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Autore: Kingdommarco    09/10/2014    1 recensioni
"Uscito dal sanatorio, venni a contatto con una straziante verità: esistono già delle banane dritte, ma sono verdi e si chiamano cetrioli, anche se, fondamentalmente, sono banane. Ma a me verdi non piacevano, le volevo gialle, di quel bel giallo acceso che caratterizza solo loro, i taxi a New York e gli autobus della ANM a Napoli, se la loro esistenza non è una leggenda metropolitana. Anche l’esistenza della metropolitana è una leggenda metropolitana, lì… O è meglio dire leggenda ferroviaria?"
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Con il presente, il sottoscritto annuncia il suicidio.

Perché, mi dite? Perché sono deriso da tutti, la società mi opprime. Perché nessuno mi prende sul serio, vengo demonizzato e c’è chi ha preso a definirmi “abbonato”, benché io non abbia firmato per alcun abbonamento: ho il terrore di vedermi recapitare all’improvviso a casa una di quelle enciclopedie a fascicoli coi cd-rom, e io ho paura dei cd-rom, temo ci siano degli immigrati nascosti all’interno e… Non era di questo che parlavamo.

Ecco, voglio ammazzarmi. Ma andiamo con calma, vi spiegherò il motivo.

Io… avevo un sogno. Non quello di vedere bianchi e neri abbracciarsi o gay baciarsi mentre si fanno un selfie col Papa con Giovanardi alle spalle che si fa un cannone con Caparezza, no, mille volte meglio. Io avevo in mente un modo per liberare l’Italia dalla crisi economica che la affligge, per risolvere ogni problema di ogni singolo italiano, per offrire un prodotto italiano tutto nuovo all’estero, che avrebbe esportato di sicuro più di quanto non lo facciano i cd dei Pooh.

La prima persona con cui parlai del mio progetto supersegreto fu mio padre Giobbe, falegname cinquantaseienne nato su di una bellissima spiaggia in Val D’Aosta, diplomato in topografia ma che ha perso il lavoro come cartografo dopo aver fornito ad una crociera delle mappe per arrivare a Parigi attraversando di lungo l’Andalusia, la Provenza e il Muro di Berlino. Una sera, appena tornato da lavoro, lo feci accomodare e ci fu un breve scambio, prima ch’ebbi il coraggio di fargli la mia confessione.

“Papà, io…”
“So’ stanco, taci.” Mi rispose lui, con voce suadente.
“Ma papà, io… Ho un sogno.”
“Anche io, un posto fisso al Ministero, o una di quelle pensioni raddoppiate di cui parlano alle Iene… Ma non si può avere sempre tutto.”
“Il mio è serio.”
“E sentiamo.”
“Io, per risolvere la crisi in Italia… voglio raddrizzare banane.”
Dopo di lui lo raccontai a mamma e poi allo psicologo del sanatorio dove mi hanno portato e lasciato per sei mesi, quindi abbiamo avuto modo di discuterne a lungo… E devo dire che di solito mi dava torto, tranne quando non aveva voglia di parlarne e mi mandava a defecare non so ancora dove, suppongo in bagno… O almeno io andavo lì, sporcare il corridoio non è tanto cortese e se la facevo dalla finestra avevo paura che i ragazzetti di sotto mi filmassero il culetto e piazzassero il video su YouTube.

Uscito dal sanatorio, venni a contatto con una straziante verità: esistono già delle banane dritte, ma sono verdi e si chiamano cetrioli, anche se, fondamentalmente, sono banane. Ma a me verdi non piacevano, le volevo gialle, di quel bel giallo acceso che caratterizza solo loro, i taxi a New York e gli autobus della ANM a Napoli, se la loro esistenza non è una leggenda metropolitana. Anche l’esistenza della metropolitana è una leggenda metropolitana, lì… O è meglio dire leggenda ferroviaria? Sta di fatto che le Ferrovie dello Stato sono efficienti quanto un pesce rosso addetto ad imbustare incudini in una catena di montaggio.

Decisi di confidare i miei ideali ad una mia cara amica, Incoronata Crocifissa, l’atea bestemmiatrice della situazione. Mi avvicinai a lei e le dissi senza troppi giri di parole che io sogno di raddrizzare banane per l’Italia, e lei, dopo aver nominato San Procolo, Sant’Egidio e un paio di ex pontefici, mi spiegò che, secondo lei, era inutile.
“Non è inutile”, le spiegai pazientemente io, “Raddrizzare banane è utile allo Stato. Togliendo il fatto che le banane dritte sono più carine da vedere… Raddrizzandole sarebbero necessarie nuove industrie, ergo molti nuovi posti di lavoro, e ci sarebbe un prodotto tutto nuovo e solo italiano da esportare all’estero… Ti rendi conto?”
Dopo aver blaterato qualcosa riguardo San Paolo ed un fucile a pompa, mi mandò di nuovo in bagno, e giacché avevo bisogno ci andai pure, ringraziando cortesemente: ma al mio ritorno, non era più lì. Avrà avuto un impegno improrogabile… Tipo andare in bagno.

Dopo Incoronata, decisi di farmi coraggio e proporre la mia idea ad un funzionario di qualche agenzia… Volevo fare un brevetto, insomma, anche se ho già quello di bagnino preso al campo estivo a Baia Domizia nel 2008, ma dubito mi aiuti con le banane. Così afferrai una banana e provai a raddrizzarla piegandola, ma la buccia si ruppe e la polpa venne fuori. Disgustato (a me non piacciono le banane, se le volevo raddrizzare era per VOI, ingrati) ne presi un’altra ed ebbi un lampo di genio: tagliai un pezzetto triangolare all’esterno della curvatura della banana e lo utilizzai per piegarla senza fare danni e rimetterla finalmente dritta. Il mio prodotto era completo, anche se purtroppo c’era la colla e non si poteva mangiare… Ma da vedere era troppo bello. Mi recai da un tizio che lavora per una multinazionale di cui non ricordo il nome in un ufficio per gente che propone roba per arricchirli e poi cadere nel dimenticatoio, e mostrai il mio capolavoro. Finì che anziché lanciare la mia creazione sul mercato, fui lanciato io dal quarto piano sul mercato nella strada di sotto, schiacciando una bancarella di formaggi e l’annesso formaggiaro, a cui ho spaccato una coscia e che ancora mi odia. Mi presentai da un altro imprenditore, poi ancora da un altro e altri trenta, e ricevetti rifiuti su rifiuti, intervallati ogni tanto da inviti a Quel Paese (stato, se ho ben capito, adiacente alla Lituania) e ad andare in bagno: mi rendevo conto in quel periodo di a quanta gente interessasse la mia salute intestinale, e la cosa mi faceva parecchio piacere. Continuai finché non arrivò Il giorno.

Il giorno era un giorno come gli altri, camminavo per strada col mio prototipo di banana che ormai era entrato in putrefazione nello zaino, e cercavo opportunità per far prevalere i miei ideali. Allora, la rivelazione: dinnanzi a me, su di un muro, c’era un graffito che diceva “ACAB IS THE WAY”.
Non fu tanto lo sfondo anarchico ad ispirarmi, quanto l’idea: avrei fatto un annuncio-graffito. Corsi in un negozio a comprare una bomboletta e scrissi a caratteri cubitali su di un muro “RADDRIZZO BANANE, CERCO OFFERENTI”, con allegato il mio numero di telefono. Strinsi sei appuntamenti, ma in tutti e sei i casi mi ritrovai a contatto con cinquantenni pedofili e transessuali che non avevano compreso le mie intenzioni… In effetti, pensandoci adesso, il messaggio era dubbio.

Cambiato numero di telefono, stavo per disattivare la vecchia scheda quando arrivò l’ennesima ed ultima telefonata da un numero anonimo: risposi, ed ecco l’occasione che aspettavo. Un poliziotto ricco e voglioso di fare buoni investimenti mi diede appuntamento, convinto che la mia fosse un’ottima idea. E quando ci incontrammo, mi multò di seicento euro per la scritta sul muro non autorizzata. Cavolo, avrebbe dovuto insospettirmi un po’ il fatto che un vigile urbano avesse otto miliardi da investire… Per quanto li pagano non possono permettersi manco un fischietto che funzioni, da qui il fenomeno del vigile urlante, sempre più frequente nei capoluoghi italiani.

Affranto, compresi che anche l’ultima speranza era perduta. Nessuno è stato capace di apprezzare il mio sogno, neanche un cane (letteralmente: lasciai il prototipo nel recinto dei pastori tedeschi di mio cugino e me l’hanno tirato dietro, che maleducazione, quei quattro cagnacci nazisti…). Così, ho compreso che la mia vita non ha senso, e ho deciso di… Fare cosa? Cacchio, mi sfugge… Porco Alzheimer.

Perché ho scritto due pagine e mezza di file Word? Non ricordo.

Nel dubbio, mi faccio un panino. Magari con le fettine di banana…


(non scherziamo, mortadella for life)
   
 
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