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Autore: LightsWillGuideYou    08/10/2014    0 recensioni
Nel 1832 Rose entra a far parte de Les Amis, dove incontra tante nuove persone, scettiche all'inizio di avere una donna nel gruppo, ma successivamente simpatiche e rispettose nei suoi confronti. Solo uno sembra non voler avere molto a che fare con il resto delle persone. Si occupa solo dei suoi progetti di cambiare il mondo. E quest'uomo si chiama Etienne Enjolras
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il prete lasciò la cella di Etienne dopo più di un'ora. Per tutto quel tempo il giovane leader gli aveva parlato di Rose come non aveva mai fatto, sfogandosi dei sentimenti che non aveva mai avuto il coraggio di rivelare per paura di danneggiare la sua fiera immagine da capo di una rivoluzione. Era sempre rimasto immobile, seduto sopra la tavola di legno che faceva la funzione di letto, cercando di non toccare e muovere troppo le costole ammaccate. Presto tutto quel dolore e quei maledettissimi rimorsi sarebbero scomparsi. Enjolras se ne rese conto più che altro quando il primo raggio di luce entrò nella stanza dalla finestrella sopra la sua testa, illuminando la mano del prete poggiata sulla Bibbia. Quest'ultimo aveva sempre tenuto lo sguardo basso, ma quando si era deciso di guardare il prigioniero negli occhi, Enjolras si era reso conto che i suoi occhi erano lucidi. Si era allora alzato, gli aveva fatto un segno della croce sulla fronte, ed si era avviato verso la porta aperta da una guardia lentamente. L'ora del capo de Les Amis era arrivata. Mancavano pochi minuti ed una guardia sarebbe venuto a prenderlo. Poteva già sentire la forca sopra la sua testa.

 


Marius fece un lieve cenno a Rose, e questa si voltò verso il capo della guardia, Javert, che stava lentamente arrivando verso di loro. Guardandolo, Rose non poté fare a meno di guardarlo con lieve disprezzo. Tutto stava accadendo per colpa sua, dopotutto. Il commissario si posizionò davanti a loro, ed entrambi batterono un piede per terra, portando in fretta una mano alla fronte e mantenendo un atteggiamento da soldati. Si girò verso Marius, e guardò distrattamente il suo viso.

-E' tutto pronto per l'esecuzione?

Marius si schiarì la voce e cerco di sembrare il più credibile che poteva. Era difficile però, dato che l'esecuzione in questione era quella del suo migliore amico.

-Sì, signore! Stavamo andando a prelevare il prigioniero.
-Tu resta di guardia al cortile esterno. Tu!

Si voltò improvvisamente verso Rose, che mantenne lo sguardo basso e i capelli davanti agli occhi. Sobbalzò lievemente, ma cercò di non darlo a notare, posizionando meglio la schiena già inizialmente dritta. Javert continuò.

-Vai a prendere il rivoluzionario. Sai dove portarlo.
-Sì, signore...

Rose posizionò nuovamente la mano sulla fronte e si allontanò, dando le spalle a Javert. Quest'ultimo si avviò verso il cortile centrale, seguito a Marius che diede un'ultima occhiata a Grantaire. Anche questa si voltò e gli fece un lieve cenno con la testa, prima di sparire dietro ad un angolo della prigione. A Marius non restava che pregare che tutto andasse bene. Rose era intelligente, se la sarebbe cavata, ma se l'avessero scoperta sarebbe stata in guai seri.

Rose seguì la scia di guardie cercando di capire dove la cella poteva essere. Più aumentavano, più era chiaro che si stesse avvicinando. Tutta quella precauzione non era normale.. Che si aspettavano, che si ribellasse e scappasse? Quando le sembrò di essersi completamente persa, vide da una cella uscire un prete. Trovato! L'uomo la guardò mentre le passò accanto e da quello unico sguardo Rose capì un sacco di cose. La guardava con tristezza, come se avesse appena terminato la più dura delle sue confessioni. E di colpo la paura la pervase. Davvero lo voleva vedere in quello stato? Debole, in attesa della sentenza, e con nessuna voglia di combattere? Davvero voleva trovarselo davanti e non vedere più la figura divina che aveva visto per tutti quei mesi? Ne valeva la pena distruggere un ricordo così bello e prezioso? Si fermò di colpo e strinse i pugni. La porta della cella era rimasta aperta, tenuta da una guardia che la guardava alquanto perplesso. Grantaire sospirò e chiuse gli occhi, avanzando lentamente verso la cella.

-Sei venuto a prenderlo, vero?

Rose annuì lievemente con la testa, sistemando la cinghia del fucile sulla spalla.

-Menomale.. Non ne potevo più di questo maledettissimo ragazzino!

La piccola Grantaire ingoiò quell'insulto ad Enjolras come si ingoia una medicina. Odiava sentire la gente parlare male id lui e in quel momento si sarebbe messa a picchiarlo lì, mentre dava ad Enjolras il tempo di scappare. Invece gli fece un lieve cenno con la testa ed entrò dentro.

 


-Secondo voi quanto ci metteranno?

Erano ormai dieci minuti che Combeferre camminava nervoso avanti ed indietro per il vicolo. Stava cominciando ad entrare la luce del primo mattino e voleva dire solo una cosa: se non aveva funzionato, in quel momento erano tutti e tre morti.

-Combeferre, datti una calmata! Dobbiamo cercare di non fare tanto rumore, ed i tuoi passi ne fanno decisamente troppo!

Couferyac parlava piano ma deciso, così il compagno lo squadrò per un paio di secondi per poi tornare a sedersi bruscamente. Gavroche stava in un angolino, ripiegato sulle sue ginocchia, a pregare. Non lo aveva mai fatto in tutta la sua vita ma, dopo la morte di Eponine, aveva stranamente cominciato. Pregava per R. ed E., perchè riuscissero ad uscire vivi insieme da quel luogo. Pregava per Marius, perchè riuscisse ad unirsi alla sua Cosette. Pregava per tutti Les Amis, sperando che non venissero scoperti e potessero tornare ad una vita normale.

 


Marius stava al fianco di Javert, e l'unica cosa a cui pensava era un modo per ucciderlo velocemente e levarlo di torno una volta per tutte. Più lo vedeva dare ordini, più sentiva di odiarlo con tutto il cuore. Era stato una spia della Guardia, era stato la causa della morte di 'Nine.. Se c'era una cosa che desiderava in quel momento, era ucciderlo con le sue mani. Stranamente non si era ancora accorto della sua identità.. Probabilmente, quando era stato dietro alla barricata, era stato troppo impegnato a tenere sotto controllo Enjolras e Gavroche, per occuparsi degli altri studenti.

Uscirono nel cortile esterno e si trovarono davanti il patibolo. Marius trasalì, pensando che quella sarebbe potuta essere anche la sua fine, ma cercò di mantenere un comportamento adeguato.

 


Rose trasalì e per poco non cadde per terra. Avrebbe voluto piangere, ma non ci riusciva. Enjolras era sdraiato per terra, rannicchiato in un angolo, con una camicia ancora più sporca di sangue dell'ultia volta che lo aveva visto. La sua meravigliosa giacca era buttata da una parte, permettendole così di vedere la manica che si era strappato per creare una sorta di benda per lei. Avrebbe voluto dirgli che era Grantaire, che lo avrebbe portato fuori immediatamente, ma stranamente si sentiva in dovere di non farlo. Cercò di schiarirsi la voce, cercando di assumere un tono più maschile.

-E'... E' ora di andare, rivoluzionario.

Enjolras alzò lo sguardo ed osservò la guardia. Era decisamente minuta, magra, e lui aveva bisogno di un sostegno più forte per essere portato, dato che non riusciva a camminare da solo. Sospirò. Non aveva paura.. Sentiva uno strano senso di pace. Rose era salva, i suoi compagni erano salvi, che altro poteva volere? In ricambio doveva cedere la sua vita, ma non gli importava.

-Non ce la farai a portarmi.. Le mie costole sono rotte e non riesco a stare in piedi da solo.
-Troveremo un modo. Su, alzati.

Rose parlò duramente, ma nel sentirlo dire quelle parole si sentì mancare ancora più fiato. Come avrebbe fatto a portarlo da sola? In quelle condizioni non ce l'avrebbero mai fatta.
Non lo guardò mai negli occhi, perchè stranamente sapeva che, facendolo, l'avrebbe riconosciuta. Lo prese per un braccio e cautamente lo mise in piedi, circondando un suo braccio intorno alle spalle e cominciando lentamente a camminare.

Enjolras storceva le labbra ad ogni passo, ma comunque cercava di andare avanti, sperando che tutto quel dolore finisse il prima possibile. Uscirono dalla cella e finalmente si avviarono verso la sua esecuzione.
Non passò molto prima che Enjolras potesse vedere, dalle piccole finestre, lo spazio interno occupato dal patibolo. Più si avvicinava, più si sentiva calmo. Lo pervadeva una pace magnifica e l'unica cosa che rimpiangeva era la possibilità di vedere Rose un'ultima volta. Questa sembrò accorgersi dei suoi pensieri.

-A che pensi? Alla fine?
-No.. Penso alla notte in cui l'ho conosciuta..

Rose trasalì lievemente. Conosciuto chi? C'era per caso un'altra donna, nella vita del suo Apollo? Le sue mani iniziarono lievemente a tremare ed Enjolras continuò.

-Era l'unica ragazza di tutto il nostro gruppo.. La notte che entrata in quel Cafè. Appena l'ho vista mi sono reso conto che era speciale. Come una dea... Il modo in cui parlava, rideva. Credo di essermi innamorato subito. Eppure me ne rendo conto solo adesso... Che ti succede?

Probabilmente Rose stessa non se ne era accorta, ma dai suoi occhi erano cominciate ad uscire lacrime su lacrime. Silenziose, come se non desiderassero attenzioni, ma la stavano lentamente facendo scoprire. Stava parlando di lei.. Etienne Enjolras le aveva appena dichiarato involontariamente il suo amore, mentre lei lo trascinava per i corridoi delle prigioni parigine in attesa di un qualche aiuto di Marius. Ma stranamente Marius non arrivava.

 

 

Il giovane Pontmercy corse dentro il vicolo, col fiato corto e la fronte imperlata di sudore.

-Muovetevi, mi hanno scoperto!
-Cosa? Come hanno fatto?
-Che ne facciamo di R. ed E.?! Non possiamo lasciarli là, Marius!

Javert era riuscito a guardare Marius negli occhi ed un lampo gli aveva pervaso la mente. Erano stati scoperti e, in poco tempo, avrebbero scoperto anche Rose. Probabilmente non si era preoccupato che qualcun'altro fosse dentro.. Magari aveva pensato che Marius fosse stato l'unico pazzo a voler tentare la fortuna salvando il suo leader prima che venisse giustiziato. Avevano una dozzina di guardie dietro, piegò Marius ai compagni, e questi trasalirono, raccogliendo le loro cose.

-E tu li hai portati dritti da noi?! Ma ti sei impazzito?!
-Non sapevo dove altro andare!

Tutti si allontanarono velocemente imbucando strade differenti di Parigi. Per la prima volta dopo le barricate, si divisero, lasciando Rose ed Enjolras abbandonati al loro destino.

  
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