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Autore: Rosalia100689    08/10/2014    2 recensioni
Il legionario Ottavio Sestio Lucullino è un cittadino romano di antica stirpe. Durante i quattro anni di leva obbligatoria (che trascorre tra Britannia e Gallia), il suo pensiero corre spesso a lei: Lidia, serva nella domus di suo padre con cui il giovane è cresciuto e per la quale farebbe di tutto.
La ragazza nasconde però un dolce segreto: Ottavio lo scoprirà solo dopo esser tornato a Roma, mentre ben due tragedie nel volgere di poco tempo incomberanno sui protagonisti… Sullo sfondo di un Impero Romano in piena espansione, antichissimo eppure sorprendentemente simile al mondo moderno, vi presento la mia nuova storia; spero sia apprezzata con tanti commenti!:-)
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Note. Dopo qualche anno di assenza, durante i quali mi sono solo dedicata a commentare fiction altrui, torno con una storia originale ambientata nell’Impero Romano… Spero apprezzerete questo primo capitolo, e vi fornisco qualche termine per comprenderlo meglio:
Ab Urbe condita = dalla fondazione di Roma
Londinium = Londra
Januarius = Gennaio
Lutetia Parisiorum = Parigi
Ave = Salve (formula di saluto quando ci si incontra o si inizia una lettera)
Ave atque vale = Ciao e stammi bene (formula di saluto quando ci si separa o si conclude una lettera)
Gallia = Francia
Minio = un tipo di rosso
Britannia = Inghilterra
Asse: il centesimo del sesterzio, diviso a sua volta in “quarto di asse e mezzo asse” (un sesterzio valeva circa 1300 Lire)
Vernacula = serva nata in casa del padrone
Numu = Dèi
Ancella = serva
Domus/domina = padrone/padrona
Lupa/ lupanare: prostituta/bordello
Legionario: militare che serviva nella legione (Legio in latino).

 
Capitolo 1 <> “Gravi condizioni”
 

Annus 828 Ab Urbe Condita (75 D.C.)
Londinium, januarius.

L’uomo venne svegliato da alcuni potenti colpi dati alla porta della sua stanza
:- Generale! Generale! Un dispaccio urgentissimo!!!-
Ottavio Sestio Lucullino sospirò, esasperato. Solo una persona insisteva nel chiamarlo “Generale” da due anni a quella parte, restia a qualsivoglia invito a smettere, dato che lui era un semplice legionario.
:- Gwendolyn!- disse infatti, aprendo la porta di scatto e tirando dentro la donna con un potente strattone- Che ci fai qui  a quest’ora del mattino? Non ti avevo chiesto di tenermi le lettere e consegnarmele fuori di qui? E poi, cosa sarà mai di tanto importante?- le chiese dunque, strappandole di mano il foglio, sigillato con ceralacca recante impresso lo stemma della sua famiglia, ossia un elefante (chiarissimo retaggio di un antenato presente a Zama), colto nell’atto in cui calpesta un giglio, ed iniziò a leggere con impazienza:


Marco Sestio Lucullino a Ottavio Sestio Lucullino.
Ave, Fratello.
Spero questa lettera ti trovi in salute. Noi stiamo tutti bene, tranne la tua diletta Lidia, la quale mostra chiari segni di versare in gravi condizioni.
Nell’attesa del tuo ritorno, ancora lontano, ti facciamo i migliori auguri di buona permanenza in Gallia, terra verso cui ti muoverai con la Legio III Gallica tra due settimane a partire da oggi.
Scrivici appena ti sarai sistemato nel nuovo accampamento di Lutetia Parisiorum.
Ave atque vale.
            Tuo,
Marco.”

 
Durante la lettura del dispaccio, Gwendolyn era rimasta rimasta rispettosamente in silenzio, ma con le orecchie ben tese ad ascoltare i risolini dei commilitoni del suo amico, appena fuori la porta rimasta socchiusa.
:- Sommettiamo due assi che non ci va neanche stavolta?- diceva uno
:- Già, quello la paga solo affinché gli porti delle lettere… Che spreco!- faceva eco un altro.
Ottavio, apparentemente indifferente a tutte le malelingue, era concentrato soltanto su quella frase, vergata col minio più costoso e sottolineata pesantemente dal fratello: Lidia in gravi condizioni.
Voleva poter significare solo una cosa, eppure gli sembrava strano che il suo amato fratello minore si premurasse di fargli sapere una notizia tanto brutta su di una ragazza così bella; confuso, ma ugualmente deciso a mantenere un certo contegno con la sua ospite, le sorrise e le fece cenno di sedersi sul suo letto.
Guardandola poi come se la vedesse per la prima volta, si sentì in dovere di darle qualche spiegazione
:- So che a volte leggi le lettere che mi spediscono dall’ Urbe e che io stesso ti regalo- e lì, un lieve rossore soffuse le guance della lupa- ma non voglio assolutamente fartene una colpa; anzi, se non ti dispiace, vorrei parlarti un po’ della mia famiglia!-
 
()()()
 
 
Durante la ronda notturna cui era destinato, in attesa della sospirata partenza verso Lutetia Parisionum, il giovane legionario ripensò alla lunga ronda mattutina avuta con la sua ormai amica e confidente britanna: le aveva narrato le gesta dei suoi antenati su tutti i campi di battaglia terrestri e marini, parlato dei suoi genitori, del fratello, della sorella e dei servi della sua domus, tra i quali la vernacula Lidia spiccava come una rosa delicata; era di due anni più piccola di lui e sin da bambini, i figli del padrone e quelli dei servi avevano avuto modo di legare come fratelli, eppure non appena Ottavio si era accorto di provare più che semplice amicizia verso quella giovane attualmente quasi ventenne, la lettera dalle legioni era puntualmente arrivata a scombinare i piani, con suo immenso disappunto.
Convinto a non dichiararsi finché non avesse potuto garantirle un futuro libero e sicuro, il ragazzo era partito salutando Lidia da amico, sperando ardentemente di non ritrovarla maritata, quando e se fosse tornato; in fondo, quattro anni alla loro età erano una vita, e lei era molto bella, ma nel corso dei due anni precedenti, i Numi avevano fatto un buon lavoro.
Suo fratello Marco, scrivendogli ogni mese, l’avrebbe di certo informato subitissimo di una tale notizia, però fino ad allora non era mai successo… Era altresì capitato di peggio, o stava per capitare (Ottavio era molto in forse su questo), perché Marco era stato chiaro: poteva succedere a breve e lui non sarebbe stato a casa per porvi rimedio; con Vespasiano al potere scherzare col fuoco era diventato molto meno pericoloso di un tempo, e sperò vivamente che suo fratello avesse solo avuto un grosso abbaglio, magari riferitogli da qualche ancella di ritorno dal mercato.
Un rumore improvviso, immediatamente seguito da un’altissima fiammata, a pochi metri dal punto in cui si trovava, nella parte est di quella città di Britannia ormai fortemente romanizzata da trent’anni che lui amava molto, riscosse Ottavio dai suoi pensieri; si affrettò così a tornare verso la torretta di guardia da cui era partito circa due ore prima e a dare l’allarme.
In poco tempo, otto legionari di stimata cittadinanza romana si precipitarono con secchi ricolmi d’acqua verso un lupanare incendiato, per tentare di salvare quante più vite umane possibili, tra cui quella di Gwendolyn, sempre che per lei non fosse già troppo tardi!   
 
Dedico questo capitolo, e tutti gli altri di questa storia, alla meravigliosa persona che amo. Ti amo, con tutto il mio cuore!!!!!^_^
 

 
  
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