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Autore: _Takkun_    11/10/2014    10 recensioni
“Ace! L’avevi promesso! Mi avevi p-promesso che non saresti mai m-morto!” La vista ormai era totalmente appannata dalle lacrime. No, Ace non poteva andarsene, aveva ancora bisogno di lui, non poteva!
Ace abbozzò un sorriso, stringendo con le poche forze rimaste la camicia gialla del minore. Se la ricordava quella promessa, eccome, ma sperò che il suo adorato fratellino potesse trovare la forza di perdonarlo per non aver tenuto fede a quelle parole.
“R-Rufy…” Mormorò con voce flebile e il respiro affannato. “Ormai le forze mi stanno abbandonando, e voglio che tu riferisca a tutti… quello che sto per dirti.”
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È una storia idiota ma c'è comunque uno SPOILER per chi non è arrivato alla saga di Dressrosa!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciak! Buona la prima!
 



“Ace! L’avevi promesso! Mi avevi p-promesso che non saresti mai m-morto!” La vista ormai era totalmente appannata dalle lacrime. No, Ace non poteva andarsene, aveva ancora bisogno di lui, non poteva!
Ace abbozzò un sorriso, stringendo con le poche forze rimaste la camicia gialla del minore. Se la ricordava quella promessa, eccome, ma sperò che il suo adorato fratellino potesse trovare la forza di perdonarlo per non aver tenuto fede a quelle parole.
“R-Rufy…” Mormorò con voce flebile e il respiro affannato. “Ormai le forze mi stanno abbandonando, e voglio che tu riferisca a tutti… quello che sto per dirti.”
Cappello di Paglia strinse con forza i denti, abbracciando quanto più possibile il fratello. Basta, perché continuava a dire queste cose?
“Padre, fratelli, e tu… Rufy. Anche se non avevo futuro, vi siete s-sempre presi cura di m-me. Mi avete accettato, anche se s-sono il f-figlio del demonio…” Disse, coinvolgendo nel suo pianto chiunque stesse ascoltando il suo discorso. Ace tirò su col naso, allentando lentamente la presa sull’indumento del minore.
“Tutti voi mi avete voluto bene! Grazie!” Esclamò con la voce spezzata dalle lacrime, increspando lentamente le proprie labbra in un ultimo, sereno sorriso, scivolando poi dalle braccia di Rufy e finendo col scontrarsi con il suolo, freddo e senza vita.
Cappello di Paglia passò lo sguardo dal corpo del fratello alle proprie mani, rosse di sangue.
“A-Ace…” Lo chiamò ma il maggiore non rispose.
Il labbro inferiore prese a tremargli ma lui se lo morse prontamente con forza. Trattenne anche il respiro nel tentativo di ricacciare dentro le lacrime, ma tutto fu inutile. Perse il controllo e, disperato, urlò il nome del maggiore al cielo.
Ora nulla aveva più senso nella sua esistenza. Ace se n’era andato proprio come Sabo, e lui era rimasto so-
 
“Ciak! Buona la prima!” Disse qualcuno all’improvviso, guardando di traverso il giovane pirata che, nonostante la sua esclamazione, stava continuando ad urlare e a piangere.
Pugno di fuoco aprì un occhio, sospirando. Anche questa scena è andata, pensò rialzandosi da terra e stiracchiandosi a dovere.
“Ace, ci pensi tu a Rufy?” Gli chiese cortesemente un uomo sulla quarantina, sfogliando con attenzione il copione dell’episodio seguente senza prestare troppa attenzione alla crisi del proprio protagonista.
Il corvino si sbatté una mano sulla faccia nel vedere suo fratello in quelle condizioni, e alzò un sopracciglio quando vide di fianco al Sensei quell’idiota del suo altro fratello piangere come un marmocchio.
“Rufy, guardami, sono qui.” Lo scosse leggermente per le spalle, attirandone l’attenzione.
“A-Ace?”
“Ciao, fratellino.” Gli sorrise, venendo travolto dall’abbraccio improvviso del minore, rischiando quasi di venire soffocato. “Come al solito ti sei dimenticato che stavamo solo girando.” Gli accarezzò i capelli nel tentativo di tranquillizzarlo, ricordandosi con un sorriso –nonostante ci fosse poco da sorridere- di tutti quei poveri attori che dovettero subire i colpi di Rufy, alcuni finendo addirittura all’ospedale.
“S-sei vivo!”
“Certo che sono vivo, deficiente.” Alzò gli occhi al cielo, staccandoselo di dosso.
“M-ma il s-sangue e-e… quello?” Disse, indicando con l’indice tremante lo spaventoso buco al centro del busto di Ace.
“È tutto falso, Rufy.” Fece, pulendosi con un dito un po’ di sangue per poi ficcarlo in bocca al minore. “Di cosa sa?”
“Ma è ketchup! Quello che metto sopra le patatine!”
“Bingo.” Sorrise nel vederlo più tranquillo. “Ora va’ a dirlo a quell’altro idiota.” Gli fece un cenno del capo, indicando Sabo che, con gli occhi gonfi e arrossati, si apprestava a terminare il quinto pacchetto di fazzoletti.
“Siete davvero senza speranza.” Scosse la testa, osservando Rufy correre verso il biondo per spiegargli che era tutto finto e che non doveva piangere.
“Ma sembrava tutto così vero, dannazione!” Si soffiò il naso un’altra volta il maggiore, facendo ghignare il corvino, che nel frattempo si era avvicinato ai due.
“Questo perché sono un attore eccezionale, fratellino.”
“Come no!” Gli tirò contro il petto un fazzoletto appallotolato. “Sensei, quand’è che dovrei riapparire?” Chiese all’uomo che, con un sorriso a trentadue denti, chiuse soddisfatto il copione della saga di Marineford.
“Vediamo… Dovresti ritornare per Dressrosa, sì.” Rispose dopo averci riflettuto, alzandosi poi dalla propria postazione per andare a prendersi un caffè insieme ai cari Newgate, Sengoku e Garp. “Ah, Rufy, vuoi venire anche tu? Ci sono delle ciambel-“ Nemmeno a finire la frase, il giovane Cappello di Paglia si fiondò come un razzo verso la tavola imbandita per gli attori.
“È sempre il solito, si è già dimenticato della mia morte.” Commentò il corvino, vedendolo litigare con il vecchio Garp per una fetta di torta al cioccolato.
“Ehi, fratello.” Lo chiamò Sabo. “Facciamo una scommessa.” Propose, illuminando d’un tratto lo sguardo del suo interlocutore.
“Spara.”
“Scommettiamo che alla mia apparizione riesco a far piangere i fan più di te?” Gli porse una mano che Ace strinse senza un attimo di esitazione.
“Ci sto, ma il perdente dovrà subire una penitenza.”
“Ovvero?”
Il lentigginoso gli si avvicinò all’orecchio, posandogli una mano sulla spalla e un ghigno malefico in volto. “Chi perde dovrà girare nudo per il set per un tempo massimo di venti minuti.” Sussurrò, suscitando nel fratello un leggero rossore sulle gote. Girare senza veli e farsi vedere da tutti? Solo Ace poteva partorire una penitenza simile.
“Che c’è, Sabo, non te la senti più?” Gli appoggiò una mano sui morbidi capelli biondi, scompigliandoli un poco. Il ragazzo corrugò la fronte, guardandolo male.
“D’accordo, Ace. Spero ti divertirai a far prendere aria anche alla tua parte inferiore.” Ghignò divertito, facendo alzare le spalle al corvino.
“Capirai, è tutta la serie che il Sensei mi fa andare in giro mezzo nudo. Se mi tolgo pantaloni e mutande per un po’ non credo che morirà qualcuno…”
“… se non l’intero genere femminile.” Arrivò con quella sua solita espressione calma e, a tratti, annoiata, Marco, seguito a ruota dal deceduto comandante della quarta flotta.
“Ehi, ragazzi!” Li salutò allegro il castano, con sotto braccio il suo fidato portatile.
“Satch! Guarda, sono morto anche io!” Rise di gusto Ace, indicandosi con tranquillità il busto.
“Benvenuto nel club!” Gli batté il cinque, ridendo a sua volta. “Sabo! Dovresti battermi anche tu il cinque in un certo senso! Finché non ci sei ti considerano tutti morto!”
Il ragazzo sorrise, accontentando l’uomo. Satch era davvero un tipo particolare e incredibilmente vivace, non si stupiva del fatto che fosse uno degli amici più cari di Ace.
“Non capisco cosa ci trovate da ridere se siete morti.” Si mise in mezzo ai tre la Fenice. “Ma d’altronde non capisco molte delle vostre idiozie, quindi.” Disse, venendo avvolto dal braccio di Ace attorno al suo collo.
“Ma dai, sei di cattivo umore perché me ne sono andato anche io, vero Pennuto?” Prese a stuzzicargli con l’indice una guancia, facendogli roteare gli occhi al cielo.
“Se fossi in te non lo farei, Ace.” Lo avvertì, ma il corvino non ne capì il motivo fino a quando un improvviso flash li colse entrambi. Il comandante in seconda sospirò. Si era dimenticato di lei.
“Nami, per favore.” La supplicò il lentigginoso, facendole segno con la mano di dargli quella macchina fotografica.
La rossa scoppiò a ridere. Poveretto, credeva davvero che gli avrebbe dato ascolto.
“Ace, hai la vaga idea di quanto possano venire a costare questo genere di foto per le shipper? Se è una coppia yaoi meglio ancora!” Esclamò entusiasta, pregustandosi con il pensiero tutti i quattrini che avrebbe potuto guadagnare con quel semplice scatto. Voltò le spalle ai quattro uomini ma, prima di andarsene, dedicò un occhiolino all’altro biondo. “Grazie anche a te, Sabo.” Disse, prendendo di mira il cuoco e lo spadaccino, intenti a scannarsi poco più lontani da loro.
“Grazie per cosa?” Fece perplesso il rivoluzionario.
“Controlliamo subito!” Esclamò all’improvviso il castano, aprendo il portatile e andando su Google.
“Allora, prima eravate insieme, vero? Deve avervi colti sul fatto, ragazzini.” Sghignazzò divertito, incuriosendo i due, che si affiancarono al comandante intento a scrivere "Ace/Sabo" per la ricerca.
Pochi secondi dopo, un Ace fin troppo vicino all’orecchio del biondo con una mano appoggiata sopra la sua spalla, e un Sabo con una leggera colorazione di rosso sulle guance comparvero come una delle immagini principali.
“Okay, sì, in effetti è piuttosto equivoca come cosa.” Si limitò a dire Ace.
“Direi di sì.”
“Dai del tempo a quelle ragazzine esaltate e ne spunterà una Fanfiction, ci scommetto.” Sospirò Marco, massaggiandosi con movimenti circolari una tempia.
“E siete così tranquilli?! Certe cose non riesco nemmeno a leggerle per, p-per… oh, insomma! Come fanno a scrivere certe cose?!” Si passò una mano fra i capelli, Sabo, ricordando la prima parte di una Fanfiction a raiting rosso su se stesso e Koala. Imbarazzante, troppo imbarazzante.
“Eh, che problemi ti fai!” Gli tirò un’amichevole pacca sulla spalla Satch. “Non devi preoccuparti per certe sciocchezze. Prendi me e Izou, ad esempio, a noi non importa di ciò che scrivono sul nostro conto. Anche se il mio Tesoro dovrebbe ammettere che non staremmo affatto male insieme!” Urlò di proposito, cosicché il compagno lo potesse sentire.
“Fottiti, Satch, non mi metterei con te nemmeno se mi regalassi il One Piece!” Gli urlò a sua volta, ritornando a parlare tranquillamente con Halta, la sua migliore amica.
“Visto? Inoltre acquistiamo popolarità con queste storielle, di che ti lamenti?” Scrollò le spalle.
“Ma le Fanfiction sono il male minore, qui.” Sospirò Marco, lanciando un’occhiata al povero Sakazuki che, in un angolino, affiancato da uno scatolone, controllava la sua posta abituale.
“Lettera minatoria, lettera minatoria, lettera mina- Ah, queste sono per il Sensei e Teach.” Disse, mettendo i fogli di carta da parte. “Lettera minatoria… oh! Una cartolina da parte di mia madre.” Si regalò un breve sorriso, leggendo le parole scritte su di essa.
 

Figlio adorato, se scopro che nell’episodio a venire il mio amato Pugno di Fuoco muore a causa tua, puoi dimenticarti di aver avuto una madre.
Baci e abbracci (nel caso in cui Ace non sia morto)
 

Il Cane Rosso abbassò lo sguardo, mandando maledizioni di tutti i tipi a Eiichiro. Era tutta colpa di quel maledetto se l’intera popolazione mondiale lo detestava a morte, compresa sua madre!
“Devo ammettere però che è divertente vederlo in quello stato.” Se la rise di gusto il lentigginoso, sentendo provenire dal proprio stomaco un brontolio. “Ragazzi, ho fame.”
“Anche io. Prendiamo Rufy e andiamo al McDonald?” Propose Sabo.
“Perché no?” Chiuse il portatile Satch. “Tu vieni, Pennuto?”
“Non ho niente di meglio da fare, e prendere una boccata d’aria non mi farà male.” Disse, mostrandosi non troppo interessato.
“Bene, allora! Andiamo!” Ace alzò una mano stretta a pugno verso l’alto, cominciando ad incamminarsi insieme agli amici. “Ah, Sabo?” Lo chiamò.
“Mh?”
“Non vedo l’ora di vincere la scommessa e, inoltre, non sei contento? Potrai fare un regalino a Koala visto che-“ Ma prima ancora che potesse concludere, evitò per un soffio un pugno del fratello, diretto sul suo volto.
“Ace…” Pronunciò il suo nome con fare minaccioso.
“Magari mi metto a scrivere anche io Fanfiction su di voi!” Disse, mettendosi a correre da una parte all’altra del set, seguito da un Sabo con una luce omicida negli occhi, il tutto sotto lo sguardo divertito dei presenti.
“Anche io voglio giocare ad acchiapparella!” Fece Rufy, mettendosi a inseguire i due fratelli.
“Un’altra decina di anni…” Sospirò Oda, portandosi un bicchiere di carta alle labbra, con all’interno il suo amato caffè. “Un’altra decina d’anni e tutto questo delirio sarà finito.”

 
 
 
Angolo autrice:
 
Dovevo pubblicarla dopo l’episodio di stasera ma non ce la facevo ad attendere :’)
Tzé, pensavate davvero che Ace fosse morto? Poveri illusi, il caro Pugno di Fuoco è più sano di tutti noi messi assieme ù.ù
Okay, idiozie a parte, prima o poi una ff con un livello di demenzialità vagamente (ultra) alto la dovevo scrivere! XD
La parte che preferisco in questa piccola stupidaggine? Probabilmente Akainu che controlla la sua posta! :”) Povero tesoro ma anche no, persino la mamma lo odia, adesso o tra poco, dipende dai punti di vista u.u”
Boh, spero possa essere piaciuta a qualcuno questa cacchiata.
Grazie a chi ha letto, a chi metterà la storia nelle varie categorie (come no!) e a chi recensirà vediamo quanti trovano il coraggio!
Un grosso bacione e a presto! :3
 
  
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