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Autore: Asia Dreamcatcher    14/10/2014    6 recensioni
"Se fosse stato in sé, si sarebbe fatto una bella risata e se ne sarebbe tornato al dormitorio.
Se fosse stato in sé, ne avrebbe approfittato per umiliarla ulteriormente.
Se fosse stato in sé, non l'avrebbe inseguita."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ballo del Ceppo

... Pansy Parkinson la guardò ad occhi sbarrati entrando con Malfoy, e anche lui parve non riuscire a trovare un insulto da rivolgere.”

Capitolo XXIII “Il Ballo del Ceppo”

Harry Potter e il Calice di Fuoco (IV)


Non può essere lei...Cioè ma come...?”

Mai. Mai avrei immaginato! Per Salazar se è bella...”

No fermi un attimo! Cosa avrei detto io? Bella. Bella! Bella?”

E' la Mezzosangue per Dio! Una so-tutto-io perfettina, Gryffindor per giunta! Il suo sangue è sporco!”

Un'insulsa Mezzosangue che osa sempre ribattere, che non sa mai stare al suo posto...”

Le Mezzosangue non possono essere belle, giusto?”

«Draco! Mi stai ascoltando?!» la voce acuta di Pansy strappò bruscamente Draco Malfoy dai suoi vorticosi pensieri per riportarlo alla vivida ed assordante realtà.

«Che vuoi?» berciò scontroso lui, infastidito di essere stato colto alla sprovvista come un perfetto idiota. Per un istante temette che Pansy gli avesse praticato il Legimens e lo avesse beccato mentre faceva strani pensieri sulla Granger. Una smorfia indispettita apparve sul suo viso.

«Sarebbe carino che mi facessi fare anche qualche giravolta oltre che ciondolare da dei minuti buoni sullo stesso punto, mi sta venendo il mal di mare!» gli rispose lei a tono senza nascondere una punta di divertimento.

«Mpf. Sì scusa.» disse facendole fare immediatamente una giravolta con l'eleganza e l'armonia che contraddistingueva i Purosangue. Frutto di un'attenta e severa educazione, naturalmente.

«Cos'è che ha tenuto così occupato la tua testolina platinata, cherì?» gli chiese l'amica sempre più divertita. Conosceva Draco fin da bambino e sapeva riconoscere perfettamente quando strani pensieri si agitavano nella sua testa, estraniandolo dal mondo.

«Fanculo Pansy! Nulla che ti possa interessare» la mora rise alla faccia imbronciata dell'amico.

«Se lo dici tu! Fermiamoci, ho visto Theo.».

I due ragazzi si avvicinarono a Theodore Nott che se ne stava placido a bordo pista con in mano un bicchiere di succo di zucca opportunamente corretto, quando li vide avvicinarsi li salutò con un lieve cenno del capo.

«Ehi Theo! Dov'è Daphne??»

«E' andata a prendersi da bere, torna subito. Draco che hai?» il biondo chiamato in causa subito si inalberò. Theo era l'altra persona che lo conosceva fin da piccolo, il suo migliore amico per così dire, e che capiva all'istante quando qualcosa non andava.

«Nulla, dannazione. Piantatela tutti e due!»

Nott si limitò a squadrarlo dalla testa ai piedi per nulla convinto ma non disse altro. Il ragazzo aveva la rara capacità di riflettere prima di pensare e di sapersi fare anche gli affari suoi quando conveniva.

Dalla massa sbucò la più bella ragazza di Slytherin e probabilmente dell'intera Hogwarts, tanto da poter competere con la Delacour e il suo sangue di Veela.

«Pan! Ti stavo cercando...hai visto chi balla con Krum!?» celiò tutta eccitata di poter dare avvio a del sano gossip, inutile dire che Pansy durò giusto un secondo prima di dare libero sfogo alle sue personalissime idee.

Nel frattempo, grazie all'allusione alla Granger Draco si isolò nuovamente nei suoi torbidi pensieri.

La trovò quasi subito intenta a parlottare allegra con il suo cavaliere. E dire che reputava Krum un tipo a posto, insomma era di Durmstrang! Eppure ora a vederli lì, sorridenti e complici gli faceva venire un'insana voglia di lanciare un Cruciatus al primo che gli capitava.

La guardò meglio. I suoi capelli erano stati incredibilmente domati, erano lucenti, lisci, qualche boccolo era scappato dall'elegante crocchia e scivolava morbido e sensuale lungo il collo latteo e delicato della giovane, Draco ne seguì il profilo con gli occhi ipnotizzato. Da quando la Mezzosangue aveva un collo così bello? I pensieri del giovane vagarono a briglia sciolta e lui non poté fare a meno di chiedersi come sarebbe stato sfiorarlo con le labbra, immergere la sua mano fra quei capelli...erano così morbidi come sembravano? Così diversi dal solito groviglio di rovi a cui tutti erano abituati.

Dal collo, il suo sguardo sempre più affamato e avido scese verso gli incavi dei seni - e lì Draco istintivamente si inumidì le labbra pallide con la lingua - che risaltavano grazie alla scollatura a cuore* dell'abito blu pervinca – Draco constatò che quel colore le stava dannatamente bene addosso –.

Il biondo si portò una mano al nodo della cravatta e se lo allentò un poco, il caldo si era fatto intenso.

L'abito proseguiva fasciandole la vita esile per poi aprirsi a ruota fino ai piedi, nascondendole le gambe. Draco allora risalì con lo sguardo fino al volto, era come se la guardasse per la prima volta. Il viso tondo e magro era privo di trucco eccessivo, le guance erano deliziosamente imporporate - sicuramente per un tentativo di adulazione da parte del suo cavaliere - era piacevole, i lineamenti erano gentili e armoniosi, stavano perdendo i tratti fanciulleschi...il naso piccolo e dritto. La bocca! Ma da dove saltavano fuori labbra così? Si chiese disperato il ragazzo. Erano piene e rosee, due petali di rosa voluttuose ed invitanti. Che Krum stesse facendo il suo stesso pensiero?

I suoi occhi, in quel momento così luminosi e liquidi color nocciola ma con infinite pagliuzze dorate che le contornavano la pupilla, sì, Draco li conosceva bene...quante volte li aveva visti fissarlo con fastidio, supponenza, rabbia, ira, dolore, sfida...odio. Tutte emozioni che lo Slytherin capiva perfettamente.

A Draco sembrava di non averla mai vista prima. E forse era proprio così. La cespugliosa ragazzina, dai modi altezzosi e supponenti, con i denti sproporzionati, la camminata resa goffa dalla ventina di libri che si portava sempre appresso non c'era più. Quella sera era come una fenice, rinata dalle proprie ceneri, e aveva scelto proprio quell'occasione per mostrarsi a tutti nel suo abbagliante fulgore. Bellissima, solo un lieve anticipo della donna che sarebbe stata in futuro. Era un magnifico fiore in sboccio, pronto per divenire un'incantevole rosa.

«Ti stai facendo del male.» la voce di Theo, che aveva osservato attentamente l'amico, gli giunse come un eco remoto all'orecchio.

«Probabile.» rispose lui atono, con lo sguardo fisso e perso.

«Lei non è cosa per noi»

«Cosa ti fa credere che riguardi la Mezzosangue?» berciò Draco con una nota rabbiosa nella voce. Theo non rispose. Sapeva quando una partita era persa in partenza «Sta attento» fu l'unica cosa che disse prima di allontanarsi con passo felpato.

Frustrato il biondo si diresse verso il tavolo imbandito di bevande e cibo. Senza farsi vedere aggiunse ancora un po' di Whisky Incendiario nel succo di Zucca e ne prese un bicchiere scolandolo in pochi sorsi.

* *

Quanto ho bevuto?” si chiese Draco avvertendo un leggero mal di testa. La festa stava volgendo al termine e il ragazzo aveva passato il resto della serata ad osservare da lontano la Mezzosangue e continuare a buttare giù analcolici corretti. Ora si ritrovava con uno stupido e fastidiosissimo ronzio alla testa mentre percorreva un po' a caso i corridoi della scuola, finché non sentì delle urla.

«La prossima volta che c'è un ballo, invitami prima che lo faccia qualcun altro, e non come ultima spiaggia!» Hermione Granger stava urlando, i lineamenti delicati contratti per la rabbia, contro quell'idiota di Ronald Weasley. Draco si fermò leggermente sconcertato, come molti altri lì accanto. Il rosso se ne andò sdegnato accompagnato dall'amico di sempre, mentre la ragazza amareggiata e in preda alle lacrime scappò lungo il corridoio sfiorando inavvertitamente la spalla dello Slytherin, ma lei nemmeno se ne accorse, voleva solo nascondersi.

Se fosse stato in sé, si sarebbe fatto una bella risata e se ne sarebbe tornato al dormitorio.

Se fosse stato in sé, ne avrebbe approfittato per umiliarla ulteriormente.

Se fosse stato in sé, non l'avrebbe inseguita.

Ma dannazione! Lui non era in sé, e quella sera nulla era come avrebbe dovuto essere.

La trovò poco dopo in aula vuota seduta sulla cattedra, lo sguardo rivolto verso la lavagna piena di appunti delle lezioni della mattina.

Ora che era lì ad un passo da lei, dopo averla osservata per tutta la sera, non sapeva che fare, cosa dire. Si diede dello stupido per essere stato così impulsivo. La ragazza intanto non si era ancora accorto della sua presenza.

«Mezzosangue.» esordì senza avere in mente un discorso preciso, voleva solo che lei smettesse di ignorarlo.

Hermione si voltò sorpresa. Le lucide lacrime erano ancora lì ben visibili. Le labbra morbide ed umide disegnavano un piccola “o”, gli occhi erano arrossati per il pianto e il mascara le era colato sotto gli occhi, aveva lasciato i capelli liberi, e le ricadevano lungo le minute spalle in lunghi boccoli.

Sotto lo sguardo smarrito e sconcertato della giovane Draco tremò. Vederla così persa e fragile, vulnerabile... avrebbe dovuto dargli un immenso piacere ma invece sentì dentro di sé qualcosa che si incrinava, non era una sensazione piacevole.

«Che cosa vuoi Malfoy? Non sono in vena per ascoltare le tue cavolate!» gli disse dura, riprendendosi dopo quell'attimo di incertezza mascherando la sua anima ferita e fragile.

Già che cosa voleva?” quella muta domanda non baluginava solo nello sguardo della Granger ma anche in quello di Draco. Avrebbe dovuto infierire su di lei, vederla piegata sotto i suoi insulti, dimostrarle che lei era nulla, polvere in confronto a lui, perché era così che si faceva, no? Questo faceva Draco Malfoy ogni volta che incontrava Hermione Granger sul suo cammino...per pochi attimi si sentiva potente, forte...vivo grazie alle loro discussioni. Ma quella sera, il biondo sapeva dentro di sé che umiliarla non gli avrebbe dato alcun conforto. Forse quella sua tregua a senso unico sarebbe durata solo per quella folle notte.

«Weasley è un'imbecille».

Per quanto ovvia fosse stata quella frase detta da lui, mai Hermione se la sarebbe aspettata in un momento come quello. Draco si avvicinò di qualche passo, la Gryffindor nemmeno se ne accorse, sconvolta com'era da quell'affermazione. “La stava forse consolando?!”

«Mi chiedo perché tu perda il tuo tempo con uno come lui...» continuò come se stesse parlando più a se stesso che a lei.

«Non vedo come la cosa ti possa interessare, Malfoy!»

«Cos'ha di così speciale?» insisté lui non capendone bene il motivo. Aveva davvero esagerato con l'alcool. Sì quella era l'unica spiegazione.

«Lui...è dolce, goffo, simpatico, premuroso, tutte cose di cui tu non conosci nemmeno il significato...»

«...Lui nemmeno ti vede, Granger.» Draco sentì ancora quel qualcosa dentro di lui - il suo cuore forse? - incrinarsi di più alla vista della ragazza che sbarrava gli occhi, ferita per l'ennesima volta, le labbra tremolanti e strette in una linea dura. Quasi si pentì di averlo detto, ma quella purtroppo per entrambi era la verità.

«Non ti azzardare...»

Il biondo veloce l'afferrò per il polso e lo fissò come per studiarlo, era così magro e delicato...

Hermione era sempre più sconvolta, sentiva il suo cuore batterle furiosamente nel petto, un'indefinita serie di emozioni le si stavano agitando dentro rendendola ancora più instabile e vulnerabile. Non capiva dove Malfoy volesse andare a parare, perché si stesse comportando in maniera così strana.

«Sei ubriaco?»

Lo Slytherin ridacchiò sinceramente divertito «Penso proprio di sì, Mezzosangue».

«Malfoy lasciami.»

«Ti sta bene questo colore.» disse lui ignorandola completamente. La ragazza arrossì di colpo, imbarazzata e confusa, un lampo accese gli occhi del biondo.

«Mal-»

«Dovresti proprio lasciar perdere Weasley, lui non è nemmeno un quarto di quello che sei tu...non accetterebbe mai di camminare nella tua ombra...»

Ok, è completamente ubriaco. Perché in nessuna dimensione conosciuta Draco Malfoy farebbe dei complimenti a me! Insomma basta guardarlo...non è in sé! I suoi occhi sono così liquidi, vivi, le iridi grigie sembrano piombo fuso...” Hermione interruppe il flusso dei suoi pensieri, arrossendo improvvisamente ancora di più.

«Malfoy piantala di scherzare!» la voce che doveva essere ferma le uscì come un tremante miagolio.

«I capelli...dovrebbero essere sempre così, non capisco perché ti tenga sempre quel cespuglio di rovi...»

«Perché io non devo dimostrare nulla a nessuno!» dichiarò decisa sfoderando il suo feroce orgoglio.

Draco la guardò sorpreso. Con una lentezza esasperante avvicinò due dita alla sua guancia liscia ma umida di calde lacrime «Invece dovresti lasciarti guardare ogni tanto...» il suo sussurrò giunse come una vellutata carezza all'orecchio della giovane, che abbassò lo sguardo più imbarazzata che mai, per la prima volta nella sua vita non sapeva che rispondere.

Lo Slytherin si perse ad osservarla, l'aveva resa ancora più fragile ed indifesa con i suoi complimenti invece che con gli insulti, gli occhi erano più luminosi che mai, le gote rosse e vellutate, i capelli sciolti in dolci boccoli...Draco avvertì una fitta al cuore, era dolorosa di quelle che mozzavano il respiro eppure non era fredda come una scaglia di ghiaccio, che gelava tutto al suo arrivo, era calda come il sole che allungava i suoi timidi raggi appena dopo l'alba, quella inaspettata fitta portava con se un dolce e piacevole tepore, che il ragazzo non aveva mai avvertito prima. Il cambiamento fu impercettibile per Draco, se ne sarebbe accorto col tempo, eppure avvenne. Qualcosa dentro di loro, quella notte mentre la mano pallida ed affusolata di Draco teneva salda ma gentile l'esile polso di Hermione, si ruppe per sempre.

Non si erano accorti di aver avvicinato i loro visi trovandosi a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra. Draco percepiva il respiro caldo ed accelerato della ragazza sul suo viso.

«Malfoy...» sussurrò debolmente lei guardandolo negli occhi con espressione smarrita. Lui indugiò per pochi istanti sul suo volto perdendosi in quegli occhi così particolari, poi si staccò bruscamente quasi avesse ricevuto una scossa dolorosa, abbassò il viso nascondendo gli occhi a lei ed uscì rapidamente dall'aula senza aggiungere altro, si era reso conto troppo tardi che il suo cuore pareva come un piccolo uccello impazzito che premeva per uscire dalla sua gabbia di metallo. Lasciò così la ragazza confusa, persa, vulnerabile con il cuore che batteva furiosamente quanto quello di Draco Malfoy.

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Salve a tutti! Questo piccolo sclero è la mia personalissima visione del Ballo del Ceppo di Draco Malfoy ed Hermione Granger, ahimé non è andata proprio così!
Non so se da questa oneshot senza pretese ne possano nascere altre o oppure addirittura una fanfic... In ogni caso spero mi farete sapere che ne pensate! Grazie, a presto! ;)

   
 
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