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Autore: The Sorrow    09/10/2014    4 recensioni
Volava tutto: pezzetti di muro, occhi chiusi, libri di dubbia utilità. Erano sospesi a mezz'aria sopra la mia testa ed io osservavo il panorama.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vedevo i segnali di fumo che uscivano dai muri e sentivo un suono strano: un grido, forse. Oppure il verso di un gabbiano che muore.
Non ha importanza.
In quella scuola vivevano tante tessere del domino e quel giorno caddero tutte in modo inesorabile. Al solo ricordo di quella scena mi viene da ridere. O forse devo piangere? O urlare? O lamentarmi contro qualcosa che non esiste?
Niente di tutto ciò.
La rabbia non mi ha impedito di coltivare proiettili. Crescevano sui cespugli e sulle stelle blu: mi piacevano le stelle blu. Questi proiettili erano facili da raccogliere e da conservare. Di tanto in tanto me ne mangiavo qualcuno ma poi, irremediabilmente, li sputavo per terra e li calpestavo con tutte le mie forze.
Mentre mi preparavo per giocare a bowling con qualche pezzo di vetro mi ha chiamato una bambina. Era piccola e i suoi occhi non avevano ancora conosciuto il mondo. Buon per lei.
Mi chiese di raccontargli una favola ed io gli dissi di quella volta che una principessa uccise un cavaliere e sposò un drago. Mi guardò con un espressione stranita ma io continuavo a raccontare ed un giorno le dissi:
"Il nero contiene il bianco e il bianco contiene il nero". Lei non voleva accettarlo e scuoteva la testa; voleva un principe azzurro che la venisse a salvare.
"Poverina" dissi io "Apri gli occhi".
Ma ormai false credenze e stereotipi circolavano nel suo corpo e, alla fine, venni a sapere che il suo cuore non riusciva più a vedere. Un altro motivo per continuare a coltivare proiettili.

Quel giorno cadevano tutti come soldatini. Ero io ad urlare. "Che bello" dicevo "Che bella cosa". Tutti mi guardavano con terrore e si trascinavano avanti con un uncino che era attaccato alla loro gola.
Mi dava fastidio.
Via, via, via!
"Guardatemi" dicevo ad alta voce "Sono o non sono un vero filo d'erba?".
L'erba si offese e non mi rivolse mai più la parola.
Volava tutto: pezzetti di muro, occhi chiusi, libri di dubbia utilità. Erano sospesi a mezz'aria sopra la mia testa ed io osservavo il panorama. Era la rivoluzione che avevo sempre sognato. Ma devo ancora portarla a termine. Quello era solo il preludio.


"Non conta l'aspetto esteriore. Contano i sentimenti".
Stupidaggine scritta per i bambini ingenui.
Guardatemi, amici miei. Sono o non sono un vero benefattore?
Guardatemi, persone che risiedono nel mio cuore. Sono o non sono un rivoluzionario?
Guardatemi, gente senza cervello. Sono o non sono il vostro peggior incubo?
L'avevo promesso e lo sto facendo. Non urlate, non vi lamentate, non pregate, non fissate l'essenza di morte che impugno con tanta spavalderia.
Le nuvole le vedrete lo stesso.

Io l'avevo promesso. Ed ogni promessa è debito.
Sto arrivando, persone belle.
Per prosciugare la vostra anima. È splendente.
Per tagliare la vostra bocca. È perfetta.
Per rompere il vostro naso. È perfetto, è perfetto!
Per bruciarvi gli occhi. Sono perfetti, sono perfetti, sono perfetti!
Per demolire tutta la vostra arrogante fortuna. È perfetta anche quella.
Diavolo!
Madame Vita non mi ha mai dato niente. A voi invece vi ha riempito di regali.
Per voi ho superato i confini dell'umanità.
Solo per voi.






















"Ragazzino, ma che diavolo hai fatto?"

"Beh, è semplice. Ho preso il fucile e l'ho usato nel miglior modo possibile".

"Perché?"

"La bellezza è tutto, amico mio. La bellezza è tutto".


  
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