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Autore: Ortensia_    11/10/2014    3 recensioni
«Kuroko non può leggermi nella mente! Facciamo una prova? Facciamo una prova.» Kagami sente di star entrando in acque pericolose e per un attimo, solo per un attimo, trattiene il respiro.
«Kuroko, tu non può leggermi nella mente, giusto? Se riesci a sentirmi, tossisci.»
Kagami sobbalza non appena Kuroko, alle sue spalle, dà un improvviso, unico colpo di tosse, e se all'inizio è tentato dall'idea di girarsi e insultarlo per averlo spaventato, ora che realizza quanto accaduto sgrana gli occhi e si irrigidisce sul posto.

[Happy KagaKuro day~]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'angolino invisibile dell'autrice:

Non potevo certo ignorare il KagaKuro (o meglio KuroKaga) day~
Tempo fa, girando su Tumblr, ho trovato un prompt in inglese che diceva più o meno così: “Persona A ama persona B e pensa alla possibilità che B possa leggergli nella mente, così dice fra sé e sé: “Se B mi legge nella mente, ora starnutirà”. B starnutisce.”
Quindi ho preso ispirazione da questo prompt geniale, modificandolo leggermente e ampliandolo un poco.
Volendo rendere al meglio, ho deciso di alternare la narrazione in terza persona/al presente/con i pensieri di Kagami, scritti in corsivo.
Spero vi piaccia! >w<
Alla prossima!




Mastermind




«Ormai sono due anni che ci conosciamo, e io non ho ancora il coraggio di dirglielo.» Kagami sfiata, l'aria fuoriesce dalle narici sibilando.
«Non sono mai riuscito a parlarne con nessuno, figurati se ci riesco con lui!» sbuffa spazientito, la guancia rimane aderente alle nocche di una mano, l'espressione annoiata: la spiegazione del professore si è tramutata in un fastidioso ronzio, non riesce a pensare ad altro se non al ragazzo seduto al banco dietro il suo.
«Forse dovrei aspettare ancora un po', magari mi passa.» Kagami aggrotta la fronte, ringhia «sì, certo! Sono due anni che vado avanti con: “Magari mi passa.” e non mi è ancora passata!» schiocca la lingua contro il palato, infastidito dall'evidenza «non c'è verso: lui mi piace.»
È un peso ormai insormontabile, è una consapevolezza a cui sente di dover dar voce prima di scoppiare.
«Possibile che Kuroko non se ne sia mai accorto? Non è bravo a leggere le persone? Non mi sembra.» sfiata ancora, inarcando un sopracciglio.
«Se sapesse quello che penso, sarebbe tutto molto più facile.» Kagami guarda il professore, poi la lavagna piena di segni che, ora come ora, il suo cervello non riesce ad elaborare: è una lingua sconosciuta, è la visione esterna di un mondo che non gli appartiene.
La mente di Kagami è da tutt'altra parte, adesso.
«Oddio, sono arrivato davvero a questo punto?» cerca di rilassarsi contro lo schienale della sedia, ma il risultato non è quello sperato e dondola un poco, trattenendo l'ennesimo sospiro spazientito.
«Kuroko non può leggermi nella mente! Facciamo una prova? Facciamo una prova.» Kagami sente di star entrando in acque pericolose e per un attimo, solo per un attimo, trattiene il respiro.
«Kuroko, tu non può leggermi nella mente, giusto? Se riesci a sentirmi, tossisci.»
Kagami sobbalza non appena Kuroko, alle sue spalle, dà un improvviso, unico colpo di tosse, e se all'inizio è tentato dall'idea di girarsi e insultarlo per averlo spaventato, ora che realizza quanto accaduto sgrana gli occhi e si irrigidisce sul posto.
«Kagami-kun?» la voce bassa ed estremamente calma di Kuroko giunge alle sue orecchie e Kagami si sente percuotere da un brivido.
«Perché?! Perché ha tossito?! Ora capisco! Questo idiota ha sempre fatto finta di studiare il comportamento delle persone! In verità è capace di leggere nel pensiero di tutti!»
«Kagami-kun?» Kuroko insiste e Kagami non riesce neppure più a respirare.
«Deve essersi offeso perché gli ho appena dato dell'idiota ...» Kagami sta iniziando a sudare freddo, gli occhi rimbalzano da una parte all'altra: non vuole voltarsi verso di lui, sarebbe imbarazzante.
«È agghiacciante. Non è che Kuroko è davvero un fantasma? Il mio … il mio compagno di classe è un fantasma?!»
«Kagami-kun?!»
Kuroko alza la voce e Kagami si raccoglie il viso fra le mani solo per un istante, sentendo le guance bruciare per l'imbarazzo.
«Smettila di pensare, Taiga. Smettila!» stringe i denti «ma come diavolo si fa a smettere di pensare?!»
Rigido come un pezzo di legno, Kagami si volta lentamente verso il suo compagno di classe, senza riuscire a guardarlo negli occhi neppure per un istante.
Kuroko rimane ad osservarlo in silenzio per qualche attimo, poi tende l'indice della mano destra e indica il pavimento.
«Kagami-kun, ti è caduta la penna.»
Kagami guarda immediatamente a terra e si affretta a raccogliere la penna, arricciando il naso a causa del bruciore intenso che dalle guance si sta diramando a tutto il viso.
«G-grazie-» borbotta, pronto a dargli nuovamente la schiena.
«Sei strano, Kagami-kun. Qualcosa non va?»
«Qualcosa non va?! Forse sei tu che mi leggi nella mente, maledetto Kuroko?!» è più forte di lui: d'un tratto si ritrova a sbuffare e ad incenerirlo con lo sguardo, e Kuroko sembra non capirne il motivo.
«Kagami-kun?»
«Kuroko, è inutile che fai finta di niente: ormai ho scoperto il tuo segreto.»
Kuroko si protende appena, leggermente spaventato dalla reazione di Kagami, e si sente pietrificare quando l'espressione di rabbia si tramuta in disgusto e il suo compagno di classe gli dà le spalle in silenzio.
Kagami torna ad osservare la lavagna, e questa volta ha intenzione di concentrarsi sulla lezione, in modo che il suo cervello sia occupato ad elaborare gli appunti scolastici, piuttosto che l'idea di Kuroko e dei suoi poteri paranormali.


Non si sono più parlati per tutto il giorno, neppure durante gli allenamenti.
«Forse ho esagerato ...» Kagami non è più tanto convinto di quello che è successo, a pensarci bene almeno una possibilità su cento che Kuroko starnutisse proprio in quel momento c'era e, sì, è poco, ma è sempre qualcosa, no? Forse è stata solo una stupida coincidenza.
«Meglio se vado a parlargli.» non gli piace quando Kuroko se ne sta sulle sue, non gli parla e non lo guarda: è ridicolo e imbarazzante, ma ne sente subito la mancanza e, nonostante quegli occhi costantemente puntati su di lui siano molto fastidiosi, sa di non poterne fare a meno.
Kagami adagia la bottiglietta d'acqua e l'asciugamano sulla panchina, dirigendosi a rapidi passi verso l'entrata della palestra.
«Kuroko?»
Kuroko, che ha già le dita strette alla maniglia, pronto a lasciare la palestra e a ripiegare in spogliatoio, si gira verso di lui e resta in silenzio.
«Beh ...» Kagami si schiarisce appena la voce e si passa una mano sulla nuca «scusami per oggi.»
«Non preoccuparti, Kagami-kun.» Kuroko lo guarda, accenna un sorriso «nella tua situazione è normale essere nervosi.»
Kagami sente un'improvvisa stretta alla gola.
«Quale … situazione?»
Kuroko non gli lascia il tempo di dire altro, apre la porta e prima di lasciarla aspetta che sia lui ad afferrare la maniglia.
«Mi prende per il culo?!» Kagami stringe i denti e resta a guardarlo mentre si allontana verso lo spogliatoio «sono stufo! Non ha il diritto di leggermi nella mente!» e improvvisamente si stacca dalla porta e compie gli stessi passi dell'altro.
Quando entra nello spogliatoio e vede la piccola schiena nuda e bianca di Kuroko, intento ad infilarsi la maglietta con un goffo movimento, Kagami abbandona l'idea di investirlo con la sua ira e torna inevitabilmente a pensare.
«Devo calmarmi: è stato un caso, solo un caso.» Kagami rimane a fissarlo «però, a pensarci bene, ha tossito solo una volta in tutto il giorno ...»
Kagami scuote appena la testa e si affretta a sfilarsi la maglia e a cercare quella pulita: voleva mangiare qualcosa al Maji Burger con lui, dopo gli allenamenti, ma ora come ora ha bisogno di stare un po' da solo, senza che qualcuno violi i suoi pensieri.
«È davvero in grado di leggermi nella mente oppure no? Forse ora che siamo soli sente i miei pensieri in modo più distinto, per questo sta così in silenzio!» Kagami sente di stare per impazzire, perché è arrivato al punto di far cadere la bomboletta di deodorante e dare una piccola spinta alla panca pur di fare un po' di rumore.
«Kagami-kun?» Kuroko si gira verso di lui e lo osserva senza battere ciglio «dopo vuoi andare al Maji Burger?» e no, non è un invito, ma la ricerca di una conferma, come se conoscesse già le sue intenzioni.
«Oh merda!»
«Io ...» Kagami boccheggia: accettare o non accettare? Accettare è un grosso rischio: o Kuroko metterà in trappola lui, oppure sarà lui a mettere in trappola Kuroko - ma è molto difficile mettere in trappola qualcuno che possiede un simile potere -.


La sua insaziabile fame lo ha spinto ad accettare, ma Kagami se ne sta già pentendo, perché oggi Kuroko è decisamente più silenzioso del solito.
«Ehi, io devo andare in bagno.»
Kuroko solleva gli occhi dal menu e annuisce appena.
«Ti aspetto qui, Kagami-kun.»
Kagami si alza e si dirige velocemente verso il bagno.
«Scommetto che prenderanno l'ordine adesso che sono in bagno.» sfiata appena, rassegnato «ho dimenticato di dire a Kuroko cosa volevo.»
L'acqua fredda si insinua fra le dita, e per un attimo Kagami ha la tentazione di bagnarsi il viso, come se volesse svegliarsi da un incubo surreale.
«Una decina di panini e una Coca-Cola grande andranno bene, ma avrei voluto chiedere anche una ciambella.»
Kagami alza gli occhi al cielo e prima di uscire dal bagno riprende fiato, per poi dirigersi lentamente al tavolo dove Kuroko lo aspetta.
«Hanno già preso l'ordine.»
«Ecco, lo sapevo.» ma Kagami si limita ad annuire, perché non ha il coraggio di chiedere all'altro cosa abbia ordinato.
Dopo un paio di minuti, la cameriera porge un milkshake alla vaniglia a Kuroko e piazza sotto al naso di Kagami un vassoio con dieci panini, una Coca-Cola grande e una piccola scatola bianca dalla forma quadrata, a cui rivolge immediatamente un'occhiata colma di inquietudine.
«Cosa c'è dentro?» non ha neanche il coraggio di aprirla.
«Spero che i panini ti bastino.» la voce di Kuroko lo punge.
«Lì c'è una ciambella.» la voce di Kuroko lo uccide.
Kagami schiude le labbra e cerca di dire qualcosa, ma la voce non riesce neppure ad uscire. Forse gli è perfino passata la fame.
«Grazie-» gli sono passati mille pensieri per la mente, così tanti che alcuni non è neppure riuscito ad elaborarli ed identificarli, e tutto ciò che riesce a dire è questo.
Comincia ad avere sinceramente paura, a sentirsi sporco.
Se Kuroko sa leggergli nella mente - anche quando è in bagno, e quindi non così tanto vicino a lui -, significa che sa tutto di lui, conosce ogni suo pensiero, compresi i più intimi, quelli che ogni tanto lo colgono di sorpresa e divagano in fantasie sessuali che uno come lui dovrebbe rivolgere a delle ragazze, e non al suo compagno di squadra.
Kagami arrossisce all'improvviso e quasi si strozza con il primo boccone di panino, e Kuroko si blocca ad osservarlo, stringendo la cannuccia fra i denti per qualche istante.
«Stai bene?» gli domanda poi, scostando le labbra dalla cannuccia.
Kagami rimane ad osservarlo per qualche istante, poi gli occhi balzano sul vassoio pieno di panini.
«Sembra preoccupato, forse non mi sta prendendo per il culo.» Kagami si morde il labbro inferiore «dopotutto, con tutti i filmini che mi sono fatto su di noi, se volesse sfruttare le sue capacità per prendermi in giro lo avrebbe già fatto, no?»
«Sì.»
«Sai, volevo portarti qui perché ti distraessi un pochino.»
Kagami aggrotta la fronte e gli rivolge un'occhiata interrogativa.
«Eh?»
«Kagami-kun, mi hanno detto che voti hai preso negli ultimi test.»
Kagami si morde la guancia e rimane in silenzio, colpevole.
«È per questo che oggi hai fatto così, no? O c'è qualcos'altro che ti preoccupa?» Kuroko sembra quasi stringersi al suo milkshake «speravo che una ciambella potesse tirarti su di morale, ma forse ne dovevo ordinare qualcuna di più.» e poi gli rivolge un sorriso, il sorriso più bello del mondo.
«Ma allora ...»
«Allora tu non …!» Kagami sente il calore della speranza accendersi dentro di lui.
«Io cosa, Kagami-kun?»
«Tu ...» Kagami indugia: no, non farebbe una bella figura se gli dicesse che pensava che gli leggesse nel pensiero «no, niente.»
«Voleva soltanto fare un gesto carino.»
Le labbra di Kagami si increspano in un piccolo ghigno.
«Ti ringrazio, Kuroko.»
Kuroko lo guarda in silenzio e ricambia quel ringraziamento con un sorriso, per poi tornare a stringere la cannuccia fra i denti, con le mani saldamente strette al suo milkshake.


Dopo aver passato ore interminabili a pensare all'agghiacciante eventualità che Kuroko fosse in grado di leggergli nel pensiro, Kagami ha realizzato che essere innamorato del suo compagno di squadra da quasi due anni è un peso così grande da farlo andare in panico anche per un solo, stupido colpo di tosse.
«Kuroko?» indugia, ma continua a camminare a fianco dell'altro «c'è una cosa che devo dirti.»
Kuroko non rallenta, ma gli rivolge immediatamente la propria attenzione.
«Devo dirtela da un po' ...» Kagami si schiarisce appena la voce, cercando di ignorare l'imbarazzo che si sta inensificando sulle sue guance, in un incendio inestinguibile.
Adesso Kagami si ferma, e così fa anche Kuroko.
«I-io ...» balbetta, tenta di guardarlo negli occhi, ma deve immediatamente riabbassarli.
«“Io mi sono innamorato di te.”, “Tu mi piaci.”, “Io ti amo.”» Kagami deglutisce e gli afferra le spalle «ci sono un sacco di modi per dirlo, e io non ci riesco!»
«Kuroko, io-»
«Io ti piaccio, Kagami-kun?»
La domanda di Kuroko è come un pugno in pieno viso: Kagami potrebbe prendere a sanguinare dal naso da un momento all'altro.
«C-cosa?»
«Ti piaccio?» Kuroko lo guarda, c'è una piccola luce nei suoi occhi e Kagami se ne sente inevitabilmente attratto.
«A-ah-» ma l'imbarazzo è tale che non riesce neppure a dire di sì e i suoi occhi scappano da quelli dell'altro.
«Suppongo che sia un sì.» Kuroko sorride, le mani gli afferrano le braccia e le dita gli lasciano una docile carezza sulla pelle.
«Cosa sta facendo?» Kagami lo guarda di nuovo, e questa volta cerca di resistere alla vergogna «non può guardarmi in questo modo adesso che gli ho detto una cosa simile, non può.»
Kagami si sente torturato dallo sguardo e dal sorriso di Kuroko, e sa di non poter resistere ancora: dalle spalle, le mani scivolano al viso dell'altro e lo trascinano a sé.
Le labbra si incontrano in un bacio che ha ben poco di timido e le braccia di Kuroko si allacciano attorno al suo collo.
Kagami smette finalmente di pensare, perché durante un evento così istintivo e passionale come un bacio è quasi impossibile che la ragione riesca a ritagliarsi anche un solo, minuscolo spazietto.
Il cervello riprendere a parlare soltanto quando le labbra di Kuroko scivolano via dalle sue e le mani si sfiorano, le dita si intrecciano timidamente.
«Lui lo sapeva? Come faceva a saperlo?» Kagami rimane in silenzio e, senza lasciargli la mano, riprende a camminare insieme a lui «le persone non leggono nelle menti degli altri: devo mettermelo in testa. Kuroko è diverso dagli altri, è vero, ma non può sapere ciò che penso, non può conoscere le mie fantasie. Se fosse così dovrebbe tossire un'altra volta, e questo non succederà.»
E Kuroko tossisce all'improvviso.
E Kagami si sente morire un'altra volta.
   
 
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