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Autore: Ice Star    05/10/2014    9 recensioni
-Non sono....veramente qui...- disse affannosamente il verde
-Cosa significa che non sei qui? Perchè dovrei salvarti?- chise agitata la rossa
-Non lo so....non so perché solo tu puoi salvarmi, così....così come non so dove mi trovo...so solo che..-fece una lunga pausa, prendendo fiato -.. sono morto, in un certo senso- sorrise amaro.
-M-Morto?-chiese incredula.
-Ma non per sempre!- cercò di correggersi -Dovete aiutarmi....sono tutti in pericolo....siamo in pericolo-
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Nico Robin, Nuovo personaggio | Coppie: Nami/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 27


~epilogo~

 

 

L'acqua salata del mare li bagnò di nuovo mentre i vestiti si attaccavano alla carne come una seconda pelle.

Non sarebbe dovuto essere lì, in mezzo alla tempesta con una corda tenuta ben salda tra le mani, il fiato corto, l'occhio accecato dal sale e le bende sporche di sangue.

Erano passati ormai dei mesi da quando avevano lasciato l'isola delle Anime perdute ma Zoro, seppur ripresosi mentalmente dall'avventura, non aveva ancora la forza fisica per stare ore e ore in mezzo ad una tempesta con l'aria sul viso e la voce della sua mocciosa nelle orecchie.

Quel giorno, in mezzo alla foresta, il piccolo Chopper aveva fatto un miracolo riuscendo a fargli recuperare coscienza con la respirazione cardiopolmonare e tutti si erano sciolti in applausi e lacrime di felicità alla vista del suo beffardo ghigno.

L'ex cacciatore di pirati era riuscito nuovamente a scampare alla morte ed un paio di morbide labbra gli avevano augurato il ben tornato tra i vivi, non appena aveva avuto la forza di alzare il busto dalla terra umida.

Nami non si era affatto curata degli occhi sgranati dei compagni nel vederla piangere mentre baciava con non poca passione il suo uomo, ma la felicità nel rivederlo respirare e puntare lo sguardo nei suoi occhi era stata davvero troppo forte per resistere all'impulso di fiondarsi tra le sue braccia.

Avevano detto addio a quella isola maledetta e ormai libera da sventure, con sollievo ed anche rammarico nel dover lasciare la piccola Riku in lacrime ed i loro amici Kiku e Kayne. Non avrebbero mai dimenticato la piccola bimba che piangeva senza sosta rischiando di uccidere il povero medico con la forza del suo abbraccio.

Anche Nico Robin si era ripresa piuttosto in fretta e, nonostante la triste notizia datale dal dottore, non poté di certo ritenersi sfortunata nel riprendere a camminare e a stare in mezzo ai compagni come faceva un tempo.

Sia per lo spadaccino che per l'archeologa le profonde ferite del corpo faticavano a rimarginarsi e, ogni qualvolta si accingevano a compiere sforzi fisici, si ritrovavano a dover disinfettare un taglio riapertosi nella carne.

Ma in quel momento, in mezzo a quella tempesta che durava da qualche ora, lo spadaccino non pensò al morbido e caldo letto dell'infermeria o alle bende tinte di rosso che andavano ad appiccicarsi al costato, la sua unica preoccupazione era non perdere di vista quella testolina rossa che continuava a dar ordini a destra e a manca, sporgendosi pericolosamente verso il mare alla ricerca di correnti favorevoli da seguire.

Dovette ammettere che quella ragazza, così diversa ma anche così simile a lui lo aveva conquistato sin dal primo sguardo, riuscendo a penetrare in quella fredda ed ormai inutile corazza che si era costruito con gli anni attorno al cuore all'anima.

Riportò velocemente lo sguardo dalla chioma fluente della compagna alla cima stretta tra le sue grandi mani e ripensò alla strana e tragica avventura vissuta: il destino lo aveva legato all'unica persona al mondo capace di prendere posto nel suo cuore e la sua anima era ritornata ad essere quella del valoroso guerriero che era partito per trovare la gloria.

In quel momento, Zoro capì che combattere per la gloria e combattere per proteggere erano da sempre sentimenti diversi e che il secondo lo avrebbe aiutato a trovare la forza per andare avanti.

Ghignò, spostandosi leggermente verso destra come la navigatrice gli aveva urlato ed allungando una mano per afferrare al volo una zampa del piccolo medico che, persa la presa al corrimano della nave, si era ritrovato a volare da ogni parte.

-G-Grazie Zoro!- si aggrappò alla sua testa, sedendosi sulle sue spalle.

-Non preoccuparti! Ma ora reggiti forte!- alzò la voce per sovrastare il rumore della tempesta.

-Sai che Nami non può affaticarsi nelle sue condizioni!- avvicinò il musetto all'orecchio del verde, abbassando un poco il tono.

-Lo so!- rivolse uno sguardo alla rossa, osservandola allungare un braccio dall'altra parte del ponte ed urlare qualcosa al cuoco -Ma non la perderò di vista un secondo! Non voglio che si faccia male!!!-

-Ho capito!- rialzò il capo, premendo il volto bagnato tra i capelli verdi dello spadaccino.

 

-Nami!!! Le nuvole si diradano ad est!!!- la voce di Robin proveniente dalla vedetta sovrastò la tempesta, ma non si udì la risposta della navigatrice.

Tutti si voltarono simultaneamente verso il corrimano a cui era aggrappata la ragazza ma la sua postazione era vuota.

-Dev'essere caduta in mare!!!- urlò spaventato il cecchino dalla cucina dove, assieme allo scheletro, aveva il compito di mettere in sicurezza le stoviglie e vari oggetti fragili lì presenti.

-Non possiamo lasciare le funi, altrimenti le vele si apriranno e verremo sbalzati via!-

-Allora agganciamole all'albero maestro!!!- rispose il capitano al cuoco, caricando un braccio dietro al spalla, pronto a lanciarsi.

-No, scemo! Il vento ti porterebbe via!!!- ringhiò di rimando Sanji.

-Zoro! Dove vai?!?!- gridò il piccolo Chopper tramutatosi nella sua forma umanoide per tenere la presa sulle sartie.

Gli occhi di tutti puntarono la figura dello spadaccino che, senza preoccuparsi di lasciar le spade o gli anfibi a bordo, si era ormai gettato in acqua per recuperare la sua donna.

 

 

 

 

 

 

 

Devo trovarla, non posso lasciare che muoia! Non posso lasciarli morire...”

Lo spadaccino mosse velocemente i piedi per contrastare la corrente e, con l'occhio ormai arrossato dalla salsedine, si guardò attorno alla ricerca della chioma ramata della sua mocciosa.

Dov'è?”

Spostò lo sguardo a destra perdendosi nell'oscurità di quel tratto di mare.

Un'improvvisa luce catturò la sua attenzione e, con una strana sensazione alla bocca dello stomaco, si diresse velocemente a sinistra.

Eccola!”

Con le braccia verso l'alto abbandonate tra i fluenti capelli, gli occhi socchiusi e la bocca dischiusa in un muto grido, Nami veniva lentamente trasportata verso il basso dalla forza di gravità.

Il braccialetto dorato al polso colpito da un minuscolo fascio di luce aveva attirato il suo sguardo, esattamente come un puntino nel buio.

No, no, no! Non mollare!”

La raggiunse con un paio di poderose bracciate e, scostandole una ciocca dal volto, appoggiò la fronte sulla sua.

Respira! Dannazione, non lasciarmi!”

Appoggiò una mano al suo fianco, attirandola contro il suo petto e, posando l'altro palmo sulla sua guancia, la baciò lentamente.

Un paio di bollicine sfuggirono tra le loro labbra e, quando la ramata dischiuse gli occhi, il verde le tappò naso e bocca per non farle perdere quel poco ossigeno che era riuscito a donarle.

La corrente non era a loro favore e, nonostante la forza dello spadaccino,non riuscirono a spostarsi di molto.

Riportò lo sguardo al suo viso pallido con un cenno negativo del capo.

Non ce la faccio” pensò sconsolato, appoggiando la fronte contro la spalla di lei.

Il freddo stava ormai logorando le loro pelli ed i muscoli si stavano lentamente bloccando a causa della pressione.

I suoi occhi nocciola si spostarono verso l'alto e, con una piccola pacca sulla spalla, portò la sua attenzione ad un piccolo puntino giallo in avvicinamento.

È il cuocastro! Meno male!” riportò l'attenzione al sorriso a labbra strette di Nami, accarezzandole piano la mascella ed una guancia.

Sin da quella mattina aveva una strana sensazione, come quel primo giorno sull'isola maledetta.

Sapeva che qualcosa sarebbe andato storto, ma non sapere esattamente cosa e non conoscerne la causa lo faceva arrabbiare e dannare come non mai.

La delicata mano della cartografa appoggiata al suo collo lo riportò indietro, ed il suo occhio pece si soffermò sulla mano diafana della ragazza che indicò quella chiusa a pugno del biondo.

Con la corda legata in vita e l'indica alzato, fece capire loro di poter riportare a bordo solo uno dei due.

Forse la tempesta non permette agli altri di tirarci su entrambi” pensò con un nodo alla gola il samurai, ormai in debito di ossigeno.

Portò la fronte contro quella di Nami che, intuito il motivo del suo sguardo sereno e della sua presa ferrea sulle sue spalle, spalancò all'inverosimile gli occhi scuotendo la testa a destra e a sinistra.

Non poteva lasciare che rischiasse la vita per lei, non poteva sempre andare in quel modo e lei non voleva perderlo.

Non ti mollo qui sotto! Non puoi essertene dimenticata” poggiò una mano grande sul suo ventre, osservandola ritrovare la calma.

Come se avesse udito i suoi pensieri, la cartografa annuì piano, intrecciando le dita con quelle del verde.

Poggiò le labbra sulle sue e lasciò che Sanji la afferrasse per la vita mentre la fune veniva pian piano issata verso l'alto.

Osservò la forma distorta della mocciosa allontanarsi pian piano e, quando scomparì dalla sua visuale, strinse le palpebre ed aprì di scatto le labbra, lasciando che la poca aria rimasta nella sua trachea uscisse fuori in piccole bollicine.

Sentì l'acqua ostruirgli i polmoni ed appesantirgli il petto mentre gli occhi si facevano pesanti.

Aveva sonno e la corrente lo spingeva lontano, senza forze per contrastarla o anche solo provare a muoversi.

L'importante è che loro stiano bene...” chiuse piano l'occhio e sentì la mente svuotarsi.

Perse pian piano la sensibilità dei muscoli ed il freddo gli appesantì ancor di più il petto.

Che la fine fosse vicina per la sua anima così tante volte sfuggita alla morte?

Con il cuore quasi fermo e la mente vuota, sperò solamente che i suoi compagni non lo dimenticassero e che la sua mocciosa stesse bene.

In fondo aveva un piccolo tesoro dentro di sé...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Solo una voce si udì nella tempesta.

Fu l'urlo di una donna lacerata da un dolore incontrollato che, con la poca aria rimasta nel petto, chiamava a squarciagola il nome di un uomo.

Il nome del suo uomo.

In ginocchio sul ponte umido di pioggia, con le mani braccia strette attorno al grembo e gli occhi chiusi, Nami piangeva ormai da qualche minuto consapevole che non avrebbe mai più riabbracciato il suo uomo.

Sanji si era tuffato di nuovo nello stesso punto in cui prima si trovava il nakama, ma di lui nessuna traccia.

Furono vani i tentativi di rituffarsi in mare che seguirono quelli del cuoco e le urla della ramata continuarono a stritolare i cuori dei pirati.

 

 

A quel giorno si susseguirono settimane e mesi di vana e disperata ricerca che continuavano ad uccidere quella poca speranza rimasta a bordo della nave.

Niente più feste avevano animato l'aria di quel veliero e nessun sorriso era nato sui loro volti alla bellissima e tragica notizia che la cartografa aveva dato loro.

Fu un giorno come un altro che il capitano si alzò in piedi e si issò sul tavolo della cucina, apparecchiato per essere abbellito con ogni pietanza cucinata dal cuoco per il pranzo.

Fu con le lacrime agli occhi ed il cappello di paglia premuto sul petto che il ragazzo di gomma scandì quella frase, uccidendo la speranza ancora viva nei cuori dell'equipaggio.

Lacrime silenziose ed urla di dolore raffreddarono l'aria di quella nave, portando con sé giorni carichi di odio e gelo mentre quelle parole rimbombavano tra le pareti in legno.

 

Roronoa Zoro era ufficialmente disperso in mare e deceduto a seguito di una tempesta.

 

 

 

 

 

 

CONTINUA NELLA PROSSIMA AVVENTURA...

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Premetto e ringrazio Arcadialife per avermi dato il permesso di pubblicare questo epilogo, così simile ad una scena della sua long. Ti ringrazio anche per avermi seguita, recensita e per questo tuo consenso!
Come avrete notato questa long non ha avuto un vero e proprio finale ed il sequel è già in fase di stesura da parte della sottoscritta.
E qui arriviamo al punto: Mi prenderò una pausa dalla pubblicazione di qualsiasi long, eccezion fatta per occasioni speciali tra cui compleanni o giorni dedicati a personaggi e coppie varie e, ovviamente, continuerò a recensire le storie che seguirò!
Detto ciò non so quanto durerà questa pausa ed il motivo è semplice perché, avendo tante idee e poco tempo per scriverle mentre mi ritrovo a pubblicare una long di 27 capitoli da quasi 6 mesi e, per un periodo, ho dovuto gestire un'altra long, ho solo bisogno di tempo per stendere parte delle mie idee, e in cima alla lista c'è proprio il sequel di questa storia che ho amato scrivere!
Ringrazio chi ha inserito la storia nelle preferite, ricordate e/o seguite.
Grazie ha chi ha seguito assiduamente ogni nuovo aggiornamento e a chi si è ritagliato il tempoi per recensire con consigli e complimenti che mi hanno fatta arrossire come poche volte in vita mia.
Grazie a voi, che avete letto silenziosamente fino a qui e grazie davvero di cuore a chi ha amato questa storia, perché il semplice fatto di emozionare qualcuno con una storia nata nella mia testa è davvero una sensazione a cui nient'altro può essere paragonato!
Grazie e spero di ritrovarvi al mio ritorno con il sequel, oltre alle piccole apparizioni che farò e non vi preoccupate, non talgierò mai i ponti con la scrittura o con questo sito ;)
Alla prossima^-^
Baci,
Star

  
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