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Autore: RevolutionVoltage    05/10/2014    1 recensioni
Ed è stanco e fatto, i suoi amici non la smettono di parlare delle loro vacanze in Spagna e il colore di quel mare lo infastidisce.
Taylor sa che niente ha importanza nel momento in cui Ed gli ha scritto una canzone.
O in breve: come, quando e perché Ed ha scritto Tenerife Sea.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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tenerife sea

Hi people :) Qui Hamleys (dopo secoli) che vi racconta qualcosa su questa storia: un pomeriggio la mia amica M. ha preso in mano il libretto dell’album X (di Ed ovviamente) e si è messa a leggere tutti i magnifici testi finché è arrivata a (credo) il suo preferito, Tenerife Sea, e PANICO! Perché nell’ultimo verso c’è nominata una certa Beth?! Mi scrive, io non so come tranquillizzarla perché andiamo questa canzone parla di Taylor in tutto e per tutto. A quel punto si ammala (vi direi che le due cose non sono collegate ma chi lo sa?! Magari è lo stress da fangirl.) e mi chiede una storia, tutto ciò che ho potuto scrivere è stato questo.

Spero vi piaccia e spero siate così gentili da farmelo sapere in qualche modo, love you all <3 Ham.

 

Ed è fatto. Probabilmente non è mai stato così fatto in tutta la sua vita. Se si prova ad alzare dal divano la testa gli gira, ma okay, forse quella è colpa delle innumerevoli birre che Harry continua a mettergli davanti, appoggiate sul tavolino. E’ anche molto, molto stanco.

Nick sta blaterando da ore, lui e Greg li hanno raggiunti stamattina a Los Angeles e si trovano nella stessa stanza d’albergo da quelli che sembrano anni. In effetti Ed non è così sicuro di quanto tempo sia effettivamente passato. Comunque, qualcuno deve aver chiamato il servizio in camera ad un certo punto, perché Nick ha un piatto in mano e gesticola con la forchetta -Avreste dovuto esserci, la sabbia della spiaggia finissima. Le discoteche piene: ragazzi, ragazze tutti insieme. I bagni di notte. E il mare, dio non avete idea del colore di quel mare.- Harry ride tenendosi la pancia. Greg lo colpisce con il dorso della mano. Ed non si spiega come mai abbiano tutta questa energia, lui vorrebbe solo diventare tutt’uno con il divano. -La Spagna- prosegue Nick nel suo monologo -dovrebbe essere una delle 7 meraviglie del mondo. Non posso parlare per gli spagnoli comunque.-

-Ci sono posti migliori.- lo contraddice Harry -E sei cattivo.- aggiunge, ma viene ignorato su questo punto.

-No, è la verità.- Nick prende il cellulare di Greg dalla tasca dei suoi pantaloni e cerca qualcosa, - Hai mai visto un posto del genere?-

Mette il cellulare a 10 centimetri dal naso di Harry che ride, ancora. Le loro mani si sfiorano quando Harry afferra il cellulare per allontanarlo e mettere a fuoco, Nick deglutisce, mantiene la presa per qualche secondo prima di abbassare lo sguardo e ritirare la mano. Harry sta pensando, analizzando la foto. Ed non sa perché nota tutti questi dettagli ora, è sempre stato bravo a ignorare Nick e i suoi drammi su Harry, per non complicare la sua posizione le rare volte in cui riescono a uscire tutti insieme, ma tutto ora gli sembra un po’ rallentato. Harry blatera qualcosa sulla luce, il fondale del mare, il colore del cielo; cose da Harry, e passa il cellulare a Ed, insieme alla sua birra a metà. Ed non vorrebbe berne ancora, ma lo fa. E poi mentre guarda di sfuggita la foto sa che è meglio se la finisce. Si appoggia allo schienale del divano, sospira e guarda lo schermo, prima lo fissa a vuoto. Dio si sente così lento e stanco. Poi capisce, si sente lento, stanco e triste. Il mare è magnifico, qualsiasi cosa abbia blaterato Harry sulla luce sarebbe sicuramente vera, se ne capisse qualcosa, ma c’è qualcosa in quel blu… Qualcosa che lo inquieta. Qualcosa che ha già visto.

-Non capisco come tu abbia tempo di leggere, con il tour e tutto il resto. Quante ore dormi a notte?- Harry scuote la testa, -Abbastanza, abbiamo molto tempo negli spostamenti.-

Hanno senza dubbio già cambiato argomento.

-Dove?- Ed chiede senza alzare la testa dal telefono.

-Scusami?- chiede Nick, shockato che non stia seguendo la conversazione.

-Dov’è questo posto?- Alza la testa, con il mento indica il cellulare.

-Tenerife.- risponde Greg, allungandosi per controllare di che foto si tratti. -E’ un’isola in Spagna, si trova nell’Atlantico..- inizia a spiegare. Ma Ed non lo ascolta, quel blu lo infastidisce.

***

Si sveglia qualche ora più tardi, non sa dire di preciso quante perché non ha idea di quando si sia addormentato. Si sente meno stanco, ma non meno triste, o meno fatto.

E’ ancora sul divano, Harry è nel letto. Qualcuno gli ha messo una coperta leggera addosso, ma è febbraio e anche se è a Los Angeles non è abbastanza pesante. Di Nick e Greg nessuna traccia, per fortuna, finalmente c’è silenzio. Ed è convinto di sentire il rumore del suo cuore che batte, probabilmente per un po’ eviterà l’erba, o la birra, o Harry.

Quando si decide ad alzarsi tutto gira intorno a lui, afferra la felpa dalla sedia dove l’ha appoggiata e si rimette sul divano, al sicuro. Nella tasca trova il cellulare che lo informa che sono le 4 del mattino. Scorre le notifiche, legge solo i nomi di chi gli ha scritto su twitter, salta i messaggi di Stuart, ignora instagram, ed è un po’ deluso quando non trova nessun altro messaggio. Non si accorge che ci sperava finché l’evidenza non glielo sbatte in faccia: Taylor non gli ha scritto. I Grammy sono finiti da più di 24 ore e ancora lui non ha ricevuto nessun messaggio, pensava di meritarselo. Taylor non gli ha scritto e il mare di Tenerife assomiglia assurdamente al colore dei suoi occhi. Ed è probabilmente ancora ubriaco, più del previsto se fa questo genere di associazioni mentali, ma lo aveva capito nel momento stesso in cui gli occhi gli sono caduti sulla foto, solo cercava di evitare il pensiero. Ed vuole andare in Spagna ora, se avesse la forza prenoterebbe un volo direttamente dal cellulare. Ed vuole essere in grado di fissare quel colore per ore senza finire su un articolo di gossip o senza spaventare Taylor. Forse chiede troppo. Dopotutto lui nei giornali di gossip c’è già, non sarebbe un problema finirci una volta di più, sarebbe la prima volta che ci prenderebbero con una notizia, comunque. Ma forse per lei lo sarebbe: più domande, più articoli, più persone a parlare della loro relazione, chi avrebbe parlato di tradimenti, chi avrebbe lanciato statistiche su come Taylor ultimamente apprezzasse gli inglesi - come se lei e Harry fossero davvero stati insieme-. No, non può farglielo. Non può farlo a lei e al suo stesso orgoglio.

Come se poi lui ieri non l’avesse sentita: la giornalista dietro la transenna a fare domande sulla sua vita privata e Taylor, sul red carpet, pronta a rispondere, a smentire. -Ma quindi tra te e Ed Sheeran?-

-Niente, assolutamente niente. E’ solo un grande amico. Scriviamo canzoni insieme a volte, mi da consigli musicali. E' un grande artista.- e si era girata per cercarlo, sapendo di trovarlo a qualche metro di distanza. Gli aveva sorriso, con le labbra e con gli occhi. Uno sguardo felice, pieno di sottointesi, come se nessuno sapesse niente di loro, tranne loro. Ed era rimasto abbagliato e inebetito, aveva ricambiato, perché ovviamente la stava guardando. Non riusciva a fare altro: era bellissima.

-Si ma, andiamo. E’ carino, e tu, Taylor, dopo la storia focosa con Harry da poco conclusa, sembra che hai capito il fascino inglese.-

- No, davvero. Non capiterà mai.- l’aveva tagliata corta lei. E ora non sorrideva più come prima. -Devo proseguire, buonaserata.- aveva comunque salutato cordialmente.

Ed aveva fatto qualche altra foto, firmato un paio di autografi ma non si era fermato a parlare con nessuno. Non che i giornalisti facessero la fila per sapere della sua apparente nulla vita sentimentale.

Si era guardato intorno per cercare Taylor per trovarla a fare foto con qualche fan, di nuovo sorridente. Si era avvicinato e l’aveva ammirata da lontano: teneva i capelli sciolti, le ricadevano lisci su una spalla, lasciando scoperto un lato del collo, il vestito bianco risaltava il colore degli occhi, blu. Aveva salutato le fan e si era avvicinata a lui, per ogni passo in cui si era avvicinata il cuore di Ed aveva perso un battito, finché, di fronte a lui, gli aveva sorriso, poi aveva sospirato, -Non ne posso più delle loro domande, chiedono tutti le stesse cose. Si ricordano che scrivo anche della musica? Potrebbero chiedermi del cd.-

-Non vuoi dare informazioni sul tuo cd.- le aveva ricordato Ed, capendo comunque il suo stato d’animo.

Lei lo aveva guardato divertita, piegando la testa di lato, e poi era scoppiata a ridere, e Ed può giurare che avrebbe voluto morire all’istante, e sarebbe comunque stato soddisfatto, perché sarebbe morto con il suo sorriso genuino di fronte, perché l’ultima cosa che avrebbe visto sarebbe stato il blu dei suoi occhi, profondo e sereno.

-Andiamo?- aveva chiesto aggrappandosi al suo braccio.

-Non dovresti starmi vicina.- aveva provato a scherzare lui, - Hai i tacchi troppo alti, mi sento davvero basso.- ma in realtà aveva quel “non capiterà mai.” in testa.

 

Esattamente come ce l’ha ora, sul divano dopo ore. Fissando il cellulare in attesa di un “Che ne dici di passare un paio di giorni insieme per tipo il resto della nostra vita?”

E no, adesso è meglio che metta assolutamente via il cellulare, prima di scrivere qualche stronzata di cui si pentirà per sempre.

Ascolta per qualche altro minuto il respiro regolare di Harry e gli viene un’idea migliore di commiserarsi. Si alza, e nota che la stanza gira meno intorno a lui di prima, raggiunge lo zaino e prende matita e quaderno. Poi si stringe la felpa intorno al collo ed esce sul balcone della stanza d’hotel. Los Angeles sotto di lui è illuminata, al sorgere del sole manca ancora più di un’ora, ma lui si sente ancora come se fosse sotto i riflettori del red carpet. Si siede per terra e scrive.

Sente la portafinestra aprirsi dietro di lui quando il sole ormai è sorto da un pezzo, ma lui è nella stessa posizione. Il testo di una canzone davanti a lui, ricopiato nella bella finale. Harry lo guarda, capisce, e quando ritorna lo fa con una chitarra tra le mani.

Si siede di fronte e pizzica due corde, poi si ferma cercando di ricordare come continuasse quella che Ed è sicuro voleva essere Little Things.

Rinuncia e gli passa la chitarra, allungandosi per leggere il testo.

-Stai bene, amico?- gli chiede sinceramente preoccupato.

Ed annuisce e inizia a suonare, fermandosi e ricominciando più volte per cambiare delle note e scribacchiarle sul quaderno. Harry lo guarda, non interrompe.

-Ed, chi è Beth?- chiede Harry quando Ed posa finalmente la chitarra e si prende la testa ancora pesante tra le mani.

-Cosa?- chiede, perché non capisce.

Harry punta il dito sull’ultimo verso, “And in a moment I knew you, Beth” (“E in un momento ti ho conosciuta, Beth”) recita.

Ed sospira, “Taylor non ci stava” potrebbe dire, Harry è suo amico, non lo direbbe a nessuno. Invece solo -Per la metrica. Non è nessuno.- mormora.

Harry lo guarda come per studiarlo, per qualche minuto resta in silenzio poi -E’ bellissima.- gli dice.

***

Taylor lo sa, appena vede il video di una fan di Ed del suo nuovo brano inedito, la ascolta e lo sa.

Cerca comunque il testo su google, qualcuno l’ha già scritto. Ma a lei piace di più la voce di Ed mentre lo canta.

“Ho scritto questa canzone dopo i Grammys. Mi sono trovato in una situazione in cui stava tipo succedendo tutto all'improvviso. C'era tanta gente in giro che parlava di un sacco di cazzate. E l'unica cosa sensata di tutta quella situazione è venuta fuori dalle labbra di una sola persona... e ci ho scritto una canzone. Spero vi piaccia.”

 

[“I wrote this song after the Grammys. I was in a situation at the Grammys and everything was kind of happening at once. There was a lot of people around and they were talking a lot, a lot of shit. And I found out that the only sense that was coming out of anyone’s lips was from this one person… and I wrote a song about it. I hope you enjoy it.”]

Dice lui nel video prima di cantare.

Se la ricorda quella sera. Ed era agitato, lei pensava per la premiazione, ma no, lo era stato anche dopo. Non aveva capito. Aveva lasciato perdere, non ci aveva dato importanza. Aveva agito come quello che pensava al momento “Non puoi dire al tuo migliore amico che vorresti stare con lui, ma non lo vorresti perché hai paura di perderlo.”.

Mossa sbagliata.

Ma Taylor guarda il video e lo sa: ha solo rimandato, ha solo perso tempo. Con Ed deve succedere, e se lui prova anche solo la metà dell’amore che lei prova per lui, non hanno bisogno di preoccuparsi.

Va su google e cerca un’ultima cosa: anche gli occhi di Ed, quando la guarda, hanno il colore del mare di Tenerife.

  
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