finalmente avrebbe dimostrato a suo fratello che poteva ricambiare quella protezione ricevuta durante gli anni passati.
Si, ora poteva farlo.
Poteva dimostrare di essere forte.

<< Che bello rivederti, Chika! >>. Ed ecco che la suddetta si sentiva matta, le pareva persino di sentire la voce di Byomon, e non era possibile.
<< Non mi senti, sono io, Byomon! >>.
La voce questa volta era più forte, era più reale, e veniva dal digivice.
Chika era tentata di controllare, e alla fine cedette.
<< N-non ci credo. Byomon >>.
Quelle parole erano così flebili che solo il mostriciattolo digitale poteva sentirle, sentiva inoltre che la sua partner umana stava piangendo.
Per quante volte si era detta di essere forte, ora piangeva, lacrime di gioia stavano rigando il suo volto, per poi posarsi sull’oggetto digitale come pioggia su una collina.
Finalmente era lì, con lei.
Non vedeva l’ora di riabbracciarla, ma prima l’orologiaio doveva parlarle.
<< Bene, ora che hai ritrovato Byomon possiamo tornare nel mondo digitale, non solo per trovare gli altri digimon, ma anche per portare indietro Masaru >>. Le ultime parole furono dette dal suo migliore amico.
Chika annuì, pensando a suo fratello, per poi dire con rinnovata determinazione:
<< Masaru, aspettami, verrò a riprenderti >>.

   
 
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