Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: Philly123    15/10/2014    0 recensioni
Clara è una venticinquenne che abita a Londra. Lavora sodo come costumista, ma non si risparmia quando c'è da fare altro lavoro. Due anni prima ha conosciuto Jamie e adesso stanno insieme.
La ragazza ha deciso di tornare dai genitori che non vedeva da molto tempo e poi al paese in cui ha vissuto le estati della sua adolescenza, mentre Jamie è rimasto nella grande città. Si troveranno ad affrontare la loro vita e molte cose cambieranno durante pochissimo tempo. Se c'è una cosa che però è certa è l'amore tra i due, che nulla potrebbe mai fare vacillare.
*Autrice: ho voluto distaccarmi dal cliché "lei che si innamora di attore". Ho fatto cominciare la storia in medias res, per così dire. Non per questo non ci saranno dei colpi di scena.*
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrando in casa sento l’odore acre delle case di campagna, l’odore della mia adolescenza.
Erano diversi anni che non tornavo in Italia, avevo già rivisto i miei genitori, al sud, per poi fermarmi al paese in cui avevo passato tutte le estati della mia adolescenza, in quella casa.
Il pavimento di legno mi scricchiola sotto i piedi e io ricordo istantaneamente di dover togliere le scarpe per non sporcarlo, un’abitudine che avevo dimenticato. Spingo leggermente le valigie, con il cartellino su cui c’è scritto “Please return to: Clara Vella”.
I vetri alle finestre sono stati spalancati, probabilmente da chi aveva pulito la casa, ma le veneziane verdi sono chiuse, e nascondono la stanza piccola e rustica alla luce del sole.
Nel mio paese, posizionato sulle Prealpi lombarde, d’estate c’è un’aria frizzantina e pulita, completamente differente da quella di Londra. La stanza riprende vita appena do un colpo secco alle veneziane, facendole spalancare. All’esterno, il panorama è sempre quello che ricordavo nella mia immaginazione: le montagne verdi, ricoperte da erba, alberi e molte macchie di colore con i tetti spioventi, sul fondo della vallata il lago immerso in una leggera nebbiolina che ne nasconde i contorni.
Sto per commuovermi quando il mio telefono risuona nella stanza vuota.
-Pronto?-
-Hey, com’è andato il viaggio? Qualche intoppo?- chiede una voce maschile squillante e familiare, la voce di Jamie.
-No, tranquillo, sono stata fermata qualche volta, alcune ragazze scalpitanti che gridavano il tuo nome e volevano picchiarmi, ma niente di che- rispondo con un sorriso sulle labbra. Sorrido sempre a quel modo mentre parlo con lui, nonostante sià già passato un anno e mezzo da quando abbiamo ufficializzato la nostra relazione.
-Cosa? Sul serio? Non ti hanno fatto niente vero?- La sua voce si abbassa di qualche ottava ma le ultime parole escono fuori in fretta, quasi impiastricciate.
Rido sonoramente prima di riprendere fiato. –No, stupido, mi sono inventata tutto, sono stata fermata ma nessuno ha fatto il tuo nome, smettila di pensare di essere al centro dell’attenzione!- concludo con un’altra lunga risata.
-Maledetto me che mi preoccupo. Ci sentiamo più tardi, va bene? Ti amo.- la sua voce esce di nuovo a un tono normale. Un sospiro la interrompe prima del “ti amo” un po’ troppo malinconico.
-Ti amo.- rispondo, riagganciando. Guardo il cellulare ancora per qualche istante, rimirando la sua foto profilo che appare durante le chiamate.
Jamie e io siamo molto uniti da quando, da due anni a questa parte, ci siamo conosciuti per lavoro.
Quando quattro anni fa sono andata a vivere a Londra non pensavo avrei combinato niente di buono: ero partita senza un soldo, vendendo macchina e gioielli, senza l’approvazione dei miei, e cercando un lavoro qualsiasi. In Italia avevo studiato all’Accademia di Belle Arti per diventare costume designer ma tutti pensavano che avrei sprecato il mio talento partendo in quel modo.
Quattro anni dopo lavoro nei migliori teatri di Londra, sfoggiando le mie creazioni a un pubblico forbito e selezionato, sopra la pelle dei più grandi attori drammatici del momento. Mi piace anche recitare a teatro, ma solo per passatempo e di recente mi hanno chiamato da un’agenzia come modella “alternativa”. Sul mio corpo, infatti, porto molti tatuaggi, tra cui alcuni anche sulle mani.
La gente mi conosce in molti modi, ma senza bisogno di mentire a me stessa, direi che il fatto di stare con Jamie Campbell Bower sia una delle cose che mi dà più notorietà. Non che mi piaccia, ma è inevitabile. I tabloid sono pieni di nostre foto che continuano a farci, con o senza il nostro consenso.
Questo è un altro motivo per cui sono venuta in questo paese di mille abitanti: staccare la spina, riposarmi e ritrovare i miei vecchi amici.
Ho giusto il tempo di rilassarmi quando vedo che è ora di uscire e raggiungere gli altri. Questa sera farò la narratrice per lo spettacolo dei bambini che si terrà nell’anfiteatro vicino casa. Ho accettato un po’ per far contenti i miei amici e un po’ perché mi sembra di tornare alla mia adolescenza, quando aiutavo gli animatori del campus estivo a organizzare gli spettacoli teatrali.
Prima di varcare la soglia, mi guardo nello specchio lungo del corridoio: i capelli scuri mi contornano il viso e arrivano senza onde fino alla vita, gli occhi dalle iridi quasi nere sono contornati da un trucco impalpabile, l’abbigliamento è semplice, non troppo ricercato ma qua e là lascia intravedere i vari tatuaggi.
Scendo le scale a due a due e mi ritrovo sul prato in pochi secondi, appena fuori dal cancello. L’erba è lucida a causa dell’umidità che già cala insieme alla sera, un brivido mi percorre la spina dorsale e mi stringo nel cardigan.
Nell’anfiteatro noto alcuni ragazzi che montano delle assi di legno a cui, immagino, attaccheranno delle scenografie amatoriali. In un attimo li rivedo tutti: gli amici con cui sono cresciuta.
Daniele mi nota in un attimo, gli occhi si fissano su di me e poi comincia a correre, saltando i gradini a due a due e abbassandosi appena arrivato alla staccionata di legno che delimita l’area. Continuando con la furia di prima si getta addosso a me, stringendomi in una morsa che mi spinge fuori l’aria dai polmoni.
Accorrono tutti, belli come sempre, anche se con qualche anno in più sulle spalle.


*N.D.A.: Come potete notare in questo capitolo, il personaggio principale è Clara, non temete, non sarà così dalla prossima volta.
Clara e Clary non c'entrano un bel sacco di niente, è solo capitato.
Sarebbe stato bello poter differenziare i dialoghi in inglese tra i due con quelli in italiano che Clara fa con tutti gli altri, come li ho in testa io. Immagino però che avrei creato problemi di comprensione.
Grazie mille, non dimenticate di lasciare una nota qui giù.*
  
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