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Autore: Ai_1978    14/10/2014    5 recensioni
…Dreams are my reality…
Chi non ricorda almeno il ritornello della famosa canzone “Reality” di Richard Sanderson che fu colonna sonora del film del 1980 “Il tempo delle Mele”?
Bene, la citazione è voluta perché è proprio di questo che parla questa storia: l’amore tra adolescenti.
Inutile dire che si colloca temporalmente come prequel di “The Eye of the Tiger”
Vista l’età dei protagonisti, anche il rating è cambiato… da “Rosso” ad un più tenue “Arancione”. Tutto molto più soft… ma non per questo meno intenso.
Grazie fin da ora a tutti coloro che mi daranno di nuovo fiducia, leggendo ciò che scrivo.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mito delle Metà'
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CAPITOLO 23: NUOVE METE
 
Scoprire il sesso.
Fare l’amore ogni giorno.
Sperimentare ed esplorare con l’altro nuove sensazioni e nuovi modi per stare bene insieme.
Queste furono le attività cui si dedicò principalmente Vivien con Benji durante l’estate.
Per lei tutto era una novità e le reazioni, a volte inaspettate, del proprio corpo a quel nuovo sensuale passatempo la appagavano.
Ma ciò che la rendeva  felice ed orgogliosa più di tutto era riuscire a far provare piacere al suo ragazzo. Osservare Benjamin bruciante di desiderio per lei, portarlo più volte sull’orlo dell’orgasmo per poi privarlo dell’ultimo necessario tocco e infine vederlo raggiungere l’apice e poi spegnersi lentamente… per opera sua.
Per merito suo.
Non credeva di possedere quel tipo di potere.
Si sentiva forte.
Amava ubriacarsi di lui e del suo corpo.
Il SGGK dal canto suo, credeva di aver trovato il Paradiso.
Dopo i timidi esordi dovuti all’inesperienza, Vivien si era trasformata nella donna più sensuale che lui avesse mai visto… o meglio: che lui avesse mai avuto.
E di esperienza, modestamente, un pochino ne aveva!
Ma nessuna l’aveva mai fatto sentire così o aveva risposto in quel modo alle sue carezze.
Fare l’amore con lei era un’ esperienza che lasciava il segno: ogni volta il gioco si faceva più intenso, mai ripetitivo o scontato.
Quella ragazza aveva una notevole fantasia, niente da dire.
Anzi… di cose da dire, o meglio “da raccontare”, ne avrebbe avute un sacco!
Ma da quando stava con Vivien aveva completamente perso la voglia di farsi bello con gli amici spiattellando le proprie performances amorose.
Ciò che c'era tra lui e la sua ragazza era troppo intimo, privato e stupendo per essere condiviso.
Era speciale e doveva essere soltanto LORO.
 
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-COSA?!? TORNI IN GERMANIA?!?- sbottò Vivien guardandolo con occhi colmi di disperazione.
Benji non sapeva cosa risponderle. Vedere la ragazza tanto disperata gli provocava una stretta al cuore.
Cercò di farla ragionare: -Ma Viv! Lo sapevi... Ti ho sempre detto che mi sarei fermato solo per un anno.-
Lei non volle sentire ragioni: -Ma io credevo che, adesso che stiamo insieme, tu avessi cambiato idea!-
Il SGGK trovò quell'affermazione a dir poco assurda: -Cambiare idea? E perché mai! Sfondare nel calcio professionistico in Germania è il mio sogno fin da bambino. Non è una novità!-
Sfondare nel calcio professionistico.
Calcio, calcio... Sempre e solo calcio!
Possibile che non riuscisse a pensare ad altro? Ad attribuire valore a qualcosa che non fosse quel maledettissimo sport?
Alla loro storia, per esempio.
Al loro amore.
Vivien, sull'orlo delle lacrime, chiese: -E a noi due? Non ci pensi?-
Benji la abbracciò stretta: -Splendore... Certo che ci penso. Ogni fottutissimo giorno. Cosa credi, che per me sia facile?-
Lei si fece piccola piccola contro il suo petto, mormorando implorante: -Non lasciarmi sola... amore ...-.
Amore.
L'aveva chiamato amore?
Il cuore di Benji si sciolse in un attimo. Le sollevò il viso e la baciò.
Sentiva sulle labbra di Vivien in sapore salato e acre delle lacrime che le scendevano copiose dagli occhi.
Commosso le sussurrò a fior di labbra: -Non piangere, Piccolina. Ti prego.-
Nel sentirsi chiamare con quel vecchio nomignolo affettuoso, Vivien fu scossa da singhiozzi ancora più violenti.
Non poteva andarsene e lasciarla sola!
Lei aveva un disperato bisogno di lui, del suo amore!
Proprio adesso che il loro rapporto era così perfetto! Così completo!
No.
No.
NO!
Il ragazzo, non sopportando più di vederla così disperata, prese una decisione improvvisa e le propose  con calore: -Vieni con me in Europa. Neanche io sopporto l'idea di starti lontano.-
 
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Andare in Europa?
Effettivamente era un' ottima idea.
Ma come?
Almeno che...
 
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Ritrovarsi in presidenza della Nankatsu a metà di agosto era un'esperienza piuttosto desolante. La scuola era letteralmente deserta, essendo ancora chiusa per la pausa estiva. Gli unici a lavorare erano il personale amministrativo della segreteria, il Preside e qualche professore impegnato nella programmazione didattica.
Mano nella mano con Benji, Vivien percorse il corridoio e si fermò di fronte all'uscio dell'ufficio del Dirigente scolastico.
-Augurami in bocca al lupo.- chiese la ragazza al fidanzato.
- Di cosa ti preoccupi? Sei una delle studentesse migliori del tuo anno... Vedrai che il Preside non si opporrà alla tua richiesta.-
- ...Richiesta che sto presentando fuori tempo massimo.- commentò lei amaramente: -Le iscrizioni per trascorrere un biennio all'estero scadevano a maggio!- poi sorrise mestamente e proseguì: -Sarebbe davvero paradossale se mi dicesse di no! Con tutta la fatica che ho fatto a convincere i miei ad acconsentire a lasciarmi trasferire in Europa da sola!-
Price la incoraggiò: -Stai tranquilla, Splendore. Il Preside ti dirà di sì: ne sono certo.-
-Dammi un bacio.- chiese lei.
Lui, contraendo la bocca in uno dei suoi classici sorrisi sghembi, unì le labbra con quelle di lei.
 
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Ma quanto ci metteva?
Era almeno mezzora che Vivien era rinchiusa nell'ufficio del Preside e lui si era stufato di aspettare.
Inoltre era impaziente: voleva conoscere il responso.
Improvvisamente la porta si aprì e uscì la ragazza a testa bassa.
Sembrava triste.
Era andata male?
Non era possibile!
Quell'idiota del Preside non poteva averle detto di no!
In tal caso lui si sarebbe precipitato dentro quell’ufficio del cazzo e avrebbe massacrato di pugni quel coglione del Dirigente scolastico.
Si avvicinò alla fidanzata e le appoggiò le mani sulle spalle.
Lei si ostinava a non alzare lo sguardo.
Il SGGK, non resistendo più alla curiosità domandò: -Allora? Non tenermi sulle spine! Sì o no?-
-NI.- mormorò lei senza guardarlo.
Lui perse definitivamente la pazienza: -NI? CHE CAZZO VUOL DIRE "NI"?-
Vivien si decise a sollevare gli occhi e guardarlo in faccia.
Non stava piangendo... Non sprizzava allegria ma per lo meno non si stava sciogliendo in lacrime.
Benji si sentì subito un po' meglio.
Poi la ragazza parlò: -Significa che verrò in Europa... Ma non in Germania.-
-E dove?- domandò lui con crescente preoccupazione.
-Italia. Milano.- rispose tristemente lei.
Milano?
Lui conosceva la città esclusivamente per le due famosissime squadre di calcio della Serie A italiana che avevano sede lì: la FC internazionale Milano e la AC Milan.
Inter e Milan.
Due miti per chiunque si intendesse minimamente di calcio.
Quindi non per Vivien.
Però se non ricordava male, Milano era una città del Nord Italia... Quindi relativamente vicina alla Germania. Un’ ora di volo... Tre ore di treno: non di più.
Fattibilissimo!
Forse era il caso di rendere partecipe la sua ragazza dei suoi pensieri. Accarezzandole il viso le disse: -E ti lamenti? Poteva andare peggio! Milano e Amburgo non sono poi così lontane. Potremo vederci molto più frequentemente di quanto credi.-
Lei non ne sembrò convinta: -Lo so. Ma non potremo essere insieme SEMPRE.-
Un brivido attraversò la spina dorsale di Benji sentendo il tono con cui lei pronunciò la parola "sempre".
Quasi con sollievo le disse: -Sempre no. Però spesso.-
-Me lo farò bastare- commentò la ragazza riacquistando parzialmente il sorriso.
   
 
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