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Autore: MadCheshireCat    12/10/2014    2 recensioni
-Quando Saint Seiya conosce Disney, Camus diventa Ariel- Il tritone Camus dovrebbe prestare molta più attenzione ai mari in cui decide di sguazzare, dato che il pericolo é dietro ogni onda: cosa succede quando viene scaraventato su di una spiaggia assolata e sabbiosa? [AU, ispirata ad un disegno che linko neel note prima della storia]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dunque! Per poter meglio capire cosa ho scritto di sotto, é meglio guardare le immagini che lo hanno ispirato c: Che sono proprio qui. Sono dei disegni fantastici e pure divertenti uwu
In ogni caso, spero che quello che ho scritto vi piaccia e spero di non aver mancato nessun possibile errore di battitura. Enjoy!

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Come poter iniziare senza essere troppo scontati? Ah, sì, direi che iniziare con ‘mannaggia’ sia il modo migliore. 

Mannaggia. Non si sarebbe dovuto allontanare tanto dalla sua città, nemmeno per evitare un matrimonio tanto particolare, quanto stranamente sconvolgente- Un po’ gli faceva impressione sapere che qualcuno si stava sposando utilizzando il suo aspetto, ma in tutta sincerità aveva questioni più pressanti di cui curarsi al momento. Come ad esempio chiedersi dove cavolo era andato a finire- Per una persona qualsiasi, il mare era tutto uguale, ma per un tritone esso era tanto riconoscibile quanto le strade intorno a casa propria.

Capì di essersi perso quando nemmeno lui riconobbe i flutti in cui stava galleggiando, l’acqua leggermente più salata lo confondeva ed il sole battente gli cuoceva letteralmente la testa. Prese un lungo respiro come per calmarsi solo per essere colpito a tradimento da un’ondata assai più forte di quelle precedenti e nemmeno il suo frenetico movimenti di braccia e coda riusciva a stabilizzarlo: si sentì trascinato e sbattuto in giro come un’alga in balia delle onde irrefrenabili, si sentì completamente inutile. Perché si era allontanato tanto? Era stata l’idea più sciocca del secolo.

E pensare che persino Aphlounder lo aveva avvertito di non andare verso Sud! Ma lui nooo, doveva assolutamente andare da quella parte, ignorando non solo lui, ma anche i consigli di Sebamask che gli dicevano di non seguire la corrente, dato che poi non sarebbe più riuscito a tornare indietro. Perfetto. Si era cacciato in un guaio assai grosso, troppo grosso perché lui ne uscisse completamente indenne- Era terribile. Si rese conto della vera entità del danno quando un’onda lo lanciò letteralmente su alcuni scogli, scaraventandolo ben lontano dall’acqua che lo aveva protetto fino a quel momento. 

Il colpo lo lasciò senza fiato per qualche momento, tanto che si mise ad annaspare come un pesce che soffocava, agitando le braccia per potersi girare: la pancia gli grattava contro la dura superficie incrostata della roccia, ma era meglio che dibattersi come un salmone. Guardandosi in giro, si rese conto di essere finito nel peggiore girone dell’inferno. Tutto era coperto di sabbia, in lontananza si intravedevano degli alberi, tuttavia raggiungerli sarebbe stato quasi impossibile considerando che poteva solo trascinarsi utilizzando le braccia, per non parlare del calore devastante che gli stava già seccando la pelle.

Era dannatamente doloroso muoversi a quel modo, ma tra il morire cotto come una sardina ed il rovinarsi l’addome, preferiva assolutamente la seconda opzione- Mai in vita sua aveva odiato la propria coda come in quel momento! La stupidissima appendice lo rallentava soltanto, riempiendosi di sabbia ad ogni spinta in avanti, incrostandosi e diventando fastidiosamente pruriginosa. Fantastico, davvero fantastico. Mentre Caçursula si godeva la sua torta nuziale a quattro piani, lui era costretto a trascinarsi pateticamente sulla battigia, in un disperato tentativo di raggiungere l’acqua del mare.

Più la pelle si seccava, più gli risultava doloroso muoversi, era come strisciare su un tappeto di ricci di mare e gli ci volle molto forza di volontà per non lasciarsi andare, per non crollare sfinito sulla spiaggia. Tutta la convinzione del mondo però non basta per costringere le proprie braccia a tirare un corpo che sembrava essere diventato doppiamente pesante da quando aveva iniziato a muoversi. Mannaggia.

Strano però. Sembrava che all’improvviso l’aria fosse diventata più fresca e che la luce del sole fosse stata smorzata da…Qualcosa. Camus si guardò in giro, inclinando la testa di lato per poter vedere esattamente cosa lo stava schermando- Solo per sentirsi morire dentro. Qualcosa, o meglio qualcuno, torreggiava sopra di lui ed era davvero, davvero grande. O forse lo sembrava, data la sua posizione soprelevata.

"Hey, hey? Tutto bene qui?" Beh, almeno la voce era meno spaventosa dell’aspetto, altrimenti c'era da starci fresco. Doveva trovare il modo giusto di iniziare a parlare, d’altronde quello diceva molto di una persona e- "Quante…Cavolo…Di gambe hai?!" Ottima idea, Camus. Brillante, a dire poco. Ma come poteva ignorare quattro paia di zampe marrone scuro che erano praticamente ad altezza viso? Attiravano molto di più l’attenzione della chioma bionda o del viso sorridente- Non che quelli non fossero interessanti. Anzi.

"Questo succede quando nasci Uomo-Scorpione. O come dico io, Scorpuomo." Lo sconosciuto si concesse una risatina divertita prima di piegare il busto in avanti, osservando con interesse il viso del tritone. "Non avevo mai visto un pesce fuor d’acqua così da vicino, sai? Cosa ci fai qui? Un’isola tropicale non é il massimo per te, eh?" Perché tanta confidenza? Perché così vicino? Ma soprattutto- Perché così attraente? Forse erano i lineamenti esotici a renderlo assai apprezzabile alla vista, forse era anche la pelle abbron- Dovette costringersi a tornare alla situazione attuale o rischiava di perdersi di nuovo in elucubrazione sull’aspetto del suo ‘salvatore’.

"Sono…Stato lanciato da un’onda particolarmente forte." Era quasi patetico ammetterlo, ma non aveva tanta scelta- Mentire sarebbe stato forse più patetico. "Ah. Beh, vediamo-" La strana creatura si rimise dritto e dopo essersi guardato in giro con aria pensierosa, si accovacciò di fronte a lui, abbassandosi fino a toccare terra come per inchinarsi di fronte a lui. "Salta su. Ti porto a mangiare. Ti piace la frutta? Ah, che domanda, sarai vissuto fino ad ora mangiando gamberetti…" 

Camus inarcò un sopracciglio, fissando lo scorpione come se avesse detto che il mare si era appena prosciugato. Inconcepibile. Poteva davvero fidarsi di…Quello? Un essere terricolo ad otto zampe! Già gli avevano detto di non fidarsi degli umani a due zampe! Lui aveva ben sei zampe in più, quindi doveva essere sei volte più inaffidabile, no? Per non parlare delle chele…Tuttavia, doveva ammettere di non avere nemmeno molta scelta: o quella schiena nerastra o la sabbia graffiante. 

—-

"Guarda che puoi tenerti! Per me sarebbe più comodo che sentirti ondeggiare da un lato all’altro." La voce del biondo, che stava felicemente zampettando intorno al perimetro dell’isola per portarlo nella sua tana, arrivò alle orecchie del tritone come una sottospecie di risatina sommessa e niente più. "E dove dovrei attaccarmi? Non ci sono appigli-" Una seconda risata lo interruppe, facendolo imbronciare più del dovuto: perché gli rideva in faccia a quel modo? Come si permetteva? "Sai, il mio busto non é velenoso. Puoi attaccarti." 

Dopo un primo momento di incertezza, Camus allungò le braccia, cingendo il torso dello scorpione non senza una buona dose di imbarazzo che apparì immediatamente sul suo viso sotto forma di leggero rossore. Era comodo stare così e per qualche motivo si ritrovò ad appoggiare la guancia alla schiena dell’altro, sospirando. Non poteva vedere il viso dello sconosciuto, ma era certo che ci fosse un sorriso stampato lì.

"…Come ti chiami? Non me l’hai detto."
"Ah, davvero? Beh, sono Milo. tu, pesce?"
"Camus. E non chiamarmi pesce.”

  
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