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Autore: Female_Weezy    06/10/2014    2 recensioni
*Storia ripostata*
Cinque ragazze, una completamente diversa dall'altra ma hanno una cosa in comune: stanno lottando per
una vita migliore. Tutte e cinque si ritroveranno a vivere nello stesso appartamento e nonostante le incomprensioni
e le discussioni, alla fine riusciranno a volersi bene come sorelle.
Courtney, Anne Maria, Gwen, Dawn ed Heather presto scopriranno cos'è la felicità.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Maria, Courtney, Dawn, Gwen, Heather
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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L’appartamento era una vera catapecchia. Porta sganghera, muri crepati color grigio topo, una finestra in ogni stanza, rotta. Pavimenti sporchi, camere microscopiche.
Come il resto dell’appartamento: una cucina lunga tre metri e larga uno, una sala piccola dove stava il divano a ferro di cavallo, e davanti un mobile vecchio come il cucco su cui stava un televisore sicuramente rotto, un bagno che non osavo andare a vedere, e quattro camere da letto un po’ più grandi della cucina. Una aveva due letti.
“Allora, dato che è abbastanza tardi direi di andare a dormire… domani vedremo cosa fare” annunciai, e le altre mi sembrarono d’accordo. Ora però c’era il problema delle camere: chi sarebbe andato in quella doppia?
“Emh… Gwen… posso dormire con te?” chiese Dawn timidamente, quella ragazzina faceva tenerezza.
Gwen la guardò stupita, poi accettò, limitandosi ad annuire.
Alla fine io, Heather e Anne Maria avevamo le altre tre camere. Entrai nella stanza, c’era un letto sganghero, nient’altro.
Con estrema delicatezza mi stesi. Non dormivo in un letto da mesi. Anche se era mezzo rotto e non troppo comodo, era troppo bello per essere vero. Tsk, chi si aspettava che Courtney Barlow sarebbe stata entusiasta di dormire in un letto rotto e scomodo.
Pensai prima di addormentarmi. Pensai alla mia nuova vita, mi sarei cercata un lavoro, ed avrei condiviso la casa con le altre ragazze finchè non sarei riuscita a farmi una nuova vita.
Poi, anche se avevamo promesso di non farlo, pensai al passato. Più di tutti pensai al mio bambino, chissà come sarebbe stato, a chi avrebbe assomigliato, che nome gli avrei dato, se fosse stato maschio o femmina.
I miei genitori non mi cercavano, nemmeno Duncan. Doppiamente tradita.
Mi rigirai nel letto finchè non mi addormentai.
 
La mattina seguente, mi alzai alle undici, mai svegliata così tardi. Mi alzai e camminai fino alla sala, dove trovai Dawn seduta sul balconcino a gambe incrociate. Cercai di camminare il più silenziosamente possibile, ma appena mossi il primo passo, la biondina parlò.
“Ben svegliata Courtney” mi salutò lei senza nemmeno girarsi nella mia direzione.
“B-buongiorno Dawn” le risposi cercando di stare calma. “Non c’è motivo per cui tu ti debba preoccupare, ho semplicemente sentito la tua presenza.”
“Capisco” risposi incerta “C’è la colazione? Dove sono le altre?”
“Dormono tutte, io sono in piedi dalle sei. E non c’è cibo, infatti sono scesa nel bar qua di fronte e ho preso un caffelatte. Puoi andarci se vuoi.”
Cercai di mascherare il mio imbarazzo, ma lei se ne accorse magicamente. “Oddio scusa è vero, dimenticavo che tu non hai soldi. Te li presto se vuoi.”
“Non c’è bisogno che ti disturbi.” “Ma scherzi? Prendi cinque dollari, tieni il resto”
La ragazzina si alzò e me li consegnò direttamente sul palmo della mano. Mi sorrise e io ricambiai.
Ma poi mi guardai nello specchio crepato che stava appeso vicino al mobile della televisione. Ero orribile. Avevo delle occhiaie gonfie, i capelli schifosi, ero vestita con una copertona di lana verde militare addosso e sotto dei jeans da buttare e una t-shirt tutta bianca che avevo rubato al mercato.
“Non posso uscire conciata così”. Lei non parlò, evidentemente era un modo carino per dire che avevo ragione.
“Ti presto i miei vestiti se vuoi
“Lascia stare, semmai ci andrò dopo. Grazie mille lo stesso”
“Figurati” mi rispose, ma io già mi stavo dirigendo verso le altre camere. Non so perché, ma volevo controllare le altre.
La porta della camera di Gwen e Dawn era aperta, mi affacciai e vidi Gwen che dormiva con la coperta fino alle orecchie. Sorrisi, pensando al fatto che quando si risveglierà non sarà costretta ad andare a scuola.
La porta di Heather era chiusa a chiave, quindi evitai. Anne Maria invece dormiva tutta rannicchiata in un angolino del letto, evidentemente essendo abituata a divederlo con qualcuno non le era passato quel modo di fare.
Mezz’ora dopo Heather si alzò, un’ora dopo anche Anne Maria e Gwen . Non ci parlammo, fin quando Anne Maria piagnucolò :”Ma non c’è cibo in questa casa??”
“Ragazze, se dobbiamo vivere insieme è il caso che ci sistemiamo economicamente.” Disse Heather con una punta ben accennata di irritazione.
“Ma la signorina qua non aveva trentamila dollari?” intervenne Gwen riferendosi ad Anne Maria.
“Diciamo che… avevo trentamila dollari” rispose lei.
“COSA?!” urlammo tutte,sconvolte.
“Gran parte l’ho spedita in Italia dai miei nonni e mio fratello. Anche loro sono in una situazione poco bella, e dovevo aiutarli. Sai tesoro, sono pensionati con un bambino piccolo, e non è che c’hanno tutto ‘sto patrimonio di pensione!” urlò in faccia a Gwen.
“Okay calmiamoci!” intervenni “Anne Maria, quanto ti è rimasto più o meno?”
“Diciamo, una cosa come quindicimila dollari…”
“E sono tutti sul tuo conto bancario?”
“Esattamente.”
“Beh, non è che quei soldi saranno infiniti, quindi io proporrei di cercarci un lavoro” parlò Dawn.
“Hai ragione.”
“Ma che ragione e ragione? Abbiamo un sacco di soldi contando anche i miei, quelli della darkettona e della fatina! Qua l’unica senza un centesimo sei tu!” urlò Heather accanendosi su di me.
“Ah si? Bene allora vacci tu a dormire per terra, senza un tetto, senza niente e nessuno! Ah scusa, dimenticavo, tu sei troppo chic per fare cose del genere, scusami!” dissi sbraitando in faccia a quella troia.
“La volete smettere!” urlò Dawn, e noi tutte ci ammutolimmo, scioccate dal grido della ragazza.
“Ma insomma! Pensate di concludere qualcosa così?” Dawn aveva perso la pazienza, incredibile ma vero.
Dopo qualche minuto di silenzio, Dawn riparlò:
“Penso che se innanzi tutto comprassimo questo appartamento ci risparmieremo molti problemi, in fondo, come ha detto Heather, abbiamo un sacco di soldi!”
L’asiatica stava per replicare, ma l’occhiataccia che tutte noi le lanciammo bastò a farla tacere.
“Io non chiamo quel vecchio ubriacone” disse Gwen riferendosi al proprietario dell’appartamento. “Mi sa tanto di vecchio pazzo maniaco alcolizzato”.
“Perché non ci facciamo parlare Heather?” proposi sarcastica, ma lei mi uccise con lo sguardo.
“Ci pensiamo dopo” ci zittì Gwen “Dobbiamo anche chiamare un idraulico… non so se avete visto il bagno.”
“Visto Heather? Abbiamo un sacco di spese. Un lavoro non farà male a nessuno!” replicò Dawn allegra, ma Heather la guardò come si guarda un verme.
“Allora, quanti soldi abbiamo?” intervenne Anne Maria per non scatenare una guerra.
Dopo brevi calcoli, annunciai : “Siamo a quota sedicimila e cento dollari.”
“Qualcuno chiami l’idraulico!” urlò Heather schifata alla vista del bagno.
 
Qualche ora dopo, l’idraulico finì il suo lavoro. Io non mi ero azzardata ad andare a vedere il bagno, ma a giudicare dalla faccia delle ragazze doveva essere una cosa disgustosa.
“Fanno cinquemila dollari.” Urlò l’uomo che mi fece saltare per lo spavento.
“Cinquemila?!” esclamai.
“Senta, non so ha visto il bagno prima che io ci mettessi mano, ok? E in cinque ore non ho mai sistemato così bene un catorcio di bagno come quello.”
Sbuffando porsi i soldi all’uomo che se ne andò. Dawn voleva sistemare tutta la casa, ma io le avevo detto che per ora sarebbe stato meglio aggiustare solo l’indispensabile.
Ci voleva un nuovo gas e forno, un’antenna satellitare e una lavatrice nuova … quindi avevamo parecchio da spendere.
……
Una settimana dopo, tra grida isteriche, soldi che se ne andavano e stress generale, avevamo una casa che sfiorava i limiti della  decenza.
Tra trecento dollari di lavatrice, settecento per forno e gas, e i cento dollari per sistemare la televisione, ben poco c’era rimasto. Inoltre volevamo comprare l’appartamento, cosa che ora era impossibile, c’erano rimasti mille dollari e un po’.
“E il peggio che il lavoro non sarebbe finito qui” disse Gwen riferendosi alle camere, alle porte e alle finestre.
“Ragazze, ci penseremo più avanti ok?” la zittì Heather estremamente irritata.
“Dai basta, andiamo a dormire ora, domani io esco presto, che voglio cercare un lavoro” annunciai alle altre mentre me ne andavo in stanza.
  
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