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Autore: samara89    10/10/2014    1 recensioni
Khan e Kirk hanno un incidente che scetena l'ilarità di McCoy... peccato che ne Spock, ne tantomeno Arthur ci trovino niente da ridere: nessuno dei due ha molta esperienza con i bambini, dopotutto.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: James T. Kirk, Khan Noonien Singh, Leonard H. Bones McCoy, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Beta: Amaerise

 

Ti ringrazio profondamente, sensei,  e te la dedico, perché senza di te non avrebbe mai visto la luce.

 

 

 

Incidenti di percorso, ovvero sfortunati incontri e ancor più sfortunati eventi.

 

 

Arthur vorrebbe tanto poter dire di non essere stupito dall'accaduto.

 

Insomma,  il suo pianeta è stato distrutto da un gruppo di alieni per fare spazio ad un'autostrada iperspaziale, ha viaggiato a propulsione di improbabilità infinita per tutta la galassia e dei topi hanno tentato di aprirgli la testa.

 

Arthur si ritiene un tipo avvezzo alle situazioni strane, ma nulla,  e sottolinea nulla,  potrebbe prepararlo a quello.

 

Al momento si trova sulla USS Enterprise, più precisamente nella sua infermeria, e sta cercando di non andare fuori di matto.

 

In quel momento vorrebbe possedere la calma serafica del vulcaniano in piedi al suo fianco (anche se dall'espressione vagamente disgustata intuisce che non si sente totalmente a proprio agio nemmeno lui), o il senso dell'umorismo del dottore (che, tra parentesi, ha l'aria di divertirsi parecchio, da quando hanno appurato che la condizione dei due capitani è solo passeggera.)

 

Sfortunatamente Arthur non si sta affatto divertendo.

 

Ma forse è il caso di andare con ordine.

 

 

 

 

 

 

Quella mattina, una splendida mattina, si era svegliato fondamentalmente  in pace con il mondo, beh, con l'universo.

La Vengeance viaggiava serena nello spazio profondo, con il suo equipaggio di 72 persone più 2, e Khan ancora si stiracchiava al suo fianco.

Una piacevole novità quella. La notte prima avevano fatto le ore piccole (piccole e movimentate) e Arthur stava appunto pensando che forse sarebbero potuti rimanere a letto ancora un po'; magari a farsi le coccole, in quel modo un po' possessivo che aveva di farle il capitano e  che ad Arthur piaceva tanto, quando il dannato comunicatore aveva trillato, attirando l'attenzione di Khan.

 

Il superumano lo aveva fissato un momento, forse prendendo nota del lampo di delusione negli occhi di Arthur, poi si era seduto e aveva risposto.

 

-Si?-

 

-Capitano, siamo nei pressi di un pianeta di classe M. Ha ordinato di informarla in questo caso, perciò mi sono permesso di far uscire la nave dalla curvatura.-

 

-Bene, ci fermeremo a fare provviste su quel pianeta. Cominciate la scansione, vi raggiungo in plancia.-

 

 

 

 

Due ore dopo Arthur pensava con rimpianto alla pace che aveva provato quella mattina, mentre fissava l'inconfondibile sagoma della USS Enterprise stagliarsi nell'oscurità piena di stelle mentre stava in orbita geostazionaria del pianeta di classe M.

                                                       

Khan si agitò sulla sedia di comando, visibilmente eccitato.

 

Arthur si concesse di rifilargli un'occhiata irritata.

 

Il capitano Kirk aveva una brutta influenza sul potenziato, e Arthur aveva sperato di non doverli incontrare mai più... Ma chissà come, a dispetto della bassa probabilità di incontrarli data dal fatto che navigavano in uno spazio teoricamente infinito, li aveva sempre tra i piedi.

 

-Ci hanno individuati?- gli occhi di Khan brillavano.

 

-Non ancora, capitano. Tre-punto-otto minuti fa una navetta è atterrata sul pianeta. Suppongo che si tratti della loro squadra di ricognizione. Vuole che intercetti le loro comunicazioni?-

-Fallo.-

 

Khan si alzò, e si avviò verso il turbo ascensore senza degnare Arthur di un'occhiata.

 

L'uomo lo seguì.

 

-Non dovresti scendere sul pianeta.- Gli disse quando le porte si chiusero.

 

-Chi ti dice che voglia farlo?-Khan lo guardò, leggermente sorpreso.

 

Arthur si chiese se per caso dovesse sentirsi offeso; era evidente che Khan non lo riteneva abbastanza intelligente da capirlo.

 

-Perché ti conosco, nasceranno dei guai, lo so. Perché invece non ce ne andiamo via e al diavolo il capitano Kirk?- chiese invece, rispolverando la spina dorsale che aveva affinato avendo a che fare con alieni Vogon, risposte senza domande, Zaphod Beeblebrox.

 

-Voglio la mia vendetta.- rispose Khan senza guardarlo.

 

-Che cosa stupida...- borbottò Arthur, coperto dal sibilo della porta che si apriva sull'hangar navette.

 

-Signore.-

 

Il soldato sull'attenti indossava la divisa nera che era stata dell'equipaggio della federazione, come Arthur del resto... anche se lui aveva infilato sopra la sua inseparabile vestaglia, e aveva con sé anche l'asciugamano ovviamente... mai dimenticare l'asciugamano (forse era per quello che la maggior parte dei membri dell'equipaggio lo guardavano come se fosse una scimmia particolarmente evoluta irrimediabilmente buffa... Erano gentili con lui, e anche se il più delle volte mettevano Arthur a disagio lui sapeva che non lo facevano di proposito. Quella sulla Vengeance era una grande e ordinata famiglia, e adesso anche lui ne faceva parte).

 

-Prepara una navetta e metti insieme una squadra di tre uomini. Scendiamo su quel pianeta.-

 

Il ghigno di Khan spedì ad Arthur brividi lungo la schiena.

 

 

 

 

 

-Capitano.-

 

-Cosa c'è, signor Spock?- il tono esasperato del capitano Kirk strappò un sorrisino persino ad Uhura.

 

-Vorrei solo ricordarle che la missione prevede di raccogliere campioni biologici per il comparto scientifico.-

 

-Questo lo so.-

 

-E allora perché è sceso a terra anche lei, capitano?-

 

-Vuoi davvero sapere la verità, Spock?-

 

-Assolutamente.-

 

-Mi annoiavo...-

 

Sulla plancia persino le mosche smisero di volare e tutti trattennero il fiato: nessuno voleva rischiare di mettersi a ridere davanti ad un vulcan irritato; anche se era un vulcan solo a metà.

 

-Lo so che sta sospirando di irritazione, comandante.-

 

Il tono di Kirk non fa nulla per mitigare l'effettiva irritazione dell'attualmente facente funzione di capitano, ma ormai Spock ci è abituato.

 

Anche se questo non gli impedisce di mettersi a discutere.

 

-Capitano, secondo il regolamento della Federazione...-

 

-Andiamo Spock! Smettila con questo regolamento! Devo regalarti qualche libro interessante.-

 

-Jim, dubito che Spock leggerebbe il Kamasutra...- li interruppe ironico il dottor McCoy, alzando la testa dai funghi che stavano raccogliendo.

 

-Nemmeno per amor mio?-

 

-Nemmeno, no.-

 

-Veramente l'ho trovato antropologicamente molto interessante.-

 

Tutti sulla plancia si voltarono a guadarlo.

 

-Goblin...- borbottò il dottore tornando ai suoi funghi.

 

-Spock, ti prego...non rovinarmi proprio quel libro.-

 

 

 

 

Arthur si ritrovò a pensare che se quelli erano superumani con super capacità, erano sicuramente carenti per quanto riguardava il senso dell'umorismo.

 

Insomma il capitano e il suo equipaggio saranno anche stati  loro nemici, ma questo non gli aveva impedito di farsi due risate sullo scambio di battute di poco prima... anche se era stato l'unico.

 

Forse, e sottolinea il forse, il capitano e la sua ciurma gli sarebbero risultati anche simpatici, se non avessero cercato in tutti i modi di catturarli per portarli davanti alla corte marziale... o il suo equivalente futuristico.

Khan non aveva resistito scoprendo che Kirk era sul pianeta con appena un pugno di scienziati e qualche guardia, ed era sceso promettendo ad Arthur che gli avrebbe portato la sua testa... il che per Khan equivaleva ad una dichiarazione d'amore, probabilmente.

 

Arthur gli aveva regalato il suo miglior sorriso.

 

Con il senno di poi si era reso conto che sentirsi lusingato da quella cosa non era indice di sanità mentale, anche se ormai si era rassegnato da un pezzo alla sua perdita; e non sarebbe rimasto in  il lutto.

 

 

 

 

 

-Jim-

 

-Si Bones?-

 

-I campionamenti sono finiti, possiamo tornare su..-

 

-Molto bene. Signor Spock, prepari il rientro.-

 

-Non credo proprio capitano Kirk...non ci sarà nessun rientro, per lei.-

 

Se c'era una cosa di cui James T. Kirk era stato sicuro fino ad allora era di avere una fortuna del diavolo. Beh, anche la fortuna doveva finire, prima o poi, ma si chiese perché dovesse proprio succedere in quel modo;  con Khan che gli puntava contro un phaser mentre due del suo equipaggio disarmavano le sue guardie e tenevano sotto tiro gli scienziati.

 

-Dannazione.-borbottò il dottor McCoy.

 

-Capitano!-

La voce di Spock lo raggiunse, e il capitano non poté non notare la leggera sfumatura di preoccupazione che la coloriva.

 

-Signor Spock... Siamo nei guai.-

 

-Non mi meraviglia, ma vorrei sapere di che genere.-

 

-Non saprei. Ma posso sempre chiederlo a Khan, il genere...-

 

 

 

 

 

 

Spock diede il comando a Sulu, lasciandogli il compito  di trovare la Vengeance rimanendo però alla larga dalla sua area di tiro, e si precipitò alla sala teletrasporto per raggiungere il suo capitano.

                                                           

-Signor Scott, vada in sala teletrasporto!-

 

-Volo, signore.-

 

L'avere di recente instaurato una relazione di tipo romantico con il suo capitano ebbe forse parte in questa sua decisione, considerando che (forse) la soluzione più logica sarebbe stata cercare di trattare; però al momento Spock avrebbe volentieri stretto le lunghe dita intorno alla gola di Khan, stringendo fino a farlo diventare blu.

 

Ed era pronto a farlo, era fisicamente e mentalmente pronto a scontrarsi con lui, ma quello che trovò sul pianeta gli fece cambiare idea.

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci di nuovo al presente.

 

Arthur continua a guardare il bimbo, non avrà più di due anni, che lo fissa con gli occhi azzurri di Khan che ha l'aria fin troppo seria per uno che ha passato l'ultima mezz'ora a succhiarsi le dita ricoprendole di bava.

 

-Fa così perché sta mettendo i dentini.-lo informa serafico il dottor McCoy.

 

Arthur geme e si passa una mano sul viso.

 

-Quindi... potrebbe spiegarmelo un'altra volta, dottore?- chiede, quasi disperato.

 

Il dottore si sposta verso lo schermo e gli indica delle costruzioni fatte di palle collegate da segmenti che girano su se stesse.

 

-Questo è un composto fluido fino ad ora sconosciuto che a quanto pare ha la straordinaria abilità di far ringiovanire i tessuti, anche se non in modo permanente... a quanto pare gli sciamani della comunità locale lo usano a piccole dosi  per i loro riti, tenendo il resto della popolazione all'oscuro di tutto, ecco perché la zona degli stagni  è proibita, e quando Jim si è buttato su Khan per disarmarlo, sono finiti proprio dentro uno di questi stagni. Non è buffo?-

 

-No! Non lo è affatto! Quanto durerà?-

 

-Non ti preoccupare, il processo di invecchiamento è già cominciato e, secondo una stima approssimativa, dovrebbero tornare normali in una settimana... Giorno più, giorno meno- lo informa, fin troppo allegramente.

 

Arthur sbianca.

 

Una settimana con un bambino? Con Khan bambino? Non ci sa fare con i bambini, non può farcela! E Khan è un superbambino, santo cielo!

 

Ha bisogno di una tazza di te.

 

Intanto il capitano Kirk sta cercando di attirare l'attenzione del bambino bruno battendogli su una manina, ma quello si limita a spingere il bimbo facendolo ruzzolare di lato.

 

Spock si affretta a prenderlo in braccio, prima che si metta a piangere.

 

-Spock, non la facevo un tipo così...materno.- ride McCoy.

 

-La vuole smettere di ridere?- Arthur lo prenderebbe a calci sui denti solo per farlo smettere.

 

-Signor Dent, a quanto pare la situazione si è complicata.... Propongo di rimandare le nostre ostilità a data da destinarsi, se ai suoi uomini va bene.-

 

Tipico dei Vulcaniani. Spock aveva l'aria seria e posata anche con il piccolo Kirk, vestito solo con un pannolino, che cercava in tutti i modi di tirargli un orecchio (gorgogliando e chiamandolo "Pooc")

 

Arthur fissa il piccolo Khan, e si chiede cosa farebbe lui al suo posto; arriva alla conclusione che probabilmente farebbe a pezzi la USS Enterprise tra un cambio di pannolino e una poppata.

 

NON-PUÒ-FARCELA!

 

-Credo che lei abbia ragione...allora, ehm... io riprenderei il mio... ecco, Khan... e andrei, ecco...-

 

Se non altro potrà evitare i commenti idioti del dottore.

 

-Solo una cosa, signor Dent. È sicuro di riuscire a tenere a bada il suo equipaggio per una settimana?  A quanto pare Khan ha ordinato loro di seguire le sue direttive, in caso di una sua momentanea assenza, ma potrebbero ammutinarsi.-

 

Arthur ci pensa un po' su.

Pensa al modo in cui tutto funziona alla perfezione sulla Vengeance, al clima di famiglia che si respira vivendo tra i 72 membri dell'equipaggio; una famiglia di cui lui forse non fa propriamente parte, ma che ha imparato ad amare. Loro lo hanno accolto solo perché è stato Khan ad ordinarlo, ma una volta dentro è stato facile affezionarsi a quella comunità.

 

Arthur sorride.

 

-Non ci succederà nulla.-

 

 

 

 

 

Quella sera è tutto tranquillo, sul ponte.

 

Spock ha affidato Kirk alle infermiere, che non hanno fatto altro che riempirlo di coccole e attenzioni, facendo battute su quanto fosse carino e adorabile, così piccino, il loro irruento capitano.

 

McCoy ha trovato di che lamentarsi anche di quello, ma non ha fatto troppe storie e ha tenuto il bambino nell'infermeria; d'altra parte la plancia non è posto per un bimbo di un anno.

 

Spock va a controllarlo alla fine del suo turno e lo trova  che dorme abbracciato ad un coniglietto di pezza che qualcuno gli ha portato.

 

Sorride, studiando come il bambino stringe al petto il pupazzo e comparando la posizione  con il modo in cui il Kirk adulto si stringe al suo petto durante la notte. Certe cose non cambiano mai.

 

 

 

 

 

 

Niente da fare.

 

Khan non vuole dormire.

 

Arthur ha provato di tutto, ma non è riuscito a farlo addormentare Il bimbo sta nel suo lettino, ma non vuole proprio mettersi sdraiato.

 

Non che il bambino abbia fatto i capricci o altro.

 

Ha passato la serata a leggere il tomo di fisica applicata che Joachim*, il suo primo ufficiale, gli ha portato, e adesso lo fissa.

 

Ci è abituato, in realtà; Khan lo fissa piuttosto spesso e senza un motivo apparente, ma essere fissato da quel bambino ha un che di inquietante.

 

-Non hai intenzione di dormire, vero?-

 

Il piccolo lo guarda con i suoi profondi occhi verdi e inclina la testa di lato, come se fosse qualcosa di particolarmente curioso.

 

Il Khan adulto lo fa spesso, e Arthur sente una fitta di nostalgia.

 

Si alza dalla sedia e lo raggiunge, costringendo il bambino ad alzare la testa per continuare a guardarlo.

In quel visetto i suoi occhi sembrano ancora più grandi.

 

-Non vuoi parlare, eh? Scommetto che se intavolassi una conversazione con te mi troverei con le spalle al muro in pochi secondi.-

 

Il bambino si limita a sorridere.

 

Ha le fossette sulle guance, e sarebbe adorabile se non fosse così strano.

 

Tende le manine paffute verso di lui e Arthur si china e lo prende in braccio.

 

Ricorda vagamente qualche obiezione sui bambini che dormono nel lettone, ma non gli importa, non è che debba educarlo, o robe del genere.

 

Il bambino si addormenta al suo fianco, sereno. Probabilmente Khan si riteneva offeso dalle sbarre del lettino.

 

Arthur lo guarda dormire e ha un'aria così pacifica che capisce come mai gli altri stentino a credere che sia lo stesso Khan. Eppure, sotto i tormenti e la rabbia e l'odio, Arthur riesce a vedere quel bambino, e giura di prendersi sempre cura di lui.

 

 

 

 

* in realtà non è proprio il suo primo ufficiale, ma uno dei suoi seguaci... ho deciso di promuoverlo di grado.

 

 

Note di autrice: questa cosa nasce da una folgorazione mattutina, e spero di aver fatto bene a svilupparla invece di lasciar perdere... Il mio canon per questa coppia corrisponde alle fanfiction di Amaerise, che è stata la prima a scrivere di questa coppia in questo fandom e che quindi si merita gratitudine e biscotti.

 

Postilla: nella mia mente Khan è un po' come la formica regina e la sua famiglia è come il formicaio... perciò Arthur viene accettato perché ovviamente ha l'odore di Khan e quindi lo riconoscono come uno della colonia... XD!

 

 

 

 

 

  
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