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Autore: _Cthylla_    10/10/2014    4 recensioni
«tu oggi uccidi un’innocente, e ti riveli a me» iniziò la donna, con una voce tanto fredda quanto tranquilla. Non un incrinarsi per la tensione, non un barlume di emozione alcuna; quella era la parte che era tenuta a recitare, se mai recitava, e lei l’avrebbe portata avanti fino alla fine! «perché se quanto mi avevi detto per tutto questo tempo fosse stato vero…»
Megatron la osservò cupo, sapendo a cosa si riferiva. Ai “mi fido di te”. Ai “mi sei indispensabile”. Alla proposta di unire le loro scintille, ormai definitivamente saltata.
«…io non sarei in procinto di lasciare questo mondo, e tu non saresti in procinto di uccidermi; sapresti che io mai avrei potuto tradire. Mai».
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Airachnid, Decepticon, Megatron, Nuovo personaggio, Starscream
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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- Prima della caduta di Cybertron, eoni fa…

 

 

Le avevano strappato le ali.

Le avevano strappato le due zampe in più che possedeva.

Il suo corpo presentava i segni di torture, pestaggi e forse -non lo avrebbe sorpreso- anche violenze di altra natura.

Nondimeno, pur sapendo che stava per giungere la sua ora, pure se era ridotta in simili condizioni, quella donna indossava un dannato manto di dignità e di fierezza che neppure la consapevolezza della sua prossima morte era riuscito a toglierle.

«ti è concesso di pronunciare pubblicamente le tue ultime parole, Anopheles, prima che io decida del tuo destino».

Non che per i traditori ci fossero molte scelte possibili: morte istantanea, o un viaggio senza ritorno dal carissimo Shockwave che se c’era da mettere mano su una nuova cavia non era tipo da rifiutare, chiunque essa fosse.

Le erano state tolte le manette. Anopheles non era mai stata una combattente che poteva dare problemi, neppure quando era in forma -non con quella sua leggerissima e per la maggior parte pieghevole struttura argentea-  e tutti, incluso lui, erano lì ad attendere di ascoltarla parlare per l’ultima volta.

In privato le avevano fatto patire diversi tormenti, ma ora anche i suoi aguzzini mantenevano il più assoluto silenzio.

Era un’esecuzione importante.

Colei che voci di corridoio mai confermate definivano come “la mente dietro il successo di Megatron” stava probabilmente per ricongiungersi all’All Spark  per mano di colui che aveva aiutato.

E forse anche amato, se era vero qual che si diceva.

«bene».

Non sembrava tesa. Non sembrava avvertire la tensione comune a tutti, anche a Megatron stesso.

Il leader dei decepticon si sorprese a chiedersi se lei paragonasse tutto ciò ad una qualunque delle sue performance passate.

Anopheles soleva spesso ripetere una cosa: “qualunque ambiente in cui io mi trovi, è il mio palcoscenico. Qualunque persona mi osservi, è il mio pubblico. Sono la protagonista che recita la parte di se stessa in questa tragicommedia che definiamo ‘esistenza’…”

All’inizio era sempre riuscito a capire per davvero unicamente le prime due frasi di tutto quel discorso. Aveva creduto di essere riuscito ad afferrarne qualcosa di più quando era entrato in politica.

Ma osservando la tranquillità dell’ormai ex compagna si disse che forse invece era -e a quel punto sempre sarebbe rimasto- ben lontano dal capire ciò che intendesse dire.

Starscream invece osservava quella donna quasi con rabbia. Non era soddisfatto nonostante quello che era riuscito a fare, ossia farla accusare di tradimento e condannare di conseguenza. Il suo posto da secondo in comando, dopo la morte di Anopheles, non avrebbe più dovuto essere minacciato…in teoria.

Ma vederla lì senza manette, con quell’aria fredda che aveva sempre quando non era impegnata in uno di quei suoi maledetti discorsi -o che comunque aveva sempre con lui, visto che non si trovavano affatto simpatici- era qualcosa che se fosse stato un organico lo avrebbe fatto sudare freddo.

I punti dove erano state strappate ali e zampe sfrigolavano ancora, ma lei non sembrava farci caso  si rivolse direttamente a Megatron. Sostenevano vicendevolmente i propri sguardi, anche se lui sembrava faticare più di lei in questo.

Lui era il leader, e lei una condannata a morte per tradimento, eppure sembravano così “pari”.

«tu oggi uccidi un’innocente, e ti riveli a me» iniziò la donna, con una voce tanto fredda quanto tranquilla. Non un incrinarsi per la tensione, non un barlume di emozione alcuna; quella era la parte che era tenuta a recitare, se mai recitava, e lei l’avrebbe portata avanti fino alla fine! «perché se quanto mi avevi detto per tutto questo tempo fosse stato vero…»

Megatron la osservò cupo, sapendo a cosa si riferiva. Ai “mi fido di te”. Ai “mi sei indispensabile”. Alla proposta di unire le loro scintille, ormai definitivamente saltata.

«…io non sarei in procinto di lasciare questo mondo, e tu non saresti in procinto di uccidermi; sapresti che io mai avrei potuto tradire. Mai».

“tutto ciò che vorrei, Anopheles, è che quanto mi stai dicendo fosse vero. Ma tu eri un’attrice. Chi meglio di te avrebbe potuto ingannarmi? Guardati adesso. Stai per morire, non puoi non temere questo, eppure parli come hai sempre fatto quando hai dovuto farlo per me, col successo che ne è conseguito”.

Lei parve intuire quel che il suo ex compagno stava pensando, perché i sensori ottici divennero ancora più gelidi mentre pronunciava una frase che poteva suonare come una profezia o come una promessa.

«avrai di che rimpiangerne, Megatronus…»

Anopheles si voltò verso l’esercito, radunato in buona parte sotto quella struttura soprelevata. Sì, sarebbe stato un palcoscenico eccezionale per la sua ultima performance.

«…così come tutti voi, e questo nostro povero pianeta. Oggi la mia vita come Anopheles termina, tuttavia me ne rammarico solo fino ad un certo punto, perché per causa nostra Cybertron tanto avrà da patire…ed io, almeno, non sarò qui per vederlo».

Il silenzio, se possibile, dopo quel discorso era diventato ancora più opprimente.

Nemmeno Airachnid era rimasta insensibile all’accaduto. Le riusciva difficile credere sia che Anopheles potesse davvero aver tradito la causa decepticon -perché contrariamente alla vedova nera lei ci credeva davvero- che credere che si fosse fatta scoprire nel caso in cui invece l’avesse fatto sul serio.

Anopheles era un po’più vecchia di Airachnid, e provenivano dallo stesso quartiere, quello dei cybertroniani insetto, da chi temuto, da chi palesemente osteggiato, da chi invece accettato piuttosto tranquillamente. Un tratto in comune che aveva portato le due donne ad avvicinarsi una volta che anche Airachnid era entrata a far parte della grande “famiglia” dei decepticon, ed instaurare un rapporto di stima nonostante finissero una volta sì e l’altra pure a darsi reciprocamente della “stronzetta”. Questo  con la massima serenità, senza mai darsi pena di avviare un vero e proprio litigio a livello fisico nel quale Anopheles avrebbe perso sicuramente. Poteva sembrare strano, ma tra loro due funzionava così.

Le sarebbe sembrato strano d’ora in poi non sentire la sua voce leggermente roca apostrofarla in quella maniera. Non incontrarla più, per caso o meno, nei corridoi o in giro, o in qualunque altra occasione.

La sola cybertroniana insetto tra i decepticon. Forse non sarebbe stata la situazione più semplice del mondo, ma se Anopheles l’aveva sostenuta, poteva benissimo riuscirci a sua volta.

“mi farò una ragione del suo ricongiungimento all’All Spark”.

«hai finito?»

Si sentiva così stupido, Megatron, a trovarsi quasi a sperare che in quegli ultimi momenti saltasse fuori una prova che i video consegnatigli da Starscream in cui si vedeva e sentiva solo a tratti l’anofele parlare con Optimus Prime erano un falso.

Ma ad autenticarli era stato Soundwave, e se Soundwave diceva che un video era vero, lo era e basta.

A tal proposito, se il silenzioso ex gladiatore -come il suo leader- fosse stato un cybertroniano come tutti gli altri avrebbe mostrato stupore nel vedere quei filmati. Perché non poteva essere accaduto davvero, ci si sarebbe potuti aspettare un tradimento da chiunque, da Starscream, da Airachnid, ma non da lei che aveva dato un immenso contributo alla trasformazione di Megatronus da gladiatore mezzo barbaro a uomo politico e figura da seguire.

“è tutta questione di come ci si pone, Megatronus. Per entrare in politica, strappare qualche testa nell’arena non basta”.

“e cosa avrei che non va?”

“tutto. In primis il tuo linguaggio del corpo. Se fossi più grande e con un aspetto peggiore, ti si potrebbe scambiare per un insecticon”.

Ma tutto quello che aveva fatto Soundwave per lei, dalla notizia del tradimento, era stato semplicemente svolgere il proprio lavoro con un’attenzione ancor più maniacale del solito. Controllare che le riprese non fossero state generate da un virus accuratamente programmato, tra le altre cose.

Ma il responso era stato quello che era stato, e non poteva che assistere impassibile all’esecuzione di qualcuno che aveva sempre pensato sarebbe stato a fianco di Megatron esattamente quanto lo avrebbe fatto lui.

«quasi» la donna tese una mano verso di lui «…se me lo concedi».

Megatron la osservò inizialmente perplesso, ma poi capì.

E nonostante sapesse che dopo questo avrebbe dovuto necessariamente lasciare a Shockwave il compito di ucciderla, perché nonostante la scintilla indurita da secoli nell’arena lui non ci sarebbe riuscito, decise di aprire uno scomparto e concederle di suonare un’ultima volta.

Quel che le porse era qualcosa di simile ad un flauto traverso terrestre, che lei prese delicatamente in mano portandoselo alle labbra. Le ventole interne per la refrigerazione permettevano ai cybertroniani anche di “tossire” o di soffiare, come in quel caso.

Anopheles non era una musicista. Era in grado di intonare unicamente una struggente melodia di appena trenta note. Un’altra cosa della quale Megatron, e nessun altro, avrebbe mai capito il significato. Piacere personale? Un tributo a qualcuno, o ad un evento particolare? Un tributo a se stessa, un modo per mettersi in mostra?

Sarebbe rimasto un mistero, ma il silenzio tombale perdurò per tutte e trenta le note.

I decepticon, Megatron particolarmente, difficilmente avrebbe concesso ad altri traditori -o “traditori”?- tutto questo. Ma sentiva di doverglielo, in qualche modo. Era un uomo d’onore, la consapevolezza di non riuscire ad ucciderla e di ciò che dunque l’attendeva con Shockwave non l’avrebbero fatto sentire “a posto”, se non le avesse concesso quell’ultimo discorso e quell’ultima melodia fin troppo breve.

Finito di suonare la femme posò lo strumento a terra, tornando ad osservare l’ex compagno.

«sia ciò che deve essere».

Lei era pronta a morire, lui non lo era altrettanto ad ucciderla.

«verrai scortata alla Torre Nera» disse lui, indicando un’astronave pronta a partire. Non si curò di farla riammanettare, o di dire ai vehicons di spingercela dentro. Sapeva che non ce n’era bisogno, e voleva concederle di andare incontro alla morte sulle proprie gambe, con la dignità con cui era vissuta «porta con te quello» aggiunse, indicando il “flauto” «che ti tenga compagnia».

Anopheles recuperò il flauto, e fece un passo verso l’astronave.

Ma prima si voltò ancora a guardare Megatron, e disse rapidamente e col solo movimento delle labbra una parola:

vigliacco”.

Lei tornò a camminare verso il velivolo.

Megatron non aveva reagito a quell’ultima e sola sfida. Per un semplice motivo: Anopheles aveva soltanto ragione. In quel frangente si stava comportando esattamente in quel modo, da vigliacco.

Ma non intendeva tornare sui propri passi.

 

[…]

 

«…che cosa?!»

non ci è stato dato ordine di farla ammanettare, comandante Starscream, e non siamo riusciti ad evitarlo: la condannata si è gettata dall’astronave. È stato tutto così…veloce, noi…

«miserabile branco di incapaci!!! Vi siete fatti prendere in giro da una femmina alla quale erano state tolte le armi e strappate le ali!!!» sbraitò il seeker al povero vehicon che gli aveva appena dato la comunicazione.

«Starscream» a peggiorare le cose, Megatron era appena entrato nella stanza «che cosa succede?!»

«hrmm…Lord Megatron» cercò faticosamente di darsi un contegno. Non era del tutto idiota, e sapeva che quello era un argomento molto delicato, inoltre erano passate appena due ore dalla sentenza, e la “ferita” era ancora freschissima «si tratta di Anopheles».

«cosa è successo?! È scappata? Si è liberata?!!»

Il tono poteva sembrare quello tipico delle poche volte in cui, in quel periodo, per colpa degli autobots qualcosa andava veramente storto. Ma in realtà -anche se non l’avrebbe ammesso nemmeno a se stesso- quelle domande erano dettate da una flebile speranza che lei, che aveva sempre un piano di riserva o più, fosse in qualche modo riuscita ad andarsene. E che avrebbe dimostrato la sua innocenza in qualche modo bizzarro, in futuro.

«si è gettata dall’astronave» fu costretto a rispondere il seeker «dubito che…lo sa, Lord. Non poteva più volare. Era malridotta, e da quell’altezza…la fine che può aver fatto è una soltanto».

Si era data una morte degna, quella che avrebbe dovuto dargli lui stesso.

Nell’intimo della propria scintilla le rese onore.

«devo dare ordine di cercarla lo stesso?»

Il leader dei decepticon esitò un istante.

«non ce n’è bisogno. Le tue erano osservazioni corrette. Può solo essere morta».

“addio, Anopheles”.

 

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Non ho resistito. Dovevo darvi un assaggio.

Magari dopo questa one shot potrei scrivere una long, ma magari…anche no. L’idea sarebbe quella, ma dipende tutto da come sarò messa a voglia di scrivere.

Per cui bye bye, per ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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