Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: xitsgabs    04/10/2014    1 recensioni
{Questa raccolta si è classificata seconda al secondo turno del contest: Il nuovo esame, indetto da _Aras_}
Quegli occhi piansero, ed erano lacrime di gioia.
Raccolta di drabbles | Remus!Centric ~ Vari contesti.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Only a man
I
Il giorno della tua nascita fu il più felice della vita di tuo padre.
Lyall ti prese amorevolmente fra le braccia, lo sguardo fiero di chi guarda suo figlio e già davanti ha l’immagine del suo prosperoso futuro, pieno di opportunità e felicità.
Sapeva che saresti stato un grande uomo, perché avrebbe fatto di tutto per renderti tale.
Tua madre, Hope, tese le braccia verso di te. Il suo volto giovane era marchiato dalla stanchezza, il respiro era ancor un po’ agitato, ma gli occhi erano felici.
Talmente felici, talmente belli, che Lyall dovette per forza poggiarti fra le sue braccia, anche se controvoglia.
Quegli occhi piansero, ed erano lacrime di gioia.
 
II
 
Il freddo penetrò dalla finestra, sorpassò le calde coperte accuratamente poggiate su di te e ti sentisti congelare.
Detestavi il freddo.
Ti alzasti a mezzo busto sul letto, troppo grande per te che eri appena un bimbo e recuperasti, dal cassetto, la tua copertina azzurra di seta.
Ogni bambino dovrebbe avere la sua copertina furono le parole di tua madre quando te la regalò, e tu non te ne eri mai separato. Non perché amassi particolarmente quel morbido tessuto, ma perché era un regalo della tua mamma.
Ti ristendesti fra le coperte, stringendo la seta azzurra al tuo petto.
La seta morbida scacciò il freddo, il tuo cuore si riscaldò.
 
III
 
Il tuo quarto compleanno si rivelò splendido: tuo padre ti comprò una nuova scopa giocattolo e tua mamma ti permise di provarla immediatamente, troppo buona per spegnere la speranza nei tuoi occhi.
Ti preparò una torta, una torta buona. E ti diede un bacio sulla guancia.
Tua padre ti abbracciò, ti disse che stavi diventando il suo ometto.
Eri felice, orgoglioso di te stesso mentre chiudevi le veneziane della tua finestra e la luce piccola. Gli ometti non hanno paura del buio pensavi convinto.
Entrasti nel letto e ti addormentasti beato, felice.
E quella notte il tuo sogno fu semplicemente magnifico.
Sognasti che fosse ancora il tuo compleanno.
 
***
 
I
 
A breve sarebbe arrivato il giorno del tuo quinto compleanno, dopo un anno che sognavi questo momento.
Nella tua testa già mille idee su quel fantastico giorno presero forma.
Sapevi già che avresti sognato riguardo a ciò, mentre ti infilavi sotto le calde coperte.
Nel tuo sogno stavi soffiando le candeline, quando ti svegliasti a causa di un allucinante dolore al collo.
Piangesti, urlasti chiamando tuo padre, chiamando tua madre.
E quando arrivarono fu questione di poco, prima che l’aggressore scappasse.
Ma il dolore non si placò e mai come allora desiderasti non aver mai sognato il tuo compleanno, di non aver mai aspettato quel giorno.
Tua madre pianse, non erano lacrime di gioia.
 
II
 
Stringevi la confortevole copertina di seta fra le tue dita, mentre guardavi la luna che pian piano diventava sempre più visibile nel cielo.
Ti chiedevi cosa ti aspettava, se avrebbe fatto male.
Ma cosa è che ti aspettava? Cosa ti era successo?
I tuoi genitori erano dietro di te: tuo padre era in silenzio, con gli occhi lucidi.
Tua madre sussurrava cose come: “Remus, bambino mio” e tu volevi solo abbracciarla e dirle che andava tutto bene.
Perché era tua mamma e dovevi proteggerla.
Poi la luna occupò il cielo, un dolore lancinante ti attraversò e urlasti.
E la morbida copertina di seta fra le tue dita si strappò violentemente.
 
III
 
Superare la prima trasformazione fu davvero dura, ma superare tutte le altre ancora di più.
Speravi fosse tutto un incubo, la prima volta, poi capisti di essere condannato.
Tua mamma era con te nel letto e ti abbracciava, ti stringeva e ti sussurrava di stare tranquillo, di dormire e di sognare qualcosa di bello.
Ma tu non sognavi niente di bello da quella sera, quella notte in cui il tuo ultimo sogno bello fu interrotto con il peggiore dei tuoi incubi, quello talmente tanto brutto che non avresti mai neanche potuto immaginare.
Ma quella notte facesti il sogno più bello della tua infanzia: sognasti di non essere mai stato morso.
 
***
I
 
Albus Silente era dinnanzi a te, attento nel giocare a Gobbiglie.
Tu lo guardavi con uno sguardo di pura ammirazione, ancora stordito da tale novità: avevi visto quell’uomo sulle figurine, ma non avevi mai creduto di poterlo incontrare.
In fondo, i tuoi utilizzarono molto tatto nel dirti che non avresti frequentato Hogwarts.
Eppure il preside della scuola era davanti a te.
Ascoltasti le sue parole mentre si rivolgeva ai tuoi genitori, che lo guardavano con un misto di speranza e preoccupazione sui volti.
Gli stessi volti che si rilassarono nel sentirgli pronunciare: “Remus è un mago come tutti. Frequenterà Hogwarts.”
Abbassasti lo sguardo, due lacrime gioiose ti bagnavano il volto.
 
II
 
Erano passati oramai sette anni da quella strampalata visita e stavi frequentando il settimo anno ad Hogwarts.
Nelle settimane prima di andare in quella scuola avevi avuto paura di ritrovarti emarginato da tutti, come nella vita di tutti i giorni, e invece eri riuscito a crearti tante amicizie. In particolare tre ragazzi: Sirius, James e Peter.
Vi facevate chiamare i Malandrini e vi eravate dati tutti dei soprannomi.
Ti era piaciuto fare sogni riguardo a una possibile vita sociale a Hogwarts, ma quella realtà fu meglio del più bello dei tuoi sogni.
Avevano scoperto chi eri, ti avevano accettato, ti avevano aiutato.
E non potevi non essergli grato per questo.
 
III
 
James e Lily Potter morirono prematuramente all’età di ventuno anni, lasciando un figlio da solo.
Tristemente, questa non era l’unica cosa brutta che era capitata, dato che a quanto pare Sirius Black aveva ucciso Peter Minus, e Sirius Black doveva anche essere il responsabile della morte dei suoi migliori amici, avendoli venduti.
Ma tutto questo non aveva un senso, tu lo sapevi. Sapevi che Sirius non avrebbe fatto del male a nessuno, specie a James e Lily.
In una sola notte tutto ciò che per te era importante aveva cessato d’esistere.
E mentre le lacrime scendevano dai tuoi occhi, ti chiedevi come i Malandrini potessero essersi trovati in quella situazione.
 
***
 
I
 
Sirius era lì, di fronte a te.
Il volto sciupato dall’età e dagli anni passati ad Azkaban, la stanchezza che si intravedeva nel suo leggero sorriso, gli occhi ancora luminosi come l’ultima volta in cui vi eravate incontrate, dodici anni prima.
Quello era ciò che sognasti per anni, ciò che aspettasti per tanto tempo.
I Malandrini non erano tornati, né mai sarebbero tornati. I Malandrini erano in quattro, e con uno di loro traditore e l’altro morto, non sarebbero mai stati gli stessi.
Ma davanti a te avevi Felpato ed eri certo di poter tornare ad essere Lunastorta, insieme a lui. Grazie a lui.
Il tuo sogno finalmente si avverò.
 
II
 
Nessuno capì mai come Ninfadora riuscì a convincerti a vivere il vostro amore, nonostante gli anni di differenza e il tuo essere lupo mannaro. Semplicemente, spariste. E tornaste che eravate sposati.
Ed eri felice, felice davvero, mentre la baciavi con dolcezza, dopo averle sussurrato che l’amavi in un momento d’intimità, e le sfioravi i capelli rosa, morbidi e confortevoli come la seta, come la copertina che da piccolo ti dava sollievo, ti aiutava.
Ninfadora era un po’ come quella copertina che da piccolo stringevi sempre fra le dita: ti dava coraggio, calore e amore nei momenti più paurosi, gelidi e solitari della tua esistenza, che erano davvero molti.
 
III
 
Prendesti quel bambino fra le braccia, gli occhi illuminati dalle emozioni.
Emozioni contrastanti fra loro: gioia, tristezza, entusiasmo, paura.
Avevi tuo figlio fra le braccia, potevi non essere felice? Ma potevi essere felice, sapendo che probabilmente sarebbe stato dannato anche lui, proprio come te?
Lo stringesti fra le braccia, sapendo solo che non volevi fosse un lupo mannaro, volevi fosse un mago normale con abitudini normali nel Mondo Magico, volevi fosse felice.
Non come te, che nell’infanzia la solitudine era stata la tua migliore amica.
Era tanto da chiedere? La felicità del proprio bambino?
Lo guardasti, sorridesti, lacrime di gioia solcarono le tue guance.
Aveva i capelli blu.
 
IV
 
Ti scegliesti da solo quel destino: volesti combattere per il Mondo Magico, per la memoria di Lily, James e Sirius, per tutte le vite spente in quegli anni di guerra.
Per Teddy, che meritava una vita migliore di quella che poteva passare nel clima di guerra.
Allungasti la mano verso tua moglie, anche lei fece lo stesso.
Eravate spacciati.
Ti chiedesti se anche tu avresti avuto qualcuno che ti avrebbe ricordato, che avrebbe lottato per te come tutti avevano fatto per i Potter.
Nell’attimo prima di chiudere gli occhi per sempre, capisti che non sarebbe mai stato così.
La storia si ricorda dei re, non dei soldati.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: xitsgabs