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Autore: FreeSpirit_    04/10/2014    1 recensioni
Aveva gli occhi azzurri che ti facevano pensare al mare, un piercing al labbro che migliorava la sua bocca e un dolce sorriso, un sorriso meraviglioso.
Mi staccai e lo guardai stringendogli la mano.
“Sono Luke, piacere!” sorrise guardandomi in modo curioso e divertito.
“Janessa!” ribattei sorridendo.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Cassie_Nott perché è una persona meravigliosa, 
perché è perdutamente innamorata di Luke,
perché le voglio bene, 
perché è adorabile, 
Dedicata a Cassie_Nott perché l'adoro e mi è accanto nei momenti di 
difficoltà, e perché mi sopporta.
Ti voglio bene. 


 
“Michael, sei un rompi palle!” dissi al mio migliore amico.
“Non voglio conoscerlo, mi vergogno!” continuai a protestare, ma Michael non smise di dire "vedrai ti piacerà".
Quando fui davanti al ragazzo di cui mi aveva parlato, Michael lo salutò con il solito saluto da bad boy, avete presente cinque e pugno?
Ecco.
“Come stai?” lo sentii dire, intravidi di poco il ragazzo che rispose "bene".
“Oh ehm … lei è Janessa!” Michael mi spinse contro il ragazzo e io gli andai addosso, così lui mi prese dalle braccia arrossendo e io feci la stessa azione. 
Aveva gli occhi azzurri che ti facevano pensare al mare, un piercing al labbro che migliorava la sua bocca e un dolce sorriso, un sorriso meraviglioso.
Mi staccai e lo guardai stringendogli la mano.
“Sono Luke, piacere!” sorrise guardandomi in modo curioso e divertito.
“Janessa!” ribattei sorridendo.



Dopo quattro anni io e Luke avevamo una relazione e dovevamo sposarci, e mancava pochissimo al grande giorno.
Conobbi Luke quando aveva solo diciotto anni, e io ne avevo diciassette, ora stavo riprovando l'abito e continuavo a fissarmi allo specchio cercando di capire se stessi bene, ma io l'amavo e tutti mi dicevano che sembravo una principessa.
Rimetteva in risalto il mi seno non esagerato, risaltava i miei fianchi ed era meraviglioso.
Sentii una presa da dietro che mi strinse a sè, mi voltai e vidi mio fratello.
“Sei stupenda!” sorrise. 
“Grazie Paul!” dissi lasciando un bacio sulla sua guancia.
“Non farti paranoie, sorellina! Questo abito è perfetto per te!” 
“Dici?” 
Sapevo già la sua risposta.
“Sì, Jane!” ghignò sorridendo.
Lo ringraziai e mi feci aiutare a togliere l'abito, mio fratello uscì dalla stanza e lo sistemai posizionandolo al solito posto. 
Mi gettai sul letto e sbuffai annoiata.
Luke era uscito con Michael, Ashton e Calum.
Ormai  tutti erano sposati, tranne Ashton che aveva intenzione di sposarsi con Penny, la mia migliore amica, ma non aveva avuto ancora il coraggio di chiederglielo, era sempre stato un coglione con lei, e ora si era reso conto che l'amava davvero.
Presi il cellulare e mandai un messaggio a Luke.


-Dimmi che puoi tornare a casa!- scrissi.

-Mi spiace, piccola! Ma no, ahah x-

-Sei un stronzo, sono sola!-

-Ouch, piccola! Questo faceva male, esci con Penny!-

-Non mi vuoi tra le palle Hemmings? AHAHA!-


Certo che Luke a volte poteva essere un bastardo forte, del tipo prendergli la testa metterla nell'ascensore e farlo chiudere, sì a volte avevo quei pensieri cattivi verso di lui, chi non li avrebbe avuti contro Lucas Robert Hemmings?
Io ne avevo e non pochi.


-Voglio solo godermi i giorni prima di essere rinchiuso in casa con te per il resto della mia vita, ahahah!-

-Ma che simpatico! Non sei l'unico, sai? Anch'io ti dovrò sopportare.- sorrisi, ci piaceva scherzare così, mi divertivo e anche lui.

-Hey tu mi ami!- 
intuii che stesse sorridendo e non potetti non pensare a quel sorriso di cui mi ero innamorata perdutamente, per cui avevo perso completamente la testa.
Dio Luke Hemmings era diventato una parte di me, la mia metà, e se lo avessi perso, credetti che sarei andata fuori di testa, perdere la ragione e finire in ospedale.


-E non posso fare altro- ribattei.

-Sinceramente … sto impazzendo, voglio il giorno del nostro matrimonio, voglio sposarti e passare il resto della mia vita, perché Dio se ti amo. Non ho mai amato nessuno come te.-

Sapevo che prima di me c'era stata Aleisha, di cui ne avevo conoscenza, ma non ero una sua amica stretta, era solo un'amica di mia sorella.
Ma io e mia sorella non avevamo quei rapporti da dirci tutto, anzi: lei si faceva i fatti suoi e io i miei. 
Ma da quando le avevo detto che mi stavo per sposare con Luke, era andata fuori di testa dicendomi che era felicissima e che era dispiaciuta per essersi comportata sempre da menefreghista.
Sinceramente non m'importava, era normale, avevamo amicizie diverse e andavamo in scuole diverse, parlavamo in casa ma non tanto, come io e Paul.


-Lo stesso vale per me Luke-

Luke non era stato ne il mio primo bacio, nè il mio primo amore e nemmeno la mia prima volta.
E io non era stata la prima in tutto per lui, ma ci amavamo e questo importava, 
solo questo.
I giorni passarono e io li passavo con Ashton, dato che non sapeva come dire a Penny di sposarlo, e lei ovviamente non se lo sarebbe aspettato.
Ashton voleva che fosse tutto perfetto, ovviamente, passavo del tempo anche con Luke e Penny continuava a lamentarsi di quando anche Ashton le avrebbe chiesto di sposarla. 
Dato che loro due stavano insieme da molto più tempo di me e Luke, conobbi Penny in giro al parco, per sbaglio le buttai la cioccolata calda sulla maglietta e cercai di farmi perdonare in tutti modi possibili, e lei era scoppiata a ridere dicendomi di non preoccuparmi, così da quel giorno cominciammo a parlare e ci scambiammo i numeri mettendoci in contatto e piano piano diventammo amiche strette.

“Fallo durante il matrimonio” sorrisi.
“No, deve essere tutto perfetto. Non voglio rovinarti il matrimonio.” 
Gli diedi un pacca sulla testa e lui si sfregò la mano.
“Ahia, ma che diamine fai?” strillò.
La gente ci guardò e a me non importava più di tanto.
“Deficiente, state insieme da cinque anni perché diamine non glielo chiedi?” ringhiai.
“Lo so, ma non so come chiederglielo.”
“Non so, portala a cena. Tra poco sarà lei a chiederti di sposarla, non fa altro che impazzire con me, te lo dico davvero, sta andando fuori. Vai al mare e con un aereoplano metti un cartellone con scritto di sposarti, qualcosa” risi.
Ashton mi guardò e rise.
“Ho un'idea!” disse alzandosi e andando verso la cassa.
“Voglio sapere, riccio.” ribattei guardandolo.
“A domani per il tuo matrimonio, tesoro” 
Domani era il grande giorno, e me ne ero dimenticata.
Ero così impegnata a pensare ad Ash e Penny che mi ero dimenticata del mio matrimonio, cioè ovviamente me lo ricordavo ma non che fosse domani, oh Dio.
Mi alzai dalla sedia e andai a pagare.
“Oh no, signorina ha già pagato il ragazzo”
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, provocando una risata del cassiere
“Il solito, la ringrazio e buona giornata!” salutai e me ne andai, tornando a casa.

“Sono tornata!” urlai a Luke.
“Allelujah!” lo sentii dire. 
Risi e andai nel salotto vedendolo steso sul divano, mi tolsi le scarpe e mi gettai sul divano accanto a lui.
“Ciao piccola!” 
“Ciao biondino!” sorrisi.
Luke mi accarezzò la schiena dolcemente e poi mi guardò accarezzandomi il viso dolcemente.
Poggiò le labbra delicatamente sulle mie e cominciammo a baciarci, strinsi il suo fianco e lui mi portò più vicino a se, le nostre lingue si cercarono e cominciarono a giocare, a danzare a fare tutto.
Sentii il piercing freddo di Luke che mi fece rabbrividire, Dio quanto amavo quando mi baciava con delicatezza, era una cosa che mi faceva andare fuori di testa.
“Nessuno sa quanto ti amo.” mormorò sulle mie labbra.
“Io sì” sorrisi accarezzandogli il collo, anche lui sorrise e sentii i brividi percorrermi la schiena.
Luke mi faceva stare così bene, mi dava tutto ciò di cui avevo bisogno, mi faceva sentire viva.
Avete presente quando vorreste stare con una persona per il resto della vostra vita, fino alla morte?

Io avrei fatto di tutto pur di stare con Luke, anche se lui avrebbe dovuto uscire ogni sera per ubriacarsi, anche se dovesse cominciare a fumare a qualsiasi cosa starei con lui comunque. 
Avrei fatto davvero tutto pur di averlo al mio fianco.


“Il parrucchiere sta arrivando” sorrise papà arrivando in camera mia.
“Oh Janessa, sei meravigliosa!” disse abbracciandomi.
“Grazie papà.”
“Se tua madre fosse qui,sarebbe così felice”
“Oh papà!” dissi abbracciandolo.
Mio padre dopo sei anni dalla morte di mia madre non ne era ancora uscito fuori, ma continuava ad essere forte, nonostante le mancasse, io ammiravo mio padre.

Se fosse morto Luke io non so cosa avrei più fatto.
Scossi la testa, oggi era il mio matrimonio non dovevo pensare a queste cose.
Soprattutto era il mio matrimonio con Luke, non mi sarei persa nemmeno un momento.
“Sei bellissima, tesoro!” disse il parrucchiere, che poi uscì dalla stanza lasciando entrare il fotografo che mi disse le posizioni in cui mettermi, per l'album del matrimonio. 
“Ci siamo!” feci un respiro profondo e quando scesi vidi il nastro appena fuori la porta, tutti gridarono quando mi videro e non potei fare a meno di sorridere.

Mi porsero delle forbici e tagliai il nastro.
Tutti gridarono dalla gioia e dovevo ammettere che ero la ragazza più felice del mondo, stavo per sposarmi con la persona che più amavo, che mi aveva regalato tutto, che mi faceva sentire bene, che mi faceva sentire, che sapeva come consolarmi.
Quando arrivammo alla chiesa, si sistemarono gli ospiti e mio padre mi guardava, mi porse il braccio e feci un lungo respiro.
“Non abbandonarmi mai” mormorai.

Papà mi guardo e mi baciò la fronte. 
“Non lo farò!”
“A proposito sei la più bella delle spose” sghignazzai, poi sentii partire la musica, feci un altro respiro, le damigelle e i testimoni cominciarono a incamminarsi.

“Ci siamo!” mi ripetei in quel giorno.
Tutti si alzarono e vidi Luke sorridere con Ashton e quando si voltò verso di me, rimase a bocca aperta sorridendo come non mai.
Dio, quello smoking gli donava troppo, il mio principe era sull'altare ad aspettare qualcuno, e quel qualcuno ero io e non quella Aleisha o un'altra persona.
Ero io, la ragione per cui sorrideva.
E non ci potevo credere, mio padre mi strinse la mano e mi avvicinai a Luke sorridendogli.
“Sei splendida!” mi sussurrò all'orecchio.
Il prete fece il solito discorso e io volevo solo arrivare al dunque, e sentire dire quelle parole.
“Lucas Robert Hemmings, tu vuoi Janessa Cassie Louvard?” io lo guardai e strinsi le sue mani sorridendo come non mai.
“Lo voglio.” disse avvicinandosi sempre di più a me.
“E tu Janessa Cassie Louvard, vuoi Lucas Robert Hemmings?” domandò il prete a me.
“Assolutamente sì, se no perché sarei su questo altare?” urlai dalla gioia.
Tutti risero e anche il prete.
“Può baciare la sposa!” Luke non se lo fece ripetere due volte e mi baciò, tutti quanti gridarono dalla gioia, e quando uscimmo una marea di riso ci attaccò ed io cercai di coprirmi con il bouquet ridendo e sentii anche la risata di Luke, guardammo il fotografo che era pronto per fare una foto.
Io e Luke ci guardammo e ci baciammo, io lo strinsi a me e lui mi strinse a se.
Il fotografo ci scattò la foto sotto la pioggia di riso.

“Vuole ballare, moglie?” rise Luke.

“Certo, marito!” mi alzai e andai in mezzo alla pista con lui, presi il braccialetto di tessuto che avevo fatto mettere sull'abito per tenere l'abito, lo infilai e poi cominciai a ballare con Luke.
“Sono felicissima!” lo guardai.
“Oh puoi dirlo forte”

Il DJ mise una canzone lenta e io poggiai la testa sul suo petto, sentendo il suo cuore battere all'impazzata, e mi fece chiudere gli occhi e quasi addormentare, Luke poggiò il mento sulla mia testa e continuammo a ballare delicatamente.
Io e Luke a volte non avevamo bisogno di parlare ci stava bene stare in silenzio, e quello era il momento perfetto.
Nella giornata poi ci chiesero di scattare altre foto e cosa che facemmo.
“Sono felicissimo per te” disse qualcuno affiancandosi a me, mi voltai e vidi Michael.
Che era sempre stato il mio migliore amico.

“Anch'io lo sono Michael”
Anche Michael si era sposato e anche Calum, infatti lui ci raggiunse poco dopo.
Io e Luke avevamo fatto le foto con tutti gli ospiti e avevamo finito anche di fare le foto per il matrimonio.
Luke stava bevendo qualcosa con un Ashton e una Penny che si coccolavano.
“Calum!” gli sorrisi.

“Mancano solo quei deficienti!” sorrise rivolgendosi ad Ash e Penny.
“A quanto pare” mormorai ridendo.
“Scusate, dove sono Beverly e Alexandra?” domandai ai due ragazzi che parlavano con me.
“Oh stanno parlando con gli altri ospiti.”

“Secondo te quando le chiederà di sposarlo?” chiese Calum guardando Ash e la mia migliore amica.
“Manca poco, ho parlato con lui ha un'idea...”
Ma quello stronzo, non mi avevo detto che idea.
“Brutto pezzo di merda!” urlai contro Ashton, provocai una risata di tutti e mi avvicinai a lui portandolo lontano da Penny.
“Scusate ma devo parlare con questo stronzetto.” dissi, sentii le risate di Luke e Penny che mi fecero sorridere.
“Qual era l'idea, genius?” chiesi.

“Oh ehm … di portarla al mare e con le conchiglie scrivere di sposarmi, ovviamente faremo anche la cena” 
Sorrisi e trovai che fosse un'idea molto tenera, Luke mi aveva chiesto di sposarlo davanti alla fontana rivelando tutte le attenzioni delle persone, io scoppiai letteralmente in lacrime e non ci fu giorno più bello di quello o di questo.
“Mi piace” sorrisi.
Tornai da Luke perchè ci chiesero di fare l'ultimo ballo, cosa che facemmo.


CINQUE ANNI DOPO.

“Ricordi quando andammo a Parigi?” mi sorrise Luke.
“Come potrei dimenticare? Lì fu il nostro primo bacio, poi ci siamo tornati qualche mesetto fa.” dissi giocando con le sue mani.
“E concepimmo la nostra piccola.” disse baciando la mia pancia, ormai grande, sentii scalciare e sorrisi.
“Già” dissi accarezzandogli la nuca, sorridendo.
“Sarebbe fantastico se lei nascesse a Parigi, no?” lo guardai e lui sorrise.
“Perché hai sempre idee fantastiche?” chiese baciandomi.
“Sono un genio lo so” dissi ovvia.
“Hey, non esagerare.” rise.
“Sicuramente più intelligente di te Lucas, lo sono” ribattei.
“Piccolina, cosa dici tu?” disse rivolgendosi alla piccola creatura nella mia pancia.
La sentii scalciare e risi.
“Non è d'accordo” sorrisi fiera.
“Avremo da discutere quando uscirai da lì, piccola Lucy!”
Feci una piccola risata e lo guardai.
“Quindi?” domandai poi.
“Cosa amore?” domandò.
“Parigi!” canticchiai.
“A me va bene qualsiasi cosa, basta che io stia con te” ribatté lui.
Sorrisi e lo baciai delicatamente, cominciando a far giocare le nostre lingue.

Qualche settimana dopo io e Luke ci trasferimmo a Parigi, con il dispiacere di molte persone, ma loro volevano vederci felici, Ashton e Penny erano quelli che avevano pianto di più, e finalmente dopo due mesi il nostro matrimonio anche loro si erano sposati e avevano avuto due figli.
Michael era felicissimo per me, ma quando gli dissi che sarei andata a vivere a Parigi non l'aveva presa bene, ma a lui importava solo di vedermi felice, mi aveva visto sempre come una piccola sorella.
“Questa culla gli piacerebbe!” dissi io.
“Una culla con la tendina? Piccola, sei rimasta alle antichità!” mi derise Luke.
“Hey, voglio il meglio per la mia piccola” ribattei.
“Anch'io amore!” rise lui.
“Quindi?” domandai.
“Ti piace?” chiese.
“A me sì e a te?”
“Uhm … sì è molto carina, ora che ci penso è perfetta per la nostra principessa” 
Sorrisi fiera di me stessa e la comprammo.
Quando tornammo a casa dopo aver preso tutto il necessario per la camera di nostra figlia, cominciammo a verniciarla, infilai il pennello nel secchio e quando lo tirai fuori per sbaglio colpì Luke, lui mi guardò sconvolto e io scoppiai a ridere.
“Brutta piccola peste” sporcò il pennello di vernice e lo mise sulla mia faccia, aprii la bocca sconvolta e cominciammo a sporcarci di vernice rosa. 
“Okay, basta, tregua!” risi ancora e abbracciai Luke ridendo, cosa che fece anche lui.
Poggiò una mano sulla mia pancia accarezzandola, ormai mancava anche pochissimo alla nascita della piccola, ero al nono mese.
E non sapevo quando sarebbe nata.

“Finiamo di verniciare, stupida!” sghignazzai e finimmo la camera.

“Questo pezzo va qui, idiota!” dissi a Luke, ridendo.
“Vuoi costruire tu un culla, Janessa?” rise. 
“Hey, non è colpa mia se non sai fare nulla.” lo derisi.
“Comunque … tu come stai? Sai verniciare un'intera stanza, senza sederti nemmeno un attimo.” Luke e il solito che si preoccupa.
“Sto bene, Luke. Sono stanca, ma davvero sto ...”
Sentii qualcosa di bagnato e quasi non mi ressi in piedi.
“Che ti prende?” domandò Luke.
Capii tutto.

“Luke, si sono rotte le acque” mormorai.
“Cosa?” domandò allarmato.
“Luke, si sono rotte le acque” ripetei tenendomi le mani sullo stomaco.
Luke si alzò da terra e mi portò in macchina, continuai a fare dei respiri profondi, nel viaggio Luke mi diceva di stare tranquilla, che sarebbe andato tutto bene mentre mi stringeva la mano.
“Le si sono rotte le acque!” gridò Luke, appena fummo dentro l'ospedale.
Un dottore prese una sedia a rotelle e mi fece sedere, Luke restò accanto a me stringendomi la mano.
Degli infermieri si accerchiarono attorno me, vidi Luke prendere il suo cellulare e scrivere qualcosa.
Un messaggio probabilmente, ma cosa stava facendo? A chi diamine stava scrivendo?

Questo doveva essere uno dei miei ultimi pensieri, la mia bambina stava per venire al mondo e io mi preoccupavo di cosa stesse facendo Luke al cellulare.
Entrammo nella sala e mi misero su un letto, preparando tutto il più velocemente possibile, Luke si mise accanto a me con una cuffietta e un grembiule.
“Sei molto affascinante” risi.
“Silenzio!” rise.
Mi strinse la mano e urlai dal dolore.
“Ho mandato un messaggio a tutti dicendo che stai per partorire.”
Ecco cosa stava facendo.
“Okay” balbettai

“Bene signorina Hemmings” disse il dottore.
“Ora mi deve ascoltare!” 
Ma come faceva a sapere il mio cognome? Ah già prima Luke si era fermato a parlare con il dottore. 
“Deve spingere, perché se no dovremmo farli fare il cesario, mi ha capito?” domandò.
“Va bene” balbettai, delle infermiere si misero accanto a me e Luke rimaneva lì accanto a me stringendomi la mano.
“Spinga!” urlai dal dolore spingendo.
“Su signorina!” urlai e l'infermiera tamponò la mia fronte con un fazzoletto.
Strillai ancora spingendo.

“Forza tesoro.” disse Luke stringendomi la mano.
“Forza, signorina Hemmings spinga” disse il dottore, respirai a fondo e spinsi ancora.
“Dai, piccola! Tra pochi minuti avremmo la nostra bambina, ancora qualche sforzo.”
“Su Janessa!” continuò Luke incoraggiandomi.
“Dai signorina!” 
L'infermiera mi asciugò la fronte e io urlai dal dolore spingendo ancora.
“Ci siamo quasi, su!” mi incoraggiò il dottore.
Strinsi la mano di Luke e lui continuava a sussurrarmi che sarebbe andato tutto bene, ma che dovevo continuare e non smettere, che mancava poco.

Urlai ancora e poi mi sentii libera, sentii piangere la mia bambina e quando l'avvolsero in una copertina me la porsero e sorrisi.
“E' stupenda!” dissi, cominciando a piangere, mi voltai verso Luke che mi baciò la fronte piangendo.
“Sei stata bravissima!” accarezzò il visino della nostra bambina e poi giocò con le sua manine così minuscole.
“Come la volete chiamare?” domandò il dottore, guardai Luke che lui intuii subito.
“Lucinda.” in onore di mia madre, in onore della mia cara madre che lei se fosse qui sarebbe felicissima di vedere la mia bambina, di vedermi sorridere con la persona che amo.


GIORNO DOPO.

“Oh mio Dio!” disse Penny correndo ad abbracciarmi.
“Penny” la strinsi e sorrisi.
“Come stai?” chiese sorridendomi. 
“Benissimo e tu?” 
“Bene, ma la piccola dov'è? Luke dov'è?” domandò.
“La piccola e lì, genietto” risi indicando la mia bambina nella culla.
“Posso prenderla?” domandò.
“Certo!” risposi con un sorriso, Penny la prese in braccio e la strinse a se.
“E' adorabile!” disse.
“Assomiglia tanto a te”
“Ha preso tutto da Luke” sorrisi.

“No, Jane. Ha preso da te, è completamente uguale.” disse rimettendola nella culla.
“Ciao zia Jane!” sentii delle piccola urla e vidi i figli di Penny, con il papà Ashton dietro.
“Ciao bambini” risi.
Poi vidi Luke dietro ad Ashton.

“Congratulazioni ragazzi” disse Ashton abbracciandomi.
Poco dopo arrivarono tutti, che ci fecero i complimenti e io non potevo essere più felice di così.


QUATTRO ANNI DOPO.

“Venite qua piccole pesti.” gridò Luke rincorrendo Lucy e Tate, risi alla scena di mio marito che rincorreva i miei due bambini, anzi i nostri bambini.
Tate era nato un anno dopo Lucy, due settimane fa aveva compiuto due anni.
E Tate era completamente uguale a Luke, occhi azzurri e capelli biondi, biondi.
Quello che aveva detto Penny era vero, Lucy più cresceva più diventava la mia copia esatta.

I capelli neri e gli occhi azzurri, i miei bambini erano bellissimi e non erano i bambini di qualcun'altro, ma miei e di Luke.
Solo i nostri bambini, Lucy si mise dietro alla mia sedia sdraio e io risi.
“Mamma proteggimi!” disse.
La presi in braccio e cominciai a farle il sollettico.

“Hey sei un'alleata con papà” gridò ridendo.
“Mamma ci ha tradito, Tate!” Tate entrò in casa e rimase un po' dentro, mi fermai a fare il sollettico a Lucy e mi domandai dove fosse andato.
“Dov'è finito?” chiesi a Luke.

Ma un po' d'acqua mi arrivò in faccia, Lucy scappò da me e prese una pistola d'acqua da suo fratello, io e Luke ci guardammo e cominciammo a correre contro di loro ridendo, presi Tate e lo feci girare cosa che fece anche Luke con Lucy.
“Siete delle pesti sapete?” domandai a loro ridendo.

“Delle pesti dolci!” rispose Lucy. 
Risi e li mettemo giù.
“Almeno siete le nostri pesti!” rise Luke sedendosi accanto a Lucy, mentre io e Tate.
“Vi vogliamo bene, lo sapete?” sorridemmo io e Luke.
“Sì, papà” ribatté Tate.

“Questo è l'importante!” disse Luke guardandomi.

“Mamma! Mamma!” sentii gridare Lucy, e mi staccai da Luke che continuava a baciarmi e a mordermi il collo.
“Idiota, ci sta chiamando Lucy!” risi alzandomi, lui sbuffò posando la testa sul cuscino.
Mi sistemai la maglietta e i capelli andando a cercare Lucy.
“Dove sei tesoro?” domandai.
“Sono in cortile mamma!” urlò. 
“Che succede?” chiesi prendendola in braccio.
“Guarda ci sono i fuochi d'artificio!” disse indicando il cielo. 
Un avvampo di luce rossa colpì il cielo, e così via facendo vedere tutti gli altri fuochi d'artificio, Luke arrivò con Tate e una coperta.
Guardai Luke che mi sorrise.
“Era proprio questo che volevo” mormorò.
“Anch'io” dissi baciandolo.
“Guarda che bello quello papà” disse Tate, sorrise e strinsi la mano di Luke, tenendo il braccio sulla pancia di Lucy.
Sì, era proprio questo che volevamo io e Luke.
Una famiglia e un matrimonio che andasse a gonfie vele, io e Luke volevamo questo.
Stare insieme per sempre con i nostri bambini.
 
#NOTAUTRICE.
Buon pomeriggio!
Uhm ... allora, questa oneshot come avete potuto vedere è dedicata a Cassie_Nott.
Non so il perché abbia voluto dedicargli una oneshot, ma so che se la merita.
Perché è una persona meravigliosa e io l'adoro, è una persona che merita il meglio e io boh ... le voglio un sacco di bene.
Spero che la Oneshot le sia piaciuta e che ovviamente sia piaciuta anche a voi, uhm ... davvero non so cosa dire, solo che a me piace
un sacco questa oneshot, perché l'ho scritta davvero bene e ci ho messo il cuore come le altre mille oneshot. 
Beh se vi va lasciate una recensione.
Se volete leggere le mie storie, date un'occhiata al mio profilo.
Un bacio grande,
FreeSpirit_ xx
   
 
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