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Autore: Ellie_x3    14/10/2014    3 recensioni
"Aya, hai davanti a te un uomo che ha disperatamente bisogno di capire l'amore. Non posso cantarlo ignorando che cosa significhi e temo, ormai, che senza aiuto non ci riuscirò più."
[Dal Primo Capitolo]
Tomoyui Aya ha ventotto anni, un gatto, un lavoro da impiegata e due amiche in cui crede fermamente. Vive a Tokyo, ma non ha mai capito come questo dovrebbe implicare per forza una vita avventurosa.
Ryosotsukoi Yuu sa quali opportunità può offrire la capitale: con lui è stata più che generosa. All'alba dei trent'anni è il frontman della band più famosa del momento anche se spesso, per non dire sempre, i suoi problemi urlano più forte del successo.
Potrebbero piacersi, se non ci fosse solo un piccolo problema: tutti sanno che la vita non è un manga per ragazze.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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VI

 


Mi chiedo cosa mi abbia spinta a compilare quel modulo,
sul cui apice capeggiava la pretenziosa promessa: 'troverai il partner perfetto'.

Ancora oggi lo reputo una stupidaggine.”
-Aya

 

Con sua somma sorpresa, Aya aveva scoperto che la macchina mandata da Yuu non l'avrebbe portata in un ristorante tradizionale, ma in un locale stellato che serviva anche un hotel di lusso.
Niente atmosfera intima, niente salette e luci soffuse.
Un bel cambiamento, pensò.
Sorridendo all'autista, la ragazza mascherò la leggera delusione: aveva dato quasi per scontato, sapendo dell'amore del cantante per la cucina giapponese, che si sarebbero rivolti ai locali che lei stessa aveva imparato ad amare. In realtà -errore- non si era fatta troppi problemi a fantasticare su tutti i tipi di pesce e crostacei che avrebbe potuto mangiare. Quasi quasi sperava nel manzo di Kobe, questa volta, e se lo vedeva sfumare fra le dita come un sogno dal brusco risveglio.
Comunque, fu contenta di aver scelto (grazie all'aiuto di Google e di una Riiko sull'orlo di una crisi di nervi, convinta che dovesse uscire con delle colleghe) un vestitino color salmone dal taglio che ricordava un Cheongsam: si era rivelata una scelta sicura e confortevole, anche se un magari poco patriottica.
Per la prima volta in molto, molto tempo si sentiva carina.
Sapeva che, con il suo leggero varismo e l'odiatissima corporatura a manico di scopa, un vestito corto avrebbe messo in risalto la totale assenza di curve e l'asimmetria delle gambe secche, con le ginocchia tonde e sporgenti. Non aveva un bel fisico proporzionato come Mirai, quindi doveva selezionare gli abiti con cura per minimizzare i difetti.
Difetti che, a ben pensarci, erano davvero tanti.
Aya non era mai stata particolarmente bene con le persone, ma troppo debole per mandarle via; non sapeva dire di no, a meno che non si trattasse di rapporti intimi, e quando si spaventava spingeva via la gentilezza altrui. Diventava mordace, se spaventata.
Era secca secca e con le ossa così in rilievo da far paventare l'anoressia e si stancava molto facilmente.
Non portava i tacchi se non per lavoro.
Passò il viaggio in auto a chiedersi come mai proprio lei fosse stata scelta da quella Love Calc, ma pur pensandoci a fondo non trovò la risposta.

 


 

“Ah, ma quello è il video di Plum-chan!” esclamò Aya, sussultando appena. Era arrivata da poco, giusto il tempo di farsi accompagnare al tavolo, salutare Yuu con un inchino ed arrossire furiosamente quando lui si era alzato per darle, invece, due baci sulle guance.
Alla maniera europea, aveva detto lui, con un sogghigno -la stava prendendo in giro, e Aya non seppe se ridere con lui della propria reazione esageratamente timida o tirargli uno schiaffo. Nel dubbio, non fece nulla.
Non senza fatica, si scosse di dosso la sensazione di gelo che l'aveva attanagliata sentendo il proprio spazio vitale minacciato e prese posto aiutata da un cameriere in giacca e cravatta.
Ecco, ci mancavano pure i testimoni, aveva pensato, che figuraccia. Per fortuna, però, con Yuu non c'era davvero tempo per crogiolarsi nell'imbarazzo.
Tra le altre cose, complice la buona compagnia e la frenesia dei saluti, la ragazza non aveva affatto notato la musica proveniente dalla televisione prima di quel momento.
“Ti piace?” domandò Yuu, sollevando un sopracciglio.
“Un sacco: è colorato, sembra una specie di mondo delle caramelle...mi fa venir voglia di mangiare dolci ogni volta che lo vedo.”
“Sinceramente, lo trovo orribile.” commentò lui e Aya, quando alzò gli occhi, si accorse che si era voltato un po' per osservare il maxi schermo dove una ragazzina in costume da fata volteggiava in un mare di note e marshmallow e dolciumi dai colori pastello.
Cantava bene, Plum-chan, ma non era certo destinata a lasciare il segno: nessuna Idol lo faceva mai.
“Io la trovo carina.” replicò Aya, quieta, piluccando dal cocktail di gamberi che si era trovata sul tavolo. Quello, e il bicchiere pieno di vino bianco: ad un lusso del genere avrebbe anche potuto abituarsi. “La canzone non è male.”
“Infatti è orecchiabile, ma il montaggio è un disastro. Mi chiedo cos'abbia in testa il suo produttore...ah, lei sarà su tutte le furie.”
Aya sbattè le palpebre, posando la forchetta.
“La conosci?” domandò, non senza sorprendersi ancora una volta.
Yuu le scoccò un sorriso beffardo, arricciando appena gli angoli della bocca.
“Ovviamente. Il mondo dello spettacolo è piccolo, dovresti saperlo anche tu.”
Aya scrollò le spalle, guardando altrove.
“E come? A parte quello che leggo nelle riviste, dici?” domandò, con voce piatta. Non sapeva perchè, ma quel commento l'aveva stizzita: lì per lì lo attribuì alla mancanza di delicatezza con cui Yuu la comprendeva in un ambiente che le era in realtà estraneo, ma la realtà era che lei stessa lo percepiva come una mancanza.
Erano diversi, loro due. Vivevano in modo diverso, a partire dal caffè sino al momento in cui andavano a dormire. Eppure Yuu aveva sorriso e insistito.
Naturalmente, sì, perchè lui era un principino del Goth con quella sua corona da Re delle Zucche, lui poteva forzare la mano senza essere rimesso al proprio posto da un vecchio capo ufficio con la voce da rottweiler.

“Ma no, o'baka. Voglio dire, ormai saprai qualcosa dell'impresa dello spettacolo, no?”
Eh, ovvio.
E per cosa, per osmosi? Pensò Aya, ancora più infastidita Ma chi si crede di essere?
“No, non lo so.” sbottò, incupita. La rattristava ammetterlo, ma del mondo in generale sapeva davvero poco. “Sei tu che ci lavori, noi comuni mortali siamo tagliati fuori.”
“Tu non più.”
Quelle parole, con tutta la pesantezza di macigni, le crollarono addosso. Sentiva lo sguardo di Yuu su di sé, che studiava la sua reazione, forse aspettandosi una scenata isterica o magari un 'grazie'. Grazie per avermi strappato alla normalità, Yuu.
Grazie, Santo Yuu delle cause perse.
Ti sarò riconoscente a vita.
Ma non gliel'avrebbe mai detto, in fondo, perché lei amava la sua normalità e la sua ignoranza riguardo tutto ciò che era famoso e complicato. Stava bene nella sua scatola, lei, e quando aveva compreso che l'amore richiedeva uno sforzo ulteriore aveva chiuso fuori anche quello.
Così era semplice.
Era indolore.

“No, Yuu.” lo corresse, senza guardarlo. Non voleva essere sgarbata, ma davvero non trovava un altro modo, né un'altra scappatoia per fargli capire che non avrebbe desistito, ma nemmeno si sarebbe lasciata trascinare da quella marea che lui aveva portato con sè. “Io sarò sempre una comune mortale.”
Aya era preparata a qualsiasi risposta.
Qualsiasi.
A parte, naturalmente, quella che ricevette.

Non si sarebbe mai aspettata il silenzio, né Yuu che si tendeva verso di lei da sopra il tavolo, rovesciando il proprio bicchiere nell'atto. Non si sarebbe mai aspettata il gesto brusco, frettoloso, con cui le prese il polso e la avvicinò a sé per quanto possibile.
Non si sarebbe mai aspettata quel bacio, proprio davanti al ristorante intero.

 

Yuu non riusciva a spiegarsi quel gesto. Era accaduto tutto troppo in fretta, sfidando la prudenza e il buon senso , e prima di potersene accorgere si era ritrovato con n un bicchiere in frantumi e un enorme rischio tra le mani.
Se gli avessero chiesto perché, non avrebbe saputo rispondere.
Improvvisamente, quando Aya aveva risposto alla sua provocazione con tutta la sincerità di una ragazza i cui sogni erano stati disattesi, Yuu aveva sentito una fitta allo stomaco.
Lei sarebbe stata sempre diversa da lui, aveva detto.
Senza un motivo aveva solo voluto provarle che aveva torto, che le favole da tabloid potevano diventare realtà e che i sogni si realizzavano.
Era impossibile tenere sotto controllo il bisogno di sentire quella pelle sotto i propri polpastrelli, impensabile accontentarsi di immaginare il fantasma di Aya come nessuno l'aveva mai vista, con lo sguardo annebbiato e la fronte imperlata di sudore, a metà fra la penombra di una camera da letto e la luce del ristorante.
Ma quello era solo una parte. La solita parte, a dirla tutta, quella con cui conviveva da anni e che allineava le donne che aveva conosciuto come dei trofei, come figurine da collezione tutte uguali, quasi sempre mediocri.
Di solito la controllava, in realtà: non era un bambino, Yuu, non lo era da molto tempo.
Aya invece sì; lei era innocente ma ferita da una quotidianità implacabile, schiacciata a trent'anni dall'etichetta di normalità che le era stata cucita addosso.
C'era qualcosa di terribilmente ingiusto in quella stupida, semplice frase: 'sarò per sempre una persona comune'.
Suonava come una resa, una sconfitta così terribile da spezzare il cuore, tanto che Yuu si vergognò un po' nel riscoprirsi attirato da tutto quel dolore. Era carina, Aya, disillusa e più bella che mai. 
Era coraggiosa nel suo credere in niente, perché le illusioni erano il cibo preferito di Yuu e non aveva idea di come fare a vivere senza.

Quando la tirò a sé e decise in un battito di ciglia che baciarla fosse la cosa giusta, lo fece perché le parole di Aya l'avevano scosso più di ogni altra cosa al mondo.
Non la capiva, la compativa, l'ammirava, la voleva.
La baciò come se potesse rubarle tutta la rassegnazione che aveva in corpo, per aiutarla a far spazio nell'animo per qualcos'altro di meglio. La baciò come se lo volesse anche lei, senza chiedersi nulla, senza pensare, fidandosi di quella stretta allo stomaco che gli diceva fallo e basta.
Non era un bacio diverso da quelli che aveva dato ad altre, ma questa volta la lussuria era tutto fuorché l'unico motore del suo gesto.
Era stordito e lucido insieme, con una vaga sensazione d'urgenza che non si sapeva spiegare. Era sul ciglio di un burrone, doveva scappare, doveva scrivere quelle parole che gli ronzavano in testa e doveva affrettarsi a uscire di lì e portare Aya in un posto dove potesse vedere il mondo come lo vedeva lui.
Tutto questo l'aveva pensato in una manciata di secondi, tempo per un bicchiere di rotolare oltre il bordo del tavolo e di infrangersi a terra.
Un istante dopo, lei già non c'era più.

Non ci poteva credere.

Eppure era successo, con la rapidità di un tornado, ed un momento dopo Aya era scappata fuori dalla sala e dal ristorante. Era saltata sul primo taxi, ben cosciente della voce che la chiamava, chiedendole di tornare, di perdonare. Anche se non c'era niente da perdonare, dopotutto.
Aya non riusciva a permettersi d'innamorarsi, per quanto potesse provarci e sforzarsi e dirsi che non sarebbe stato poi così male
Cercò di dirsi che quel bacio non era significato niente solo perché era stato improvviso, inaspettato, e che aveva lasciato un segno, da qualche parte, magari troppo a fondo perché lei stessa se ne accorgesse ora che era sconvolta.
Si sfiorò le labbra con la punta delle dita, sconvolta e con un nodo alla gola.
Non era stato un contatto delicato, ma impulsivo e bizzarro come ogni altro gesto di quell'uomo che pareva uscito da una macabra favola moderna. Le labbra di Yuu erano tiepide, ma ruvide e screpolate. Eppure, non poteva fare a meno di pensare a se stessa, lei che ancora una volta non aveva risposto né opposto resistenza, rimanendo come una bambola di legno.
Nulla.
Non aveva sentito nulla.
Anche volendo, ora sapeva, ciò che avevano tentato di fare era davvero impossibile.



@Note:

Hollaaaa <3 Capitolo che è pronto da seeecoli, BUM, ma ho preferito finire la fic prima di postarlo. In caso, y'know, questa scena avesse creato problemi alla trama -cosa che invece no and I'm so happy <3 Abbiamo qualcosa come 15 capitoli to go, ancora, e in realtà ero stata totalmente assorbita da un'altra OTP -ma questa è una storia a parte- ma non ho dimenticato questa long. Affatto.
Niente, ecco, Yuu piccino ha fatto la stupidaggine. Era solo questione di tempo, lo sapete tutti, ma descrivere la reazione di Aya mi ha intrigata lo stesso moltissimo. E niente, è tutto qui. <3
Thanks, y'all.  
Xx

 

   
 
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