Hi
people :) Qui Hamleys (dopo secoli) che vi racconta qualcosa su questa storia:
un pomeriggio la mia amica M. ha preso in mano il libretto dell’album X (di Ed
ovviamente) e si è messa a leggere tutti i magnifici testi finché è arrivata a
(credo) il suo preferito, Tenerife Sea, e PANICO!
Perché nell’ultimo verso c’è nominata una certa Beth?! Mi scrive, io non so
come tranquillizzarla perché andiamo questa canzone parla di Taylor in tutto e per tutto. A quel punto si
ammala (vi direi che le due cose non sono collegate ma chi lo sa?! Magari è lo
stress da fangirl.) e mi chiede una storia, tutto ciò che ho potuto scrivere è
stato questo.
Spero
vi piaccia e spero siate così gentili da farmelo sapere in qualche modo, love
you all <3 Ham.
Ed è fatto. Probabilmente non è mai stato così fatto in
tutta la sua vita. Se si prova ad alzare dal divano la testa gli gira, ma okay,
forse quella è colpa delle innumerevoli birre che Harry continua a mettergli
davanti, appoggiate sul tavolino. E’ anche molto, molto stanco.
Nick sta blaterando da ore, lui e Greg li hanno raggiunti
stamattina a Los Angeles e si trovano nella stessa stanza d’albergo da quelli
che sembrano anni. In effetti Ed non è così sicuro di quanto tempo sia
effettivamente passato. Comunque, qualcuno deve aver chiamato il servizio in
camera ad un certo punto, perché Nick ha un piatto in mano e gesticola con la
forchetta -Avreste dovuto esserci, la sabbia della spiaggia finissima. Le
discoteche piene: ragazzi, ragazze tutti insieme. I bagni di notte. E il mare,
dio non avete idea del colore di quel mare.- Harry ride tenendosi la pancia.
Greg lo colpisce con il dorso della mano. Ed non si spiega come mai abbiano
tutta questa energia, lui vorrebbe solo diventare tutt’uno con il divano. -La
Spagna- prosegue Nick nel suo monologo -dovrebbe essere una delle 7 meraviglie
del mondo. Non posso parlare per gli spagnoli comunque.-
-Ci sono posti migliori.- lo contraddice Harry -E sei
cattivo.- aggiunge, ma viene ignorato su questo punto.
-No, è la verità.- Nick prende il cellulare di Greg dalla
tasca dei suoi pantaloni e cerca qualcosa, - Hai mai visto un posto del
genere?-
Mette il cellulare a 10 centimetri dal naso di Harry che
ride, ancora. Le loro mani si sfiorano quando Harry afferra il cellulare per
allontanarlo e mettere a fuoco, Nick deglutisce, mantiene la presa per qualche
secondo prima di abbassare lo sguardo e ritirare la mano. Harry sta pensando,
analizzando la foto. Ed non sa perché nota tutti questi dettagli ora, è sempre
stato bravo a ignorare Nick e i suoi drammi su Harry, per non complicare la sua
posizione le rare volte in cui riescono a uscire tutti insieme, ma tutto ora
gli sembra un po’ rallentato. Harry blatera qualcosa sulla luce, il fondale del
mare, il colore del cielo; cose da Harry, e passa il cellulare a Ed, insieme alla
sua birra a metà. Ed non vorrebbe berne ancora, ma lo fa. E poi mentre guarda
di sfuggita la foto sa che è meglio se la finisce. Si appoggia allo schienale
del divano, sospira e guarda lo schermo, prima lo fissa a vuoto. Dio si sente
così lento e stanco. Poi capisce, si sente lento, stanco e triste. Il mare è
magnifico, qualsiasi cosa abbia blaterato Harry sulla luce sarebbe sicuramente
vera, se ne capisse qualcosa, ma c’è qualcosa in quel blu… Qualcosa che lo
inquieta. Qualcosa che ha già visto.
-Non capisco come tu abbia tempo di leggere, con il tour e
tutto il resto. Quante ore dormi a notte?- Harry scuote la testa, -Abbastanza,
abbiamo molto tempo negli spostamenti.-
Hanno senza dubbio già cambiato argomento.
-Dove?- Ed chiede senza alzare la testa dal telefono.
-Scusami?- chiede Nick, shockato che non stia seguendo la
conversazione.
-Dov’è questo posto?- Alza la testa, con il mento indica il
cellulare.
-Tenerife.- risponde Greg, allungandosi per controllare di
che foto si tratti. -E’ un’isola in Spagna, si trova nell’Atlantico..- inizia a
spiegare. Ma Ed non lo ascolta, quel blu lo infastidisce.
***
Si sveglia qualche ora più tardi, non sa dire di preciso
quante perché non ha idea di quando si sia addormentato. Si sente meno stanco,
ma non meno triste, o meno fatto.
E’ ancora sul divano, Harry è nel letto. Qualcuno gli ha
messo una coperta leggera addosso, ma è febbraio e anche se è a Los Angeles non
è abbastanza pesante. Di Nick e Greg nessuna traccia, per fortuna, finalmente
c’è silenzio. Ed è convinto di sentire il rumore del suo cuore che batte,
probabilmente per un po’ eviterà l’erba, o la birra, o Harry.
Quando si decide ad alzarsi tutto gira intorno a lui,
afferra la felpa dalla sedia dove l’ha appoggiata e si rimette sul divano, al sicuro.
Nella tasca trova il cellulare che lo informa che sono le 4 del mattino. Scorre
le notifiche, legge solo i nomi di chi gli ha scritto su twitter, salta i
messaggi di Stuart, ignora instagram, ed è un po’ deluso quando non trova
nessun altro messaggio. Non si accorge che ci sperava finché l’evidenza non
glielo sbatte in faccia: Taylor non gli ha scritto. I Grammy sono finiti da più
di 24 ore e ancora lui non ha ricevuto nessun messaggio, pensava di
meritarselo. Taylor non gli ha scritto e il mare di Tenerife assomiglia
assurdamente al colore dei suoi occhi. Ed è probabilmente ancora ubriaco, più
del previsto se fa questo genere di associazioni mentali, ma lo aveva capito
nel momento stesso in cui gli occhi gli sono caduti sulla foto, solo cercava di
evitare il pensiero. Ed vuole andare in Spagna ora, se avesse la forza
prenoterebbe un volo direttamente dal cellulare. Ed vuole essere in grado di
fissare quel colore per ore senza finire su un articolo di gossip o senza
spaventare Taylor. Forse chiede troppo. Dopotutto lui nei giornali di gossip
c’è già, non sarebbe un problema finirci una volta di più, sarebbe la prima
volta che ci prenderebbero con una notizia, comunque. Ma forse per lei lo
sarebbe: più domande, più articoli, più persone a parlare della loro relazione,
chi avrebbe parlato di tradimenti, chi avrebbe lanciato statistiche su come
Taylor ultimamente apprezzasse gli inglesi - come se lei e Harry fossero
davvero stati insieme-. No, non può farglielo. Non può farlo a lei e al suo
stesso orgoglio.
Come se poi lui ieri non l’avesse sentita: la giornalista
dietro la transenna a fare domande sulla sua vita privata e Taylor, sul red
carpet, pronta a rispondere, a smentire. -Ma quindi tra te e Ed Sheeran?-
-Niente, assolutamente niente. E’ solo un grande amico.
Scriviamo canzoni insieme a volte, mi da consigli musicali. E' un grande
artista.- e si era girata per cercarlo, sapendo di trovarlo a qualche metro di
distanza. Gli aveva sorriso, con le labbra e con gli occhi. Uno sguardo felice,
pieno di sottointesi, come se nessuno sapesse niente di loro, tranne loro. Ed
era rimasto abbagliato e inebetito, aveva ricambiato, perché ovviamente la
stava guardando. Non riusciva a fare altro: era bellissima.
-Si ma, andiamo. E’ carino, e tu, Taylor, dopo la storia
focosa con Harry da poco conclusa, sembra che hai capito il fascino inglese.-
- No, davvero. Non capiterà mai.- l’aveva tagliata corta
lei. E ora non sorrideva più come prima. -Devo proseguire, buonaserata.- aveva
comunque salutato cordialmente.
Ed aveva fatto qualche altra foto, firmato un paio di
autografi ma non si era fermato a parlare con nessuno. Non che i giornalisti
facessero la fila per sapere della sua apparente nulla vita sentimentale.
Si era guardato intorno per cercare Taylor per trovarla a fare
foto con qualche fan, di nuovo sorridente. Si era avvicinato e l’aveva ammirata
da lontano: teneva i capelli sciolti, le ricadevano lisci su una spalla,
lasciando scoperto un lato del collo, il vestito bianco risaltava il colore
degli occhi, blu. Aveva salutato le fan e si era avvicinata a lui, per ogni
passo in cui si era avvicinata il cuore di Ed aveva perso un battito, finché,
di fronte a lui, gli aveva sorriso, poi aveva sospirato, -Non ne posso più
delle loro domande, chiedono tutti le stesse cose. Si ricordano che scrivo
anche della musica? Potrebbero chiedermi del cd.-
-Non vuoi dare informazioni sul tuo cd.- le aveva ricordato
Ed, capendo comunque il suo stato d’animo.
Lei lo aveva guardato divertita, piegando la testa di lato,
e poi era scoppiata a ridere, e Ed può giurare che avrebbe voluto morire
all’istante, e sarebbe comunque stato soddisfatto, perché sarebbe morto con il
suo sorriso genuino di fronte, perché l’ultima cosa che avrebbe visto sarebbe
stato il blu dei suoi occhi, profondo e sereno.
-Andiamo?- aveva chiesto aggrappandosi al suo braccio.
-Non dovresti starmi vicina.- aveva provato a scherzare lui,
- Hai i tacchi troppo alti, mi sento davvero basso.- ma in realtà aveva quel “non capiterà mai.” in testa.
Esattamente come ce l’ha ora, sul divano dopo ore. Fissando
il cellulare in attesa di un “Che ne dici
di passare un paio di giorni insieme per tipo il resto della nostra vita?”
E no, adesso è meglio che metta assolutamente via il
cellulare, prima di scrivere qualche stronzata di cui si pentirà per sempre.
Ascolta per qualche altro minuto il respiro regolare di
Harry e gli viene un’idea migliore di commiserarsi. Si alza, e nota che la
stanza gira meno intorno a lui di prima, raggiunge lo zaino e prende matita e
quaderno. Poi si stringe la felpa intorno al collo ed esce sul balcone della
stanza d’hotel. Los Angeles sotto di lui è illuminata, al sorgere del sole
manca ancora più di un’ora, ma lui si sente ancora come se fosse sotto i
riflettori del red carpet. Si siede per terra e scrive.
Sente la portafinestra aprirsi dietro di lui quando il sole
ormai è sorto da un pezzo, ma lui è nella stessa posizione. Il testo di una
canzone davanti a lui, ricopiato nella bella finale. Harry lo guarda, capisce,
e quando ritorna lo fa con una chitarra tra le mani.
Si siede di fronte e pizzica due corde, poi si ferma
cercando di ricordare come continuasse quella che Ed è sicuro voleva essere
Little Things.
Rinuncia e gli passa la chitarra, allungandosi per leggere
il testo.
-Stai bene, amico?- gli chiede sinceramente preoccupato.
Ed annuisce e inizia a suonare, fermandosi e ricominciando
più volte per cambiare delle note e scribacchiarle sul quaderno. Harry lo
guarda, non interrompe.
-Ed, chi è Beth?- chiede Harry quando Ed posa finalmente la
chitarra e si prende la testa ancora pesante tra le mani.
-Cosa?- chiede, perché non capisce.
Harry punta il dito sull’ultimo verso, “And in a moment I knew you, Beth” (“E in un momento ti ho conosciuta, Beth”)
recita.
Ed sospira, “Taylor non ci stava” potrebbe dire, Harry è suo
amico, non lo direbbe a nessuno. Invece solo -Per la metrica. Non è nessuno.-
mormora.
Harry lo guarda come per studiarlo, per qualche minuto resta
in silenzio poi -E’ bellissima.- gli dice.
***
Taylor lo sa, appena vede il video di una fan di Ed del suo
nuovo brano inedito, la ascolta e lo sa.
Cerca comunque il testo su google, qualcuno l’ha già
scritto. Ma a lei piace di più la voce di Ed mentre lo canta.
“Ho scritto
questa canzone dopo i Grammys. Mi sono trovato in una situazione in cui stava
tipo succedendo tutto all'improvviso. C'era tanta gente in giro che parlava di
un sacco di cazzate. E l'unica cosa sensata di tutta quella situazione è venuta
fuori dalle labbra di una sola persona... e ci ho scritto una canzone. Spero vi
piaccia.”
[“I wrote this song after the Grammys. I was in a situation at the Grammys and everything was kind of happening at once. There was a lot of people around and they were talking a lot, a lot of shit. And I found out that the only sense that was coming out of anyone’s lips was from this one person… and I wrote a song about it. I hope you enjoy it.”]
Dice lui nel video prima di cantare.
Se la ricorda quella sera. Ed era agitato, lei pensava per
la premiazione, ma no, lo era stato anche dopo. Non aveva capito. Aveva
lasciato perdere, non ci aveva dato importanza. Aveva agito come quello che
pensava al momento “Non puoi dire al tuo migliore amico che vorresti stare con
lui, ma non lo vorresti perché hai paura di perderlo.”.
Mossa sbagliata.
Ma Taylor guarda il video e lo sa: ha solo rimandato, ha
solo perso tempo. Con Ed deve succedere, e se lui prova anche solo la metà
dell’amore che lei prova per lui, non hanno bisogno di preoccuparsi.
Va su google e cerca un’ultima cosa: anche gli occhi di Ed,
quando la guarda, hanno il colore del mare di Tenerife.