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Autore: xAlisx    09/10/2014    2 recensioni
[Red Band Society]
[Post 2x03]
Dal testo:
"Era come se ci fosse un tacito accordo tra Leo ed Emma. Quando uno dei due stava male, o si sentiva triste, arrabbiato o solo, saliva sul terrazzo e aspettava. L'altro, grazie a una strana connessione, lo sentiva, sapeva che qualcosa non andava e si recava a sua volta nel terrazzo."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Senza dimenticare
com'era amare
 
Era come se ci fosse un tacito accordo tra Leo ed Emma. Quando uno dei due stava male, o si sentiva triste, arrabbiato o solo, saliva sul terrazzo e aspettava. L'altro, grazie a una strana connessione, lo sentiva, sapeva che qualcosa non andava e si recava a sua volta nel terrazzo.
Anche quel giorno, quando Emma era salita lì perché si sentiva un po' giù, sapeva che Leo sarebbe arrivato nel giro di pochi minuti. Lo sapeva perché Leo era Leo: estroverso, sempre sorridente e forte, ma soprattutto altruista. Leo metteva il bene degli altri sempre prima del suo e quella era la qualità preferita di Emma. E poi, Emma sentiva che lui la capiva, anche se la maggior parte delle volte non riuscivano a parlare e litigavano. Avevano una bizzarra connessione, alla quale Emma non riusciva proprio a fare a meno.
E nemmeno Leo, visto che su quel terrazzo saliva sempre, ogni volta che nello stomaco sentiva uno strano nodo e gli pizzicavano gli occhi.
Quando arrivò e vide Emma sorrise d'istinto. La sua piccola e dolce Emma c'era sempre, che lui volesse o no. Si sentiva quasi debole quando pensava a quanto tenesse a quella ragazza. A lui, le ragazze non avevano mai fatto quell'effetto, ma Emma era diversa: Emma era un sorriso in una giornata di pioggia, un abbraccio tra le lacrime e un consiglio nella confusione. Era così tanto, la sua Emma, che, a pensarci, non era più nemmeno sua.
Era libera di crescere e volare da sola.
Eppure, da soli, loro due, proprio non ci sapevano stare e si ritrovavano in quel silenzioso terrazzo come se si fossero dati appuntamento.
«Hai un'espressione troppo triste, Miss Emma, cosa succede?» esordì Leo, guardandola dal basso verso l'alto.
La ragazza sorrise all'udire quell'appellativo. Leo e solo Leo la chiamava Miss Emma, per via di quel cappello che le aveva regalato e che la faceva somigliare ad una ragazza ricca. All'inizio, Emma era infastidita da quel soprannome tanto altisonante e poco adatto a lei, ma alla fine ci aveva fatto l'abitudine e lo sentiva suo come aveva sentito suo anche Leo, un tempo.
«Pensieri vari.» mormorò lei, facendo spallucce e guardando l'orizzonte.
Appariva sempre così lontano, quell'orizzonte, che dava ancora più malinconia. Emma si pentiva ogni volta che saliva sul terrazzo e guardava lontano, salvo poi quando arrivava Leo: in quel momento, iniziava a sentirsi già meglio.
«Ah, che scocciatura i pensieri vari. Sai, dovrebbero inventare un interruttore per smettere di pensare, perché a volte sarebbe davvero utilissimo!» affermò Leo, annuendo alle sue stesse parole.
Emma sorrise e Leo fu fiero di lui per essere riuscito a far piegare all'insù quelle rosee labbra. Quando Emma sorrideva, era sempre una grande conquista per Leo, soprattutto se accadeva per merito suo.
«Leo?» fece Emma dopo qualche minuto di silenzio.
«Mm?» ribatté il ragazzo, osservandola.
«Ti capita mai di pensare a come sarebbe la tua vita fuori di qui?» chiese lei, incrociando il suo sguardo.
Leo restò spiazzato da quella domanda. Ovviamente gli era capitato d'immaginarsi fuori, nel mondo lontano dall'ospedale. Nel mondo ignaro delle malattie e delle sofferenze. Ma non aveva mai pensato che Emma potesse fare quei suoi stessi pensieri. Ad Emma, pensava sempre Leo, mancava la forza per uscire da lì, perché lei una vita lontana dall'ospedale avrebbe potuto averla. Comunque, si premurava bene di non fare parola di quei pensieri con l'interessata, perché sapeva che si sarebbe arrabbiata.
«Sì, mi capita.» rispose alla fine, per poi fare un'alzata di spalle. «Ma poi penso che è qui dentro che ho conosciuto le persone più importanti per me. È qui dentro che ho conosciuto te.» aggiunse, avvicinandosi al viso della ragazza tanto da sentire il suo respiro sulle labbra.
«Leo, noi siamo solo amici.» l'ammonì Emma, voltando il viso e abbassando lo sguardo.
«Sì. Lo so. Certo.» acconsentì Leo, senza però smettere di guardarla.
Era bella da togliere il fiato, Leo non poteva non pensarlo. E non poteva nemmeno pensare a quanto era stato stupido a lasciarsela scappare. La vita, la morte, la malattia, le sue stupide paure, gli avevano fatto perdere una meraviglia come lei.
«Allora dovresti smetterla di guardarmi così.» fece Emma, scuotendo la testa.
Leo aggrottò le sopracciglia. «Così come?» chiese, senza capire.
Emma indicò il suo viso. «Così.» rispose, infastidita e imbarazzata al contempo.
«E come sarebbe questo “così”?» ribatté di nuovo il ragazzo, assottigliando gli occhi.
Emma ci pensò su. Come poteva definire quello sguardo, quel modo di guardarla così particolare? Era come se Leo stesse guardando una cosa preziosa, fragile. O come se stesse assaporando la liberà, altrimenti così lontana. Come se la stesse proteggendo, esplorando e amando in silenzio, solo con i suoi occhi scuri.
«Innamorato.» soffiò la ragazza, pentendosene all'istante.
“Innamorato” era una parola così grossa e importante da farle venire i brividi lungo la schiena. Anche Leo sentì un brivido al pronunciare di quella parola.
«Mi dispiace. Non me ne rendo nemmeno conto.» si giustificò lui, sorridendo appena.
«Sì. Lo so.» rispose solo Emma, tornando a guardarlo.
Magari si erano divisi. E magari litigavano e non si capivano. Ma in quel momento, sotto quello sguardo così protettivo e innamorato, Emma non poté non sentirsi innamorata a sua volta. Innamorata dell'amore che Leo provava per lei.
Si alzò sulle punte dei piedi e posò le labbra su quelle del ragazzo. Piano, in un soffio e appena in un attimo. Solo per non dimenticare com'era. Perché né Emma, né Leo volevano dimenticare com'era amare qualcuno. Lo facevano in silenzio, senza dimostrarselo l'un l'altra, ma in quel momento sembrava così chiaro da non lasciare vie di fuga.
E forse, anche se ce ne fossero state, nessuno dei due sarebbe scappato perché stavano bene lì, esattamente su quel terrazzo a sfiorarsi le labbra in un mal celato amore.






SPAZIO ALIS: Wuuu, ma sto inaugurando il fandom? *w*
Lasciatemi subito dire che, nonostante la versione italiana sia molto più bella secondo me, quest'altra versione dei Braccialetti Rossi si è presa un posticino nel mio cuore <3
Non sono un'amante della coppia Leo/Cris della versione italiana, ma Leo/Emma li trovo carinissimi. Ed è da quest'amore che nasce questa shot.
Si colloca dopo la 1x02 e vuole far notare quanto, nonostante tutto, sia difficile per loro allontanarsi.
Non so se sono riuscita a rendere i personaggi IC, lo spero.
Spero che qualcuno mi dica cosa ne pensa :3
Un abbraccio,
Alis
   
 
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