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Autore: inevitable_vale    04/10/2014    3 recensioni
Alex Vause a 26 anni si ritrova a lavorare in un college come assistente. Non sa che quel luogo
e quell'annata, le cambieranno la vita. Così come cambierà la vita di Piper Chapman, finita nel college che i suoi genitori hanno voluto che lei scegliesse.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Altri, Piper Chapman
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mentre si guardava allo specchio e perfezionava quella linea di eye-liner nero che tanto amava, Alex Vause si ritrovava a capire che non era qualificata per niente. Si ritrovò a scrutarsi meglio, quella mattina. Aveva degli occhi glaciali ma accoglienti, di un verde spento ma magnetico, nascosti dietro un paio di occhiali da sexy segretaria. Un sorriso che spesso teneva per se, ma malizioso e ammaliatore. I suoi capelli neri, abbinati a quegli occhi così particolari e alla sua carnagione lattea, la facevano sembrare una splendida visione. Il giorno in cui aveva finito le scuole, l'aveva capito. Era tenace, astuta, prepara a tutto ma, come diceva sempre lei, "non era qualificata per fare niente". Non si era iscritta a nessun college, le rette erano folli per chi viveva in un buco di 30mq con una madre che faceva 4 lavori per darle ciò che poteva. A lei però, interessava poco, sapeva che avrebbe trovato la sua strada, all'inizio un po' sterrata e disastrata si, ma sarebbe riuscita a mettersi sulla carreggiata giusta. Fu così che dopo anni di lavori massacranti e demotivanti, sulle orme di sua madre, Alex riuscì a trovare un impiego demotivante ma almeno non massacrante. Non avrebbe mai pensato di finire in un college, né come studentessa, pensava sorridendo tra se e se, né tanto meno come assistente di un tale professore di lettere. E invece, eccola lì, pronta per la Smith University, pronta alla sua nuova avventura. Si, avventura, perché Alex viveva tutti i cambiamenti come una grande nuova avventura. Finito con il make up, si diede una sistemata ai capelli, e indossò la giacca di un semplice ma formalissimo tailleur nero, sotto il quale aveva abbinato una camicetta bianca che aderiva perfettamente a quelle che erano le sue prosperose forme. Non sapeva neanche come ci era finita a fare l'assistente al college, infatti quando entrò nel campus e si vide circondata da ragazze e ragazzi quasi della sua età, si stupì di se stessa ma si ricompose, in fondo era solo un lavoro come un altro, non richiedeva particolari abilità e pagava meglio degli impieghi svolti fino a quel momento. Trovata l'aula, con una puntualità imbarazzante, si guardò intorno e il professore al quale avrebbe fatto da assistente era già lì. Un normale 60enne dai capelli bianchi, basso, occhiali da topo di biblioteca e tante parole altolocate. Superate le presentazioni, il professor Leonard Bloom le spiegò le sue mansioni. Accendere le tecnologie, trovare la lezione del giorno, distribuire eventuale materiale d'approfondimento e poi starsene seduta lì, ad aspettare la fine della lezioni. Le sembrava il paradiso. Alle 9.00 in punto, iniziarono ad arrivare i primi studenti, alcuni già familiari con l'aula e il professore, altri no. Alex scrutò i nuovi arrivati, con i quali non aveva assolutamente nulla in comune: erano tutti così anonimi, spenti e frustrati. Tutti. Poi, arrivò l'eccezione alla regola, l'avventura nell'avventura di cui Alex aveva bisogno. Occhi blu, calorosi, capelli lunghi e biondi, disposti in una strana acconciatura, un corpo esile e straordinariamente attraente, avvolto da strane fantasie floreali. Inconsciamente, Alex la seguì con lo sguardo per tutta l'aula, e solo quando il prof si rivolse a lei, distolse l'attenzione dalla giovane Laura Ingalls Wilder, come l'aveva già ironicamente soprannominata nella sua mente. Svolti i suoi impegnativi compiti, ovvero premere ON, Alex si sedette al suo posto, dietro la cattedra del Professore che nel frattempo aveva iniziato la sua lezione d'introduzione. Da lì, poteva ammirare tutte quelle facce da borghesucci annoiati. La bionda che aveva catturato la sua attenzione, però, non le dava quella sensazione, infatti ritornò a fissarla nel momento in cui la ritrovò tra i visi che affollavano l'aula. Era così impegnata a scrutare Laura Ingalls che non si accorse di aver attirato l'attenzione di più ragazzi, che maliziosamente bisbigliavano tra loro e le lanciavano sorrisi ammiccanti. L'attenzione che cercava di attirare, era però quella della bionda, che la “accontentò”. Infatti, la ragazza le rivolse un sorriso imbarazzato, dietro il quale nascondeva uno strano nodo nello stomaco. Alex, compiaciuta, sorrise maliziosamente. Non pensava mica che quel noioso lavoro avrebbe potuto darle così tanti spunti in un solo giorno. Continuarono a scambiarsi sguardi ambigui, tant'è che la bionda arrossì spesso, stranita dalle proprie reazioni. A fine lezione, il Prof. Bloom intimò tutti di ritirare il materiale introduttivo dalla sua assistente. Alex notò solo in quel momento di aver attirato l'attenzione di più ragazzi e con freddezza consegnò quanto ordinato dal prof. Quando arrivò la giovane hippie, Alex abbandonò la sua aria fredda e sorrise, sorniona, rivolgendosi all'oggetto delle sue attenzioni.
- “Una firma qui e sei libera, Laura Ingalls Wilder.” - la guardò accennando un sorriso.
- “Come scusa?”

- “Niente..” - continuò a sorridere abbassando lo sguardo,
- “Ecco il tuo materiale...” - disse, accigliando gli occhi e cercando di scoprire il suo nome, impossibile da decifrare dalla sua firma,
- “Piper Chapman, non si legge? Ah, grazie per il materiale” - disse farfugliando.
Alex rise di gusto

- “Cazzo no, non si legge niente. Hai sbagliato facoltà, bimba, con questa scrittura potresti fare il dottore.”

Piper si sentì strana, ad esser chiamata bimba da una persona appena vista. Non sapeva interpretarne le intenzioni, se era un bimba ironico o un bimba diverso. Si ricompose.

- “Mi sarebbe piaciuto giocare al dottore stamattina invece che venire qui” - oddio che aveva detto?! Non se lo spiegava neanche lei, non era mai stata incline a battute a doppio senso, ad essere sfrontata, ma era appena successo e la reazione di Alex la stupì ancora di più. La mora infatti, alzò un sopracciglio e sorrise.

-“Ah, non dirlo a me!” - Alex dentro stava scoppiando dalle risate ma si dovette contenere e fece segno a Piper di fare spazio agli altri per continuare a distribuire il materiale. Piper, abbassò gli occhi e sorridendo nervosa, andò via. Continuò ad avere quel sorriso stampato, senza capire il motivo. Quando smise di sorridere, si girò e guardando verso la mora assistente, si accorse che oltre ad avere dei magnetici occhi verdi, aveva delle forme perfette. Non si era mai trovata ad osservare così una donna, ma quando incrociò di nuovo il suo sguardo, se ne sentì completamente rapita, si sentì così a suo agio che in lei imperversò disagio e scappò via. Era follia pura, 2 ore nella stessa stanza, a scambiarsi sguardi con una sconosciuta. Non la preoccupava aver flirtato inconsciamente con una donna, ma la metteva a disagio la troppa familiarità che questa infondeva in lei. Si sentiva a casa, in quegli immensi occhi verdi. Alex, dal canto suo, aveva l'impressione che quel lavoro non fosse poi così demotivante, visti i presupposti. A differenza della bionda, della quale aveva notato il piacevole disagio, Alex sapeva benissimo quello che era successo. Lo sapeva da una vita. Non aveva mai avuto disagio a sentirsi così. La giornata continuò blandamente tra ON e OFF, fogli e firme e poi volse al termine. Ora aveva solo bisogno di un po' di conforto liquido con qualche amica in qualche assurdo bar della città. Si ritrovò con 3 amiche in un bar vicino il campus e con la sua birra in mano, tolti i panni professionali, indossava una t-shirt nera dei Gun's Roses che mostrava i suoi tatuaggi e la sua delicata pelle bianca. D'improvviso la serata ebbe una svolta, entrò in quel bar Piper. Piper si, ora non serviva più il soprannome Laura Ingalls Wilder che però usò comunque per attirarne l'attenzione. Questa, infatti, si girò con occhi sorpresi, con un accenno di sorriso guardò Alex per poi voltarsi verso il bancone. Alex, allora, si alzò e si diresse al fianco della bionda, appoggiando la birra di fronte a se. Si voltò e dopo averne squadrato ogni centimetro, si rivolse a lei con la sua calda e rauca voce.
- “Preferisci bimba? Eppure dovresti essere onorata di ricevere un nomignolo così impegnativo al primo incontro. Poi, se non sai chi è Laura Ingalls Wilder, hai davvero sbagliato facoltà”. Ridacchiando, osservò attentamente i movimenti della bionda che si girò verso di lei. Quest'ultima, curiosa e divertita, fece una smorfia e inarcando il sopracciglio, abbozzò un sorriso e chiese sfrontatamente:

- “Ma tu, chi sei?” - la sua voce era decisa, dolce, divertita e le parole uscirono di nuovo senza che ne avesse controllo.

- “Non so, chi vuoi che io sia?” - rispose Alex, con un tono sensuale e divertito.

Alex fissò Piper sorridendo maliziosamente e Piper fissò Alex, divertita ma confusa.



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ps. Fatemi sapere che ne pensate, è la prima volta che pubblico qui e vorrei qualche parere, se vi va! :)
   
 
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