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Autore: meiousetsuna    09/10/2014    5 recensioni
Damon tornerà da Elena, questo è sicuro. Non potrebbero esistere divisi, ma come potrebbe accadere?
Ci sarà un prezzo da pagare, o per una volta la Fortuna potrebbe volgersi dalla loro parte?
dal testo: Non si era arreso all’idea di perderla, le aveva insegnato il significato delle parole ‘per sempre’.
Lei stessa era una dimostrazione assoluta che l’ordine cosmico può essere invertito: viva nella morte, accarezzata da un raggio di Sole che non cercava di ferirla, ma di scaldarla con la sua luce dorata, filtrata dalla spessa tenda azzurra.
E lui, la persona che aveva pagato il prezzo più alto perché lei avesse tutto questo, aveva trovato il modo di tornare, nel suo inconfondibile stile: rischioso, autolesionista, coraggioso.

Con Amore, Setsuna
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ipotesi, NON Spoiler! dei prossimi episodi

Personaggi: Elena/Damon

Lex Naturae

Elena si spostò lentamente, appena un movimento per stiracchiare il braccio destro piegato in modo un po’ scomodo, facendo attenzione a non svegliare lui.
Erano di nuovo insieme, questo avrebbe dovuto essere un miracolo sufficiente a renderla felice per il resto della sua esistenza, grata ad un Fato che non la odiava, era solo fuori controllo: ma chi può dire di avere potere sul proprio destino?
È nella legge della natura esserne governati, pur avendo l’illusione di prendere tutte le scelte; eppure Damon le aveva provato il contrario, più di una volta.
Non si era arreso all’idea di perderla, le aveva insegnato il significato delle parole ‘per sempre’.
Lei stessa era una dimostrazione assoluta che l’ordine cosmico può essere invertito: viva nella morte, accarezzata da un raggio di Sole che non cercava di ferirla, ma di scaldarla con la sua luce dorata, filtrata dalla spessa tenda azzurra.
E lui, la persona che aveva pagato il prezzo più alto perché lei avesse tutto questo, aveva trovato il modo di tornare, nel suo inconfondibile stile: rischioso, autolesionista, coraggioso.

Con Bonnie avevano aperto di nuovo quella ferita nel Tempo che li aveva catturati prima di diventare una cicatrice richiusa, nell’unico modo possibile; per lei non era stata una tragedia, era trapassata nell’altra dimensione dopo aver già perduto i suoi poteri di strega e di àncora, risvegliandosi nelle esatte condizioni del suo ultimo momento sulla Terra.
Ma quando Damon aveva aperto di nuovo gli occhi, sentendo un dolore lancinante ad una gamba che si era rotta cadendo, questo era perdurato, malgrado cercasse di ignorarlo per sentire solo le labbra di Elena, le lacrime di Elena che gli piovevano sul viso, la mani di Elena che prendevano di nuovo possesso della sua pelle.
Se Stefan non fosse intervenuto subito, allontanando la vampira troppo sconvolta per reagire, sarebbe stato tardi; il colpo di fucile sparato da loro padre quasi un secolo e mezzo prima, avrebbe finalmente compiuto il suo lavoro.
Perché l’affetto per un figlio dovrebbe essere insito nell’animo di un uomo, ma anche la crudeltà vi trova un ottimo rifugio.
Perché Damon era tornato da umano, il respiro ormai un rantolo, lo sguardo appannato dei condannati, ma il sangue di Stefan lo aveva salvato; perché forse l’amore di un fratello non è mai davvero perduto, può solo smarrirsi nella nebbia e nel rancore, ma la sua natura lo guiderà indietro, prima o poi.
Dopo qualche momento di paura, in cui la luce era troppo abbagliante, il fisico troppo impacciato, respirare un esercizio che comportava ricordarsi di espirare e inspirare, finché i polmoni avevano misericordiosamente ricordato come funzionare, Damon li aveva spiazzati con una risata divertita.
“Sto bene, è tutto a posto. Mi trasformerai tu Elena, berrò un po’ del tuo sangue e poi mi spezzerai il collo: un colpo secco, mi raccomando”.
No! Non credo di riuscirci, io…”
“Lo farò io, volentieri! Intendo romperti l’osso del collo, Damon, la prima parte toccherà a Elena, non vorrai prosciugarmi ancora”.
Stefan si lasciò andare ad un raro sorriso vero, uno di quelli che brillano negli occhi e addolciscono le labbra, mentre porgeva una mano a Damon per aiutarlo a rialzarsi mettendoci troppa forza, tirandolo nelle sue braccia, ma per sbaglio, certamente.
“Sarebbe troppo difficile per lei, ci penserò io se ti fidi di me. Nel frattempo potrei prenderti a calci indisturbato”.
“Devi parlare più forte, Stef, adesso non li sento quei sospiri da eroe romantico!”
Damon si staccò a malincuore da quella stretta, bisbigliando il più piano possibile. “Certo che mi fido”.

Tre giorni. Quando Damon aveva espresso quella richiesta Elena era rimasta senza parole, trattenendo la prima risposta che stava affiorando di getto; poi aveva capito.
Non era stanco della sua natura di vampiro, era una posizione che aveva messo in chiaro quando c’era stata la possibilità della cura e si era rifiutato di prenderla anche mentre il veleno di licantropo lo stava distruggendo ogni secondo di più, portando una fine lenta e orribile attraverso le sue vene.
“Solo due o tre giorni, per provare di nuovo cosa vuol dire essere umano, sono curioso, lo sai. Pensa, potresti approfittare del mio corpo tentatore e io non avrei le forze per oppormi, non sei un ragazza fortunata?”
Sì, lo era davvero, perché era un regalo per tutti e due, ormai capiva il significato nascosto di ogni sua azione; voleva mostrarle la sua natura umana e potersi lasciare andare ad un attimo di fragilità senza timore di perdere ai suoi occhi la forza sulla quale voleva che facesse affidamento.

Elena passò delicatamente le dita tra i capelli di Damon, sicura di non svegliarlo, perché dormiva un sonno più profondo e riposante; non quello del predatore pronto a percepire il minimo pericolo, ma quello di un ragazzo che ha fatto l’amore con la sua donna e sa che niente può turbare l’oasi di felicità che hanno creato in quel letto dalle lenzuola disfatte.
Il viso di Damon era posato di profilo sul cuscino, la fronte premuta sul seno di Elena, le braccia intorno alla sua vita sottile: il respiro la accarezzava voluttuoso dandole piccole scosse elettriche, le mani le trasmettevano calore.
Non c’era differenza in quello che le dava, ma in quello che sentiva lui.
Era stanco, non dormivano da quasi due giorni, ma era stato impossibile smettere di cercarsi e annullare tutto il tempo passato lontano, convinti di aver perso ogni speranza.
C’erano urgenza e desiderio, il sapore dei baci e il profumo della pelle, gemiti e lacrime di godimento.
La prima volta le era entrato dentro quasi di prepotenza, senza poter aspettare, che era quello che Elena voleva; un’ombra di dolore in un mare di piacere, la natura di Damon nella sua interezza.
Quando si era perso in lei si era placato, diventando dolce e attento come era sempre, anticipando ogni sua richiesta, sfiorandola o stringendola come i movimenti morbidi di Elena gli suggerivano.
La stanza era immersa in un buio avvolgente quando erano riusciti a fermarsi, respirando uno sulla bocca dell’altra, mentre lei gli teneva il viso tra le mani, calmandolo come accadeva ogni volta che lo rassicurava così.
Le dita di Damon scorrevano sulla curva dei suoi fianchi, scivolando piano tra le gambe, seguite dalle labbra, fino a sentirla inarcarsi e gridare il suo nome.
Era quello di cui aveva più bisogno, sapere che Elena era colma di piacere fino all’ultimo nervo del suo corpo, fino all’ultimo pensiero, perché provava lo stesso.

Elena si curvò appena, dandogli un bacio lieve sulla fronte, incerta se svegliarlo di proposito. Forse aveva in mente  un posto particolare prima di trasformarsi di nuovo; i vampiri odiano l’acqua, potevano andare al mare, anche se si trattava di varie ore di macchina.
‘Guiderei io, chissà com’è al volante senza le sue capacità’. Per fortuna non avrebbe mai saputo cosa stava pensando, sarebbe stata una lite seria.
‘Ho perso tanto tempo con te, quando ci siamo incontrati; sprecato ad avere paura, ad aggrapparmi ai rottami di un’infanzia finita, a osservare nello specchio la mia immagine riflessa diventare sempre più diversa dalla vera me stessa, fino ad urlarmi contro, ma non volevo ascoltare. Sempre più simile a te, anche nell’orgoglio di dimostrare che la mia era la scelta giusta, quando sarebbe bastato allungare una mano e toccarti fino nell’anima, perché era esposta per me; ma amarti era troppo sbagliato, troppo pericoloso e folle. Ora non devi dubitare più, il tuo amore ci ha liberati’.
“Damon?” Ancora avvolto nella spirale del sonno, il ragazzo rispose al sussurro cercando le sue mani da stringere.
“Uhm? È mattina?”
“Sì, già da un po’. C’è qualcosa di speciale che vorresti fare?”
“Fuori da questa stanza, giusto?”
“Giusto”. Era talmente bello mentre apriva gli occhi lentamente, che Elena rimase senza fiato.
“Non voglio niente che non sia già qui”.
Damon si spostò appena, sdraiandosi su di lei per darle il primo bacio della giornata.
“Oggi è l’ultimo giorno in cui ti amerò per tutta la vita, Elena. Da domani, ti amerò per sempre”.









 

 

 

  
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