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Autore: bicorn    04/10/2014    1 recensioni
Era assurdo. Santana era finita a letto con una sconosciuta, che poteva essere una principessa, o un angelo o qualsiasi altra cosa al di fuori di questo mondo, perché ormai ne era certa, la bellezza di quella ragazza era disumana, e ora ci aveva anche rimediato un appuntamento. Senza ancora sapere il suo nome, naturalmente.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lo so, lo so che dovrei smetterla di postare queste one shot senza senso e senza un dannato filo logico, ma quando la mia mente malata partorisce qualcosa, non posso fare a meno di scriverlo. E ovviamente di postarlo.
Ringrazio comunque chi avrà il coraggio di subirsi questa ennesima cazzata (essì, w l'autostima).

Buona lettura!
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Azzurro.
La prima cosa che venne in mente a Santana non appena aprì gli occhi fu l’azzurro. O meglio, un azzurro di quello che contraddistingue il cielo nelle limpide mattinate estive.

O meglio, le vennero in mente degli occhi azzurri, i più azzurri che avesse mai immaginato.

Ma la contemplazione di questi immaginari occhi azzurri, che Santana era sicura di non aver mai visto, dovette interrompersi a causa del violento dolore alla testa che la colpì come un improvvisa secchiata d'acqua gelida.

Si mise a sedere in un letto che non era il suo, per poi guardarsi attorno. Quella camera decisamente non era la sua. Era di un rosa così pomposo che quasi le venne voglia di correre in bagno a vomitare. O forse lo avrebbe fatto comunque. O forse lo aveva già fatto.

Si portò una mano alla testa e si rivolse almeno una decina di insulti in spagnolo prima di decidersi ad alzarsi.

Era nuda.

Il problema di fondo non era il mal di testa, o la nausea, o il fatto che fosse completamente nuda in un letto che non era il suo, ma il problema era che non ricordava assolutamente nulla di ciò che fosse successo la sera precedente. E di conseguenza, non aveva la minima idea di come fosse finita in quella camera da letto maledettamente rosa.

Ricordava solo di aver deciso di uscire con Quinn e Puck, in memoria dei vecchi tempi, e probabilmente aveva alzato un po’ troppo il gomito.

Ma solo probabilmente.

Non che fosse la prima volta che Santana si ubriacasse a tal punto da star male, ma mai si era svegliata in una camera che non fosse la sua senza ricordare assolutamente un tubo.

Trovando miracolosamente i suoi vestiti ai piedi del letto, li afferrò e li infilò velocemente.

Si maledisse mentalmente per non riuscir nemmeno a reggersi in piedi e fu costretta a reggersi al muro per non cadere sulla sue stesse gambe.

Scese le poche scale che separavano quell’assurda camera da letto dal salone della casa, quando un fortissimo aroma di caffè le invase le narici.

Trattenne il respiro e si affacciò alla porta, cercando di non far rumore.

Dio, si era sbagliata. Quegli occhi azzurri che avevano tormentato il suo risveglio non erano un sogno, erano reali. Ed accompagnati da una lunghissima chioma bionda che ondeggiava a ritmo di musica. Dal cellulare poggiato su un davanzale risuonavano le note di una melodia che al momento Santana non riusciva proprio a riconoscere, mentre una donna decisamente alta preparava la colazione a ritmo di musica.

Santana non si rese conto del modo troppo insistente con cui stava fissando le gambe della ragazza, poiché questa si girò improvvisamente e puntò gli occhi dritti nei suoi. Subito dopo le mostrò un sorriso raggiante, il più bello che avesse mai visto, e le disse “buongiorno.”

Ormai Santana ne era certa. Quella ragazza doveva essere una dea. O un angelo. O probabilmente una principessa di qualche regno lontano, come quelli che si leggono spesso nelle fiabe. Aveva una voce cristallina, così come i suoi occhi, e i suoi capelli, e qualsiasi altra cosa che le riguardasse.

“Ciao” le rispose, accompagnando la risposta con un timido sorriso.

Il sorriso della ragazza si allargò ancora di più, poi le fece segno di andarsi a sedere sullo sgabello della penisola della cucina.

“Caffè?”

Santana, che intanto si era seduta, si era ritrovata ad annuire. La ragazza le si avvicinò senza mai perdere il sorriso e le versò una quantità abbondante di caffè per poi tornare a friggere le frittelle.

“Sei davvero di buon umore la mattina..” constatò Santana bevendo un sorso del suo caffè.

La misteriosa ragazza bionda ridacchiò senza però spostare l'attenzione dalla padella.

Intanto Santana si guardò attorno, notando solo in un secondo momento un grosso, grossissimo gatto appollaiato ai piedi dello sgabello.

Avrebbe potuto pesare più di lei e della ragazza bionda messe insieme.

Già, la ragazza bionda..un sorriso soddisfatto si dipinse sul viso di Santana non appena si rese conto di cosa dovesse essere successo la sera precedente.

Non che fosse un segreto che avesse successo con le donne, ma quella ragazza..non faceva altro che ripetersi che era assolutamente la più bella che avesse mai visto.

Si perse per forse la centesima volta ad osservare il fisico della bionda, fasciato da una felpa decisamente troppo grande per le sue dimensioni, che le arrivava di poco sopra il ginocchio.

E per la seconda volta Santana fu colta in flagrante ad osservarla. Infatti, non appena si rese conto di avere lo sguardo divertito della ragazza addosso si ritrovò ad arrossire e spostò lo sguardo.

La ragazza bionda si avvicinò per versarle delle frittelle nel piatto per poi sedersi di fronte a lei.

Quando Santana finalmente si decise ad alzare lo sguardo, si rese conto che l'altra non aveva smesso di fissarla. Così decise di sostenere il suo sguardo, in attesa che fosse lei la prima a rompere il silenzio.

“Se te lo stai chiedendo..” cominciò improvvisamente la bionda “si, stanotte siamo state a letto insieme. E si, anche io ricordo ben poco..”

Santana si ritrovò di nuovo a sorridere soddisfatta, e l'altra non poté fare a meno di sorridere di rimando.

“Hai davvero un bel sorriso” constatò la bionda continuando a sostenere il suo sguardo.

Santana arrossì nuovamente e distolse lo sguardo. Ancora.

Non lo faceva mai.

“Cosa c'è? Lord Tubbington ti ha mangiato la lingua?” Chiese l'altra divertita.

“Chi?”

“Il mio gatto” rispose la bionda calandosi a prendere la grossa palla di pelo.

“Oddio..” cominciò Santana mettendo le mani davanti a se “mettilo giù, ti prego! Sono allergica ai gatti!”

“Oh, credo che questo sarà un problema..” constatò l'altra strofinando la guancia sul muso del gatto per poi metterlo giù.

“Sai, Santana..” cominciò la bionda facendo sobbalzare l'altra per aver detto il suo nome “io non sono il tipo di persona che va a letto con gli sconosciuti. Ma guardandoti..”

Santana finalmente alzò di nuovo lo sguardo.

“Guardandoti?” chiese alzando un sopracciglio.

“Guardandoti resto ferma della mia convinzione che è assolutamente sbagliato andare a letto con gli sconosciuti.”

“Ma cos-”

“Non mi sembri il mio tipo, insomma, il tipo di ragazza con cui uscirei..ma..devo ammettere che sei davvero bellissima” fece spallucce accennando un sorriso.

Santana si ritrovò ad avvampare per poi rispondere con un flebile “anche tu..”

“Ti va di uscire? Cioè non necessariamente oggi, magari un giorno in cui-” chiese improvvisamente la bionda.

“Cosa?” chiese stralunata Santana.

“Uscire..sai..prendere un caffè..fare un giro..”

“Ma se hai appena detto che non sono il tipo di ragazza con cui usciresti!” Rispose prontamente Santana.

“Ho detto anche che sei bellissima. E che mi piace il tuo sorriso. Potrei darti una possibilità e..”

“Oh beh, sono lusingata” scherzò la latina.

“Solo se v-”

“Voglio” si affrettò a rispondere l'altra avendo finalmente recuperato il coraggio e l'audacia che la caratterizzavano.

La bionda le sorrise per poi spostare la sua attenzione sul mangiare nel piatto.

Era assurdo. Santana era finita a letto con una sconosciuta, che poteva essere una principessa, o un angelo o qualsiasi altra cosa al di fuori di questo mondo, perché ormai ne era certa, la bellezza di quella ragazza era disumana, e ora ci aveva anche rimediato un appuntamento. Senza ancora sapere il suo nome, naturalmente.

Ricordatasi improvvisamente di avere un lavoro, diede uno sguardo veloce all'orologio per poi scattare in piedi.
“E' tardissimo! Io..devo andare.”

La bionda la guardò divertita per la reazione e si limitò ad annuire.

Mentre Santana era intenta a recuperare la sua borsa dal davanzale, la ragazza dagli occhi chiari se ne uscì con “ah, è probabile che ti ritroverai una sfilza di numeri scritti sulla tetta destra..beh..quello è il mio numero..”

Santana lanciò uno sguardo alla ragazza notando che finalmente non la stava più guardando. E che soprattutto, era arrossita.
Poi lanciò uno sguardo veloce alla scollatura della sua maglietta per notare che effettivamente si intravedevano dei numeri sul seno destro.

Si ritrovò a sorridere compiaciuta. Per il numero, per la situazione, per quello schianto di ragazza bionda.

Si appuntò mentalmente di segnarsi il numero da qualche parte prima di fiondarsi sotto la doccia di casa.

Dopodiché prese le sue cose, si avviò a passo deciso verso la porta di casa, per poi girarsi verso la bionda e dire semplicemente “ti chiamo”, il tutto accompagnato da un occhiolino.

“Ci conto” disse la bionda sostenendo di nuovo il suo sguardo, poi aggiunse “ad ogni modo, io sono Brittany.”

Brittany. Era un nome semplice eppure così..così..bello. Si ritrovò a sorridere di nuovo, un sorriso che l'accompagnò per tutto il resto della giornata.

Brittany..difficilmente avrebbe dimenticato quel nome.

  
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