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Autore: Bluelectra    06/10/2014    14 recensioni
Sequel de "IlDestinoNonÈUnaCatenaMaUnVolo".
Dal Caos primordiale, in cui nessuna forma di vita poteva essere ospitata, nacquero le stelle. E solo grazie alla loro luce e al loro calore fu possibile concepire la vita.
Il Caos dentro di sé, i dolori a stento sopportabili, le peggiori cose della vita possono essere trasformate in gocce di splendore, in stelle in grado di illuminare la notte più buia e riportare a casa i dispersi.
Ritornano dopo quattro anni Angelique, Albus, James, Scorpius e tutti gli altri.
Dal Cap.16:
“Avanti Gigì, ora devi iniziare a comportarti in modo carino. Insomma deve essere almeno possibile il fatto che tu sia attratta da me!” ribatté James sporgendosi oltre il tavolino che condividevano.
Angie fece lo stesso, avvicinandosi a lui fino ad avere il suo viso molto vicino.
“E che cosa dovrei fare?” chiese sorridendo in modo delizioso.
“Beh per esempio potresti darmi un bacio, ci sono giusto quattro o cinque ragazzine che ci stanno guardando proprio adesso…” mormorò lui continuando a fissarla con i suoi occhi magnetici.
“Oppure potrei darti un pugno sul naso.” propose Angelique inclinando il capo.
“Oh Gigì, ma questo non è per nulla carino.”
“Io lo troverei adorabile!”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Cap.1

La storia si svolge all’inizio del quinto anno di Angelique ad Hogwarts, quindi quattro anni dopo la fine de “Il destino non è una catena ma un volo”. Consiglio di leggerla per capire i riferimenti che verranno fatti, ma come già spiegato nella presentazione non è necessario.

 

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“Bisogna avere il Caos dentro di sé per generare una stella che danzi” F.W. Nietzsche.

 

 

 Cap. 1 Volver

La persona che parte per un viaggio, non è la stessa persona che torna.

 

Per quanto un albero possa diventare alto le sue foglie cadendo ritorneranno sempre alle radici.

Proverbi cinesi.

I

l primo settembre di ogni anno il binario 9 e 3/4 era un distillato di Caos. Le persone si rincorrevano, urlavano a dismisura per sovrastare il chiasso altrui, si salutavano anche due volte nell'ansia della partenza. C'era fermento nelle giovani vite che si accingevano ad iniziare un nuovo anno scolastico, entusiasmo per quelli del primo anno e un po' di malinconia per quelli dell'ultimo. 
In questo scenario di confusione generale una ragazza dai lunghi capelli biondi e ricci stava rannicchiata dietro un ragazzo, evidentemente contrario a questo uso della sua persona.

"Angelique dovresti piantarla! Si vede il tuo vestito!" disse Albus sbuffando.

"Dimmi: a che ti è servito diventare così alto, se non mi posso nascondere dietro di te!?" ribatté seccata la giovane all'ennesima protesta.

"A diventare Capitano!" esclamò lui e Angie si figurò perfettamente il sorriso ebete che gli stava occupando la faccia in quel momento.

Si accigliò qualche istante a pensare che la logica del suo migliore amico a volte raggiungeva quella del fratello idiota, quello sfacciato, maleducato, impertinente, seduttore di giovani oche giulive, Grifondoro... la sua Piaga d'Egitto.

"C'è ancora suo padre?" domandò Angie stringendo con la destra un lembo della sua maglietta, nel tentativo di impedirgli di muoversi.

"Ma certo che c'è ancora! Tra poco io vado a salutarlo, tu continua pure a nasconderti dietro un indice."

La ragazza iniziò a mangiucchiare il labbro inferiore pensando febbrilmente a come uscire da quella situazione. Era terribilmente imbarazzante tutto ciò, ma era infinite volte più imbarazzante affrontare quel ghiacciolo imbalsamato…

"Tu non capisci! Quando ti analizza con quegli occhi freddi sembra che usi la Leggilimanzia! Non voglio che mi guardi come una..."

"Sciacquetta?" suggerì Albus e Angie avrebbe scommesso dieci galeoni che il ragazzo aveva alzato il sopracciglio destro. Come amichevole risposta gli rifilò un pugno nei reni.

“Ehi Gigì che ci fai lì dietro?!” urlò una voce vicina ai due.

James Potter, col solito ghigno strafottente, comparve nel campo visivo della ragazza, mentre metà delle teste della piattaforma si voltarono nella loro direzione.

Angie si raddrizzò con tutto quello che restava della sua dignità e lisciò la gonna dell’abito a maniche corte che indossava, schiarendosi la voce.

"Il giorno in cui qualcuno ti farà sparire dalla faccia della terra, sarà sempre troppo tardi, Jessy." gli rispose stampandosi in faccia un sorriso gelido e incrociando le braccia sul petto.

James Potter fece un sorriso sghembo e si avvicinò notevolmente, tanto che l'orlo del vestito azzurro, mosso dal vento, sfiorò le sue ginocchia.

"Sono tanto felice anche io di vederti, Gigì." le disse con voce profonda e un sorriso beffardo. "Sei già nervosa per gli esami? Ti ho mai parlato di quanto siano difficili e stressati i GUFO? E di come si diventi brutte, con le occhiaie e non ci sia più tempo di giocare a Quidditch?! Magari potrei aiutarti a smaltire tutta questa... Tensione..." pronunciò le ultime parole con quel tono lascivo che utilizzava per mandarla fuori da gangheri. Parve che la parola Tensione venisse gustata sulle sue labbra sillaba per sillaba, come la promessa di qualcosa di estremamente indecente ed allettante.

Sì, decisamente sapeva come farla arrabbiare in tre secondi e con una sola parola.

"Oh vedrò di sopravvivere, magari sfogando la mia rabbia repressa sugli animali da abbattere..." ribatté la ragazza assottigliando gli occhi minacciosa.

Se solo avesse potuto dargli fuoco con un sguardo, di James Sirius Potter non sarebbe rimasto che un mucchietto di cenere, che nemmeno le ricerche più sfrenate di Sherlock Holmes sarebbero riuscite a identificare il primogenito di Harry e Ginevra.

Il confronto visivo durò ancora qualche secondo, quando lei si decise a distogliere lo sguardo dagli occhi ambrati di James e si guardò attorno per individuare l’amico. Ma Albus si era allontanato verso la famiglia Malfoy e stava stringendo cordialmente la mano del capofamiglia, Draco.

Scorpius gli stava accanto e si girò erroneamente nella direzione della bionda incrociandone gli occhi. Per qualche frazione di secondo, vide i suoi grigi scorrere lungo la sua figura e quella di James, il sorriso felice con cui aveva accolto l'amico gli si congelò sulle labbra sottili, per essere sostituito immediatamente da un espressione disgustata.

Spostò lo sguardo velocemente, come se fosse stato davanti ad un enorme cumulo di muco di Troll. Angie non riuscì a trattenersi dal gemere e abbandonare le braccia lungo i fianchi, mentre l’impulso di mettersi a urlare o piangere, o entrambe le cose insieme, si faceva largo nel suo animo.

Tuttavia prima che potesse reagire in qualsiasi modo, qualcosa si abbatté sulle sue spalle, saltando sulla schiena a cavallina e rischiando di farla ruzzolare per terra. Una risata inconfondibile, che assomigliava ad un ululato, si levò dietro di lei e James la osservò con un sorriso divertito, forse, immaginò Angie, a causa dell’orlo della gonna che si era leggermente alzato con l’attacco inaspettato alle retrovie.

"Angie!" urlò nelle orecchie Elena.

"Ehi Ele!" bofonchiò la giovane tentando di riprendere fiato nonostante le braccia magre strette attorno al collo.

Quando Elena scese e si mise davanti a lei e Potter, Angie sorrise immediatamente per il caschetto lilla che faceva bella mostra di sé sul suo capo e le chiese divertita:

"L'arancio è passato di moda? Che dice Lord Zabini della tua chioma?"

"Oh, il Paparino ha minacciato di diseredarmi se mi presento a Natale ancora con questi capelli, ma gli ho fatto presente che allora tutto il suo oro alla Gringott sarebbe andato a suo fratello!" le rispose con una scollata di spalle e tono indifferente. "Se n'è andato grugnendo come un maiale!" concluse storcendo leggermente la bocca.

Angie scoppiò a ridere, immaginandosi Elena, con la testa appena impiastrata di Magishampoo, a fronteggiare con nonchalance il suo rigido e glaciale padre.

Jessy a quel punto si allontanò senza una parola e concesse alle due ragazze una panoramica del suo lato posteriore avvolto in una polo bianca e jeans scuri. Angie dovette ammettere che le era sfuggito un paio di volte lo sguardo su quell’unico lato positivo di Potter, ma non aveva mai avuto la sfrontatezza di fissarlo mordendosi le labbra come Elena in quell’istante.

"Per le mutande di Merlino… Cosa non gli farei!" la sentì sussurrare mentre si passava una mano nei capelli.

Angie aprì la bocca con la precisa intenzione di insultarla per quella rivelazione, ma una piccola figura sgusciò tra la folla e le corse incontro abbracciandola alle ginocchia.

"Non te ne andare Angie! Per favore! Per favore!" urlò Estelle guardandola con i grandi occhi azzurri colmi di lacrime e le guance già bagnate dalla disperazione.

Prese in braccio la sorellina, e la piccola iniziò a piangere come una fontana tirando su col naso e singhiozzando. Angie cercò di asciugarle tutte quelle lacrime portandole via con delicatezza con le dita. Come ogni anno la sorella minore stava facendo una scenata nel tentativo di impedirle di partire.

"Estelle, non piangere! Torno prestissimo, lo sai!" le disse appoggiando la fronte a quella della bambina, ma quella pianse più forte aggrappandosi al suo collo con straordinaria tenacia.

"Oh, eccola! Ley è qui!" La signora Dursley comparve dalla folla antistante e urlò in direzione del marito indicando il punto in cui si trovavano le sue figlie. Si avvicinò con passo sicuro, ed Angie ebbe modo di notare quanto fosse dimagrita in quell’estate, ma non c’era da stupirsene con tutti i turni straordinari che le avevano assegnato all’ospedale.

Elenoire cercò di sciogliere l'abbraccio strangolatore di Estelle, ma la piccola si era abbarbicata con forza sorprendente, così solo quando arrivò anche Dudley riuscirono finalmente a liberare la trachea di Angie.

Elena salutò affettuosamente i signori Durlsey e venne immediatamente ricambiata. Elenoire era entusiasta del suo nuovo colore di capelli, ma Angelique pesò che se anche lei si fosse presentata a casa con una simile tonalità sul capo sua madre avrebbe avuto un infarto.

"Dov'è Tristan?" chiese Angie guardandosi attorno in cerca del fratello.

Come tutti si aspettavano anche Tristan era stato ammesso ad Hogwarts due anni dopo di lei ed era stato smistato a Grifondoro, insieme a tutti gli altri Weasley e Potter. In particolare l’eventualità che James diventasse amico di Tristan le aveva causato non pochi attimi di panico, ipotesi che si era ovviamente avverata nel giro di un paio di mesi e il Pidocchio ormai era l’ombra di James Potter.

"È dai Weasley! Hanno chiesto di te prima. Ti conviene andare a salutarli, è ora tra poco!" le disse la madre osservando l’orologio al suo polso.

Angie abbracciò i genitori e stinse tra le proprie braccia anche Estelle, promettendole di scriverle presto e con regolarità, prima di immergersi nuovamente nella folla.

“Vado a cercare il Prefetto O’Quinn!” urlò Elena strizzando l’occhio ad Angie, la quale annuì. Entrambe sapevano che Martha sarebbe già stata sul treno ad occupare uno scompartimento solo per loro.

La giovane ci guardò attorno cercando tra la folla un'isola di teste rossicce o zazzere di spettinanti capelli neri.

Quando finalmente li individuò e li raggiunse, spintonando e arrancando tra la gente,  fu investita da una marea di abbracci e baci, come se non fossero passate solo due settimane dalla sua partenza dalla Tana.

Zii e cugini adottivi la salutarono con entusiasmo, Lily Potter si lanciò quasi di peso su di lei. Con la coda dell'occhio Angie individuò Tristan e James, che osservavano la scena l'uno accanto all'altro, in perfetta simbiosi come sempre. Il Pidocchio e la Piaga, sempre a spalleggiarsi per farla impazzire.

L’ultimo a salutarla fu Harry, lo zio con cui aveva maggiore confidenza e con cui si sentiva più a proprio agio, forse perché tanto simile al figlio Albus o forse perché era il più riservato, il cui carattere le era più congeniale... Lei adorava zio Harry!

Una ragazza dai lucenti capelli castani passò vicina al folto gruppo e sorrise maliziosa a James, il quale ricambiò con un sorriso altrettanto promettente e l'occhiolino.
La scena non sfuggì agli occhi vigili di Ginny, che arrivava a stento alle spalle del figlio, ma che  comunque decise di rifilargli con un scatto fulmineo un sonoro ceffone sulla nuca, facendo ridere tutti quanti.

"Ma che ho fatto?" protestò il moro massaggiandosi la nuca.

"Oh tesoro, questo è per quello che non hai ancora fatto!" gli disse serafica la madre, suscitando nuovamente le risate della famiglia.

Nell’aria si udì l’inconfondibile fischio del capotreno che annunciava l’imminente partenza del treno e i ragazzi si precipitarono sull'Espresso per Hogwarts.

 

***

"Finalmente si torna! Ero veramente stanco di usare i preservativi!" disse stancamente Derek, abbandonandosi con signorilità sul sedile. James, Fred e Philip scoppiarono a ridere, ma Alice aggrottò la fronte con aria perplessa e gli rivolse un espressione interrogativa.

"Beh, ti pare che mi faccio espellere per un incantesimo anticoncezionale?!" le chiese Derek strabuzzando gli occhi.

"E Celia che dice?" ribatté la giovane Paciock inarcando le sopracciglia.

"Ah, non ne ho idea! Eravamo in pausa estiva." ammise Derek incrociando i palmi delle mani dietro la testa e poi continuò  leggermente pensieroso: "Chissà come ci rimetteremo insieme questa volta... Temo di essere a corto di idee." 

Alice scosse la testa con un espressione a metà tra il divertito e l'esasperato. James era certo che stesse pensando che parlare d'amore e di coerenza con Derek, era come dire a lui di non ingozzarsi ad ogni pasto, o chiedere a Fred di mettersi i calzini puliti, o come impedire a Philip di dire una parolaccia ogni due parole... Energie completamente buttate via. 

Passarono parecchio tempo ad aggiornarsi sugli avvenimenti estivi ed Alice ammise di essere uscita con un Corvonero del settimo anno, come Fred.

James si sentì felice per lei, si meritava di trovare una persona che le volesse bene e con cui avere una normale relazione... Anche perché dopo il loro tentativo assolutamente fallimentare del quarto anno non l’aveva più vista lasciarsi andare con qualcuno.

Davanti al loro scomparto passarono veloci due figure, un ragazzo tanto biondo da sembrare albino, con lo sguardo furente, e una ragazza con capelli dorati che lo rincorreva.

James avrebbe riconosciuto dovunque quei boccoli ben definiti.

La ragazza agguantò il braccio del ragazzo costringendolo a fermarsi poco dopo.

"Uh-uh! Sono arrivati i Principi... Che caga cazzo!" sussurrò Philip, con la consueta delicatezza da scaricatore di porto, sporgendosi leggermente per osservare meglio la scena. James si alzò velocemente, prese Alice per la vita e la spostò sul sedile davanti, per poter sbirciare anche lui

"Sempre galante James!" protestò la ragazza, ma il moro era già troppo preso dalla scena davanti ai suoi occhi per darle retta.

Non riusciva a sentire che cosa si stessero dicendo, ma Gigì cercava di spiegare qualcosa a Scorpius Malfoy gesticolando. L'altro per tutta risposta dopo qualche istante le afferrò i polsi sbattendola con forza contro il finestrino del corridoio, poi le sibilò qualcosa a pochi centimetri dal volto.

James vide chiaramente un  lampo di dolore passare negli occhi verdi di Angelique e farli riempire di lacrime. Senza pensarci il ragazzo scattò in piedi e aprì con un gesto secco la porta dello scomparto.

A quel rumore entrambi i biondi si girarono verso di lui.

"Lasciala." disse a Malfoy con un tono tanto gelido e autoritario, che a quell’ordine il ragazzo mollò la presa sui polsi sottili di Angelique come se si fosse scottato e se ne andò a grandi  falcate. scomparendo nel vagone successivo.

"Scorpius!" lo chiamò Gigì mezza disperata ma l’altro non la degnò nemmeno di uno sguardo

"Ti ha fatto male?" le chiese avvicinandosi e prendendole un polso per osservare se ci fossero stati danni.

Quel banale contatto con la pelle tiepida di Angelique ebbe il potere di suscitare nella testa di James immagini, che di tiepido avevano ben poco.

"No. Non mi farebbe mai del male." rispose lei con un tono mesto ritraendo la mano, e abbassò lo sguardo per far sparire le lacrime.

"Sembrava molto... Arrabbiato." le disse osservando come ipnotizzato i capelli lasciati sciolti sulle spalle.

I ricci fitti dell'infanzia, che aveva appena approdata ad Hogwarts, non erano cambiati, le coronavano il capo come una piccola criniera disordinata che le arrivava circa a metà schiena, alcune ciocche dispettose le ricadevano sul petto.

Il ragazzo inspirò a fondo e notò che il suo profumo era leggermente diverso. La lavanda era sempre predominante e proveniva dai suoi capelli, ma mancava l'odore delicato di camomilla. C’era qualcosa di più fresco e ancor più inebriante, ma James non avrebbe saputo dove ricondurre quel profumo di fiori, sapeva solo che gli faceva venire una gran voglia di sprofondare il naso in quella colata di capelli dorati e inspirare fino a perdere i sensi.

Senza poterlo impedire sentì il cuore martellargli nel petto velocemente e avvertì una leggera fitta a livello dello sterno. Non capiva se fosse quell'aroma unico, o i riflessi dorati che i capelli di Gigì mandavano dovunque, o la pelle delle sua braccia leggermente abbronzata, ma sentiva chiaramente che tutto il sangue disponibile nel suo corpo stava abbandonando inesorabilmente il cervello.

Stava pensando seriamente di rapire a quelle labbra carnose, leggermente imbronciate, un bacio, quando la testa di Angelique si alzò e lo osservò con gli occhi pieni di tristezza e storse leggermente la bocca.

"Più che altro si è definito... Disgustato. Beh... Buon viaggio." gli disse con un leggero sospiro e se ne andò dalla parte opposta di Malfoy.

La osservò allontanarsi, ancora leggermente stordito dai pensieri che avevano invaso la sua testa nei pochi secondi che lei aveva impiegato a rispondergli.

Le parole della giovane rimbombarono nella testa di James, spingendolo a riflettere.

Era tutto molto strano…Gigì che non gli rispondeva male, che non si barricava dietro le altissime mura di ghiaccio impenetrabile, che non lo attaccava col suo carrarmato di sarcasmo e ironia, che non difendeva Malfoy a spada tratta, ma anzi gli rivelava che lui era disgustato da lei. Pensò che quell’ultimo particolare gli confermava che si trattava solo di un povero idiota!

Mentre tornava al suo posto si disse che forse era finalmente finita con quell' ossigenato. E nonostante le strane occhiate che gli rivolsero gli amici, sentì una sorta di euforia prenderlo.

 

***

Angelique si buttò di peso sul sedile e sperò con tutta sé stessa che l'imbottitura l’assorbisse, in modo da ridurre la sua emotività a quella di un bracciolo. Martha si sporse verso l’amica e le prese una mano tra le proprie accarezzandone il dorso. Era appena arrivata dal vagone dei Prefetti per vedere come stava.

"L'hai trovato?" chiese la rossa con sguardo preoccupato.

"Eccome. Ha ampiamente chiarito il suo... Parere." rispose Angie cercando di non lasciar trapelare quanto l’opinione di Scorpius l’avesse ferita.

"Beh... Vedrai che gli passerà!" provò a consolarla. Angie scosse la testa con aria mesta ma non replicò oltre perché Martha avrebbe trovato qualche scappatoia di ottimismo in quel groviglio esistenziale, mente lei desiderava solo abbandonarsi per qualche istante alla disperazione.

Martha era diventata una bellezza mozzafiato, era più alta di Angie con un fisico molto più snello e le gambe lunghe. Ma ciò per cui Angie non avrebbe esitato nemmeno per un secondo nell’affermare che era la più bella dell’intera scuola, era il fatto che sembrava risplendere di una luce propria. Una meravigliosa aura di fiducia negli amici e nel bene che la vita può offrire, di bontà e di altruismo era gelosamente custodita nell’animo della Serpeverde, ma appena trovava uno spiraglio per manifestarsi riusciva veramente a stupire.

"Oh che vada al diavolo! Te lo devi scordare!" esclamò Elena a cui Scorpius non era mai andato a genio, non quanto le natiche di Potter almeno.

"Non è proprio la cosa più semplice di questo mondo dimenticare tre anni..." mormorò la bionda e nessuna delle altre due rispose.

Angie abbandonò la testa contro il sedile e chiuse gli occhi, sentendosi improvvisamente stanca e pesante.

Tre anni di sorrisi dolci e incondizionati, di baci prima timidi e inconsapevoli poi sempre più accesi e passionali. Tre anni in cui le era stato versato il caffelatte nella tazza tutte le mattine, in cui si era sentita preziosa come una gemma, in cui erano cresciuti insieme, ed ora... Il deserto, il nulla.

Peggio, il disprezzo negli occhi grigi e tormentati come un mare in tempesta.

Il tutto per uno stupido, stupidissimo bacio.

Essendo sincera con sé stessa Angie ammise che non era stato uno e non era stato stupido per niente. Le labbra che avevano segnato il tracollo tra lei e Scorpius erano quelle di cui si era davvero innamorata e che aveva cercato di sradicare dal suo cuore per tutto quel tempo.

Un sorriso amaro le increspò le labbra mentre pensava che era stata tutta energia sprecata.

Quel sorriso, quei capelli, quelle mani, avevano conquistato centimetro per centimetro il suo cuore, lasciandole in quegli anni l'illusione di aver dimenticato.

Ma il cuore non dimentica a comando, l’aveva imparato giusto qualche mese fa.

 

La McGranitt concluse il discorso di inizio anno e Angie si sentì chiaramente a disagio. Non aveva ancora riflettuto seriamente sul fatto che una rottura tra lei e Scorpius avrebbe comportato una frattura anche del loro gruppo. Infatti le tre ragazze si trovavano quasi dalla parte diametralmente opposta della tavolata rispetto a Scorpius, Albus e Berty.

Se le avessero detto al primo anno che Bertram Barrach, ragazzino ossuto, con gli occhiali e balbuziente, si sarebbe trasformato, in quello che in quel momento i suoi occhi vedevano, grazie agli ormoni, avrebbe riso a crepapelle.
E invece il piccolo Berty era cresciuto a dismisura, aveva sviluppato un fisico asciutto e longilineo ma con lievi accenni di muscolatura, aveva iniziato a indossare le lenti a contatto al posto di quei fondi di bottiglia che gli ingrandivano in modo buffo gli occhi e aveva ridotto in modo impressionante la sua balbuzie. Col risultato finale di essere diventato veramente un bel ragazzo, probabilmente, si disse Angie, ancor più bello di Scorpius.
E molte ragazze lo avevano notato, una in particolare si era fatta avanti con lui e lo aveva ghermito in una relazione soffocantemente sdolcinata che durava da un anno ormai. Si chiamava Emma ed era al loro stesso anno ma in Tassorosso.

Albus alzò una mano nella sua direzione e lesse nei suoi occhi, la promessa di raggiungerla prima o poi. Non avevano mai passato un banchetto di inizio anno separati, ma quell’anno Angie lo sentiva già sarebbero cambiate molte cose.

La ragazza scosse lievemente la testa e gli fece capire di restare al suo posto, in quel momento era fermamente convinta che Scorpius avesse più bisogno di lei dell’amico.
Elena con su sospiro soddisfatto finì di riempire il suo piatto formando una piccola montagna di patate, arrosto, pasticcio di carne, torta salata e altre cose che non riusciva a identificare in quell’ammasso informe di cibo.

"Dovresti imparare a contenerti." disse Martha osservando critica il piatto di Elena.

In quello della rossa giaceva dell'insalata con pezzetti di petto di pollo, pomodorini e mais.

Di riflesso Angie diede uno sguardo al suo e le sembrò molto più simile a quello di Elena, ma si giustificò con la sua Martha interiore dicendole che doveva affogare il dispiacere nel cibo.

Elena osservò serissima la O’Quinn, con la piccola ruga in mezzo alle sopracciglia che si formava solo quando era davvero concentrata, come mentre dipingeva, e prima di infilarsi in quel forno di bocca un boccone enorme di patate e pasticcio disse:

"Lo vuoi vedere un incidente in galleria?"

Quando Martha aggrottò le sopracciglia con fare interrogativo, Elena sorrise e spalancò la bocca piena di frammenti di carne e tuberi.

Angelique scoppiò a ridere senza ritegno mentre Martha si dichiarava ufficialmente indignata.

Quei momenti le davano la speranza che si potesse tornare indietro e recuperare la complicità tutti insieme, i sei Serpeverde che al primo anno erano diventati un gruppo inseparabile. Speranza che morì non appena, facendo vagare lo sguardo per la tavolata con ancora il sorriso sulle labbra, Angie incontrò un paio di occhi del colore del ferro.

La stavano osservando terribilmente furiosi e colmi di disprezzo, la fissavano con un'intensità tale che la giovane venne spogliata di tutte le difese e si sentì solo colpevole.

Scorpius si alzò di scatto e si allontanò dal tavolo senza salutare i due commensali.

Angelique serrò le mani a pugno tanto forte da conficcarsi le unghie nella carne e provò con tutte le proprie forze a restare calma, mentre la frustrazione e la rabbia la invasero e le fecero venir voglia di rincorrere immediatamente Malfoy.

"Come la fa difficile!” commentò Elena prendendo una forchettata di spinaci dal piatto di Angie.

Scorpius stava uscendo in quell’istante dal portone della Sala Grande.

E lei non ce la faceva. Davvero non riusciva a resistere.

“Mia madre diceva sempre che i Malfoy sono rigidi come se avessero perennemente un palo nel…”

Angie non seppe mai dove la madre di Elena faceva finire quel palo, anche se lo immaginò con una certa facilità. Scattò in piedi in piedi e iniziò a inseguire Scorpius, infischiandosene altamente delle occhiate e dei bisbigli che metà della sala si scambiò in quel momento. Che pettegolezzo succulento, la Principessa di Ghiaccio che rincorreva il suo Principe!

Ma lui suo non lo era più.
E lo capì nel momento esatto in cui lo raggiunse in un corridoio al primo piano e cercò di trattenerlo per il polso.

Si girò con una prontezza di riflessi notevole, come se già avesse saputo quello che lei avrebbe fatto e la stesse aspettando al varco.

Non urlò, non le riversò addosso tutto il suo biasimo. La guardò e basta.

Angie lottò con un cervello completamente perso e disconnesso per riuscire a parlare.

"Scorpius, per favore..." iniziò ma si interruppe da sola con un groppo in gola. Che cosa avrebbe potuto dirgli per far sparire quell'espressione?! "Scorpius, io vorrei parlare..." questa volta fu lui a interromperla.

"Ah sì? E di quale argomento vorresti disquisire?" probabilmente un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male del suo tono duro, gelido, derisorio perfino.

Angie deglutì e cercò di rimettere in ordine i pensieri che si accavallavano e le parole che si aggrovigliavano in gola.

Avrebbe voluto spiegare, avrebbe voluto essere abbastanza fredda e lucida come dava a vedere a tutti, eppure si sentì solo sconfitta da quello sguardo completamente privo di affetto e di comprensione.

Scorpius tuttavia sembrava molto più distaccato e padrone di sé.

"Vogliamo parlare, per esempio..." fece finte di pensare e si mise un indice lungo e affusolato sul mento. "Oh sì, ecco! Del fatto che mi hai mentito e usato per tre anni?! Mentre io ho messo in discussione la mia vita per te." la sua voce era ancora controllata e fredda, ma l'emozione sopita iniziava a farsi strada mentre parlava: "O preferisci il fatto che ti ho detto che ti amavo e ti ho trovata con un altro due ore dopo?! Aspetta, aspetta, ne ho una migliore: parliamo di quante volte ti sei fatta sbattere da lui mentre stavi con me!"

Angelique spalancò la bocca offesa da quello che le aveva appena detto e ribatté indignata:

"Non è successo niente del genere!"

"Ma davvero?!" il giovane si fece una risata priva di allegria e la fissò nuovamente serio dicendo: "Allora dimmi, Angelique: mi ami ancora?"

Angie lo guardò leggermente confusa per il salto di passaggi logici e rimase in silenzio. Vide un tetro trionfo sorgere sul suo viso dato che non riusciva a rispondergli. Si avvicinò di più e le prese il volto tra le mani con forza eccessiva.

"L'ho sempre saputo..." sussurrò con una piega amara della bocca prima di calarla sulla sua, in un bacio rabbioso.

Mentre le labbra di Scorpius premevano per forzare le sue, provò l'istinto irrefrenabile si scostarsi e spostare indietro la testa, ma le dita del ragazzo erano intrecciate ai suoi capelli e non le lasciavano spazio.

Nessuno dei due aveva chiuso gli occhi, non era un bacio romantico. Lo sguardo di Scorpius era feroce come le sue labbra, che mordevano, impromendo a quell'atto una violenza che le spezzava il cuore più di tutto il suo disprezzo.

Angelique non aveva idea di come risultasse il suo, ma aveva una gran voglia di piangere.

Che cosa ti ho fatto Scorpius?! Fin dove ti ho spinto per odiarmi così?!.

Gli occhi le si inondarono di lacrime, così li chiuse e si arrese a quel bacio forzato.

Sperò di fargli capire quello che non era riuscita ad esprimere a parole, sperò che sentisse nonostante fosse accecato dall'orgoglio ferito.

Non aveva mai voluto fargli del male, non aveva mai giocato con la sua vita. E a suo modo lo aveva amato.

Dischiuse le labbra e smise di lottare per sottrarsi alla sua presa, anzi ci si gettò ancor di più passando le braccia attorno alla sua vita.

Con sua grande sorpresa, Scorpius non aggredì la sua bocca come si era aspettata, ma prese a baciarla dolcemente, mentre la lingua si insinuava lentamente e accarezzava il suo palato, cercando di coinvolgerla in quell’atto che per lei aveva il sapore della disperazione.

Le passò una mano sulla nuca e tirò dolcemente i capelli, facendole inclinare il capo e scoprendole la gola, che venne coperta di baci più accesi e famelici subito dopo. L’altra mano si impossessò della sua vita e la trasse più vicino a lui, premendola contro il suo petto.

Avrebbe dovuto essere felice, avrebbe dovuto sentirsi in pace, visto che finalmente le stava dimostrando di volerla ancora, nonostante tutto… E invece le venne ancor più voglia di piangere e non riuscì a trattenere le lacrime che si fecero largo sulle sue gote fino al collo.

Quando le labbra di Scorpius incontrarono il sapore salato delle sue lacrime, alzò il volto di scatto e la osservò stupito.

Nei suoi occhi non c’era più tutta la freddezza e il disgusto, che le aveva anche espresso a parole sul treno, ma la semplice domanda "Perché piangi?".

Scosse lentamente la testa. Non voleva imbrogliarlo mai più. Anche a costo di uccidere quella piccola parte di lui che la desiderava ancora. Allora rispose alla sua prima domanda…

"Non come mi ami tu." le parole le scivolarono fuori dalle labbra in un sussurro e chiuse gli occhi, perché nonvoleva vedere un’altra volta il suo disprezzo.

Angie pensò che una ragazza normale, una ragazza con un po' di cervello avrebbe urlato "Sì, ti amo!" e avrebbe raccontato che quella sera alla festa si era ubriacata e che aveva fatto una sciocchezza, baciando un altro per capriccio... Avrebbe raccontato una piccola bugia per riparare la situazione.

Lei invece gli stava servendo su un piatto d'argento la ragione migliore per odiarla, cosa che lei credeva fermamente di meritare.

Sentì le sue mani abbandonare il suo corpo, ma tenne ancora gli occhi ostinatamente chiusi.

Era davvero finita, ma non aveva la forza di guardarlo andare via.

Quando finalmente riuscì ad aprirli il corridoio era deserto e lei aveva bisogno di una sigaretta.

***

Gigì aveva rincorso Malfoy davanti a tutta la scuola.

James sapeva perfettamente che non le importava nulla del giudizio altrui, era abbastanza forte da potersene distaccare con quel sorriso freddo e terribile che dedicava a chi disprezzava, lui compreso la maggior parte delle volte.

"Dicono che sia stata a letto con altri tre ragazzi alla festa, l'anno scorso... per questo lui l'ha lasciata!" disse con fare cospiratorio Jennifer Parker, seduta a qualche posto di distanza da lui.

James si chiese come diamine fosse possibile che certe voci fossero messe in giro. Gigì a letto con altri tre ragazzi che non fossero Malfoy?!?! Che poi non era nemmeno tanto certo che ci fosse mai stata a letto con lui, nonostante quegli interminabili tre anni.

"Ma no! Io ho sentito che il Principe l'ha trovata ubriaca fradicia che faceva uno spogliarello ad un Corvonero!" ribatté l'amica del cuore di Jessica, una Alexis Qualcosa.

Senza potersi trattene oltre il giovane scoppiò a ridere. Quella era sicuramente la migliore di tutte quelle sentite fino a quel momento!

Avrebbe dovuto fare una raccolta e poi sottoporla al vaglio della diretta interessata, si sarebbe fatta grasse risate anche lei.

Jennifer e Alexis lo guardarono a metà tra l'imbarazzato e lo speranzoso, per essere state ascoltate nelle loro illazioni e per averlo fatto ridere. Credevano di aver fatto colpo, ma quando si accorsero che la sua risata non si spense al momento opportuno, anzi continuava imperterrita, la loro espressione virò verso il timore.

"Siete talmente sceme che fate pietà. Dovrebbero eliminarvi durante le battute di selezione dei daini nella Foresta!" commentò Lily, che aveva sentito le loro ipotesi, guardandole come insetti particolarmente schifosi. Effettivamente gli occhi azzurri di Rose sembrarono presi da pietà, le osservava come due malate terminali.

Le due parevano veramente spiazzate. James non aveva quasi mai rivolto loro la parola in cinque anni che era stato lì, sia perché facevano parte di quella che Gigì tempo addietro aveva denominato la Corte di Celia Danes, sia perché non sopportava quegli atteggiamenti frivoli e snob che male di addicevano a delle quindicenne, e la prima volta che le considerava era per deriderle.

Chissà se gli avrebbero mandato ancora quegli ottimi cioccolatini per San Valentino?! Sarebbe stato un peccato sprecare due soggetti tanto volenterosi di nutrirlo con quelle prelibatezze… Così decise di riparare un minimo la situazione.

"Lily, non diventare aggressiva! Non intendevano offendere nessuno, giusto?!" chiese amabilmente ammiccando nella loro direzione. Jennifer fu la prima a riprendersi e gli sorrise raggiante annuendo, l'altra invece fissò alternativamente lui e Lily sperando di capirci qualcosa.

"Jamie… Non mi pare che stessi parlando con te!" abbaiò la sorella con uno sguardo omicida ancora rivolto a quelle povere scellerate.

Ah! Ecco un altro problema: mai tentare di offendere o di mettere in dubbio la moralità di Gigì davanti a Lily, poteva finire molto male. Aveva ereditato l'abilità della madre nelle Fatture Orcovolanti.

Il giovane si passò il tovagliolo sulle labbra e lo abbandonò subito dopo sul tavolo.

Si alzò gettando uno sguardo agli amici: Derek, ovviamente, aveva riparato la situazione con la Danes in un quarto d'ora sul treno e ora le stava accanto sorbendosi tutto il riassunto delle vacanze a Saint Tropez o in Italia. Fred si era avvicinato a una Corvonero e si vedeva già che sbavava per lei; James sperò solo che non giungessero fino al punto di togliersi le scarpe, altrimenti la poverina sarebbe schiattata! Philip e Alice erano vicino a lui, ma sembravano assorbiti dalla discussione iniziata da Lucy e Rose su una nuova legge o qualcosa di simile del Ministero.

Non era interessato a nulla del genere in quel momento e poi aveva un mezzo appuntamento con Fanny.

Volse gli occhi ambrati sulle due ragazze, e chinando lievemente il capo le salutò con un:

"Signore..."

Allontanandosi riuscì a sentire il sospiro di una delle due, e avrebbe voluto scoppiare a ridere un'altra volta, ma sarebbe stato controproducente per i sopracitati cioccolatini.

***

Angelique era seduta sul davanzale di una delle finestre del suo chiostro preferito.

Il chiostro in cui veniva con lui, dove avevano parlato per ore e dove si erano scambiati il primo bacio. Accese la sigaretta appena rollata e inspirò il sapore acre del fumo.

Aveva iniziato quell’estate, a causa di Camille, la cugina francese più grande che l’aveva introdotta a quel vizio. Aveva trovato divertente imparare a prepararsi le sigarette con cartine e tabacco, e le era piaciuto persino quel lieve grattare delle mucose quando il fumo raggiungeva i polmoni.

Se sua madre l’avesse scoperta le avrebbe fatto lo scalpo, sicuro come l’oro!

Eppure Angie non aveva confessato alle amiche che aveva iniziato a fumare. Lo pensava come un segreto per sé stessa, non aveva alcuna intenzione di atteggiarsi come i gruppi che si ritrovavano in cortile tra una lezione e l’altra per fumare.

Prese un'altra boccata di fumo e espirò lentamente, facendo uscire la nebbiolina bianca dalla finestrella aperta che dava sul cortile.

Dopo il bacio con Scorpius non era riuscita a tornare in Sala Comune e aveva camminato per alcuni minuti senza meta, prima di ricordarsi che lei aveva un posto tutto suo. O loro…

Sentì dei passi alla fine del corridoio e stava per buttare via la sigaretta e nascondere tabacco, filtri e cartine sotto il maglione quando riconobbe la sua figura.

Camminava ben eretto con portamento invidiabile. Non era molto alto, aveva le spalle ampie e le mani infilate nelle tasche dei calzoni.

Come sempre aveva quell'aria di studiato disordine che lo rendeva irresistibile. I capelli dalle mille sfumature erano spettinati come se fosse appena uscito dal letto, la cravatta rossa e oro era leggermente allentata, i primi bottoni della camicia aperti, le maniche arrotolate a tre quarti per lasciar vedere la pelle ambrata degli avambracci.

La bocca di Angie si seccò solo a vederlo da lontano mentre il cuore iniziava ad accelerare i battiti furiosamente. Sentì chiaramente le membra sciogliersi e cedere di fronte al sorriso smagliante e un po’ malizioso che lui le stava rivolgendo.

Si appoggiò con un gomito al suo stesso davanzale e le sorrise ancora.

Angie pensò di avere un' espressione veramente stupida sul volto, perché si sentiva completamente in balia di quelle labbra piegate verso l'alto e di quegli occhi scuri che la fissano.

"Non sapevo che fumassi." disse osservando il mozzicone sospeso tra le dita di Angie.

La ragazza osservò la sigaretta stranita e senza sapere perché lo gettò fuori dalla finestra, a rimarcare il suo panico interiore. Lui scoppiò a ridere e poi si avvicinò.

Le sistemò una ciocca dietro l'orecchio e le fece una carezza lieve sulla guancia che finì sul collo. Il suo profumo raggiunse le narici di Angelique, la quale inspirò profondamente socchiudendo gli occhi.

Dio, quanto aveva pensato a quel profumo durant l'estate, quanto le era mancato l’aroma freddo di menta e spezie.

"Mi sei mancata." le disse dolcemente. Questa volta fu la ragazza a lasciarsi sfuggire una risata, piena però di malinconia.

"Bugiardo."

Sorrise anche lui. Quel sorriso fu come una stilettata nel cuore, era tanto bello e abbagliante da farle trattenere il fiato.

“Posso restare con te?” chiese dolcemente mentre la sua mano scivolava sinuosa sul collo e gli occhi neri la osservavano pieni di aspettativa. Un vago torpore si stava diffondendo in lei, inesorabile, come un gas paralizzante che aveva il suo sapore.

“Non possiamo…” sussurrò Angie chiudendo gli occhi e scuotendo la testa lentamente. No, non potevano farlo ancora, sarebbe stato un errore esattamente come la prima volta.

“Possiamo ciò che vogliamo.” le disse lui con decisione mentre la sua mano si chiudeva a coppa sulla guancia della ragazza.

Angie aprì gli occhi e lo osservò a lungo prima di emettere un sospiro di resa.

Certo che voleva… E come sarebbe stato possibile il contrario?

Lui annullava ogni difesa che lei tentava di mettere tra loro con un semplice sorriso o una carezza, era la sua debolezza, quasi una dipendenza. Aveva il potere di guardare oltre ciò che gli altri vedevano e cogliere la vera Angelique, disarmata e arrendevole.

Il bel viso del ragazzo si distese in un sorriso vittorioso.

"Ciao Angelique." sussurrò lui avvicinandosi sempre di più, accarezzò il suo nome con una dolcezza che le fece correre i brividi per la schiena.

Avrebbe dovuto balzare giù da quella finestra e andare a dormire, visti tutti i problemi con Scorpius. Avrebbe dovuto dirgli di non andare mai più lì. Avrebbe dovuto offrigli una sigaretta e chiudere quella faccenda una volta per tutte, perché non doveva ricominciare! Avrebbe dovuto sapere che l’avrebbe solo ferita.

Avrebbe dovuto un sacco di cose, eppure se ne dimenticò.

Chiudendo gli occhi a un centimetro dalle sue labbra, mormorò:

"Ciao Derek."

 

 

Note dell'autrice:

Come promesso sono tornata. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Aspetto come sempre le opinioni e le domande di tutti coloro che vogliano farne. Purtroppo per questa long non posso promettere aggiornamenti regolari, o comunque non come la precedente storia. In caso aveste voglia di seguire anche su facebook aggiornamenti e post vari, vi lascio il link della pagina: https://www.facebook.com/Bluelectra-Efp-408883752831874/?ref=aymt_homepage_panel

A presto.
Tanti baci!

Bluelectra

  
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